All’integrazione globale dell’economia il movimento dei lavoratori deve rispondere con un’adeguata mobilitazione internazionale


Dal 19 al 21 luglio a Genova, si riuniranno i capi di stato degli otto paesi più ricchi del mondo (il famigerato “G8”). Nella storia più recente, questi vertici sono serviti a pianificare e coordinare le misure economiche, sociali e politiche tese a rafforzare lo strapotere delle grandi multinazionali e ad allineare i singoli governi a scelte contrarie agli interessi dei lavoratori, dei disoccupati  e dei settori popolari sia nei paesi industrializzati che in quelli che, non si comprende su che base, sono definiti “in via di sviluppo”.

 

Da anni ormai in questi vertici vengono discusse e prese le decisioni che hanno portato allo smantellamento dei diritti sociali, all’abbassamento dei salari, alle privatizzazioni dei servizi, alla flessibilità del mercato del lavoro. In nome  della competizione globale, le conquiste dei lavoratori e le esigenze dei settori popolari sono state sottoposte ad un attacco che ha riportato la situazione indietro di mezzo secolo. Queste misure hanno provocato il peggioramento delle condizioni di vita, l'esplosione della povertà, il ritorno di malattie scomparse, l'emigrazione forzata di milioni di uomini e di donne, le devastazioni dell'ambiente.

 

Negli ultimi anni in molti paesi è venuta crescendo una domanda di opposizione, di lotta e di resistenza a questo stato di cose.

Cresce, in particolare, la mobilitazione dei lavoratori contro i signori dell’economia mondiale su precise rivendicazioni:

 

-          per la difesa e l’estensione delle garanzie sociali (diritto alla salute, all’istruzione, alla casa, alla previdenza, ai trasporti) conquistate con lotte decennali;

-          per una riduzione generalizzata dell'orario di lavoro;

-          per il raggiungimento di una qualità della vita dignitosa per tutti;

-          contro il militarismo, le spese militari, le guerre che ci vengono presentate come scelte  “umanitarie” e le missioni di “pace”;

-          contro la precarizzazione di tutte le attività lavorative ed il conseguente degrado delle nostre condizioni di vita e di lavoro;

-          contro la distruzione ambientale;

-          perché i lavoratori immigrati godano, almeno, dei diritti, già limitati, riconosciuti, ai lavoratori italiani.

 

La Confederazione Unitaria di Base, in occasione del vertice del G8 indice una giornata di sciopero generale nazionale per venerdì 20 luglio con manifestazione a Genova. Si tratta di una mobilitazione che riprende e sviluppa le ragioni della lotta che abbiamo organizzato negli ultimi anni contro la guerra dei Balcani, contro il degrado dell’ambiente, contro la limitazione delle libertà sindacali.

 

Nell’indire questo sciopero, la CUB fa propri gli appelli allo sciopero lanciati dalle forze che si stanno mobilitando contro il vertice di Genova e invita tutte le forze sindacali, sociali, politiche e culturali interessate a costituire, a livello locale, comitati per la preparazione dello sciopero.

 

Per organizzare lo sciopero e la mobilitazione

Assemblea

Martedì 12 giugno alle 21 presso il Convitto Umberto I° Via Bligny 1 bis Torino

 

 

CONFEDERAZIONE UNITARIA DI BASE

Corso Regio Parco, 31 bis 10152 Torino Telefax 011282929

Corso Marconi, 34 10125 Torino tel. 011655454 fax 0116680433