Logo CTSCenni storici e attività

Il Centro Torinese di Solidarietà opera da oltre 10 anni nel campo della prevenzione del disagio e del recupero dei tossicodipendenti. Fondato nel 1984 da un gruppo di volontari guidato da don Paolo Fini, il CTS affonda le sue radici in una terra con lunghe tradizioni di attenzione, di sostegno e di servizio verso la persona che soffre, identificandosi nei valori della solidarietà e dello spirito del volontariato.
Nato come gruppo di supporto per familiari di giovani con problemi di tossicodipendenza o in recupero presso altri programmi terapeutici del Nord Italia, l’Associazione si preparava ad aprire un Centro di accoglienza a Torino, traguardo raggiunto nel settembre 1986 con l’ingresso dei primi due giovani nella sede provvisoria presso la parrocchia di Santa Rita da Cascia. Presto, comunque, è avvenuto il trasferimento alla sede attuale di via delle Rosine nel cuore della città presso una struttura dell’Opera Munifica Istruzione.
Questa fase, che è fondamentale all’aggancio del giovane e alla sua preparazione per il proseguimento del percorso terapeutico, è tradizionalmente semiresidenziale in cui l’appoggio della famiglia è importante. è stato necessario, comunque, modificare la modalità di intervento in linea con il cambiamento reale: oggi la sede di via delle Rosine come quella di Pra del Torno, aperta nel 1995, sono Accoglienze residenziali, trasformazione resa necessaria dall’aumento del numero di giovani che non possono contare sul sostegno familiare. Oggi via Saccarelli (1993) rimane l’unica sede di accoglienza semiresidenziale.

La seconda fase del percorso terapeutico viene realizzata con l’apertura della Comunità di "Notre Dame" nel 1987 presso l’ex convento delle Suore di Nostra Signora a Baldissero Canavese, una struttura affidata al CTS dalla Diocesi di Ivrea. La Comunità è la parte centrale del programma e rappresenta per i ragazzi in trattamento un momento di riflessione personale e di gruppo.
Oggi esistono altre due Comunità residenziali -"St. Pierre" e "St. Jacques", aperte nel 1989 e nel 1992 rispettivamente. La prima, una struttura che fa parte di un compleso messo a disposizione dalla Provincia di Torino, si trova a Superga; la seconda nelle colline dell’Astigiano.

Il percorso terapeutico viene completato nel 1988 con l’apertura della prima casa di Reinserimento, provvisoriamente collocato in via delle Rosine e successivamente nel complesso di Superga. La seconda casa di Reinserimento entra in funzione, grazie al contributo della Cassa di Risparmio di Torino, nel luglio del 1990 presso "Villa Pellizzari" a Torino. Questa fase rappresenta il momento di svincolo dal programma durante il quale i giovani cominciano a rientrare pienamente nel contesto sociale e familiare.

L’esperienza ha comunque mostrato la necessità di diversificare gli interventi proposti al fine di garantire un servizio per tutti coloro che vengono inseriti nel programma terapeutico, Tra le nuove opportunità promosse dal CTS vi è il "Pellicano", una casa per persone affette da HIV o malate di AIDS aperta nel 1992 e ospitata presso la Comunità "St. Pierre".
Il percorso terapeutico si sta trasformando in un programma integrato, fornendo delle opportunità mirate al completo reinserimento sociale dei soggetti: dal 1991 si offre un corso delle "150 Ore" per chi non ha conseguito la licenza media; nel 1995 si è avviato, in via sperimentale, un corso professionale per elettricisti-impiantisti presso la sede IAL CISL, con la possibilità di ampliare questo tipo di intervento nel futuro.
Da sottolineare è la prossima apertura di un Centro Crisi rivolto ai soggetti che non hanno ancora maturato una scelta precisa di astensione dalle sostanze stupefacenti. Questo progetto è stato elaborato in collaborazione con i Ser.T. territorialmente competenti.

Attualmente, sono 331 le persone inserite nelle varie fasi del programma CTS. Fino ad oggi sono stati accolti 2.359 giovani di cui, a partire dal 1990, 569 hanno terminato positivamente il percorso terapeutico, reinserendosi completamente nel contesto sociale. Oltre ai giovani tossicodipendenti, il CTS ha contattato circa 5.000 familiari o altre figure significative nella rete dei soggetti, coinvolgendoli in un cammino parallelo di sostegno e accompagnamento. I familiari mantengono un rapporto con il Centro non soltanto quando il ragazzo completa il percorso terapeutico, ma anche nel caso in cui abbandona il programma, fungendo quindi da punto di riferimento nel momento di crisi.

Ulteriore attività fondamentale del CTS sul territorio torinese è quella della prevenzione. Ogni anno il Centro Studi del CTS concorda con le scuole circa 60 ore di interventi di sensibilizzazione indirizzati ai genitori o gli insegnanti. Attualmente, sono in fase di elaborazione due progetti di prevenzione con la Circoscrizione I e con il Provveditorato agli Studi. Il periodico "FEEDBACK" redatto dal CTS rappresenta uno strumento rilevante per la prevenzione nonché per l’integrazione con servizi, istituzioni e associazioni presenti sul territorio.
Per quanto riguarda l’ambito formativo, il CTS, nel periodo da gennaio 1992 a febbraio 1995, ha organizzato e realizzato in collaborazione con la Regione Piemonte oltre 1.420 ore di formazione con 655 operatori provenienti dai Servizi per le tossicodipendenze nonché dalle associazioni del privato sociale. Le tematiche maggiormente sviluppate sono state lo psicodramma, la logoterapia, la sessualità, l’auto-aiuto, l’HIV/AIDS, il volontariato e il trattamento del tossicodipendente in carcere. Si è in attesa dell’approvazione di un ulteriore progetto di formazione che prevede sei corsi per un totale di 606 ore.

Con dieci anni di impegno e di esperienza, il Centro Torinese di Solidarietà è una delle realtà più significative attualmente presenti sul territorio piemontese. Va evidenziato, comunque, che l’operato è stato possibile grazie alle strette collaborazioni che il Centro ha instaurato con le più prestigose istituzioni economiche e culturali, private e pubbliche, gli Enti locali, le altre associazioni di volontariato e la Diocesi di Torino. Tali collaborazioni continuano a sostenere il CTS nella sua ricerca di nuove modalità e iniziative al fine di rendere i propri servizi più efficienti e più adatti all’evoluzione delle richieste evidenziate dal fenomeno della tossicodipendenza.


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Pagina a cura di Massimo Taronna (gspele@arpnet.it)
Ultimo aggiornamento il 7 gennaio 1996