Solidarietà e Cooperazione:
carta d'identità della cittadinanza europea
Campagna di sensibilizzazione promossa da
ONG
ITALIANE
10 Proposte delle ONG Italiane verso un'Europa dei Cittadini,
per un Mondo Solidale
In occasione della Presidenza italiana dell'Unione Europea, le ONG di sviluppo ribadiscono il ruolo della cooperazione per la promozione di uno sviluppo sostenibile, per l'integrazione dei Paesi in via di sviluppo nell'economia mondiale, per il rafforzamento dei processi di democrazia ed il rispetto dei diritti umani di ogni cittadino, uomo o donna, a partire dalle situazioni più difficili di povertà, degrado, ingiustizia di ogni genere. Per il raggiungimento di questi obiettivi comuni, le ONG operano con le comunità dei Paesi del Nord e del Sud nel reciproco rispetto dei diritti e dei doveri, con un dialogo aperto e costruttivo in un processo di partneriato durevole. Le 130 ONG italiane che operano con l'Unione europea in attività di cooperazione allo sviluppo, evidenziano di seguito 10 proposte, come contributo al miglioramento della politica di cooperazione allo sviluppo dell'Italia e dell'Unione europea.
Coerenza e complementarità delle politiche di sviluppo e delle politiche settoriali comunitarie
La cooperazione allo sviluppo dell'Unione Europea e dei suoi Stati membri deve concretizzarsi in un approccio integrato, vincolando la dimensione macroeconomica alla lotta contro la povertà, per uno sviluppo umano sostenibile. È contraddittorio sostenere da un lato programmi di aggiustamento strutturale che deteriorano le condizioni di vita dei settori popolari e, dall'altro, promuovere programmi di lotta alla povertà, causata per lo più dalle stesse politiche di aggiustamento.
La revisione del Trattato di Maastricht deve rafforzare la coerenza delle politiche e degli interventi della UE. Le politiche e le pratiche dell'Unione non devono contraddire o indebolire gli obiettivi della cooperazione, ma devono rafforzarli. Tale coerenza va ricercata in particolare tra i principi enunciati e le azioni intraprese per le politiche commerciali, per quella agricola (PAC), per la politica internazionale e di sicurezza comune (PESC).
Promozione di una politica di partneriato e di integrazione economica
La politica di partneriato non può nascere escludendo o marginalizzando aree e settori attraverso una integrazione selettiva di partner, ma deve promuovere la partecipazione di tutti.
Nell'ambito del partneriato con i paesi del Mediterraneo, la UE deve prendere iniziative concrete per garantire il libero accesso dei prodotti dei paesi della sponda Sud ai mercati europei e promuovere iniziative di cooperazione orientate prioritariamente alla soddisfazione delle necessità sociali essenziali della popolazione sulla base del criterio 20/20 e alla promozione dei diritti umani, economici e di cittadinanza di uomini e donne.
Aiuto allo sviluppo adeguato, efficace, coerente e libero da condizionamenti
L'aiuto pubblico allo sviluppo deve essere adeguato, efficace, coerente e libero da ogni condizionamento politico, economico o altro.
Di fronte alle diseguaglianze crescenti e all'incremento della povertà a livello mondiale è necessario invertire la tendenza alla riduzione degli stanziamenti dell'APS, mantenere gli stanziamenti già concordati con i paesi dell'America Latina, dell'Africa e dell'Asia; stanziare risorse aggiuntive per le nuove priorità dell'Europa dell'Est e del Mediterraneo.
L'Unione europea e gli Stati membri devono raggiungere entro l'anno 2000 l'obiettivo dello 0,7% del PNL per gli aiuti allo sviluppo, anche attraverso nuovi strumenti finanziari comunitari.
Emergenza e sicurezza alimentare in una sola strategia di sviluppo
L'insicurezza permanente e le situazioni di emergenza che sempre più spesso, a causa del crescente degrado delle condizioni sociali, ambientali e politiche di molti paesi della Terra colpiscono milioni di persone, non possono essere risolte con il solo intervento umanitario o con gli aiuti di emergenza.
Chiare politiche di sviluppo devono guidare anche questo tipo di interventi favorendo al massimo la piena utilizzazione delle risorse localmente disponibili, in particolare quelle alimentari, tecniche e umane. In questo quadro e' necessario un maggiore e più concreto sostegno alle politiche di sicurezza alimentare e di durabilità dello sviluppo dei territori rurali e in particolare l'appoggio alle organizzazioni dei contadini locali, anche attraverso un impegno diretto nella preparazione del Vertice Mondiale dell'Alimentazione organizzato dalla FAO a Roma per novembre 1996.
L'educazione allo sviluppo per una cultura di cooperazione e solidarietà
L'Educazione allo Sviluppo riveste un ruolo essenziale, nella sua importanza strategica ed autonomia delle finalità, per la costruzione di una cultura della solidarietà e della cooperazione. Esiste una stretta relazione tra l'educazione allo sviluppo e la problematica della immigrazione in Italia e in Europa, anche a livello istituzionale. E' pertanto necessario coordinare le varie politiche attualmente eterogenee. L'educazione allo sviluppo e' quindi parte integrante della cooperazione internazionale e deve essere adeguatamente sostenuta con le risorse necessarie per realizzare le attività gestite dalle ONG di educazione interculturale, sensibilizzazione, informazione e formazione.
Decentralizzazione della cooperazione
La politica di decentralizzazione della cooperazione internazionale deve favorire il ruolo autonomo ed il protagonismo della società civile italiana ed europea. La Cooperazione Decentrata deve incoraggiare le Autonomie Locali ad attivarsi come ponte tra le diverse realtà locali del Nord come del Sud, attraverso strumenti concreti e la destinazione dell'otto per mille delle prime voci di bilancio ai progetti di sviluppo e di solidarietà, come previsto dalla legge italiana, secondo i principi e le finalità dell'educazione allo sviluppo e del partneriato popolare.
Rispetto dei diritti umani e sicurezza sociale nella solidarietà con gli immigrati e i richiedenti asilo
I movimenti migratori, conseguenza dei problemi economici, sociali e politici che gravano sulle popolazioni del Sud, non possono essere combattuti con mezzi militari o leggi di controllo delle frontiere sempre più restrittive, come gli Accordi di Schengen. L'Europa non sarà mai una fortezza inespugnabile per eserciti di disperati in cerca di migliori condizioni di vita. Il progetto europeo deve fondarsi sul concetto di giustizia e sicurezza sociale, che nasce dall'incontro tra popoli, genti e culture, dall'accoglienza, dall'integrazione sociale, dal rispetto dei diritti e dei principi umanitari fondamentali.
Consolidamento dei processi di pace
È urgente l'avvio o il consolidamento dei processi di pace nelle aree di crisi del Mediterraneo, come la Palestina, la ex-Jugoslavia, il Kurdistan e l'Algeria, in particolare appoggiando le espressioni delle società più attive nella costruzione della pace, della democrazia e della convivenza civile. Il problema della sicurezza deve essere affrontato sulla base di un approccio che allontani e prevenga la nascita di conflitti, a partire dalla demilitarizzazione, dalla cooperazione e dal dialogo culturale. Deve cessare la proliferazione nucleare, nei paesi della sponda Nord come in quelli della sponda Sud e deve essere adottata una posizione europea comune per la messa al bando delle mine antipersona, come auspicato dall'ONU.
Cessazione degli embarghi
Gli embarghi rappresentano una grave minaccia per la pace e lo sviluppo dei popoli. Un'azione concreta e immediata deve essere svolta, sulla base di quanto già riconosciuto dalle Nazioni Unite, per la cancellazione dell'embargo contro Cuba, Libia e l'Iraq. E' urgente inoltre un Accordo di cooperazione tra la UE e Cuba, mirato non solo a sostenere i settori più deboli dell'economia, ma anche a rafforzare la società civile cubana e le sue specifiche articolazioni.
Parità tra uomo e donna nella cooperazione allo sviluppo. Eliminazione di ogni forma di discriminazione verso le donne
Le donne e gli uomini devono partecipare ed avere accesso paritario alle opportunità di sviluppo sociale, alla realizzazione e al loro controllo.
È necessario quindi assumere iniziative concrete per il rispetto della "Convenzione per la eliminazione di tutte le forme di discriminazione verso le donne", la sua ratifica e l'eliminazione delle riserve di altri paesi fuori dall'Europa; per promuovere l'eliminazione delle leggi, delle politiche, delle pratiche e dei costumi discriminatori; per avviare le misure positive necessarie per raggiungere la parità delle opportunità per le donne.
PRESIDENZA ITALIANA DELL'UNIONE EUROPEA:
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