Presentazione

Presentazione


Il secondo numero di di Base esce in un momento di grande importanza dal punto di vista dello svilupparsi della contraddizione di classe. Abbiamo, di conseguenza, deciso di stringere i tempi di chiusura del numero per rendere la rivista uno strumento utile al dibattito ed all'azione dei militanti impegnati nello scontro sociale, cosa che, d'altro canto, era nelle intenzioni da noi dichiarate sin dalla nascita di questa esperienza.
Le prime reazioni dei compagni sono positive, c'é già un discreto numero di abbonamenti e quasi tutte le copie sono in distribuzione. Sono state proposte alla rivista nuove collaborazioni che già caratterizzano questo numero. Riteniamo, d'altro canto, importante segnalare il fatto che un buon lavoro redazionale richiede una collaborazione più puntuale con i collaboratori, che i materiali devono pervenire in tempi tali da permettere una loro valutazione collettiva adeguata, che il concentrarsi della chiusura del numero nell'ultima settimana utile crea dei problemi di vario genere, tecnici e politici, che possono incidere sulla qualità di un lavoro che speriamo sia sentito come significativo da molti compagni così come lo é per il gruppo redazionale.
Questo numero é articolato in diversi gruppi di articoli in modo da permettere un approfondimento dei temi trattati ed il confronto delle opinioni sugli stessi temi.
Abbiamo, in primo luogo, individuato nella Legge finanziaria un argomento centrale che viene trattato dai contributi di diversi compagni. Il prossimo numero riprenderà l'argomento fornendo valutazioni sia sugli effetti della manovra che sull'opposizione sociale che va suscitando.
Un secondo gruppo di articoli può essere considerato l'inizio di un lavoro di inchiesta militante sulla condizione dei lavoratori precari. Si tratta di una questione che vede, sovente, la produzione di analisi sociologiche più o meno interessanti. Noi abbiamo preferito, come é nostro costume, dare la parola ai protagonisti di questa situazione, a protagonisti attivi nelle lotte, nel sindacalismo di base, nella costruzione di percorsi di autorganizzazione.
Un terzo argomento che ci interessa sviluppare é quello che si può definire, su suggerimento di un avversario aperto della nostra classe, il turbo-capitalismo e cioè la trasformazione rapida e traumatica delle condizioni dei lavoratori stabili. La privatizzazione di alcune imprese pubbliche e la chiusura del contratto Telecom, di cui avevamo iniziato a parlare nel precedente numero, costituiscono questa sezione. Un contributo specifico sugli effetti del telelavoro apre delle prospettive di riflessione che riteniamo interessanti.
Con questo numero apriamo una sezione curata, in questo caso, dalla redazione di Firenze sui problemi posti dalla tutela della salute sui posti di lavoro e, in genere, dalla nocività da capitale. Anche su questo tema stiamo raccogliendo contributi e contiamo di avere nuovi contributi.
Proseguiamo, inoltre, la serie di articoli sulla storia dell' "altro movimento operaio" con una scheda sugli Industrial Workers of the World alla cui vicenda é dedicata la scelta delle immagini del numero stesso e quella sul rapporto fra sindacalismo di base e media che vede, in questo numero, una scheda sul rapporto con i quotidiani.
Un articolo sull'impatto sul territorio e sulla società dei Treni ad Alta Velocità apre un nuovo campo di ricerca che riteniamo meritevole di approfondimento.
In questo numero della rivista pubblichiamo due articoli, uno sull'ospedale San Carlo Borromeo dedicato, in particolare, ad alcuni rilevantissimi problemi giuridici, ed uno sulla CUB della federazione provinciale di Reggio Emilia di questa organizzazione, che trattano, fra l'altro, di contraddizioni interne al sindacalismo alternativo. Riteniamo che queste contraddizioni non vadano sottaciute e che, al contrario, debbano essere discusse pubblicamente a prescindere dalla condivisibilità di singole affermazioni dei compagni che hanno ritenuto e riterranno di contribuire in tal senso. La redazione, pertanto, non intende censurare alcun testo, al contrario. Vogliamo, comunque, mantenere la discussione ad un livello politico elevato evitando di scadere nella polemica sterile e, di conseguenza, chiediamo ai compagni di tenersi a questo criterio nell'inviarci scritti su questo tema.
Un'altra sezione della rivista viene aperta su questo numero, quella dedicata ai contributi internazionali che si apre con una lettera dagli USA, un articolo sulla Svizzera ed uno sugli scioperi in Palestina oltre che con una scheda sui sindacati messicani. Siamo convinti che il carattere internazionale del conflitto fra le classi sia sempre più un fatto di immediata verificabilità e che la rivista debba occuparsene in maniera continuativa.



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