TASK: edizione 1998

 

Una guida pratica per chi intende cercare un lavoro nei campi dell'editoria, del giornalismo, della pubblicità, della comunicazione pubblica e d'impresa: è "EDITORIA, COMUNICAZIONE, GIORNALISMO", il nuovo libro della collana "Task - le guide al mondo del lavoro" curata da Alberto Orioli ed edita da "Il Sole 24 ORE".

Gli autori del libro, Valentina Consiglio e Fabrizio Forquet, ci guidano all'interno del variegato e composito mondo della comunicazione in senso lato, presentando le tendenze e le opportunità di lavoro offerte dai vari "rami" del settore. Ogni capitolo è strutturato in quattro parti:

Il primo capitolo - "L'arte di comunicare"- è dedicato alla comunicazione aziendale e istituzionale. Le figure professionali analizzate sono l'addetto stampa, l'addetto alle relazioni pubbliche, il promoter d'immagine, il corporate designer, il redattore di house organ, il responsabile/collaboratore dell'ufficio operativo e dell'ufficio tecnico di comunicazione interna. Circa il ruolo di questo ufficio, è interessante riportare un passaggio del libro: "Lavoreranno qui coloro che si occupano della gestione della rete aziendale e di tutti gli altri strumenti legati alle nuove tecnologie (business television, videoconferenze, desktop conferencing, Intranet)...figure a metà tra il comunicatore e il tecnico". Nella sezione "Dove e come ci si forma", la parte da protagonista è assegnata ai corsi di laurea in Scienze della Comunicazione, mentre tra i consigli per la ricerca di un impiego, appare assai utile l'elenco degli indirizzi delle principali associazioni professionali per la comunicazione, cui è possibile rivolgersi per avere informazioni (Ferpi, Ascai, Comunicazione pubblica, ecc.).

Nel capitolo "I professionisti dello spot", viene presa in rassegna la macchina complessa che trasforma gli oggetti in sogni: la comunicazione pubblicitaria. Gli autori parlano di una vera e propria rivoluzione in atto, sia per quanto riguarda le professioni pubblicitarie, sia rispetto all'organizzazione stessa del settore che vede affermarsi sempre più le "agenzie a ciclo completo", rispetto alle piccole strutture dei primi tempi. Ma cosa s'intende per agenzia a ciclo completo? Il libro la definisce "una struttura che offre ai clienti un servizio a trecentosessanta gradi: dall'analisi del mercato allo spot finale, passando per la definizione della strategia, l'ideazione della campagna in tutti i supoi aspetti, la pianificazione e la gestione del budget". Tra i molti istituti di formazione, particolarmente consigliato (soprattutto per chi intende diventare art director) è l'Istituto europeo di design (presente a Milano, Roma e Torino), vera e propria scuola di comunicazone visiva nel settore editoriale, multimediale e pubblicitario. Nella sezione "Al lavoro!" sono infine indicati i riferimenti telefonici di alcune riviste per tenersi aggiornati sul settore, oltre a quelli relativi alle principali associazioni di categoria (Assap, Assomedia, Fcp, Federpubblicità, Pubblicità Progresso, ecc.).

"I buoni, vecchi libri. Ebbene sì, troppo spesso quando si pensa alla comunicazione come settore professionale ci si dimentica dell'area editoriale. Eppure lavorare in una casa editirice è altrettanto interessante e creativo che scrivere su un giornale o magari darsi alla realizzazione di ardite campagne pubblicitarie": inizia così il capitolo "Tta libri e Internet", dove Forquet e Consiglio analizzano il campo dell'editoria. Un campo in cui, a fronte di una riduzione del personale interno dei grandi gruppi, non c'è stato un calo nella produzione di titoli: ciò significa che le case editirici si servono sempre di più di outsourcing e questo sta dando e - a parere degli autori - darà sempre di più, luogo alla formazione di nuove figure professionali autonome (società di service editoriali o free-lance). Tra le diverse figure professionali del settore, particolarmente interessante appare l'agente di vendita o promotore (rappresenta la casa editirice, promuove la sua produzione all'interno di un determinato territorio, si reca con frequenza regolare dai librai per prendere nuovi ordini e al contempo si fa portavoce delle esigenze dei clienti). Tra i consigli per la ricerca di un impiego editoriale, degno di nota è quello relativo all'home-working: sembra infatti che sempre più telelavoratori esterni alla casa editrice (lettori, redattori, ecc.) si collegano dirtettamente alla redazione, comunicando velocemente e a costi ridotti.

"Lavorare in redazione" è l'ultimo capitolo del libro ed è dedicato, come si può facilmente intendere, al giornalismo nelle sue varie forme. Il quadro che emerge dall'analisi degli autori è tutt'altro che rassicurante, soprattutto per quel che concerne il livello di disoccupazione (dai 332 giornalisti professionisti disoccupati nel 1992 si è passati ai 1144 nel 1997). Anche le possibilità di sbocco del giornalismo online sono definite nel libro soltanto "potenziali", anche se di sicuro interesse. Per quel che concerne le figure professionali, una particolare attenzione è riservata al giornalista "free-lance" e al reporter online, due ruoli che spesso si uniscono nella medesima figura. Sui percorsi formativi da intraprendere, gli autori consigliano vivamente i sette istituti per la formazione al giornalismo: l'Ifg di Milano, Bologna e Urbino; la Scuola di specializzazione dell'Università Cattolica di Milano e quella della Luiss di Roma; la scuola di giornalismo radiotelevisivo di Perugia e, ultimo arrivato, il corso dell'Università di Tor Vergata di Roma (per ogni istituto, sono indicati indirizzo, numero di telefono e strutturazione dei corsi).Conclude il capitolo la sezione "Al lavoro!", dove gli autori, tra l'altro, affermano: "Dare la caccia a un impiego fisso come redattore di giornale può spesso rivelarsi una perdita di tempo. Meglio allora mettersi in proprio, intrecciando una rete il più possibile vasta di collaborazioni, mettendo su con dei colleghi un service specializzato oppure diventando il più possibile esperti nelle nuove tecnologie".

L'utilità della guida di Forquet e Consiglio non sarebbe però la stessa, senza la ricchissima Appendice conclusiva: ben trenta pagine di indirizzi, numeri telefonici e di fax, indirizzi di e-mail e di siti Internet (laddove esistano) delle seguenti categorie:

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