Economia sociale
Un problema di definizione

L'economia sociale risulta uno dei settori meno compresi della società contemporanea. La sua definizione e classificazione è assai problematica: l'analisi dei fenomeni sociali, caratterizzati da una trama complessa di relazioni interne ed esterne, finisce spesso con lo scomporre e frammentare la materia oggetto di studio.

Conseguentemente, non stupisce che, a differenza dei primi due settori (Stato e mercato), l'identità del terzo settore appaia poco delineata: lo testimonia il fatto che non sia ancora stato trovato un termine unico, univoco e distintivo che connoti questa realtà in senso positivo.

La questione è resa più complessa dal proliferare di configurazioni differenti che il fenomeno assume nei diversi contesti nazionali. Il concetto di economia sociale trova, infatti, riferimenti e definizioni terminologici e normativi molto eterogenei nei diversi Stati membri: non profit o independent sector (nordamericano); voluntary, charitable, informal o philanthropic sector (anglosassone); third sector; économie sociale (francese); intermediary system (Germania); privato sociale (italiano).

In tutti i casi, comunque, cinque principi caratterizzano questo settore emergente:

  • la libera adesione
  • la democrazia
  • il non profitto individuale
  • lo sviluppo della persona umane
  • l'indipendenza nei confronti dello Stato

L'Unione europea, pur riconoscendo l'esistenza e l'importanza di questo settore, non lo ha ancora definito formalmente. Per tale motivo le organizzazioni appartenenti sono sempre state assimilate alle Piccole e Medie Imprese. Solo recentemente, con la costituzione dell'Unità Economia Sociale (nuova struttura costituita nel 1989 all'interno della DG XXIII/A/4) e l'adozione di programmi specifici rivolti a mutue, associazioni, fondazioni, ecc, è stato fatto un passo in avanti verso un riconoscimento politico.