Sui libri di testo: CHI SEMINA VENTO …

 

   Le attuali polemiche sul presunto carattere fazioso dei libri di testo vedono agitarsi sulla scena alcuni attori alquanto sgangherati:

·         Il presidente della Regione Lazio ed i suoi sostenitori che pretendono di sottoporre la scelta dei libri di testo alla valutazione di una commissione di nomina politica che dovrebbe esprimersi sulla correttezza delle posizioni degli autori dei testi stessi. Questi signori ignorano, con ogni evidenza, che la libertà di insegnamento è costituzionalmente riconosciuta e che l’adozione di libri di testo è momento fondamentale dell’esercizio di questa stessa libertà; o, più probabilmente, sognano il ritorno ad un ordinamento politico che affida a gente come loro il compito di controllare la scuola. Questa presa di posizione rende evidente come la loro recente pretesa di aver accettato alcuni principi di libertà è meramente strumentale.

·         Gli esponenti più avvertiti della coalizione alla quale appartiene il buon Storace che prendono le distanze dai suoi “eccessi” e affermano che l’epurazione della scuola pubblica dalle voci dissidenti avverrà grazie alla privatizzazione della scuola stessa, privatizzazione che permetterà a chi detiene il controllo dei finanziamenti di piegare la scuola ad interessi di parte in maniera meno traumatica. Insomma, un passo indietro e due avanti sulla strada della distruzione della scuola pubblica, della libertà di insegnamento, della funzione docente.

·         I concorrenti dei nostri eroi che si affrettano a denunciare le manovre liberticide degli uni e degli altri, nel mentre concedono finanziamenti alle scuole private, aprono la scuola pubblica agli interessi padronali e clericali, premono perché si affermi la logica aziendale nel governo della scuola,  riducono le libertà sindacali, aumentano il potere dei capi di istituto.

   Per fortuna la vita della scuola non si riduce a questo spettacolo indecente. Nella scuola vi sono lavoratori e studenti che vivono quotidianamente gli effetti dell’attuale deriva liberticida e hanno, a più riprese, dimostrato la propria volontà e capacità di operare per la libertà di insegnamento, per la difesa della scuola pubblica, per una gestione democratica della formazione. Lo abbiamo fatto con le azioni di sciopero, con le manifestazioni, con mille iniziative; con la difesa delle prerogative dei collegi docenti e delle assemblee ATA; con l’opposizione puntuale alla pretesa dei dirigenti di ridurci a docili esecutori di imposizioni decise dall’alto; con lo sforzo di innovazione e di ricerca, con la costruzione di iniziative comuni con gli studenti e con le famiglie.

   La CUB Scuola di conseguenza:

·         ADERISCE A TUTTE LE INIZIATIVE VOLTE A DIFENDERE LA LIBERTÀ NELLA SCUOLA, A PARTIRE DA QUELLA DEL 18 NOVEMBRE A MILANO;

·         INVITA TUTTE LE FORZE INTERESSATE ALLA CONCRETA DIFESA DELLA SCUOLA PUBBLICA A PARTECIPARE ALLO SCIOPERO DEI LAVORATORI DELLA SCUOLA DEL 7 DICEMBRE (che a Milano si svolgerà il 6 novembre), CON MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA E MANIFESTAZIONI PROVINCIALI NELLE PRINCIPALI CITTÀ.                                            

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