C.U.B. SCUOLA

 

 

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COMUNICATO STAMPA

 

Per la polizia le aste di uno striscione sono armi improprie: a quando la criminalizzazione degli striscioni stessi?

 

 

Ieri pomeriggio due membri del Coordinamento Provinciale della Federazione di Roma della CUB Scuola, Claudio Ortale e Andrea Pizzuti, appena usciti dalla sede del sindacato, sono stati fermati in Via Nazionale alle ore 16.00 dalla polizia, presente con un ampio dispiegamento di forze, mentre si recavano in moto al presidio autorizzato di fronte al Parlamento (riunito per la relazione del ministro Scajola sui fatti di Genova), con alcune bandiere, lo striscione della Federazione CUB SCUOLA di Roma e le aste per sorreggerlo (manici di scopa in alluminio allungabili, normalmente usati per le pulizie di vetri alti).

Dopo il sequestro delle aste ed un fermo durato più di cinque ore, presso la questura centrale – uffici della DIGOS – di Via Genova, è stato loro contestato il reato di possesso di armi improprie (art.4 legge 110/75 – 110 codice penale).

Fino a qual punto si vuol fare crescere la tensione nel nostro paese, se anche la partecipazione di due lavoratori della scuola ad una manifestazione autorizzata dalla questura stessa, si trasforma in un’ulteriore occasione per criminalizzare chi vi partecipa in maniera trasparente? Sulle bandiere e sullo striscione erano ben chiare le sigle della nostra Organizzazione Sindacale e della Confederazione CUB.

La nostra Organizzazione Sindacale ritiene tale atto gravissimo, in quanto conferma il nuovo clima di “democrazia” che si respira e si respirerà nel paese.

Se anche la partecipazione ad una manifestazione autorizzata diventa un reato (forse si vorrebbero le piazze prive di bandiere e striscioni?), c’è da chiedersi in quali forme “democratiche” potrà esprimersi il dissenso.

Deve essere chiaro a tutti che i fatti di Genova sono espressione e preparazione di un clima liberticida e di un’offensiva contro le forme di organizzazione dei lavoratori che non accettano le pratiche concertative dei sindacati di stato.

 

Difendere la libertà ovunque!

 

Torino, 24 luglio 2001