In un'alba radiosa
di tarda primavera
al sol sbocciò una rosa
che più bella ancor non c'era.S'aprì a nuova vita
un bocciol di rosa delicato
rendendo più gradita
ogni cosa del Creato.Per la mamma e il fratellino
fu una gran felicità,
per me un attimo divino,
quale gioia esserne il papà.La più grande gioia al mondo,
un immenso e gran piacere
il tuo visetto rubicondo,
una delizia da vedere.I primi incerti passettini,
come un uccellin che il nido vuol lasciare,
i discorsetti tuoi carini
che non seppi interpretare.Ed allor i primi affanni,
i pianti, le speranze, le delusioni,
di dolor sentiti anni
di lacrime e magoni.Ma la tua intelligenza
e la forza dell'amore
fanno pregio, non differenza,
l'esser "figli di un Dio minore".A te, Cristina cara,
creatura di pace e d'armonia,
a te, gemma preziosa e rara
i profumati versi della mia fantasia.Se l'albero dell'amore
dà sempre buoni frutti,
lo giuro sul mio onore,
Tu sei il miglior di tutti.IL TUO PAPA'Alpignano, 1 Giugno 1987
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