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BOULEVARD

"Nature and Form - Codes and Origins"

CONCEPT

 

Premessa

Il convegno si propone come momento di riflessione e confronto transdisciplinare su un tema saliente della nuova epistemologia che si sta sviluppando nel contesto della società dell'informazione e della comunicazione: il passaggio dal modello interpretativo e operativo fondato sulle forze e sulle forme a quello fondato sui codici e sui sistemi.

Si tratta di un nodo centrale nell'universo concettuale contemporaneo che appare fondante sia per la nuova scienza caratterizzata da paradigmi a dominanza biologica sia per le arti, nella loro nuova declinazione multimediale.

Scienza ed arte corroborano una nuova epistemologia che informa non solo i processi conoscitivi ma l'intera prospettiva delle interazioni culturali e sociali.

La riflessione si svilupperà lungo tre direttrici concettuali distinte ma complementari: le teorie tecnoscientifiche, le teorie antropologiche e le teorie estetiche.

 

L'egemonia dei paradigmi biologici nella ricerca scientifica

Il processo conoscitivo che assume l'informazione come grammatica del vivente e del non vivente si sviluppa in modo tortuoso e non privo di ombre. Il mix di teoria dell'informazione e teoria dei sistemi che costituisce i nuovi paradigmi della biologia e segnatamente della biologia molecolare ha le sue origini nei principi nodali della termodinamica ma oggi viene in un certo senso surdeterminato dalla pratica sperimentale e applicativa della cibernetica e dell'informatica.

È chiaro tuttavia che la storicità e la singolarità dei fenomeni non possono che spingere la scienza ad abbandonare il modello interpretativo lineare di causa ed effetto per abbracciare un sistema conoscitivo circolare ed una prospettiva coevoluzionistica derivata dalla biologia. In questo contesto la separazione tra naturale e artificiale viene superata e le metafore diventano intercambiabili, ad esempio quando i programmi genetici vengono intesi come un software mentre i modelli informatici assumono la veste di automi cellulari o di algoritmi genetici.

Questo nuovo approccio scientifico alla complessità del mondo, sviluppato attraverso una logica ermeneutica, comporta la rinuncia alla posizione di osservatore onnisciente e quindi l'accettazione di una circolarità conoscitiva che fa dell'osservatore, della sua mente e del suo corpo, una variabile del sistema indagato.

Quali problemi pone questo cambio di paradigma? Quanto sono presenti nella nuova epistemologia le tentazioni di un desueto vitalismo e organicismo? Non si presenta il rischio di un nuovo riduzionismo a partire dai principi biologici, come appare ad esempio nelle ambizioni del progetto Genoma?

 

Homo Generator

La teoria antropologica ci dice che l'Homo sapiens si è liberato dalla surdeterminazione dell'animalità attraverso la creazione delle protesi tecniche. In questo modo ha integrato alla memoria genetica la memoria tecnica, accumulabile, ripetibile e trasmissibile.

Il linguaggio può essere considerato come una tecnologia e rientrare quindi nel novero delle facoltà che l'essere umano ha posto fuori dalla propria corteccia cerebrale iniziando la vicenda dell'esperienza umana che è quindi una esperienza di vita artificiale fin dalla preistoria.

Oggi abbiamo fondati motivi per ipotizzare che l'essere umano stia portando al suo naturale compimento la costruzione della memoria tecnica attraverso l'esperienza operativa delle biotecnologie e delle tecnologie della comunicazione. L'homo generator è, pi compiutamente dell'homo sapiens, il produttore della propria realtà, ma anche questo processo presenta dei rischi e pone degli interrogativi: che esiti potrà avere un futuro questa trasformazione fondata sulla progressiva discretizzazione digitale dell'esperienza umana?

Alcuni dicono che i macrosistemi informatici e l'ingegneria genetica livelleranno le differenze e produrranno una generale uniformizzazione. La questione oggi cruciale è sapere come appropriarci della nuova grammatizzazione e dei nuovi codici digitali in modo che essi producano della "diversità" e non la sparizione del senso per eccesso o carenza di significato.

In questo senso molte ipotesi giocano sul ruolo centrale del corpo e dei sensi nel processo di grammatizzazione tecnologica.

La dialettica tra il corpo e il corpus technologico contemporaneo, unitamente ad una "politica della memoria" possono aiutarci a capire come produrre un nuovo processo di significanza? La premessa necessaria secondo Bernard Stiegler è che si consideri il sistema tecnologico non più come uno strumento, ma come il luogo primario della costituzione del soggetto e quindi come nodo di tutte le interazioni con l' "altro" e con il mondo.

 

I codici come spazio estetico

A livello di teoria estetica si sta evidenziando un processo trasformativo che possiamo sintetizzare come "passaggio dalle forme ai codici".

Oggi si intendono come codici i sistemi di informazione e interazione fondati sulla scansione digitale che costituiscono il supporto dell'opera d'arte multimediale off line e on line, tuttavia si può rintracciare nelle varie esperienze artistiche della seconda metà del '900 un progressivo avvicinamento al nuovo spazio estetico ed epistemico dei codici.

A partire dalla fine degli anni '60, con l'arte concettuale, la body art e la videoarte, l'opera ha iniziato a incorporare ed enfatizzare il processo temporale della sua creazione e l'autoriflessione sui suoi codici comunicativi.

Il corollario di tali opere era la loro natura "partecipata", cioè la gestione attiva dei significanti da parte dei fruitori, come era già evidente nelle esperienze dell'arte programmata e dell'arte elettronica degli anni '50, ma come lo è stato molto pi chiaramente con l'Estetique della communication a partire dagli anni '70.

Queste esperienze storiche di processualità e partecipazione possono essere viste come le promesse dell'odierna virtualità e interattività dell'opera digitale, con la quale condividono il concetto di opera co-variante fondata sulla fungibilità del codice simbolico.

Il salto qualitativo nell'emergenza dei codici può essere collocato nella seconda metà degli anni '80, quando gli artisti hanno iniziato ad ibridare la loro ricerca con i dispositivi di produzione automatica delle immagini e quindi ad assumere la simulazione informatica e il cyberspazio come nuovo e concreto medium della creatività.

Oggi gli artisti dell'area multimediale operano in una condizione di "promiscuità" con i tecnoscienziati, ma naturalmente la loro ricerca ha due peculiari connotazioni del fare artistico: l'esperienza dell'eros e lo spirito critico.

Nelle opere on line l'eros nasce dalla circuitazione dinamica dell'immaginario connettivo, in atto nella sincronia del network; nelle opere in realtà virtuale l'eros scaturisce dal continuo rilancio del desiderio, disancorato da un proprio oggetto fisso.

Lo spirito critico si esplicita nell'opera on line attraverso il senso politico che inevitabilmente assumono le transazioni del pensiero collettivo e connettivo; nell'ambiente RV esso si manifesta nell'emergenza consapevole della differenza soggettiva.

Alcune elaborazioni nel campo della teoria estetica hanno già formulato elementi potenzialmente costitutivi di una nuova estetica, sulla base della evidente sensibilità artistica emergente dai sistemi di memoria, dalla pratica dell'interattività e dalla intelligenza connettiva dell'opera on line, tuttavia appare ancora lungo il percorso da compiere per definire una organica teoria estetica nel contesto dell'economia simbolica dell'era digitale.

 

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