- Mi dispiace, non posso venire al cinema con te, un
impegno improvviso, cosa vuoi, un amico noioso che non vedo da tanto tempo....
- Oh, sì, ho sempre desiderato un vassoio argentato con i bordi
dorati e i tulipani sbalzati...
Perché offendere dicendo la verità quando una semplice
bugia ci permette di essere cortesi, educati, di avere riguardo per gli
altri? A pensarci bene, non sono nemmeno bugie, solo mezze verità,
verità gentili, ecco.
E mentire non per evitare di ferire gli altri, ma a proprio vantaggio?
Suvvia, siamo realisti: occorre sopravvivere, difendersi, guadagnare un
po' di spazio, un po' di tempo, qualche altra occasione. Certo, se il
mondo fosse diverso, il migliore dei mondi possibili... Ma gli altri non
sono così delicati, no?
E le piccole vanterie, gli abbellimenti che fanno sentire un po' più
importanti, un po' meno sfigati e dimenticati dalla vita? Anche quelle,
in fondo, non fanno male a nessuno tranne, forse, a noi stessi...
Insomma quand'è che le piccole bugie "bianche", diventano
menzogne, inganni? Qual è il limite oltre il quale da innocui pallisti
si diventa bugiardi pericolosi? Ed esiste questo limite? O tutte le bugie
sono tradimenti della verità?
E scrivere, allora? Raccontare bene una storia inventata non è
la più raffinata delle menzogne? La più inafferrabile, la
più ingannevole? Si può essere narratori onesti, sinceri
anche raccontando storie? Si può barare, scrivendo?
Per rispondere a queste domande abbiamo proposto ad amici e autori sconosciuti
il tema di Fata Morgana di quest'anno. A conti fatti, dopo aver letto
e discusso tutti i materiali pervenuti per il concorso e i racconti scritti
dai koristi per l'occasione, vi proponiamo dodici storie e una storia
sulle storie.
Com'era prevedibile, non abbiamo trovato risposte, solo altre perplessità,
altri interrogativi. Il bottino migliore, per dei lettori.
Abbiamo mescolato i le voci dei koristi e quelle di autori "nuovi",
racconti lunghi e racconti brevi (massimo cinque cartelle, diceva il bando
rivolto ai "nuovi"), cercando di delineare un percorso a spirale.
Il primo giro va dal gioco (Quella sporca faccenda del felino siamese,
parodia un inchiesta per omicidio), alla vanteria (Salvatore Mattanìa),
alla bugia obbligata, di lavoro (La Chiromante).
Il secondo giro, più stretto e sfuggente, esplora bugie ancora
coscienti ma già inseparabili dalla vita, bugie che permettono
di sopravvivere in due (Due bugie), giochi di specchi (Questione di gusti),
che forse non sono menzogne ma il tessuto più profondo della realtà.
Ma anche bugie che aprono nuove strade, forzature coraggiose che offrono
un'ultima preziosa chance (Sergio e Luigi).
Il terzo giro aggiunge il malessere dell'autoinganno, della menzogna così
sottile da diventare un modo di vivere, un equilibrio precario, una continua
camminata sul filo nella quale gli altri non possono più accompagnarci
(Piccole macchie rosse; Verdure).
Il quarto giro affonda nell'inganno collettivo (Certi trascurabili dettagli),
nella menzogna di stato (Uomini del mare), nel tradimento ai danni dell'umanità
(Fuga in Egitto).
Il quinto giro è quello più stretto, il più angoscioso
(Il cunicolo): la bugia come peccato originale su cui un gruppo di adolescenti
costruisce, senza crudeltà, il proprio futuro; la menzogna involontaria
che trasforma un gruppo di amici in una banda di complici e, vincolandoli
al segreto, li separa per sempre.
Resta la domanda inevitabile per chi scrive (o almeno tenta di farlo):
A chi sto mentendo raccontandoti questa storia? A te, che lo accetti come
termine del nostro patto? O a me stesso?
E le storie? Dove finiscono le storie, queste affascinanti bugiarde? Anche,
ad esempio, Una storia che non sta in piedi?
Giocate con noi anche quest'anno... Chissà che queste bugie non
vi tentino a raccontarne una anche voi, il prossimo anno, insieme ai koristi.
Buona lettura
Il Koro e la redazione di LN-LibriNuovi
Scarica 4 racconti da Fata Morgana 3 PDF (289 kb)
|