Relazione Salza 2008

Nel 2009, con 40 anni di ritardo e molti punti di PIL persi, arriveremo a collegare Torino
e Milano, (ma non ancora i due aeroporti di Caselle e Malpensa) in 44 minuti.
È ormai del tutto evidente, ed empiricamente dimostrato, che in Europa, così come negli Stati
Uniti e in Asia, sono le grandi aree urbane (tra 6/8 milioni in Europa, 10/15 milioni in Asia)
i veri motori economici capaci di attrarre persone, risorse, capitali e generare sviluppo

e crescita economica.
Per contro, la più importante area produttiva del Paese, qual è il Nord Italia, non possiede aree
urbane di queste dimensioni. Infatti, l’Italia è da sempre policentrica, ma sappiamo bene che
i geografi moderni rappresentano ormai i territori, fino ad aggregarli in un’unica area urbana,
sulla base delle infrastrutture di collegamento e quindi dei tempi di percorrenza.
Ora finalmente, con il prossimo completamento della TAV, esistono i presupposti
infrastrutturali affinché si avvii un’integrazione sociale e economica, capace di coagulare
lo sviluppo strategico di questa macro area urbana nel Nord Ovest.
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A dieci anni dal piano strategico di Torino, è giunto il momento di concertare un piano strategico
del Nord Ovest, insieme tra Torino, Milano e Genova, in cui ciascuna area urbana e ciascuna
regione possa trovare unità in un progetto di sviluppo economico e sociale coerente e
complementare, e in grado di proiettare le nostre regioni in un contesto Euromediterraneo.
Questo piano deve guardare verso Lione a Ovest, verso Trieste a Est e verso l’Italia centrale,
mentre il collegamento ferroviario - l’asse 24 tra Genova e Rotterdam - e lo sviluppo del
retroporto alessandrino, potranno consentire non solo a Genova di potenziare il proprio ruolo
strategico di porto del Mediterraneo, ma anche alle imprese del Nord Ovest di avere forti
vantaggi competitivi su costi di trasporto da e verso l’Asia.
Anche il raddoppio del Canale di Suez consentirà di riportare il Mediterraneo al centro degli
scambi commerciali tra Occidente e Oriente, offrendo a Genova e a tutto il Nord Ovest
un’ulteriore opportunità di sviluppo.
Anche per quanto riguarda il Gruppo Intesa Sanpaolo, il Bacino del Mediterraneo è stato
posizionato tra le aree maggiormente strategiche dove crescere e svilupparsi, nella
consapevolezza che l’espansione già attuata nell’Europa Centro-Sud Orientale può trovare una
sua integrazione naturale verso Sud. La svolta più importante è avvenuta nel 2006 – in Egitto –
con l’acquisizione dell’80% di Bank of Alexandria, una delle principali realtà del paese, con oltre
180 filiali e 5600 dipendenti. Questa Banca rappresenta per noi la piattaforma ideale
per crescere nella regione, dove, ricordo, siamo già presenti con strutture leggere in Marocco,
Tunisia e Libano.
E sempre nella direzione di sviluppare gli interessi del nostro Paese in questa regione, stiamo
lavorando, insieme a un consorzio di banche della sponda nord e sud mediterranea,
a un progetto per l’individuazione di prodotti e servizi comuni che possano contribuire
all’affermazione dell’iniziativa “Unione per il Mediterraneo”, di recente ripresa con rinnovato
vigore dai governi euro mediterranei.
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Io credo che non sia più attuale parlare di triangolo industriale tra le tre città capoluogo.
Esse, infatti, pur mantenendo un ruolo guida sulla base delle specifiche peculiarità, dovranno
essere sempre più complementari e coese.
È questa la sfida cui dobbiamo guardare: condividere un processo di rafforzamento reciproco
e complementarietà tra i nostri territori, che sappia anche guardare e dialogare con le altre
aree più dinamiche del Paese, come il Triveneto e l’asse Bologna-Firenze.
Ritengo che l’Expo 2015 sia, inoltre, una grande occasione da non sprecare per lavorare
a questo obiettivo. È una sfida da non perdere per radunare gli attori pubblici e istituzionali,
insieme con il mondo economico e finanziario.
E noi sapremo fare la nostra parte.
D’altronde la nascita di Intesa Sanpaolo, quanto mai propizia alla luce di quello che è poi
successo sui mercati internazionali, rappresenta oggi una dimostrazione concreta di come
questo modello di sviluppo possa trovare integrazioni efficaci ed efficienti.
Intesa Sanpaolo è oggi un gruppo bancario che resta saldamente ai vertici europei e mondiali
e che, nonostante la crisi, si mantiene solido, adeguatamente patrimonializzato, capace di
tutelare il risparmio e pronto a continuare a dare credito alle imprese migliori che vogliono
investire e crescere.
Do un solo dato: la variazione degli impieghi totali (ossia Corporate, PMI e Small Business)
relativi all’intero Nord Ovest (Piemonte, Liguria e Lombardia) sono cresciuti per Intesa
Sanpaolo del 9%, anno su anno nel periodo 30 settembre 2007 – 30 settembre 2008.
Un dato significativamente maggiore del tasso di crescita del Pil. Questi sono i fatti.
E proprio l’importante realtà che ho poco prima citato testimonia quanto sia utile evitare inutili
contrapposizioni per difendere i propri campanili, proprio perché sono i risultati e il valore
aggiunto generato che guidano le scelte da compiere.
Da questo punto di vista, come ho già avuto modo di dire e con questo concludo il mio
intervento, la torinesità, come la genovesità, o milanesità si difendono sui contenuti, ossia
sul contributo che ciascuna città può sviluppare per raggiungere una massa critica che possa
confrontarsi con successo in un mercato sempre più ampio e competitivo.