GENITORI , CENSIS : GENITORI SVOLGANO RUOLO GENITORIALE
29 novembre 2007 dal blog "diregiovani.it" (DIRE) Si annoiano, nel tempo libero si dedicano alla trasgressione, si rintanano nelle loro camerette e non hanno un dialogo con i genitori, troppo attenti al lavoro e poco alla vita dei loro figli. Sono gli adolescenti disagiati che vivono nel Lazio, 'fotografati' da un'indagine condotta dal Censis e promossa dall'assessorato regionale alle Politiche sociali. Secondo i risultati della ricerca, realizzata su un campione di 1.750 giovani tra i 14 e i 17 anni residenti in 7 distretti della regione, il 20% degli intervistati vive situazioni di disagio legate alla condizione familiare, a una percezione negativa della scuola, a un cattivo rapporto con gli insegnanti. Insofferenze che si manifestano, poi, in una tendenza ad assumere comportamenti a rischio, soprattutto quando si e' in gruppo. E le condizioni economiche agiate o il grado di istruzione elevato dei genitori non 'salva' i ragazzi. In famiglia, soltanto il 28,8% degli intervistati disagiati ha un dialogo costruttivo con i genitori, con la con seguenza che nel 15% dei casi il clima familiare è conflittuale e nel 11% i giovani percepiscono una totale mancanza di comunicazione. Scuola e futuro degli adolescenti sono argomenti molto trascuranti in casa, dove si privilegia parlare di gossip e personaggi dello spettacolo.Sul fronte scuola, i giovani a disagio si differenziano fortemente dagli altri loro coetanei: solo il 43,8%, rispetto al 74,2%, ritiene che studiare possa offrire maggiori opportunità nella vita, e il 13,1% rispetto all'1% è convinto che non serva a niente perché ciò che conta è essere ricchi e famosi. Ampia la forbice del giudizio anche riguardo i docenti: solo il 33,9% dei ragazzi a disagio esprime una  positiva contro l'81,7% degli altri giovani.  Dall'indagine del Censis, inoltre, emerge che questi adolescenti sono più esposti a episodi di bullismo: il 42,2% ha assistito direttamente a molestie, quasi il 34% a piccoli furti, il 31% alla diffusione di droghe leggere, quasi il 40% a scherzi pesanti, il 27,5% ad aggressioni fisiche, il 36,4% a offese, insulti e minacce, il 16,7% a estorsioni di denaro. Per quanto riguarda, infine, i comportamenti trasgressivi, quelli più frequenti, sia tra i giovani a disagio che non, sono fumare sigarette, viaggiare sui trasporti pubblici senza biglietto, ubriacarsi ogni tanto, fumare spinelli. Ma, in tutti questi casi, le percentuali tra le due categorie non si discostano molto: a fare la differenza sono i comportamenti anti-salutari, come l'assunzione di farmaci per migliorare le proprie performance (41,1% contro 16,9%) e guidare in stato di ebbrezza (43% contro 24,6%)."Questi dati - afferma Anna Coppotelli, assessore regionale alle Politiche sociali - non mi stupiscono. Il primo problema che viene evidenziato da questa ricerca è la famiglia, diventata ormai l'anello debole della società. I genitori tendono ad affidare troppo i loro figli alle strutture sul territorio e la scuola non può sostituirsi alla famiglia. Il nostro compito - conclude l'assessore - è creare una rete integrata tra province ed enti locali per realizzare progetti utili, per esempio, a riempire il tempo libero dei ragazzi. Perciò è fondamentale creare tavoli con gli assessorati alla Scuola, alla Formazione e alla Cultura che devono interagire sia sul piano delle idee che su quello dei finanziamenti". Giuseppe Roma, direttore generale del Censis, pone l'accento soprattutto sulla necessità di 'risvegliare' i genitori affinché tornino a svolgere il loro ruolo di educatori: "Non si può buttare la croce sulla scuola, dobbiamo partire dal territorio dove vivono i giovani disagiati e lanciare un messaggio alle famiglie che devono prestare molta più attenzione ai loro figli e tenere alta la guardia dei valori. Purtroppo - aggiunge Roma - oggi le famiglie sono più disponibili a cedere per convenienza e così accade che anche cosiddetti 'bravi ragazzi' vengono influenzati negativamente dall'esterno. In molti casi - conclude - basterebbe dare un segno di affetto ai ragazzi".(Est/Dire)
Gli attacchi di panico? Più comuni tra figli di genitori separati   12.01.09
I clinici da tempo sono a conoscenza della frequente presenza di esperienze di distacco nella storia di chi soffre di attacchi di panico.  Uno studio pubblicato sulla rivista "The Archives of General Psychiatry" e condotto dal S. Raffaele di Milano in collaborazione con il Norwegian Institute of Public Health, il Queensland Institute of Medical Research di Brisbane (Australia) e il Virginia Institute of Psychiatry and Behavioural Genetics di Richmond (Usa) ha confermato l’associazione tra distacco precoce dai genitori e sviluppo di attacchi di panico in età adulta.  Lo studio ha scoperto che basta il distacco da uno dei due genitori per rendere più vulnerabili al panico persone geneticamente predisposte. Un lutto, un divorzio, così come la separazione dai propri genitori per altri motivi, può modificare il modo di respirare della persona, rendendo più probabile il verificarsi di attacchi di panico.  Sono inoltre stati individuati bambini che, pur non avendo avuto esperienze di separazione precoce, si spaventano in caso di assenza temporanea del genitore. Anche questi bambini hanno più probabilità degli altri, una volta adulti, di soffrire di attacchi di panico.     Indirizzo Trackback per questo post      http://www.psicologo.torino.it/htsrv/trackback.php?tb_id=159