Fata Morgana. Concorso letterario

ONDE
vibrazioni, isole, naufragi

La capra di Giovanni Accardo

L'allergia di Luca di Bruno Bianco

Il naufragio (der Bestand) di Roberto Bodrone

Autoradio (off-on) di Cettina Calabrò

Cieli strappati di Vittorio Catani

Ciò che il mare mi ha restituito di Massimo Citi

Amore di sirena di Consolata Lanza

La vocazione di Consolata Lanza

Microscopia di Michele Luzzatto

Caffè Paris di Roberto Michilli

Satrapie di Fulvio Montano

Onde lunghe di Mirella Nicola

Il segreto di Palmarola di Angelò Pellegrino

Bonifiche di Raffaella Pisanu

Il dubbio della signora Von Vitzhum di Luisa Sassi

Isola di passaggio di Silvia Treves

Scelta dei brani: il Koro
Redazione, coordinamento testi, elaborazione copertina: Silvia Treves, Massimo Citi, Marco Email, Massimo Nebiolo
Revisione & correzione: Marina Schembri
Immagine di copertina: Massimo Nebiolo

…Onde, mare, navigazioni, acqua in movimento, onde luminose, capelli biondi e ondulati, suoni, Vibrazioni, onde radio, vibrazioni nervose e cattive vibrazioni, piccoli inganni, disagio, isolamento, Isole, viaggi, approdi, luoghi di esilio, ultima speranza dopo i Naufragi, pericolo, solitudine, sofferenza, perdita di ogni appiglio, una vita in balia delle Onde, mare…
Movimenti nel tempo e nello spazio, felicità che naufragano al tavolino di un bar, isole situate al terzo piano di un condominio… Naufragi veri e naufragi della mente, navigazioni a vista nelle ambiguità dell'amore, tragedie piene di humour nero, mari infiniti e indefiniti, creature marine che vorrebbero essere umane, creature umane che forse non sono più tali, isole che rubano il senno, ricordi perduti fra i capelli biondi di una donna… Le parole guida di Fata Morgana 5 sono parole dai molti significati, che i 15 autori di quest'anno esplorano in maniera circolare, spesso scivolando dall'una all'altra, tanto che, per più di un racconto, è stato davvero difficile stabilire quale fosse il riferimento principale. Una difficoltà che i koristi sono stati felicissimi di affrontare perché l'indefinito, l'ambiguo, la sospensione, la mancanza di univocità sono la ricchezza della narrativa. La molteplicità e la ridondanza di significati, difetti gravissimi in un manuale, in un testo di divulgazione scientifica, in una dichiarazione di intenti, sono invece ciò che dà spessore alla scrittura, il mondo sommerso che la mente intuisce prima ancora di capire. Lo dimostrano alcuni racconti, non facili e proprio per questo preziosi, che portano il lettore al confine tra pulsioni difficili da comprendere e ciò che non può essere accettato.
Ma ambiguità non significa confusione, la sospensione non è trascuratezza, la ridondanza di significati deve arricchire, non oscurare il racconto. Oltre alla «ispirazione» un autore deve possedere (cioè padroneggiare con sufficiente abilità) anche il «mestiere».
Consentiteci di esporre qualche riflessione sui racconti ricevuti.
Scorrendo i nomi in copertina salta subito all'occhio che tutti gli autori tranne tre (Bianco, Michilli e Nicola che anche quest'anno ha partecipato alla selezione) sono già comparsi in altre edizioni di Fata Morgana: alcuni sono koristi, altri sono scrittori già noti, altri ancora autori selezionati nelle precedenti edizioni. Tre sono davvero pochi, soprattutto per noi koristi che, ci teniamo a ribadirlo, continuiamo a credere alla natura «democratica» della scrittura. Ma democratica significa accessibile a tutti, non «facile». Scrivere, o almeno scrivere per Fata Morgana, richiede «soltanto» uno strumento di scrittura (dalla matita al PC), qualche buona idea e molta pazienza per affinare lo stile. La penna non è mai un problema, le idee e la pazienza sì.

Le idee. Molti racconti ricevuti partono da spunti mitologici: sirene, tritoni, Atlantide, Poseidone, Ulisse e, ovviamente, Morgana e Merlino, più fate e maghi di secondaria importanza. Altri sono favolette «buone» lunghe un paio di pagine, pochi sono il resoconto di esperienze personali, come tali meritevoli di tutto il nostro rispetto. Quasi tutti trattano il mare; abbiamo «ricevuto» anche pirati e predoni, qualche naufragio, un faro, un paio di isole e quasi nessuna vibrazione. Perché? Eppure, lo dimostrano gli altri 12 racconti, le parole scelte erano davvero piene di risonanze. La nostra non vuole essere una richiesta di originalità a tutti i costi ma una esortazione a scegliere punti di vista meno scontati. I temi che meritano di essere raccontati sono sempre gli stessi, è vero: amore e morte, conflitti e cambiamenti interiori; sono almeno settemila anni, dal tempo dei Sumeri, che ci raccontiamo sempre le stesse cose… Ma è il «come» a fare la differenza, sono il punto di vista, le parole scelte, il ritmo, le pause e i silenzi. Un'idea originale non è sufficiente, una scrittura in qualche modo professionale non basta: in un racconto la forma è sostanza e viceversa.
I personaggi. Nei racconti ricevuti i personaggi sono quasi sempre «tipi» senza spessore, piegati alle esigenze di una trama esile. Privi di incertezze e di contraddizioni, spiattellano dubbi e sofferenze senza trasmetterli al lettore, dichiarano e non suggeriscono. Invece è proprio differente modo di reagire dei personaggi in situazioni simili a costituire la vera storia da raccontare.
Lo stile. Spesso è trasandato, anonimo, imitazione banale di un improbabile stile «alto» o di stili di genere (e allora è il «traduttorese» a farla da padrone). Le parole sono «quasi» quelle giuste, spesso inutilmente preziose e ingombranti, mentre la semplicità è sempre più efficace.
Alcuni racconti, pochi purtroppo, sono ancora «in allestimento»: spunti interessanti sui quali lavorare con pazienza e attenzione e da rafforzare con uno stile personale ancora da mettere a punto.
Ecco perché i racconti scelti sono soltanto tre.
Prendete queste nostre considerazioni per ciò che sono: non un giudizio presuntuoso ma una riflessione. Noi koristi siamo, prima di tutto e soprattutto, lettori, felici di leggere belle storie, scritte bene, divertenti nel significato più ampio del termine, cioè godibili e ben narrate, che ci inducano a riflettere e ci regalino frammenti di altre vite e altre esperienze.
Proprio per trovarne, e per incontrare persone che condividano la nostra passione curiamo Fata Morgana, che non è soltanto il libro che avete in mano e che, ci auguriamo, vi procurerà un paio di sere piacevoli e qualche brivido di riconoscimento, ma un progetto più ampio di promozione della lettura e della scrittura. Fata Morgana inizia ogni anno ai primi di gennaio con la scelta delle parole guida per la nuova edizione e termina il gennaio successivo con l'invio delle schede di lettura agli autori non selezionati, perché dare voce ai nuovi autori significa – ne siamo convinti – non soltanto dare loro spazio sulla carta, ma fornire letture attente e occasioni di confronto e di discussione su ciò che scrivono.
Per farla breve, prendere sul serio un autore significa anche criticare – impietosamente ma non inutilmente – ciò che scrive. E possiamo assicurarvi che i koristi, durante le loro riunioni, si prendono molto, molto sul serio…

Buona lettura
I koristi

Scarica gli incipit dei racconti di Fata Morgana 5 PDF (54 kb)

Scarica 3 racconti da Fata Morgana 5 PDF (144 kb)



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