Presentazione del Direttore (alla rivista Sbalordire)

"Lo so: dicono che un asino è un cavallo quando vogliono venderlo, e che un cavallo è un asino quando vogliono comprarlo. Ma la vecchia donna che, la sera prima del viaggio, pone con la sua mano un fascio di fieno in più davanti al mulo: il navigante che, acquistando le provviste, pensa alle bonacce e alle tempeste; il bambino che si ficca in testa il berretto quando lo hanno convinto che pioverà, tutti costoro sono la mia speranza: perché tutti credono al valore degli argomenti. Sì: io credo alla dolce violenza che la ragione usa agli uomini. A lungo andare non le sanno resistere. Non c' è uomo che possa starsene inerte a guardarmi quando io lascio cadere un sasso e dico: questo sasso non cade. Non c'è essere umano in grado di fare questo. Troppo grande è il potere di seduzione che emana dalla prova pratica: i più cedono subito, e alla lunga tutti."

Così parla Galileo Galilei nella celebre commedia di Brecht (scena terza) che narra la vita dello sfortunato scienziato toscano. Ed è con questo stesso spirito che dal presente numero di "Sbalordire" ne accetto la direzione responsabile, onorandomi di avere l'occasione di dare un piccolo contributo in prima persona, seppur con la modestia delle mie forze e capacità, per l'affermazione della ragione di cui parla il Galileo di Brecht, quella ragione che alla fine, sotto l'incalzare dell'evidenza delle prove pratiche, non può che trovare il modo di trionfare.

Affermare la forza della ragione e della sua evidenza, laicamente, oggettivamente, al di là dei pregiudizi e delle ideologie, al di là di ciò che è più comodo o più semplice, è senz'altro difficile, e a volte doloroso, ed è comunque quasi sempre una strada in salita, un percorso controcorrente. Ma, come dice sempre il nostro Galileo di Brecht (scena quarta),

"Cominciate col dare un'occhiata al cannocchiale. Vi convincerete subito. (...) Non si può chiudere gli occhi davanti ai fatti e comportarsi come se nulla fosse."

Ed è per questo che, nonostante gli ostacoli e i preconcetti dell'ideologia dominante - l'aristotelismo al tempo di Galileo, l'oralismo al tempo d'oggi in Italia -, si tratta di una strada che merita percorrere, da cui non è giusto né onesto tirarsi indietro.

Chi scrive infatti, oltre che giornalista è stato ed è insegnante di Sostegno, in un primo momento assolutamente oralista, per ideologia e per comodità, ma successivamente, con il passare del tempo, per onestà intellettuale e interesse ultimo ed esclusivo nei confronti dei suoi alunni, il suddetto, di fronte all'evidenza e ai risultati dei loro diversi percorsi scolastici e personali, non ha potuto fare a meno di rimettere in discussione le sue precedenti certezze e di accettare così scientificamente e razionalmente quelle stesse posizioni che egli adesso ritrova sostenute sulle pagine di "Sbalordire". Ringrazio perciò la Coop. DIRE che mi dà l'occasione di contribuire per la mia piccola parte all'affermazione della verità scientifica, contro coloro che, purtroppo, anche oggi come ai tempi di Galileo, cercano di arrestarne o comunque limitarne lo sviluppo, sulla scia di quanto ancora dice il nostro scienziato nel framma brechtiano: (scena quarta)

"Dove la verità possa condurre, è forse cosa che turba lo scienziato?".

E ringrazio infine, e forse soprattutto, anche tutti i miei alunni che, nel corso del mio ormai pluriennale lavoro scolastico, ho avuto la fortuna e la gioia di incontrare e che, come per il cannocchiale dello scienziato mio conterraneo, mi hanno aiutato praticamente e "dolcemente" a mettermi in discussione e a capire fino in fondo le reali necessità di comunicazione linguistica delle persone sorde, così come, con ricchezza di "prove pratiche" ed "argomentazioni", è ampiamente documentato sulle pagine di questa rivista.

Marco Panti

(Sbalordire n. 5 (?) del 1993)

Indice

Documenta

Scrivici