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NEWSLETTER PER I CICLISTI DI TORINO E PROVINCIA
Numero 14 - 21 settembre 1996
======================================== Torino: intervista all'assessore Corsico ======================================== L'intervista all'assessore all'arredo urbano della città di Torino architetto Franco Corsico è stata fatta il 1° luglio; viene pubblicata ora perché nello scorso numero di Becana lo spazio è stato praticamente esaurito dalla relazione della discussione sulle piste ciclabili in consiglio comunale. L'assessore era affiancato da due tecnici, gli architetti Bertoldi e Faraggiana. Lei è assessore all'assetto urbano: nella trasformazione urbanistica della città di Torino quanto spazio verrà assegnato alla circolazione delle biciclette? L'attuazione dei grandi progetti del piano regolatore sarà affiancata dalla realizzazione di un'estesa rete di piste ciclabili , quale è già stata realizzata da parecchi anni in altre città europee? Devo fare una premessa: la realizzazione di piste ciclabili non richiede di essere necessariamente indicata nel piano regolatore. Quindi molti degli interventi e delle possibili realizzazioni di piste ciclabili possono anche avvenire, diciamo, a fianco e ad integrazione del piano regolatore. E' più che altro una questione politica. Però per dare qualche indicazione più esplicita e significativa prendiamo ad esempio la Spina Centrale, questo grande viale che verrà costruito al di sopra della ferrovia interrata: perlomeno in alcuni tratti sicuramente ci sarà una pista ciclabile. All'altezza della Dora è prevista la possibilità di passare dal sistema della Spina a una pista da realizzarsi lungo la Dora stessa. La trasformazione di quest'area è stata oggetto di un accordo di programma per la realizzazione di un progetto integrato promosso a livello nazionale e dovrebbe quindi iniziare fra breve. Ho citato quest'opera perché qui ci sono delle previsioni specifiche per la bicicletta e perché si tratta secondo me dell'esempio più rilevante dal punto di vista strutturale di ciò che verrà realizzato per Torino e che la caratterizzerà per il prossimo periodo. In un opuscolo informativo sul piano urbano del traffico il suo assessorato dichiara che il PUT vuole "promuovere la quotidianità della bicicletta come vantaggioso mezzo di locomozione per gli spostamenti quotidiani. I ciclisti avranno nuove piste ciclabili ad integrazione di quelle esistenti". Quali saranno queste nuove piste ciclabili? Nel centro storico sono in corso progettazioni di piste ciclabili su alcuni assi, ma su questo e sulle ciclopiste al di fuori del centro lascerò la parola ai miei tecnici. Non voglio far finta che l'assessore sappia tutto: per fortuna ci sono anche dei tecnici di cui si fida e che portano avanti le cose. Io posso dire quello che è il nostro orientamento. E anche su questo bisogna essere prudenti; mi danno sempre fastidio gli atteggiamenti superficiali su questi argomenti che sono complessi perché richiedono anche dei cambiamenti culturali. Il cammino per introdurre modi alternativi di usare la città, e di muoversi in una città come Torino, è necessariamente lungo. Comunque c'è un orientamento complessivo e l'abbiamo detto spesso. Il sistema del controllo della sosta che adesso abbiamo introdotto, con la sosta a pagamento, è un sistema transitorio che abbiamo potuto realizzare in tempi relativamente brevi. Questo ha richiesto un forte impegno organizzativo, non è che ci siamo limitati a dire: da domani facciamo pagare; magari tutto fosse così semplice, allora si potrebbero fare ben più cose. Però è un sistema relativamente semplice perché non richiede la costruzione di infrastrutture e nemmeno, per quanto riguarda il centro storico, la correlazione con altre iniziative; e così ha consentito in tempi brevi di creare le condizioni per una sosta non selvaggia in una zona particolarmente congestionata della città. Nel frattempo abbiamo avviato il processo per la realizzazione di parcheggi e il potenziamento del mezzo pubblico e quindi per la realizzazione anche di condizioni alternative. Ora, man mano che si realizzeranno, si troveranno e si creeranno nuovi posti per la sosta delle auto nel sottosuolo, e si ridurrà effettivamente l'utilizzo dell'automobile, lo spazio che si libera sarà dedicato ai pedoni e alle ciclopiste. Da come la vedo sarà una riconquista progressiva, non credo che si possa realizzare dall'oggi al domani. Comunque il PUT è uno strumento di medio periodo Tre anni. Voglio ribadire che il PUT è un piano che coordina interventi che vengono predisposti dai diversi settori, non soltanto dalla Viabilità. Per la realizzazione di ciclopiste c'è un programma specifico. Voi vi siete già chiesti come mai se ne occupi l'assessore Vernetti che non è l'assessore alla Viabilità; se ne occupa per un fatto storico, una delega che ha chiesto all'inizio perché aveva già iniziato ad occuparsene e perché originariamente, secondo me in maniera errata, la questione era vista più come qualcosa di legato all'utilizzazione nel tempo libero nei parchi che non invece come fatto di mobilità. Non abbiamo ritenuto di dovere cambiare la delega e soprattutto il settore che se ne occupava, ma abbiamo cercato di rendere coerenti queste indicazioni. E questo programma per le ciclopiste? Comprende innanzitutto quelle indicate nell'incarico che la Giunta (ribadisco che noi lavoriamo come Giunta) ha dato il 21 dicembre dell'anno scorso all'ingegner Spina. Qui si possono distinguere due tipologie: le ciclopiste vere e proprie, quindi Pellerina-Ruffini, Garibaldi-Stupinigi, Ruffini-Filadelfia, Villa Cristina-Vallette e anche il Lungodora fino al Palazzo Reale. Il PUT indica anche la Spina Reale; anche lì, oltre che sulla Spina Centrale, verrà realizzato un percorso ciclo-pedonale (ma per adesso sarà un tratto breve). In secondo luogo oltre alle ciclopiste, diciamo così, tradizionali, sono comprese in questo incarico le corsie ciclabili nel centro storico, una a sud che va da corso Vinzaglio fino al Po e una che passa più a nord e va fino a via Verdi. Ma queste corsie non devono ancora essere formalmente recepite dal Piano Urbano del Traffico? Ma no, l'intero piano delle piste ciclabili fa parte del PUT. Riguardo al centro, per chiarire, c'era un orientamento iniziale rispetto alle piste ciclabili prevalentemente legato al concetto di utilizzazione del tempo libero; con alcune estensioni si è cercato di dare un primo segnale di possibilità di prosecuzione anche nelle aree più interessate dalle attività di uffici e laddove abbiamo adottato dei provvedimenti di restrizione della circolazione automobilistica. Soprattutto dovrebbe essere utile nelle zone in cui si concentrano anche i giovani, gli studenti, gli universitari, fasce di popolazione che dovrebbero avere maggiore attitudine a utilizzare questo mezzo di trasporto e poi a continuare una volta che ne abbiano acquisita l'abitudine. In questo senso anche il fatto di avere istituito attorno a Palazzo Nuovo un'isola pedonale a qualcosa dovrebbe essere servito. Solo che finchè le piste ciclabili sono dei tratti così limitati è chiaro che il loro utilizzo quotidiano sarà, diciamo, più potenziale che pienamente effettivo. E' molto difficile e ci vuole tempo perché diventi un costume e riesca a coprire una quota non dico significativa ma apprezzabile della mobilità sistematica. Sempre nell'opuscolo già citato sembra che il PUT non prenda in esame la questione della ristrutturazione della pista di corso Duca degli Abruzzi - Corso Agnelli - Corso Unione Sovietica per la quale c'è già stato un finanziamento statale di 800 milioni. Quell'opuscolo è solo la sintesi di un documento ben più ampio. Il progetto c'è, è stato fatto insieme al Verde Pubblico. In questa sintesi si afferma che c'è in programma di ristrutturare nella prima fase del PUT la ciclopista di corso Monte Grappa-Corso Monte Cucco. Quando inizieranno i lavori di sistemazione? Noi ritenevamo e riteniamo tuttora che questa ristrutturazione sia utile, perché tutti sanno che questa pista così come è stata realizzata a suo tempo è insoddisfacente. C'è un progetto operativo che riguarda tutta la zona e che risponde anche ad altre richieste di aumento della sicurezza della viabilità; la progettazione è stata curata direttamente dagli uffici tecnici comunali ed è praticamente ultimata e c'è la speranza, anzi c'è l'indicazione, la volontà perché possa essere realizzata nella prima fase. Naturalmente prima dovrà essere approvata e messa in bilancio, e questo è il vero scoglio. Noi speriamo che si possa mettere a bilancio per il 1997, ma non è sicuro perché quando si definiscono i bilanci è veramente una gara terribile: partiamo con una certa cifra e poi si dice che dobbiamo togliere, che so, il 30% perché altrimenti non ce la facciamo a reggere questi investimenti. I progetti slittano tanto spesso che io di solito dico che le Olimpiadi di slittino saranno vinte sicuramente dagli uffici comunali, be' non necessariamente da quelli di Torino; ma non è per cattiva volontà bensì per un intreccio di circostanze. Anche il PUT è stato approvato con circa 6 mesi di ritardo. Comunque per noi queste cose sono importanti: ma sarà al momento dell'approvazione del bilancio che vedremo se riusciamo a farle. Quindi questa pista anche se non è compresa nell'incarico affidato all'ingegner Spina è recepita nel PUT? Senz'altro. Quello affidato all'ingegner Spina è un incarico che riguarda alcuni percorsi particolari Come ciclista quotidiano non riesco a capire tanto questa ossessione per il centro. Anche se ormai da tempo a Torino perfino circolare in bicicletta è alquanto difficoltoso, bisogna prendere atto del fatto che in centro comunque anche gli autoveicoli sono costretti a una velocità abbastanza modesta. Mi sembrano più importanti le realizzazioni in semicentro o periferia dove per esempio uno dei problemi da affrontare è l'elevata velocità dei veicoli su certi assi di scorrimento. Non ritiene che insistere sulla priorità del centro sia forse più una questione d'immagine che di sostanza? Non si tratta di perseguire una ragione d'immagine; è che oggettivamente il centro è un attrattore di mobilità e il 20-30% di tutti gli spostamenti che si verificano nell'area urbana interessano il centro. E quest'ultimo non rappresenta il 30% della superficie cittadina! Oltre ad essere un'area di forte concentrazione di mobilità presenta anche particolari situazioni di difficoltà dovute alle caratteristiche fisiche delle sedi stradali che sono più ristrette; da questa importanza e da queste difficoltà nasce l'esigenza di interventi specifici. Il ragionamento che hanno fatto gli uffici tecnici in accordo con gli assessori e con la giunta è che il problema del centro andava affrontato, almeno dal punto di vista della progettazione: oltretutto noi sappiamo che questi interventi sono i meno costosi dal punto di vista economico, vale a dire sono quelli che possono dare, in rapporto al costo, i maggiori benefici. Il centro è luogo di spostamenti quotidiani, ci sono Università, ospedali, servizi per gli utenti, ecco quindi che quanto viene progettato per la bicicletta in centro ha una valenza ben differente da quella di percorsi orientati principalmente allo svago o allo sport. Quello che poi è più difficile è guadagnare il consenso su questi progetti, e anche per questo bisogna che la progettazione sia fatta seriamente. Dal PUT è stata individuata tutta un'altra serie di aree, cosiddette "aree problema", che presentano problemi quasi altrettanto complessi di commistione del traffico con elevati livelli di congestione, e su queste pensiamo di intervenire con sistemi analoghi a quelli adottati per il centro. Ma credo anche, per essere onesti, che ci sia una difficoltà di focalizzazione dei problemi: indubbiamente è vero che ci si dedica a quelli che vengono imposti con maggior rilevanza e non si riesce a dedicare lo stesso impegno, per carenza di persone, di tempo, di mezzi ad altre situazioni che non sono altrettanto al centro dell'attenzione. Si tenta di fare discorso sistematico ma poi non ci si riesce appieno. La periferia è molto vasta e i problemi sono tantissimi. L'ideale sarebbe che fossero oggetto di un'elaborazione decentralizzata, a livello di Circoscrizioni, e che gli gli uffici centrali avessero più che altro una funzione di coordinamento, in modo da poter usufruire dell'apporto di chi ha una minuta e quotidiana conoscenza del territorio. Per risolvere i problemi non si può solo progettare sulla carta, ci vuole un riscontro con la quotidianità della vita. Io ho fatto un lavoro con degli studenti che hanno studiato alcuni programmi di riqualificazione urbana in zone periferiche attorno ai quartieri di edilizia pubblica, dove apparentemente ci sono grandi spazi e tuttavia è ancora più difficile muoversi in bicicletta che in altre parti della città. Progettare dei percorsi lineari era difficilissimo perché magari c'era un tratto che andava bene e poi dopo c'era l'attraversamento difficoltoso di un grande corso. Tutto è più complicato di quello che sembra e probabilmente la prima soluzione che salta agli occhi non è la migliore. Quando si prevede la riorganizzazione della viabilità di una zona non sarebbe opportuno prendere in considerazione anche la bicicletta? Per esempio nella Circoscrizione 1 con la copertura del passante ferroviario in corso De Nicola, oppure in piazza Rivoli che è un punto critico, perché è uno di quei nodi in cui tutti convergono ed è pericoloso. Ma in corso De Nicola la pista ciclabile è prevista, il progetto l'hanno fatto Cagnardi e Gregotti insieme agli Uffici Tecnici comunali. Non solo, ma gli Uffici Tecnici sono andati avanti nella progettazione: è stata progettata una pista ciclabile in via Zino Zini, tra i Mercati generali e la ferrovia, un'altra in Strada del Portone, al confine con Grugliasco, che andrà da corso Orbassano fino a corso Allamano. Insomma, ogni volta che progettiamo un nuovo sistema si cerca di inserirvi organicamente la pista ciclabile. Comunque non facciamoci illusioni, i tempi saranno lunghi. Il PUT individua 5 categorie di strade. Nei corsi, che sono definiti strade di scorrimento interquartiere, in molti casi esiste come sappiamo uno spazio vicino agli edifici definito controviale. I controviali potrebbero essere inseriti nella categoria strada locale che il PUT definisce ad alta mobilità locale per lo più ciclopedonale e per le relazioni sociali? Ma sono strade locali; lo dice proprio la norma, se lei si legge l'articolo 2 del codice della strada c'è la descrizione. La stessa definizione di assi di scorrimento prescrive anche che ci siano delle strade laterali per l'accessibilità alle case e per la sosta che dev'essere disimpegnate in maniera puntuale negli incroci; quindi la viabilità laterale dei corsi e degli assi di scorrimento è già per definizione destinata a queste attività. Anzi è possibile definire assi di scorrimento questi corsi proprio perché hanno i controviali: le faccio l'esempio di corso Grosseto dove abbiamo sì elevato a 70 all'ora la velocità delle due corsie centrali ma la viabilità locale è assicurata dai controviali. Purtroppo, diciamocelo chiaramente, ogni metro quadro dei controviali è occupato dalle auto in sosta. L'ideale sarebbe invece che si potesse avere la pista ciclabile a fianco del marciapiede al posto di una corsia di sosta, non come è stato fatto per quella di corso Duca degli Abruzzi che è stata messa sulla banchina. C'è anche chi sostiene che proprio a causa delle automobili in sosta sarebbe più pericoloso percorrere il controviale per il rischio di incidenti dovuti all'apertura improvvisa delle portiere. Dal consigliere Viale, che è appassionato di biciclette, abbiamo avuto alcune interrogazioni che chiedevano di consentire la circolazione ciclabile nel centro dei corsi; noi tecnicamente proprio non ce la sentiamo di abbracciare questa tesi, quindi abbiamo risposto che è meglio che i ciclisti viaggino nel controviale piuttosto che nel viale centrale, a causa della maggiore velocità dei veicoli. Su questo siamo d'accordo. Parlando di sosta credo che uno dei principali problemi della circolazione sia rappresentato più dalle macchine in sosta che da quelle in movimento. Ora, se in centro bene o male si vede che il problema è stato circoscritto, in tutte le vie minori delle zone semiperiferiche quali San Donato, Parella, Santa Rita, la circolazione è a un pelo dall'essere bloccata dalla sosta selvaggia. Che cosa ha in programma la Giunta per risolvere questo che mi sembra uno dei problemi realmente più difficili? La giunta non ha programmi per risolvere questi problemi, ma più realisticamente per affrontarli; su questo punto insisto sempre, perché soltanto quando ci si mette le mani si capisce come bisogna volare basso, ma per andare avanti, non per rinunciare. Riguardo alle situazioni più congestionate pensiamo di fare degli studi operativi in modo da valutare i diversi aspetti e giungere a proporre delle azioni analoghe, non le stesse, a quelle che abbiamo adottato per il centro. Però non c'è da illudersi, perché il dato di fondo è che noi abbiamo un tasso di motorizzazione, cioè di numero di automobili per abitante, fra i più alti d'Europa. Di nuovo ciò che è necessario è un cambiamento nel costume; quando un ragazzo arriva a 18 anni la prima cosa che pensa è la patente e a guidare l'automobile e quindi in definitiva c'è in circolazione un numero eccessivo di automobili, per il quale la città non è stata progettata. Una prospettiva potrebbe essere quella di realizzare i parcheggi che mancano, i cosiddetti parcheggi pertinenziali, in pratica i garages, che progressivamente dovrebbero togliere le automobili dalle strade. Tuttavia, ecco perché invito a un prudente realismo, anche se stiamo dedicando un impegno incredibile in questo momento nel cercare di portare avanti il bando che abbiamo fatto per realizzare i parcheggi pertinenziali su proposte fatte da privati, all'inizio i numeri saranno necessariamente modesti perché la situazione è talmente esasperata che quando anche noi riuscissimo a realizzare 2 o 3000 posti auto in parcheggi pertinenziali (e potremmo, credo, cominciare i lavori l'anno prossimo per realizzarli) noi queste 2 o 3 migliaia le dobbiamo paragonare con le centinaia di migliaia di auto che sostano nelle strade. E non è nemmeno pensabile che si possa ribaltare in tempi rapidi questa situazione. All'inizio poi i tempi saranno più lunghi e le difficoltà maggiori: tutte le cose nuove sono anche molto complesse. Già ora ad ogni richiesta di parcheggio pertinenziale si costituisce anche un comitato contro, per le ragioni più varie. Magari c'è chi non vuole che lo realizzino altri, non essendo disponibile a fare lui stesso una proposta di investimento, oppure c'è chi non vuole la rampa vicino a casa sua, o magari il problema è che dovrebbe essere realizzato sotto uno spazio verde. In questo caso ovviamente quando il verde è ben piantumato noi non possiamo permetterlo, però può capitare che sia necessario l'abbattimento di tre alberi su venti, e si potrebbe ripiantarli in seguito, ma voi capite che anche questo suscita comprensibili proteste. Sono problemi estremamente delicati tant'è vero che anche se adesso ci stiamo dando attivamente da fare per portare avanti l'istruttoria di questi parcheggi senza perdere nemmeno una giornata non credo che riusciremo a concludere prima dell'anno. Però questa è la strada giusta: man mano che metteremo le automobili nel posto che loro compete potremo adottare anche politiche più restrittive perché non si possono assumere dei provvedimenti restrittivi se non si è in grado di proporre alternative e di gestirle. Poco alla volta, ma ci vogliono risorse e tempo, arriveremo a fare in tutta la città non solo le strisce blu, ma anche quelle bianche per delimitare le aree in cui si può parcheggiare e quelle gialle per il carico e scarico merci, e anche questo va nella direzione di un miglior uso del territorio. Dobbiamo però avere anche le risorse per effettuare il controllo, perché una volta che siamo riusciti ad attuare un provvedimento bisogna che ci si abitui a rispettare le norme. Guai se per il senso comune rispettarle o non rispettarle appare più o meno come la stessa cosa. Da questo punto di vista è fondamentale l'aumento e il potenziamento degli ausiliari del traffico: Torino è la prima città italiana che è riuscita a istituire questa figura prevista dal Codice della strada, però siamo partiti con un numero limitato di unità, 25-30; ora ne devono arrivare altri 40, tuttavia proprio stamattina si ventilava un nuovo slittamento cui mi sono opposto con decisione. Questo solo per dirvi che ad ogni passo si incontrano difficoltà. Forse sono un po' deludente ma i problemi sono talmente vasti, complessi, consistenti che non esistono politiche risolutive: possiamo solo attraverso la politica esemplare indicare la direzione del cambiamento. Se aumentano i controlli aumentano le multe: anche quella è una fonte di introiti, quindi di risorse... No, le cose non stanno in questi termini. E poi abbiamo anche un mare di proteste, perché la gente è abituata ad esempio a parcheggiare la macchina sulle banchine verdi e adesso si trova i bloccaruote ed è restia ad accettare il cambiamento. E' anche un problema oggettivo: nel centro la densità della popolazione residente è minore, quindi bene o male è possibile dissuadere la gente dal recarvisi in macchina se si fornisce qualche possibilità alternativa. Nei quartieri dove la densità è maggiore le auto per strada appartengono a gente che lì ci abita, quindi in qualche posto bisognerà pure metterle. E' possibile intervenire con un insieme di provvedimenti. Prenda ad esempio la zona di via Chiesa della Salute che è una zona di alta densità edilizia e di conseguenza di altissima densità di automobili per strada perché anche lì come dappertutto ogni famiglia ha 2-3 automobili: ebbene, dopo i provvedimenti viari che sono stati adottati, dopo la riorganizzazione della viabilità e l'individuazione dei posti di sosta a pagamento, non dico che sia diventata l'Eden, ci mancherebbe altro, però è più ordinata. Questo perché i posti auto che c'erano sono stati mantenuti, solo che dove prima c'erano disorganizzazione e disordine adesso c'è una sistemazione regolare: quindi le auto nelle strade sono sempre tante però la situazione della viabilità è migliorata e pian piano potrà migliorare ancora. Riguardo alle isole pedonali, l'assessore Vernetti ha ribadito diverse volte che nelle isole pedonali è ammesso il transito biciclette: è una posizione condivisa da tutta la Giunta? Ma è il Codice della strada che dice è che possibile ammettere nelle isole pedonali la circolazione dei velocipedi, come pure dei motulesi e questa amministrazione ha deciso di dare ampia libertà di circolazione a queste categorie. Forse lei sta chiedendo se è esplicitamente indicato con un cartello: non ancora, ma lo faremo, anche perché si tratta di una cosa relativamente modesta, ma praticabile e efficace, anche come segnale culturale. ============================= Torino: in piazza per la bici ============================= Si è svolta sabato 7 settembre l'annunciata manifestazione di protesta per la mancata approvazione del piano per i percorsi ciclabili (vedi Becana N. 13). Alla manifestazione, con alla testa l'assessore Vernetti, hanno partecipato circa 300 persone che da piazza Palazzo di Città si sono recate in bicicletta fino a piazza San Carlo. Il lunedì successivo una delegazione in rappresentanza dei manifestanti è stata ricevuta dal sindaco Castellani il quale ha assicurato che la Giunta tutta è ben decisa a far approvare il piano nel suo insieme. La delibera verrà nuovamente esaminata in una delle prossime sedute del Consiglio, probabilmente (ma non è sicuro) il 23 di settembre. ==================================== Torino: ritardi per il completamento della ciclopista Vallere - Stupinigi ==================================== La passerella sul Sangone, la cui posa era prevista per il mese di agosto, non è ancora stata collocata. =============================== Italia: niente soldi per la 208 =============================== Nella finanziaria 1996 erano stati stanziati 10 miliardi per il rifinanziamento della legge 208/91 per le piste ciclabili. Nel corso di una delle periodiche manovrine per riequilibrare i bilanci pubblici questo finanziamento è stato completamente cancellato. =================================== Danimarca: no al casco obbligatorio =================================== Buone notizie per i ciclisti danesi. Il ministro del traffico Jan Troejborg ha ribadito pubblicamente che una legge per rendere obbligatorio l'uso del casco per i ciclisti non verrà mai approvata, dato che secondo il governo scoraggerebbe l'uso della bicicletta. Il governo danese ha un piano per raddoppiare entro il 2005 il numero degli spostamenti in bicicletta. =============================================== Finlandia: arpione contro i pirati della strada =============================================== La polizia stradale finlandese sta sperimentando un nuovo metodo per bloccare i pirati della strada: l'arpione. Si tratta ovviamente di uno strumento di particolare concezione che, lanciato da veicoli speciali, è in grado di bloccare l'auto che rifiuti di obbedire all'intimazione di fermarsi. Secondo i progettisti lo strumento non è assolutamente pericoloso per le persone a bordo del veicolo agganciato.


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