CHAOS

Presentazione



Un'altra rivista.
Nel marasma caotico che caratterizza sempre più l'informità del sociale, concepire, dare vita a un'esperienza altra (che tale vuole essere), maturata con fatica e ricerca metodica, può apparire una forma di fuga o un escamotage privo di responsabilità e valore comune.
Così non è, almeno nelle nostre intenzioni.
E' possibile, a nostro avviso, esprimere il disagio di dovere sopportare un'oppressione che oggi ci viene imposta in forme più acute e subdole che nel passato. E' possibile concretizzare il nostro voler essere quotidianamente dirompenti, provocando sino a conseguenze estreme, se necessario. Consci che solo più azioni differenti ma sintonizzate possono riuscire a mutare realmente scenario.
Una di queste forme possibili di azione nel sociale, nel politico quotidiano, nell'attuale devastazione culturale, è la rivista.
Siamo espliciti: non per distruggere il "vecchio", sostituendolo con un non meglio precisato "nuovo", ma per cercare di essere una scheggia nel sistema. Una scheggia che sia capace di crearne altre e ben più esplosive.
Perché il lavoro con altre realtà può dare risultati concreti solo nella chiarezza dei progetti. Progetti politici che si confrontano senza essere limitati dalle specificità di ognuno e che devono investire ogni campo del sociale per destrutturarlo e comprendere appieno le dinamiche che il capitale innesta a ogni livello: economico, politico e culturale.
In secondo luogo, siamo ben consapevoli dei limiti oggettivi e soggettivi con cui ci confrontiamo e per questo ci riteniamo semplice scheggia.
Destrutturare la realtà e comprendere i processi che la sottendono sono gli obiettivi che la rivista si propone.
Due sono i poli antitetici - regole e anarchia del sistema - che si confrontano senza mai raggiungere una sintesi: il capitale stesso, nella sua esplosività potenziale e continua, e il meccanismo (non perfetto ma perfettibile ) del "sorvegliare e punire".
Sullo sfondo il passaggio e rapporto ultimo, quello tra capitale e lavoro.
C'è allora una sintesi che va ricercata. Anche se i tempi della politica sono saturi di esperienze, non lo sono mai abbastanza da non permettere più di esplicitare il disagio, il non-adeguarsi, la coscienza del collettivo essere-in-movimento.
Ancora una volta occorre dotarsi di strumenti in grado di fornirne altri ed essere lente non distorta attraverso cui leggere i diversi piani su cui il capitale si esplicita, rigenerandosi e autoriproducendosi.
Consapevoli che non si può in alcun modo separare due aspetti fondamentali e interagenti, teoria e prassi, il nostro lavoro si dimostrerà valido nella misura in cui riusciremo a spostare, modificare o accrescere il senso dell'agire politico collettivo. Non in modo unidimensionale bensì attraverso la sperimentazione di nuove culture e di saperi critici in grado di misurarsi all'interno della dispersività del quotidiano.
L'esigenza è quella di porre un freno alla dispersione delle competenze e delle conoscenze. Non è pensabile sostituirsi volontaristicamente a chi le possiede. In molti sentiamo la necessità di condividere i saperi dei detentori delle competenze.
La complessificazione del mondo caratteristica della nostra epoca, il livello di sofisticazione degli strumenti di cui oggi ci si può servire per analizzarlo, impongono difficili collaborazioni e percorsi interdisciplinari anche ai ricercatori di ruolo e di professione. Tanto più tale condivisione risulterà necessaria a chi non accetta le regole con cui il capitale modula e indirizza questa spartizione e che, pertanto, rischia di essere escluso dalla conoscenza, alienato, in un processo che per dimensioni e radicalità ha pochi precedenti storici.
Chaos non pretende di essere il luogo di questa ricerca. Vorrebbe e può prenderne parte.
Per questo, la redazione ha scelto per sé un ruolo soprattutto indirizzato alla scelta e alla proposta dei temi insieme ad un'attiva ricerca delle competenze e dei contributi.
Interessati come siamo a riportare la riflessione politica sul piano dei principi e insoddisfatti della melassa ambientale dei valori in cui tutti, come mosche, restiamo invischiati, abbiamo scelto la strada che meglio ci sembra permettere l'esercizio critico di questi principi e la loro consapevole e fondata formazione.
Per ottenere ciò non possiamo interporci tra l'interpretazione del lettore e le diverse fonti di informazione e riflessione.
Non crediamo che dissertare intorno ai nostri valori, alle identità e simbologie abbia più alcun senso o interessi a qualcuno. Crediamo, piuttosto, che i principi debbano trovare una loro ulteriore fondazione e che occorra sottoporli sempre a nuove prove.
E' così che, in questa ricerca continua, Chaos intende divenire motore e contenitore di elaborazione politica e culturale, aperto a una sostanziale crescita autonoma, nel rispetto delle singole differenze, anzi nella certezza che tali differenze non possano che accrescere il livello della rivista.
Certo non pensiamo di aggirare le difficoltà che ci stanno di fronte. Tuttavia, siamo convinti ancora oggi della validità e della potenzialità delle parole che Raniero Panzieri scrisse più di trent'anni addietro: "Unicamente a un'azione perfettamente autonoma e spregiudicata è affidato oggi un rinnovamento della nostra cultura. Un rinnovamento, dunque, la cui prima fase sarà un'opera energica e spietata di distruzione dei vecchi miti e dogmi e delle ultime illusioni".

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