Inviati nella rete:

"Spunti storici sul giornalismo on line"

Internet e la vita quotidiana...E cosa c'e' di più quotidiano dei giornali, e di più vecchio del giornale del giorno prima?

L'incontro tra Internet e le pubblicazioni on line avviene fin dagli albori della Rete, quando il progetto Advance Research Project Agency (A.r.p.a.), diviene Arpanet. Siamo negli anni '60 e a partire da allora  "The Net", in parte militare e in parte universitaria vede crescere la presenza di mailing list e newsletters, liste di persone legate fra loro dalla posta elettronica, di b.b.s. bulletin board system, bacheche elettroniche.
Si tratta di "giornali" spartani, in quel periodo si sviluppa infatti la ascii art, l'arte consentita dai caratteri alfanumerici, lettere, segni consentiti dalla tastiera e numeri.

Una prima svolta avviene nel marzo 1989 quando Tim Berners Lee, ricercatore del Cern di Ginevra propone un sistema ipertestuale per la condivisione di dati, ipertestuale quindi non sequenziale, ma con link, connessioni tra vari documenti.

Ma è nel febbraio 1993 che si modifica lo scenario dell'editoria sul web. Arriva un nuovo browser, "Mosaic", un programma per la navigazione ipertestuale, con accattivanti possibilità grafiche, e multimediali. I siti si possono arricchire cosi' di fotografie e suoni. Da quel momento l'evoluzione dei browser graviterà intorno a Netscape e a Internet Explorer della MicroSoft, con la gestioni di nuovi linguaggi di programmazione, e di innovazioni continue.

L'esplosione delle testate on line è esponenziale: da trenta, quaranta testate nel 1993 sino ai 2544 quotidiani on line del gennaio 1998, alle 2577 riviste, alle 1386 radio alle 918 tv.
Dati in crescita di secondo in secondo e visibili al sito Editor and Publisher.
Una corsa al web, spesso non documentata dalle cifre, molte sono le pubblicazioni locali, o i piccoli giornali di quartiere che diventano on line.

La popolarità delle pubblicazione in rete diventa altissima con picchi di contatti esorbitanti nel caso del suicidio collettivo dell'Heavens Gates o dello sbarco su Marte del robottino Pathfinder.

Lo sviluppo massimo avviene negli Stati Uniti, grazie all'uniformità linguistica del Paese, all'alta scolarità che corrisponde a uno sviluppo delle nuove tecnologie. Uno dei giornali pilota è il "San Josè Mercury News" della Silicon Valley che propone una rubrica dedicata alla comunità locale, seguono poi a catena altre testate, come "Usa Today" o "Washington Post" e televisioni come la Cnn.

In Italia il ritmo di crescita è inferiore, forse a causa di una predisposizione per la comunicazione calda e orale che porta al successo altri nuovi mezzi di comunicazione come il telefono cellulare. Pionera fu "l'Unione Sarda", poi "La Stampa" e "La Repubblica" fin ad arrivare ad agenzie giornalistiche solo per il web come "infocity".

 Le pubblicazioni in Rete permettono maggiori possibilità di approfondimento, di personalizzazione, di aggiornamento, di unione tra vari media; d'alto canto però finora sono stati scarsi i rientri economici, con il fallimento dell'opzione abbonamento on line e i guadagni inferiori alle aspettative anche nel caso della pubblicità.

Quale futuro per il giornalismo telematico? Nuovi modelli di giornalismi e nuovi giornalisti si affacciano alle soglie del nuovo millennio?

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