Fata Morgana. Concorso letterario

GIOCHI
antichi, moderni, inventati

Brani di Giulio Maria Artusi, Marco Clemente e Piero Baroncini

Altri testi di Silvia Treves, Roberto Ferrara, Massimo Citi,Anna Andreoni, Mario Genzio, Mario Giorgi, Consolata Lanza, Michele Luzzatto

Redazione e coordinamento testi: Massimo Citi

Questa raccolta è stata progettata in koro - con la k perché sui generis - costituito da lettori con passioni e antipatie spiccate e dichiarate, disposti a collaborare ad un'impresa comune ma abituati a cantare "fuori dal coro".
il Koro è nato più di cinque anni fa, ne facevano parte redattori di LN-LibriNuovi (che nel 1993 era ancora una pubblicazione amatoriale, più simile alle fanzine che non ad una rivista) ma anche collaboratori occasionali e semplici lettori.
Il proposito era quello di tutti i lettori: scambiarsi consigli di lettura e pareri, "sai cos'ho letto di bello, ultimamente...". I koristi, però, volevano farlo in maniera sistematica e argomentata, incontrandosi periodicamente e sforzandosi di analizzare i testi degli autori amati: quali scelte di punto di vista, di stile, aveva fatto l'autore? Quale rilevanza avevano il luogo e il tempo nella vicenda? I personaggi erano davvero persone o soltanto tipi...
I motivi di questo impegno, oltre alla curiosità per le letture altrui e al desiderio di approfondire le proprie era, ovviamente, legato alla rivista: volevamo imparare insieme a leggere meglio, e quindi a fare recensioni migliori.
Ma non bastava. Alcuni di noi, ad esempio gli autori di questi racconti, scrivevano e desideravano migliorare le proprie competenze, perché scrivere, ne eravamo convinti allora - e a maggior ragione lo siamo ora - non è (soltanto) questione di ispirazione, di coraggio, di necessità, ma anche frutto di un buon lavoro artigianale, di consapevolezza dei propri strumenti e dei propri limiti, e non c'è genio creativo che possa sostituire un lavoro serio sulla parola.
Negli anni il Koro si è trasformato, ha tentato varie strade: lettura e commento, scrittura a tema, studio attento delle tecniche altrui, trattazione a vari livelli di temi come "il punto di vista", "la descrizione", "il dialogo" ecc.
Alcuni partecipanti hanno continuato a scrivere, altri hanno diradato, alcuni sono rimasti lettori, rifiutandosi caparbiamente di provare a metter giù due pagine. Alcuni si sono cimentati con novelle e romanzi, altri hanno coltivato la difficile arte del racconto breve, alcuni hanno provato (o continuato) a esplorare i generi, altri hanno optato per una narrativa "verista". Alcuni koristi si sono allontanati, e si tengono informati su ciò che accade, qualcuno si è aggiunto: rispetto all'antologia dell'anno scorso troverete nomi nuovi. Altri autori sono compagni di strada, li abbiamo già incontrati, li reincontreremo in altre occasioni. Fata Morgana serve anche a ritrovarsi.
Attualmente il Koro non è più un seminario di lettura e scrittura, gli impegni della rivista e dei redattori si sono moltiplicati e riunioni periodiche e compitini sarebbero troppo gravosi. Ma siamo rimasti noi, i koristi non allineati, disposti ad avventure comuni e a parlare-scrivere di libri. Il Koro è attualmente un neo-nato progetto editoriale, con grandi idee e pochi mezzi.
Non disperiamo, perché abbiamo dalla nostra due cose:
La Rete, che ci offre tanto spazio a prezzi (per ora) modici: il costo di un po' di telefonate e il nostro tempo libero, un bene che spenderemmo comunque, per il piacere di leggere e scrivere. Metteremo in rete ciò che produciamo, cominceremo dai racconti brevi, e prima o poi, vedrete, ci troverete qualcosa di "grande".
Uno stile editoriale agile e poco costoso, l'intenzione di lavorare su piccole tirature con un sistema tipografico che non le grava di costi. Ci basta una veste grafica dignitosa, e diffondere centinaia di copie - non migliaia - ci sembra un buon risultato. Miriamo a sopravvivere, non a guadagnare ma a non rimetterci. Il Koro è un gioco a somma zero.
Torniamo ai racconti.
Il Koro è - per ora - il nostro terreno di gioco. Il tema era quasi inevitabile. Abbiamo ripescato giochi antichi (la dama, la conta, il gioco dell'oca, le belle statuine, i soldatini, le bambole, le figurine, la caccia al tesoro...) e "moderni" (il flipper e i videogiochi...). Uno di noi ne ha inventato uno (Coyotes), serio e un po' folle, come si conviene.
Li abbiamo "giocati" in modo diverso, rispettandone le regole fino in fondo o rovesciando il tavolo. Abbiamo dichiarato il gioco sin dall'inizio, facendone il perno della narrazione (La dama di Panhüntzer, Come ti prende la playstation, Giochi di guerra), o ne abbiamo fatto la metafora di un momento della vita (Estate al fiume, inverno in città), un delirio Escheriano (Un'altro tipo di biblioteca infinita) o un incontro suggestivo ma tangente al testo (Caccia al tesoro) e qualche volta i giochi suggeriti sono più d'uno e si intrecciano (Conta fino a dieci e...). Anche se si illudono di scegliere di giocare, i personaggi vengono trascinati nel gioco loro malgrado (L'orologio della torre fa tic tac), ma qualche volta sono così fortunati da uscire dal gioco più ricchi di prima (Scambio di figurine, Il gioco di Ada)
I racconti sono stati letti da tutti i koristi e discussi insieme. E lasciateci dire che ci vogliono nervi saldi per restare impassibili ascoltando certi pareri sull'amato parto artistico:
- E mi sono chiesta: ma cosa ho letto a fare finora... insomma tu porti il lettore sino alla fine e poi? Cosa gli dai?

Ecco, abbiamo spiegato quanto era spiegabile. Oltre dovete andarci da soli. Non vi resta che giocare.

Buona lettura
Silvia Treves

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