Quattro
BUONE RAGIONI PER NON ACCETTARE CATTEDRE CON PIU' DI 18 ORE
1 - SOLIDARIETA' COI COLLEGHI
Ogni ora eccedente le 18 che noi accettiamo
viene sottratta ai colleghi. Per ogni 18 ore di orario prolungato ci sarà un supplente
che si troverà senza lavoro. A livello
nazionale, si tratta di molte migliaia di posti di lavoro. Anche fra i colleghi di ruolo,
avverrà che l'ultimo nella graduatoria d'Istituto potrà perdere la
cattedra o rimanere con uno spezzone.
2 - RETRIBUZIONE
Le ore di lavoro straordinario sono pagate
molto meno di quelle ordinarie. Questo perché le ore eccedenti sono pagate in modo
proporzionale alla retribuzione meno l'Indennità Integrativa Speciale, che rappresenta circa il 31 % della
retribuzione lorda. D'altro canto ogni ora di lezione in più si ripercuote anche
sugli altri impegni di lavoro (più consigli, più compiti da correggere...).
Consideriamo, ad esempio, una retribuzione mensile media:
|
lordo (euro) |
netto (euro) |
cattedra di
18 ore |
1571 |
1252 |
cattedra di
24 ore |
2167 |
1497 |
Ad un aumento di lavoro pari al 33 %
corrisponde un aumento della retribuzione solo del 23% sul lordo e del 19% sul netto! Se calcoliamo convenzionalmente 4 + 1/3 settimane al mese, con
un calcolo approssimato:
|
retribuzione
oraria netta |
per le prime
18 ore |
16,0 euro/ora |
per ogni ora
oltre le 18 |
9,4 euro/ora |
3 - IMPARIAMO DAL PASSATO E GUARDIAMO AL FUTURO
Da anni è in atto una manovra per
trasformare quello dell'insegnante da un mezzo lavoro mezzo pagato a un lavoro
intero mezzo pagato.
Quando e se la maggior parte degli
insegnanti avrà accettato una cattedra di 24 ore, quella sarà la prestazione di lavoro
normale e sarà retribuita, in termini di salario reale, come l'attuale cattedra di 18
ore. Al Governo basterà concedere aumenti salariali inferiori all'inflazione. Inoltre un insegnante che
lavora 24 ore alla settimana in classe ha meno tempo ed energia da dedicare alle altre
attività funzionali all'insegnamento.
4 - UNA QUESTIONE DI PRINCIPIO
Da anni ci illudono promettendo un
adeguamento agli stipendi europei e turlupinandoci nei fatti. Dimostriamo, per una volta,
di avere quel senso critico la cui mancanza rimproveriamo spesso ai nostri allievi.
Dimostriamo di essere uniti nella difesa dei nostri interessi comuni. Pretendiamo una
retribuzione dignitosa e rifiutiamo le briciole, per di più avvelenate.
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