Franco Conti, "Il dono del sangue", 1985. (22,5Kb)
Opera donata dall'artista alla sezione AVIS di Alpignano

FACCINA PALLIDA

(Dedicata ai donatori di sangue di Alpignano)

La bimba muore, correva dietro alla palla,
ha attraversato di corsa la strada,
una macchina l’ha presa in pieno,
l’ha ridotta a far quasi compassione.

Ci sono tanti camici bianchi attorno al suo lettino,
ha perso tanto sangue, è dura come una pietra,
la mamma grida, la chiama, la copre di baci,
gli tiene la mano, l’accarezza, piange e si dispera.

Il professore scuote la testa bianca
"Ha perso troppo sangue, non si ferma l’emorragia,
il plasma come al solito ci manca
e intanto questa povera bimba se ne va."

In un angolo il padre è disperato,
i parenti lo consolano "Fattene una ragione."
Mentre nella stanzetta bianca, illuminata,
vanno e vengono di corsa i camicioni.

Qualcuno corre per i corridoi,
e dopo un po’ torna con un ometto.
"Professore, le ho trovato un donatore."
Sono i piccoli miracoli che si ripetono.

Lo sdraiano su un lettino
vicino a quella bimba moribonda
e mentre il sangue scorre piano
la mamma accarezza quella testina bionda.

Sembra in quel momento
che il mondo si sia fermato.
La speranza prende il posto allo sgomento,
una vita persa si è salvata.

Quella faccina languida, smorta
torna piano piano a prendere colore.
Quella bambola lacera, quasi morta
torna a vivere grazie a un donatore.

Come una rosa bagnata dalla rugiada
che torna ad aprirsi al sole ogni mattina
la goccia di sangue ha salvato.
Ha ridato colore a quella faccina.

Ha ridato colore a quella faccina smorta,
è tornata la speranza, si son chetati tutti i dolori
grazie a gente anonima, sana e forte
che si chiamano "DONATORI".

                        Franco Conti
Novembre 1986