Comunicato Stampa 19.09.08 a cura di Mirto Lupo - Segretario Associazione Aperto Torino

l'Associazione Aperto Torino  presenta:

 
con il Patrocinio della
in occasione del

   UN VIAGGIO NEI LUOGHI DELLA STORIA DELLA CULTURA E DELL’ARTE
 
 
Scultura di Benlupo
Scultura di Benlupo ... sulla porta dello studio d'arte in Via San Giorgio 15 a Chieri.  
 

Sentieri nascosti fra le Antiche Botteghe d'Arte di Chieri

Itinerario e descrizione a cura di Mirto Lupo

per l’Associazione Aperto Torino

 

Ed eccoci a Chieri, in Piazza Cavour ai piedi della torre del campanile del convento di Sant'Antonio, punto di partenza del nostro itinerario. Si apre sopra di noi un labirinto di stretti vicoli medioevali, luoghi carichi di antiche atmosfere, che percorreremo passo dopo passo, senza fretta. Una passeggiata insolita per riscoprire insieme l'ambiente vitale dei sentieri nascosti di Chieri alla ricerca di intimi e affascinanti botteghe d'arte contemporanea. Lasciamo la grande agorà e senza indugi ci nascondiamo fra le mura addossate di via dei Fantini. Il nostro sguardo subito si volge indietro ad osservare fra i tetti l'imponente mole della torre quadrata di casa Ferrero. Riprendiamo a salire e presto ci sembra di percorrere un dedalo contorto di viuzze senza uscita fra consumati portoni di legno e raccolti giardini ove l'edera ci accoglie superando ogni ostacolo. Al numero 7 di Vicolo del Gallo cerchiamo oltre il muro grigio le linee di un'antica loggia aperta ove un tempo asciugavano al vento i fustagni appena tinti di blu guado (nota a piè pagina). Giriamo l'angolo con lo sguardo ancora attento alle buie finestre ed ai balconi abbandonati quando ci sorprende l'intenso profumo dei lievi fiori dei copiosi capperi cresciuti sull'alto muro di Via della Consolata, un po' ovunque. Seguiamo veloci il correre di bianchi gradini attorno all'antico muro di un ritrovato giardino. Un vicoletto celato fra recinzioni protette ci mostra, da un insolito punto di vista, il quattrocentesco Palazzo Buschetti detto "il medioevale" in tutta la sua primitiva bellezza. Tende rosse alle finestre ogivali, decorate da armilla in cotto e appoggiate su di un alto fregio marcapiano a dentelli retto da archetti intrecciati, attirano la nostra attenzione riportandoci indietro nel tempo. Immagini di un passato in cui la torre ottagonale, che notiamo spuntare da dietro, era l'ultimo baluardo di difesa per una delle più celebri famiglie "de non albergo". Saliamo, ora, decisi verso la Chiesa di San Giorgio percorrendo la "chiocciola" coperta dai caratteristici ciottoli quadrati di porfido. Passiamo sotto gli archi coperti della chiesa per riemergere a rimirar le "cento" torri civiche e religiose dal belvedere prima di ridiscendere fra contrafforti e stendardi bianchi e rossi con ripide scale nuovamente verso Via San Giorgio, l'antica chiocciola costruita sulla prima cerchia delle mura del libero comune di Chieri. Entriamo nel cortile del numero 15 dove, all'ombra degli esili rami di un glicine ormai secco e delle ribelli fronde di prepotenti rose selvatiche, saliamo pochi gradini e varchiamo la soglia di uno studio d'artista, di Benedetto Lupo, in arte Benlupo. "La vita ha cambiato il destino dell'uomo: ieri lo spazio di uno studio da pittore scultore e scenografo, mutato poi in convulso e mescolato incontro dell'essere a un tempo casa e tutto, ove egli terminò il pensiero e lasciò i segni del proprio passaggio, oggi memoria nelle tracce incise sulla pietra e sulle contrastate effigi della figura umana." (Angela Calella Benlupo). Un luogo sognato e condiviso nell'arte e nella vita con Angela Calella dove poter guardare oltre, attraverso le sbarre di un piccola finestra, un basso muro che parla in silenzio di un giardino segreto fra tetti coperti da vecchi coppi. "Una nave che percorre mari infiniti, indecifrabili e impenetrabili è ciò che ci occorre per attraversare il tempo della nostra vita. La vita è un tempo che non decide, determina mondi incandescenti, cernite dell'indefinito, correzioni del proprio percorso. La luminosità e la luce determinano i contrasti e gli effetti; le ombre e le notti incedono fitte sul quotidiano di ognuno di noi." (Angela Calella Benlupo). Un ambiente creativo è il luogo adatto ove il sentimento dell'arte origina incontri, dove presenze passate presenti e future si confrontano in un dialogo aperto: "Aprire per conoscere" … poi Aperto Torino. Usciamo ancora in strada e scendiamo lungo Via San Giorgio fra le antiche e moderne botteghe d'arte del borgo ed i fastosi palazzi medioevali ieri in abbandono ed oggi in restauro. Ci troviamo tutt'a un tratto in una grande piazza ove un tempo l'intera popolazione si riuniva ai rintocchi del campanone della Compagnia di San Giorgio. Da Piazza Mazzini scendiamo per una scoscesa strettoia su grandi pietre: Vicolo Romano nasconde dietro a piccoli giardini in cortiletti interni magnifici scorci di case rinascimentali con bellissimi ballatoi in legno e logge aperte. Attraversiamo Via Vittorio Emanuele osservando l'imponente Arco per proseguire poi lungo Via XX Settembre e qui in Piazza Duomo sino al numero 3. Grandi vetrate si aprono sul soffitto di quella che fu officina tessile ed è ora studio dello scultore Silvio Vigliaturo. Ci si ritrova, appena entrati, in una luminosa e coinvolgente atmosfera da bottega d'altri tempi: garzoni intenti a mescere alchimie cromatiche e apprendisti pronti a carpire i segreti che il maestro del vetro intende svelare. "Fra favola e gioco, le forme tridimensionali si espandono nel contrappunto fra la luminescenza interiore della materia e quella esterna della luce, che si rifrange sulla superficie opaca dei colori." (Vittorio Sgarbi). L'artista ci narra storie antiche e miti epici con surrealiste allusioni e futuriste trasparenze alla ricerca di un personale dialogo con il pubblico e con se stesso. Si circonda su di un'azzurra balconata, spazio di riflessione, del suo teatrino fantastico di personaggi per dividere con essi e con noi la sua gioia ed il suo profondo amore per l'arte. Usciamo e percorriamo Via Balbo osservando una bella casa liberty con ricche decorazioni floreali. Entriamo allora nel cortiletto interno di Vicolo mozzo della Madonnetta per ritornare, infine, in Piazza Cavour, dove si conclude questo invito a percorrere insieme nuove vie e, come scrive Giorgio Auneddu, "per conoscersi e per conoscere quello spazio dell'arte, quello spazio dell'artista … ove viene quotidianamente praticato un mestiere e spesa una vita per l'arte.".

N.B.
il Guado
Fino al XVII secolo in Europa il Guado è stato utilizzato per tingere i tessuti ed i filati blu. Il Guado è una antica pianta tintoria, ma anche una grande risorsa economica importante per tutto il territorio del Montefeltro tanto da essere definito l'oro blu; decaduto poi per l'arrivo del meno costoso Indaco dall'Oriente. Il guado è stato recentemente riscoperto nel Montefeltro da Delio Bischi attraverso i ritrovamenti di macine e mulini da guado che non erano né da grano né da olio; erano macine da Guado, cioè macine che servivano a macinare le foglie del Guado, l'Isatis Tictoria dai fiori gialli, e produrre un pigmento di colore blu. Il Guado era il cilestre del "rigatino" l'abito della festa del contadino marchigiano, il "pastel" degli arazzi di Gobelins, il blu delle tovaglie d'altare e dei velluti rinascimentali, il blu di Piero della Francesca.

 

Per ulteriori informazioni: Mirto Lupo (333.5088844)
Con cortese preghiera di pubblicazione e/o diffusione.
GRAN TOUR 2008
Aperto Torino