Resoconti di viaggio


Una discesa della Val Leventina

Luglio 1992

di Raffaele Frattarolo



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C'è chi, come me, le salite ama soprattutto percorrerle in senso contrario. Purtroppo, contrariamente a quanto capita agli sciatori, i ciclisti non hanno sempre di queste occasioni; così, quando ho visto pubblicizzata la possibilità di discendere per quasi 40 km lungo la val Leventina (Canton Ticino), noleggiando le bici alla stazione ferroviaria di Airolo, mi sono ripromesso, se mai mi fosse capitata l'occasione, di non lasciarmela scappare.
Nel 1992 io e la mia compagna abbiamo trascorso alcuni giorni in Engadina, compiendo escursioni nel Parco Nazionale svizzero: eccola qua l'occasione. Anche per provare il servizio di noleggio offerto dalle Ferrovie elvetiche: per il resto del tempo avremmo soltanto camminato, perciò portarsi dietro le nostre biciclette sarebbe stato decisamente eccessivo.
A metà luglio entriamo quindi in Svizzera costeggiando il Lago Maggiore, dopo una visita alla Rocca Borromea di Angera (se passate da quelle parti, non mancate di farla anche voi: c'è fra l'altro un'interessante museo della bambola e vi si fanno mostre e altre iniziative).
Pernottiamo al campeggio del Touring Club Svizzero di Molinazzo, a nord di Bellinzona e il giorno seguente raggiungiamo Biasca, che dista dal capoluogo del Canton Ticino una ventina di km. Qui lasciamo l'auto e ci imbarchiamo sul treno; ma prima, alla biglietteria, la cortese impiegata ha telefonato alla stazione di Airolo per accertarsi che vi fossero bici disponibili.

Airolo:noleggio bici


Ce n'erano, altroché se ce n'erano. Quando, scesi dal treno, raggiungiamo il punto di noleggio (il percorso sarà sì e no di 40 metri, ma i cartelli indicatori non mancano) ne vediamo schierata una quantità impressionante.
Il noleggio giornaliero costa 18 franchi, cifra certo non eccessiva data la buona qualità delle bici. Firmiamo un contrattino e ci viene consegnata una cartina con descrizione del percorso fino a Biasca.
Le biciclette sono delle cosiddette city bike, lustre e luccicanti, con cambio indicizzato a 7 velocità. A un prezzo un po' maggiore ci sarebbe anche la possibilità di noleggiare delle mountain bike. Montiamo in sella: tutto funziona alla perfezione, tranne, lo scopriremo un po' più avanti, la luce posteriore di una delle due. La cosa ha ben poca importanza, benché vi sia qualche galleria da percorrere. Il cambio ha dei rapporti perfettamente adeguati anche per salite piuttosto energiche.
La società che gestisce il noleggio biciclette presso le stazioni ferroviarie rinnova il suo parco macchine molto di frequente: una grande vendita è appunto annunciata per il prossimo autunno.

Il percorso segue la vecchia strada cantonale, sulla quale, in grazia dell'autostrada, il traffico è ormai molto scarso. La verdeggiante val Leventina, lungo la quale, più in alto, si snoda un itinerario escursionistico pedestre di un paio di giorni, offre numerosi piacevoli scorci. Qualche deviazione dalla strada principale in cerca di ulteriori attrattive ci obbliga in seguito a tornare su di essa per la stessa via; ed è così che abbiamo la possibilità di verificare i rapporti da salita.
Non volendo lasciare incustodite le bici, che sono munite soltanto di un minuscolo antifurto a ferro di cavallo, di quelli che bloccano la ruota posteriore, rinunciamo con un certo rammarico a salire al lago Ritom con la funivia. Peccato perché il luogo dev'essere stupendo. Prato Leventina: chiesa


Non rinunciamo invece a una visita al villaggio di Prato Leventina, che conta numerosi edifici caratteristici e una bella chiesetta completamente isolata in cima ad un poggio.
E pazienza se per arrivarci si deve salire. Ritornati sulla strada principale ci aspetta una strettoia con alcuni ripidi tornanti e una bella vista sul torrente (eh sì, qui il Ticino è ancora piccolo). Attraversiamo minuscoli paesi in taluni dei quali (sarà per l'ora, sarà per la stagione) quasi non si vede anima viva; ma un bar o un grotto per una buona birra lo troviamo sempre.
Grotto, a proposito, è un termine locale che vale più o meno osteria: ne troviamo uno, poco al di sopra di Giornico, incassato fra la strada e il Ticino, dove già sosta un gruppo di giovani ciclisti. Ci fermiamo anche noi a berci una birra scura: lunghi tavoli sotto un pergolato a pochi metri dalla sponda offrono un certo ristoro dalla calura. Un'occhiata al menu ci getta però nello sconforto: maledizione, abbiamo già mangiato! (e al sacco, per di più). Consumiamo solennemente la nostra birra ripromettendoci di non commettere più in avvenire lo stesso errore.

Poco dopo siamo a Giornico, paese piccolo (poco più di 1300 abitanti) ma importante per monumenti e memorie storiche. Qui i Confederati sconfissero nel 1478 i Milanesi, assicurandosi il possesso del Ticino. Il paese sorge a cavallo del torrente, ed offre una vista piacevole. La chiesa di San Nicolao, definita il monumento romanico più importante del Canton Ticino, non ci impressiona molto; ma sono in corso restauri, attualmente non c'è molto da vedere. Nel XIII°-XIV° secolo la chiesa faceva parte di un monastero dipendente dall'abbazia benedettina di Fruttuaria (presso Vercelli), ma del monastero non vi è più traccia. Giornico: Casa Stanga


Ci affascina alquanto invece la Casa Stanga, edificio del XVI° secolo nato come locanda, che porta dipinti sulla facciata gli stemmi di 50 importanti ospiti (principi, nobili, ambasciatori) dipinti nel 1589.
Questo dà un'idea dell'importanza che all'epoca aveva la valle come via di comunicazione. I registri daziari del tempo testimoniano del passaggio di circa 15.000 persone all'anno; e non esisteva ancora la strada (fu costruita fra il 1820 e il 1830), ma soltanto una mulattiera. Oggi l'edificio è sede del museo della Leventina: sfortunatamente lo troviamo chiuso.
Gli ultimi chilometri prima di Biasca sono ormai pianeggianti e la strada è più frequentata; in compenso il vento contrario, che secondo il foglio che ci hanno consegnato spira frequentemente nel pomeriggio, oggi non c'è. E sì che il caldo è tale che perfino il vento contrario non ci dispiacerebbe.

Giunti a Biasca andiamo in stazione a riconsegnare le bici. Uno dei vantaggi del noleggio in stazione è che si possono ritirare le biciclette in un posto e riconsegnarle in un altro. La restituzione avviene in questo caso proprio sui binari, davanti al vagone in cui stanno già allineate un bel po' di bici in attesa di essere rispedite ad Airolo; dal che deduciamo che i ciclisti desiderosi di percorrere la discesa in senso contrario devono essere rari come le classiche mosche bianche.
Lunghezza del percorso: 40 km.
Airolo e Biasca si trovano lungo la linea ferroviaria del Gottardo e sono dunque raggiungibili per ferrovia da Milano via Chiasso.
In macchina da Torino vi si giunge con percorso tutto autostradale via Milano - Como - Lugano, oppure, certamente più piacevole, imboccando la A 26 a Biandrate e poi seguendo la riva orientale del lago Maggiore. Il costo del noleggio è aumentato rispetto al 1992: per le tariffe aggiornate e altre informazioni consultate l'apposita pagina delle Ferrovie svizzere.
Per chi fosse interessato al percorso escursionistico, una descrizione è apparsa sul numero 22 (1975) della Rivista della Montagna.
Altre informazioni turistiche sulle pagine di leventinanet