Filippa, Marcella; Levi, Giorgina. «Eravamo come uccelli sperduti». Cento anni di
storia della Casa Benefica di Torino, 1889-1989, Torino, Casa Benefica -
Cooperativa di Consumo e Mutua Assistenza Borgo Po e Decoratori, 1989 [158
pagg.]
«La Casa Benefica compie cent 'anni.
Una lunga vita, se paragonata alle cadenze anagrafiche degli uomini, un pezzo di
storia attraversata da molte generazioni fin dal lontano 1889, anno di fondazione
della comunità per «giovani derelitti» ad opera del pretore urbano torinese Luigi
Martini.
[...]
Ripercorrere tale storia è stato l'obiettivo di questa ricerca, realizzata da Marcella
Filippa e Giorgina Levi.
[...]
Le vicende istituzionali dell'Ente, tratteggiate a grandi llnee, non esauriscono
tuttavia la ricerca; una parte di essa è dedicata infatti alla vita dei ragazzi all'interno
della Casa Benefica sia pure riferita, in prevalenza, ai lontani anni del primo
conflitto mondiale e della crisi economica che ne seguì.
Testimonianze, pagine di diario, immagini fotografiche di singoli e di gruppi, di
cerimonie e di sciagure, ci restituiscono la memoria storica di un cammino
compiuto da molti ragazzi in Benefica: il passaggio da un'«infanzia abbandonata»
alla maturità.»
dalla presentazione di Giuseppe Magliano, Presidente della Casa Benefica
Jona, Emilio; Liberovici, Sergio. Canti degli operai torinesi (dalla fine dell'800 agli
anni del fascismo), Milano, Cooperativa di Consumo e Mutua Assistenza Borgo Po
e Decoratori - Ricordi/Unicopli, 1990. [XLVI+561 pagg.+audiocassetta]
Questo libro esplora, per la prima volta in Italia, in modo critico e sistematico un
particolare aspetto della cultura popolare, quello del canto urbano e operaio di un
periodo storico ormai lontano e per la maggior parte non più raggiungibile oggi con
una indagine sul campo.
Il nucleo del libro è costituito da 19 repertori di donne e uomini nati tra il 1882 e il
1907. Attorno ad essi si radunano altre voci a complemento, a commento, a
contrasto, e la relativa iconografia: manoscritti, fogli volanti, canzonieri, spartiti e
partiture, pagine di opuscoli e giornali, stampe e fotografie per un totale di oltre 60
informatori e 320 canti.
Alla domanda che cosa cantavano gli operai torinesi esso risponde documentando
la nascita di un canto popolare essenzialmente parodico dominato dalla contamina-
zione e dalla mimesi con i generi più disparati dell'espressività colta del tempo
(l'opera lirica in particolare) e di consumo, e dai molti versanti: i valori, i segni e i
personaggi dell'ideologia anarchica e socialista, la vita dei quartieri e dei circoli
operai, la cronistoria locale, fino alla creazione di una sorta di "cantata operaia" che
ne costituisce l'aspetto più originale e specifico.
Questo libro colma una lacuna e si
pone in uno spazio rimasto vuoto tra la classica raccolta di Costantino Nigra su "I
canti popolari del Piemonte" e l'altrettanto classica "Storia di Torino operaia e
socialista" di Paolo Spriano, e porta alla luce quale fosse il mondo musicale degli
operai torinesi tra la nascita della grande industria e l'affermarsi del fascismo.
La nostra intenzione era ricordare gli uomini e le donne delle 69 società operaie di
mutuo soccorso e cooperative della provincia di Torino che Fondarono la Camera
del Lavoro.
Uomini e donne che vollero migliorare la propria esistenza civile e valere come
cittadini.
[...]
Prima, nell'ambito delle società di mutuo soccorso o cooperative, avevano creato
gli strumenti per garantfrsi reciprocamente un minimo di assistenza nel momento
del bisogno, autotassandosi e gestendo democraticamente i Fondi accumulati.
Poi, insieme, nel 1891 maturarono la decisione di costituire la Camera del Lavoro
con il ruolo di patrocinare gli interessi dei lavoratori in tutte le contingenze della
vita.
Erano donne e uomini semplici che si impegnarono in "altri doveri" legati
all'affermazione degli ideali della dignità del lavoro e della solidarietà.
A loro dedichiamo le centinaia di canti, amorevolmente raccolti e ricostruiti da Jona
e Liberovici, che risuonarono a lungo nelle sedi dei lavoratori.»
Sebastiano Solano, [allora] Presidente della Cooperativa di Consumo e Mutua
Assistenza Borgo Po e Decoratori
Gianotti, Lorenzo; Carli, Bruno; Sechi, Lorenzo. Le Pietre della Libertà. Un percorso
della memoria, Torino, Associazione Nazionale Famiglie Martiri e Caduti per la
Liberazione - Cooperativa di Consumo e Mutua Assistenza Borgo Po e Decoratori,
1995. [141 pagg.]
Questo volume vuole, in occasione del 50º anniversario del 25 Aprile 1945,
illustrare semplicemente e senza retorica le testimonianze concrete che sono
rimaste nelle vie, nelle piazze, nei corsi delle città, a ricordo degli uomini e dei fatti
di allora.
Ogni episodio, ogni donna o uomo che diede la propria vita per costruire un'Italia
migliore, sono stati ricordati da chi, idealmente e nelle istituzioni, ne ha raccolto e
continua a tener viva la preziosa eredità.
Sono testimonianze che restano perché incise nella pietra o nel marmo, alcune
sono oggetto periodicamente di commemorazioni, omaggi, pellegrinaggi.
Nel caso della Resistenza a Torino, nella sua cintura industriale, nelle fabbriche,
non sono certo mancati episodi di lotta, eroismi, sacrifici e morti nel combattere
contro il nazi-fascismo.
Lapidi, targhe, cippi e monumenti sono distribuiti nei vari angoli della città, nelle
fabbriche ormai da anni dismesse ed abbandonate, nei luoghi pubblici che li hanno
raccolti e custoditi, nelle sedi delle Associazioni.
In questo ideale percorso della memoria, frammentario ed anche incompleto,
abbiamo voluto offrire visibilità a quelle testimonianze che, seppur ogni giorno sotto
gli occhi di tutti, rischiano di finire nell'oblio o confinate in un remoto angolo della
memoria.
«Abbiamo voluto dedicare questo libro al Centenario della Camera del Lavoro di
Torino.
[...]
PIERO CALAMANDREI
Mancin, Massimo. Le mani sulla solidarietà. Mutualità operaia, cooperazione e
fascismo a Torino (1922-1939), Torino, Cooperativa di Consumo e Mutua
Assistenza Borgo Po e Decoratori - Regione Piemonte, Assess. alla Cultura, 1994.
Gli studi, anche i più recenti di storia locale, raramente giungono ad approfondire le
vicende del solidarismo operaio successive al primo conflitto mondiale, né
tantomeno si addentrano negli anni del Regime fascista, liquidando frettolosamente
le associazioni mutue e cooperative dell'epoca come forme residuali del tutto
obsolete ed "addomesticate".
La ricerca di Massimo Mancin (avviata nel 1991 con il sostegno della fondazione L.
Emaudi e proseguita dalla Cooperativa Borgo Po e Decoratori, con il finanziamento
della Regione Piemonte, Assessorato Cultura) mira a far luce sulla sopravvivenza
dei valori democratici e civili nella coscienza operaia ed a ricostruire le modalita'
con cui le cooperative e mutue vennero "adattate" per trovare collocazione nelle
iniziative del Regime.