COMVEGNO NOTTURNO

Carmagnola 23 giugno 2001

EDUCARE ALLA CENTRALITA' DEL CORPO

 

Nella visione tecnologica anche il corpo si trasforma in oggetto: è possibile modificare e alterare a piacimento gli stati mentali, i confini tra reale e virtuale si assottigliano, mentre cresce la dipendenza dalla tecnologia e dalle sue costruzioni. L'attenzione verso il corpo si trasforma nella preoccupazione dominante.Il fascino antico della libertà trova nel corpo la nuova terra di conquista, il recettore sicuro delle sensazioni, il luogo dove selezionare le esperienze in base al piacere e alle emozioni che accendono. Il piacere e il corpo si pongono così come terreno di sfida per ogni pratica educativa autenticamente liberatoria, ma anche come interrogazione urgente rivolta alla coscienza cristiana.

La fede, come modalità dell'esistere, trova nella corporeità una centralità assoluta: "nei vangeli l'immensità della promessa ebraica e la grandiosa attesa apocalittica si condensano nel corpo di Gesù di Nazaret". Anche la pratica educativa della fede individua nel corpo un luogo teologico importante ed una metodologia di intervento sicuramente capace di "assumere, purificare ed elevare" la nuova sensibilità ai temi della corporeità, nella consapevolezza che "un tempo si assisteva al tentativo di vedere i risultati ultimi dell'esistenza concretamente dall'alto, oggi concretamente dal basso" ma anche che nel mistero del Dio fatto corpo, "alto" e "basso" non si contrappongono più; infatti, "il centro da cui irradia il sacro non è solo quello ubicato nello spazio, al di fuori dell'uomo, bensì soprattutto quello che coincide con il suo corpo.E' questo il centro che è necessario riconquistare in modo prioritario".

Educarsi alla fede attraverso il corpo e al corpo attraverso la fede: la proposta cristiana offre stimoli e richiami inesauribili.

La stessa esperienza di Chiesa è concepita sull'immagine del corpo ("Chiesa, corpo di Cristo"), forma visibile della comunione nello Spirito e richiamo alla missione di solidarietà con il mondo.

Sono numerosi gli insegnamenti catechistici che rimandano al corpo: l'annuncio della creazione, la dottrina della risurrezione della carne, i sacramenti come segni materiali dell'incontro con Dio, il rispetto del corpo morto, la venerazione delle reliquie… Nessuno di questi è senza conseguenze per l'impegno cristiano nel mondo, dal momento che "ogni cosa procede dal corpo: anche fare politica significa anzitutto procedere dal rifiuto o dall'accettazione del proprio corpo, e tradurre tutto questo in un'immagine del mondo".

Il mito del corpo trionfante, il rifiuto del corpo malato o decadente, le esagerazioni del culto e dell'abuso del corpo trovano nel Crocifisso un giudizio e una prospettiva di purificazione, un movimento di difesa dal valore e dell'autenticità della vita. Nel corpo glorioso del Cristo i perdenti nel loro corpo accedono ad una speranza ed un riscatto che non troverebbero altrove.

La preghiera che si fa corpo, ripetuta al ritmo del respiro, nella concentrazione e nella distensione della meditazione e dell'ascolto, la celebrazione che diventa voce, canto, gesto, portamento, annunciano la liberazione dalle ristrettezze del presente ed aprono alla promessa di futuro, rendendoci consapevoli del fatto che "il nostro amor proprio ci sussurra che siamo immortali e un contatto troppo ravvicinato con un moribondo minaccia questa fantasia difensiva. Dietro questo fortissimo bisogno di crederci immortali e dunque di negare la coscienza anticipata che abbiamo della nostra fine, si celano in genere gravi sensi di colpa rimossi".

Non occorre avere paura del nuovo fascino della notte, piuttosto è necessario rilanciare un ampio progetto educativo e promozionale che sostenga e risolva la paura del giorno.