Roberto Giuliani

Questioni di forma e contenuto
nel dibattito sui luoghi della didattica musicale

"beQuadro", 1994, II trimestre


Nel 1984, dieci anni or sono, su "Bequadro", venivano pubblicati due brevi interventi sul corso di Didattica, in parte dedicati alla sua storia, in parte alle ricorrenti questioni a esso legate: necessità del riconoscimento del corso e del titolo, disinteresse ministeriale, divergenze di gestione, corsi speciali previsti dalla Legge 270/82, ecc.(1) Al termine degli scritti si indicava comunque il corso come "unica sede qualificata per la formazione dei docenti di Educazione musicale" (2).

Da quel momento molte cose sono cambiate, anche radicalmente, e in questa sede ci si propone di fornire sull'argomento spunti di riflessione attraverso una panoramica quanto più possibile completa dei cambiamenti intervenuti (3).

Previsto nel 1964 da una commissione ministeriale nei Lineamenti di un nuovo ordinamento didattico dei Conservatori e attivato tra il '66 e il '67 nei Conservatori di Bari, Bologna, Milano e Roma, nel 1984 il corso di Didattica aveva già avuto una notevole diffusione a livello nazionale ed era stato oggetto di numerosi convegni; in questi incontri, oltre a prefigurare miglioramenti, si sottolineava continuamente la necessità del passaggio del corso da straordinario a ordinario, con la trasformazione dell'attestato in diploma e conseguente rivalutazione del titolo; per quanto riguarda il personale docente, va ricordato che a quel momento erano già state attivate ben tre immissioni in ruolo sul posto occupato (4).

Nel 1984 veniva inoltre organizzato a Bologna un incontro nazionale durante il quale era proposto un progetto di nuova articolazione del corso in un quinquennio inferiore (biennio formativo più triennio orientativo) e quadriennio superiore (5); tale progetto fu ovviamente ignorato dal Ministero competente e fu parzialmente ripreso, recuperando l'ipotesi del corso superiore quadriennale, nell'incontro nazionale sulle prospettive del corso di Didattica tenutosi a Reggio Emilia nel 1987(6). Nel 1988 fu progettato presso il Conservatorio di Roma un quadriennio superiore di pedagogia musicale innestato sul segmento superiore del corso di Nuova didattica della composizione(7).

Nel 1989 a Rimini il convegno Verso il 1992: lavoro e professionalità dedicò una giornata di studio ai Processi formativi nella scuola e sbocchi occupazionali; nella stessa città l'anno seguente si riuniva, all'interno del convegno Dalla sperimentazione alla riforma. Testimonianze a confronto per l'obiettivo Europa, un gruppo di lavoro sul corso di Didattica, costretto ancora dall'immobilismo ministeriale a occuparsi della trasformazione del corso in ordinario, delle figure professionali, dell'ampiamento dei programmi (8); parte del gruppo si riuniva ancora a Fiesole nell'ottobre del 1989 per discutere della trasformazione, del reclutamento dei docenti e dell'ampliamento dei programmi anche in rapporto alla situazione europea (9).

Nello stesso anno veniva bandito un Concorso per soli titoli di accesso ai ruoli del personale docente (10) che, per la prima volta, ignorandone l'esistenza, impediva ai supplenti di Didattica di regolarizzare la propria posizione, non consentendo loro nemmeno, come dagli stessi richiesto, di sostenere un concorso per esami (11); la circostanza risultò più che singolare, essendo i docenti in oggetto in possesso di idoneità regolarmente giudicate dalle competenti commissioni, al contrario di parte dei loro più fortunati predecessori, nominati per chiamata discrezionale diretta. Legittimo a questo punto il sospetto che a qualcuno potesse interessare la disponibilità di ben 137 cattedre da assegnare ancora a supplenza (12), o magari da affidare a soprannumerari delle materie più disparate (13).

Di lì a poco venne organizzato il Coordinamento Nazionale Didattica della Musica (CNDM), che tenne la sua Prima assemblea a Roma, il 24 febbraio 1990; in quella sede, il Coordinamento fu formalizzato come "unico organismo competente e autorizzato a esprimere e a difendere i contenuti dell'indirizzo pedagogico-didattico nei Conservatori di musica e a rappresentare le istanze culturali e professionali dei docenti e degli allievi del corso stesso" (14). Grazie al coinvolgimento attivo della maggior parte dei docenti e all'azione diretta e costante nei confronti del Ministero e dell'Ispettorato Istruzione Artistica, la spinta del Coordinamento risultò decisiva su più fronti: vennero infatti sollecitate proposte di legge al riguardo (15), l'attestato rilasciato al termine del triennio di didattica fu valutato per i concorsi in Conservatorio (16), il comitato tecnico-scientifico appositamente nominato diede parere favorevole per la trasformazione in corso ordinario (17), fu insediata una commissione allo scopo di procedere alla stesura dei programmi di studio per la nuova scuola di Didattica (18).

Il risultato di tale lavoro venne poi trasmesso, per le competenze consultive, al Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione (CNPI) che, sulla base delle indicazioni del Comitato Orizzontale per l'Istruzione Artistica (COIA), darà parere positivo dopo oltre un anno (19).

Nel frattempo, il 16 settembre 1990 aveva luogo, sempre a Roma, la Seconda Assemblea del Coordinamento Nazionale che, oltre ad affrontare le questioni irrisolte, si occupava dei nuovi programmi di studio previsti per la trasformazione, e iniziava a interessarsi della nuovamente prospettata riforma degli studi musicali, della quale in realtà si continua a parlare da decenni (20) senza che si riesca a giungere alle modifiche tra l'altro sempre più necessarie nel contesto europeo (21).

A differenza dell'immobile Ministero della Pubblica Istruzione, era intanto quello dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica (MURST) a fornire anche al proposito materiale di riflessione, prevedendo all'interno della Riforma degli ordinamenti didattici universitari l'obbligo del possesso del diploma di laurea per l'ammissione ai concorsi per l'insegnamento nella scuola materna ed elementare, e prospettando l'istituzione di nuovi corsi, corrispondenti a diplomi di specializzazione, deputati a fornire in un ambito post-laurea il titolo di ammissione ai concorsi per la scuola secondaria inferiore e superiore (22).

Per la musica questa aveva l'aria di essere una sorta di rivoluzione copernicana, con il passaggio da una fase di gestione disinvolta dell'educazione musicale nei vari ordini di scuole a una nuova dimensione, che rivelò però immediatamente la sua eccessiva rigidezza; se da un lato si può infatti apprezzare il convincimento ministeriale che non basta saper fare le cose per insegnarle, ma che bisogna 'saper far fare' (23), d'altro canto sorgono inevitabili perplessità sull'applicabilità delle suddette norme al complesso mondo della formazione e delle professionalità musicali. Nelle università italiane infatti, la presenza della musica è garantita nella stragrande maggioranza dei casi dal solo insegnamento di storia della musica presente all'interno di percorsi di studio storico-umanistici (24); a ciò si aggiungano l'assenza pressoché assoluta di materie tecnico-musicali, l'assenza totale dell'esperienza pratica, anch'essa fondamentale per l'educazione alla musica (25), e le precarie prospettive di sviluppo dell'università italiana, che non consentiranno certo la proliferazione di insegnamenti di didattica musicale.

Nei conservatori invece, per quanto riguarda le discipline musicali, il diploma di specializzazione risulta già configurato nel corso di Didattica, concepito appunto come una specializzazione post-diploma, anche se per renderlo compatibile con i nuovi compiti e con le nuove figure professionali sarebbe opportuno ridisegnarlo almeno in parte, argomento sul quale si sono ritrovati concordi più volte gli stessi docenti del Coordinamento.

Oggettive difficoltà incontrano però queste considerazioni in quanto da una parte il diploma finale di Conservatorio, in attesa della riforma degli studi musicali cui si accennava, non è ancora formalmente riconosciuto come laurea (pur rappresentando al momento l'esito ultimo del percorso di studio), dall'altra perché l'università è ovviamente interessata ad annettere alle sue competenze, dopo essersene peraltro disinteressata, anche quella della formazione degli insegnanti musicali, dimenticando che conditio sine qua non per il futuro insegnante è la competenza musicale, non dispensabile certo in un biennio di specializzazione innestato al termine di un normale corso di laurea.

E' probabile che allo stato attuale si possa serenamente affermare che nessuna delle due istituzioni sia in grado di arrogarsi il diritto della perfetta formazione degli insegnanti di discipline musicali, ma sulla base delle competenze presenti e di percorsi già attivati è ragionevole pensare al conservatorio riformato come al luogo più adatto al raggiungimento dello standard formativo previsto, che dovrebbe avere ovviamente caratteristiche di alta specializzazione professionale.

Sinergie tra università e conservatorio sarebbero invece auspicabili in altri ambiti, sfruttando le rispettive competenze; basti pensare al contributo che quest'ultimo potrebbe offrire per alcuni degli insegnamenti del corso di laurea in Conservazione dei beni culturali (26); ciò può avvenire però a condizione di una reale situazione di parità decisionale e gestionale delle iniziative, che speriamo possa trovare rapida attuazione anche mediante le forme di autonomia previste per i conservatori, che consentirebbero convenzioni e altre forme di collaborazione (27).

Al proposito forti perplessità ha sollevato, durante un recente convegno bolognese (28), la proposta, che sembra non aver trovato seguito, di un curriculum integrato fra conservatorio e università, riproposto anche a partire dalla ormai consunta argomentazione secondo la quale gli studi teorici si svolgono nelle università e quelli pratici nei conservatori, impostazione che sembra tra l'altro non tener conto di alcune importanti esperienze che procedono proprio nella direzione opposta, come i quadrienni di musicologia attivi presso i conservatori di Milano e di Roma (29), le importanti esperienze maturate all'interno degli stessi corsi di Didattica, le sperimentazioni triennali di storia della musica, quelle relative ai corsi di analisi, ecc. A ciò si aggiunga che, come sopra accennato, in ben poche facoltà universitarie è attivo un numero utile di insegnamenti musicali, e di conseguenza l'ipotesi bolognese in oggetto rischierebbe di creare un nuovo squilibrio nazionale nella formazione degli insegnanti musicali, evitato sinora attraverso la diffusione dei corsi di Didattica.

A queste perplessità se ne sono aggiunte altre, in occasione della pubblicazione del progetto del Centro Interdipartimentale per la Ricerca Educativa (CIRE) (30), che prevede all'interno della scuola di specializzazione post-laurea un indirizzo di educazione musicale dedicato ai futuri docenti della secondaria di secondo grado (esclusa quindi l'odierna scuola media); gli insegnamenti specifici prevedono un corso storico, analisi musicale, psicologia della musica, antropologia e sociologia della musica, didattica della musica e un laboratorio di didattica musicale; palese è la prevalenza di materie teoriche a scapito dell'area didattica, come ha già sottolineato Maurizio Della Casa Maurizio Della Casa (31); l'accesso è inoltre previsto solo per i laureati provenienti dal DAMS e dalla Scuola di paleografia e filologia di Cremona, che hanno peraltro già all'attivo del proprio corso di studi una netta prevalenza delle discipline storiche e teoriche rispetto a quelle dell'area tecnico-musicale; non è previsto l'accesso dei diplomati di Conservatorio, neanche se in possesso di altra laurea.

Tornando ora con un necessario salto all'indietro alla passata attività del Ministero della Pubblica Istruzione, nel 1990 osserviamo finalmente muoversi qualcosa sul versante della riforma della secondaria superiore, sospinta tra l'altro dal progetto di innalzamento dell'obbligo scolare a 16 anni; grazie anche alle pressioni attivate dal Coordinamento, dalla Società Italiana per l'Educazione Musicale e dalla Società Italiana di Musicologia Cfr. Mozione approvata nell'incontro bolognese del 16.12.1990 dedicato alla riforma degli studi musicali e organizzato dalla Società Italiana di Musicologia (32), nel novembre del 1990, nell'ambito della cosiddetta Commissione Brocca, viene nominato un gruppo di esperti con l'incarico di presentare in tempi ristretti i programmi della disciplina Musica per il biennio riformato della scuola media superiore; di lì a poco un numero ancor più ridotto di studiosi viene chiamato a formulare i programmi del triennio (33).

Il 10 febbraio 1991 si riunisce a Roma la Terza Assemblea del Coordinamento Nazionale Didattica della Musica; i docenti si dichiarano favorevoli all'approvazione da parte del CNPI dei programmi formulati dalla Commissione preposta (34), e richiedono contemporaneamente, in caso di riforma dei conservatori, il mantenimento dei cinque insegnamenti attualmente presenti nel corso all'interno del più ampio ventaglio del futuro indirizzo didattico degli studi superiori (35).

Superate le difficoltà e le lungaggini burocratiche, nell'agosto del '91 viene emanata la Legge che prevede la ridefinizione didattica dei corsi straordinari e il relativo bando di concorso (36), e nel marzo '92 ha luogo la tanto auspicata ridefinizione, che ha tra i suoi più importanti effetti, per il corso di Didattica, quelli di trasformare il corso in ordinario e l'attestato in diploma, regolarizzare il funzionamento a livello nazionale, ampliare e definire gli orientamenti didattici, definire la prova di diploma, elevare la durata da 3 a 4 anni (37); disposizioni successive regolano l'immissione in ruolo dei docenti (38).

Paradossalmente, in un primo momento, anziché gli ottimi risultati dell'operazione, con sottile esercizio critico vengono sottolineati da taluni i limiti e gli eccessi degli orientamenti didattici (39), mentre più recentemente, anche grazie al sempre maggior confronto favorito dalle riunioni del Coordinamento, si è cercato di evidenziare i portati positivi di quelle proposte (40). Da osservare comunque che, mentre sul versante operativo gran parte delle questioni verranno risolte dal D. M. 24.9.94, di cui si parlerà più avanti (41), sul versante dei contenuti la libertà di insegnamento favorisce larghissime potenzialità a partire dagli orientamenti generali, principio valido in special modo per corsi come quello di Didattica, composti da discipline in veloce evoluzione. Anche in forza di ciò, dopo la trasformazione del corso in ordinario e la conseguente stabilizzazione delle situazioni lavorative, talvolta sottoposte nel passato agli arbitri di commissioni e direttori, i docenti di Didattica hanno fornito prova di notevole responsabilità culturale, continuando a discutere sulle migliorie da apportare alla struttura e ai contenuti del corso.

Si arriva così al quarto incontro nazionale del CNDM, nei giorni 27-28 marzo 1993 a Bologna (42), in apertura del quale i docenti si sono pronunciati sull'opportunità di proseguire l'esperienza del Coordinamento; in quella sede, al consueto scambio di informazioni sul funzionamento dei corsi, è seguita un'analisi del contenuto del D. M. 13.4.92, al termine della quale si è rilevata la necessità di accertare durante l'esame di ammissione anche le motivazioni dei candidati alla frequenza, sempre prevedendo l'unitarietà della valutazione da parte dei cinque docenti; tra gli altri punti toccati: la riarticolazione degli esami di diploma, l'opportunità della definizione collegiale del monte ore dell'allievo, l'importanza delle esperienze interdisciplinari, il tirocinio, il riferimento al diploma universitario di specializzazione, l'ipotesi della costituzione di una banca dati relativa a docenti, allievi, programmi, ecc. (43).

Il 27 e 28 ottobre 1993, a Roma, nel suo quinto incontro il Coordinamento, anche a seguito delle riunioni per singole materie, discute e approva un documento contenente Proposte di modifica e di integrazione al D.M. 13.4.92 relativo alla Scuola di Didattica della musica nei Conservatori (44); si prevedono tra l'altro: il riconoscimento del diploma di Didattica della musica come unico titolo valido per l'accesso ai concorsi per l'insegnamento di discipline musicali nelle scuole non conservatoriali (45); l'impossibilità di stabilire un limite di età per l'ammissione (visto il carattere di specializzazione professionale del corso); la presenza obbligatoria in commissione dei cinque titolari del corso, del Direttore e, per l'esame finale, di un membro esterno titolare nella scuola di Didattica; il possesso del diploma di scuola secondaria superiore in aggiunta ai requisiti musicali richiesti; le modalità degli esami di conferma; l'articolazione del contenuto delle cinque discipline in venti annualità, con venti esami da sostenere nell'arco massimo di un quinquennio; la sostituzione dell'attuale esame di diploma con l'elaborazione scritta e la discussione di una tesi; la riarticolazione, in subordine al punto precedente e in via transitoria, delle prove previste per l'esame di diploma in sei prove a contenuto più omogeneo; il divieto di sostenere l'esame da privatisti, date la specificità degli insegnamenti e la necessità di evitare la speculazione di lezioni e corsi privati; il tirocinio assistito in scuole di altro ordine; le riunioni periodiche dei docenti; la necessità di uno specifico bando relativo a cinque distinte classi di concorso per le discipline del corso di Didattica (46); la definitiva cancellazione di affinità presunte o artificiose e la condanna dell'uso indiscriminato dei soprannumerari di altre materie (47).

Il 29 e 30 aprile 1994 ha luogo a Bari la sesta riunione del CNDM (48). In apertura ampio spazio viene dedicato ai risultati delle riunioni delle cinque discipline svoltesi preventivamente (49); tra gli argomenti affrontati: articolazione in venti annualità e tesi finale, interdisciplinarità della componente analisi nei programmi, uso dei supporti elettronici e informatici, riformulazione degli obiettivi e dei macro-contenuti degli orientamenti di pedagogia, scambio dei programmi di studio e d'esame, tirocinio, rapporti con l'università (50), varietà dei profili professionali offerti potenzialmente dal corso, creatività, importanza dell'uso del coro di bambini. A seguire vengono aggiornate le posizioni contenute nel documento di Roma dell'ottobre 1993, aggiungendo i seguenti punti: riconoscimento del diploma di Didattica, oltreché come diploma di specializzazione, come titolo preferenziale, dopo quello specifico, per l'insegnamento dello strumento nelle scuole medie sperimentali a indirizzo musicale; valutazione dell'esame di conferma come sostitutivo dell'esame di revisione e passaggio; riarticolazione dell'esame in nove prove, in subordine rispetto all'ipotesi della tesi finale; valore determinante dell'attività didattica nell'attribuzione dell'idoneità agli aspiranti alla supplenza nel corso di Didattica, orientamenti valutativi. L'assemblea si è poi pronunciata sulle finalità dell'esistenza e dell'azione del Coordinamento, individuandole nelle seguenti: a) elaborazione di nuovi ordinamenti e programmi per la scuola di Didattica; b) confronto sui contenuti culturali, gli aspetti epistemologici e i quadri di riferimento metodologico del corso; c) coordinamento delle iniziative atte a salvaguardare i diritti di docenti e allievi. Il Coordinamento ha concluso i suoi lavori occupandosi della discussione in atto sulla concessione di autonomia ai Conservatori (51) e confermando l'impegno dei partecipanti in relazione sia al rinnovamento dei corsi di Didattica sia alla riforma globale dei conservatori e degli studi musicali, nel quadro più ampio della cultura, musicale e non, del nostro paese (52).

Gran parte delle osservazioni sin qui espresse, grazie anche alla pressione esercitata dal Coordinamento, sono state infine accolte all'interno del più volte sollecitato D. M. di chiarimento del funzionamento dei corsi ex straordinari (53). Se ne espongono di seguito gli aspetti più rilevanti, tutti contenuti all'art. 1: "relativamente alla scuola di didattica della musica, il decreto ministeriale 13 aprile 1992 è integrato come appresso", lettera a: viene esplicitata l'assenza di limite di età per l'ammissione al corso; non viene consentita ammissione ad anni intermedi (fatta eccezione per gli attestati del vecchio corso straordinario), dato il carattere specifico delle materie e anche al fine di evitare i problemi legati al privatismo; per gli stessi motivi non è consentito sostenere l'esame di diploma da esterni; l'ammissione "avviene per esami (colloquio e contestuali prove musicali)" anziché, come previsto dal D.M. del 13.4.92 per "accertamento delle attitudini musicali pianistiche e culturali"; "I programmi relativi agli esami di ammissione sono definiti dal collegio dei docenti [... e] pubblicati annualmente all'albo del conservatorio entro il 30 marzo"; la commissione per gli esami di ammissione è composta dal direttore e "da cinque docenti della scuola (uno per ciascuna disciplina)" e "ciascun componente della commissione esprime una votazione da 1 a 10"; lett. b: gli esami di passaggio si articolano in cinque prove, determinate collegialmente e pubblicate all'albo entro il 30 maggio, la commissione e la procedura di votazione sono le stesse degli esami di ammissione; lett. d: per l'esame di diploma è ribadita l'importanza della presenza del "coro di allievi in età dell'obbligo", "al candidato vengono attribuite 9 votazioni separate [relative alle prove riarticolate, e] ogni componente della commissione esprime per ciascuna delle predette 9 prove una votazione da 1 a 10"; lett. e: "Per sostenere gli esami di passaggio all'anno successivo, o di diploma, l'allievo deve aver frequentato non meno di 2/3 delle lezioni per ciascuna materia"; lett. f: "In relazione agli orientamenti didattici e ai programmi degli esami di diploma previsti dal D.M. 13 aprile 1992, il collegio dei docenti della scuola di didattica della musica, presieduto dal direttore [...] entro 15 giorni dall'inizio delle lezioni deve procedere annualmente alla definizione dei programmi d'insegnamento relativi a ciascuno dei quattro anni della scuola. I predetti programmi debbono essere immediatamente pubblicati all'albo del conservatorio".

Restano ancora da risolvere, e non è poco, le istanze relative al requisito della maturità, alla divisione in annualità, alla tesi finale, alla maggiore spendibilità del titolo.

Ultima in ordine di tempo, la riunione svoltasi a Firenze il 28 e 29 ottobre 1994 (54) è stata dedicata al tema Quali professionalità per il diplomato della scuola di didattica?, e al suo interno si sono tenute le ormai consuete riunioni per gruppi disciplinari e la discussione assembleare sul funzionamento del corso e sull'organizzazione del Coordinamento. I docenti, interessati a definire professioni e professionalità per il diplomato in didattica, hanno affrontato i seguenti argomenti: trasformazione dell'esame di diploma in una prova di progettazione interdisciplinare con tesi finale, articolazione in venti annualità, contenuti e metodi degli insegnamenti, competenza interdisciplinare, organizzazione dei percorsi di apprendimento, capacità di gestione dei sistemi educativi, progettazione dei curricula formativi, elaborazione di progetti educativo-musicali anche esterni alla scuola, flessibilità della preparazione finale del diplomato a partire da presupposti e competenze comuni, necessità di fornire competenze riconvertibili, nuove professionalità anche legate ai diversi contesti culturali, necessità di un taglio socio-antropologico del corso, funzione sociale dell'operatore musicale, aggiornamento e autoreferenzialità (55). Durante l'incontro è stata approvata una mozione relativa alla collocazione e alla valutazione del diploma di Didattica (56).

Il prossimo appuntamento del Coordinamento è fissato a Roma, nei giorni 24 e 25 ottobre 1995, per discutere ed elaborare proposte di modifica all'ordinamento e per prospettare soluzioni alle questioni ancora in sospeso.

Centrale rimane la necessità di una articolazione del corso di diploma sul modello universitario, e peraltro il corso nelle prospettive di riforma degli studi musicali si colloca tra i titoli di massimo livello rilasciabili dalle strutture riorganizzate; ma all'azione volta alla risoluzione delle questioni formali è sempre più importante che rimanga affiancato e venga anzi potenziato il dibattito sulle questioni sostanziali e sulla reale portata della disciplina.

Nei recenti incontri spesse volte ci si è trovati infatti a dover addirittura contenere i campi di intervento nei quali una competenza didattico-musicale può trovare sbocchi utili socialmente oltre che culturalmente; inoltre, nei documenti relativi alla riforma degli studi musicali, è sempre più spesso previsto come questi debbano "essere intesi sia come propedeutici alle future professioni musicali sia come strumento di educazione generale dell'individuo" (57).

Ciò comporta la loro presenza, in senso lato, in ogni fase possibile della crescita culturale e non solo quindi a livello scolare, dall'organizzazione alla divulgazione, dai progetti di interventi nel sociale fino alle applicazioni della musicoterapia, senza voler qui entrare nel merito della delicata questione delle competenze necessarie alla didattica degli insegnamenti strumentali.

Ben oltre l'iniziale compito di formazione degli insegnanti di scuola media e la transitoria querelle su chi debba formare i docenti della secondaria superiore, il corso di Didattica dovrà nei prossimi anni trasformarsi sempre più in strumento flessibile per chi voglia educare e comunicare con la musica, e per mezzo di essa entrare in relazione con gli altri e testimoniare la funzione sociale della cultura.

[Roberto Giuliani]

NOTE

(1) Johannella Tafuri - Fiorella Cappelli, Il Corso di didattica della musica nei Conservatori, "Bequadro", IV, nn. 15-16, luglio-dicembre 1984, pp. 15-18.

(2) Ib., p. 16.

(3) Per una disamina particolareggiata, dal 1964 al 1991, degli eventi del corso cfr.: R. Giuliani, Per una storia dei corsi di Didattica della musica nei Conservatori italiani, "Musica domani", XXI, n. 79, giugno 1991, pp. 6-12.

(4) Legge n. 477 del 30.7.1973, art. 17, c. 7: "gli insegnanti di ruolo della scuola media utilizzati negli istituti e scuole di istruzione secondaria superiore [...] possono chiedere di essere immessi nei ruoli dei predetti istituti per le cattedre o posti orario in cui sono stati utilizzati per l'a. s. 1973/74"; Legge n. 463 del 9.8.1978, art. 13, c. 13: "gli insegnanti incaricati a tempo indeterminato, nelle scuole secondarie e artistiche [...] sono nominati in ruolo per la cattedra o posto orario occupati nell'anno scolastico 1977/78"; Legge n. 326 del 16.7.1984, art. 6: "Gli articoli [relativi all'immissione in ruolo] si intendono riferiti anche ai docenti incaricati dei corsi straordinari dei Conservatori". .

(5) Il quadriennio superiore, professionalizzante, prevedeva le seguenti materie: psicopedagogia generale, psicopedagogia e didattica musicale, tirocinio, tecnica vocale e direzione di coro, storia della musica, composizione analisi e lettura della partitura, secondo strumento complementare, musica d'insieme.

(6) Il corso superiore quadriennale prevedeva: pedagogia della musica, metodologia e didattica dell'educazione musicale e tirocinio, storia della musica, composizione e analisi, tecnica vocale e direzione di coro, musica d'insieme e pratica strumentale.

(7) Il quadriennio di composizione a indirizzo pedagogico, pur in presenza di diverse anomalie e in assenza di alcuni presupposti previsti dalla normativa sulla sperimentazione, ora oggetto di riconsiderazione da parte del Ministero, è stato autorizzato con il D. M. 24.7.89 e rinnovato con i DD. MM. 7.9.93 e 12.7.94. Il corso in realtà non è però mai stato attivato per mancanza di allievi interessati, anche perchè la trasformazione nel 1991 del corso di Didattica da straordinario a ordinario, oltre a recepire molte delle istanze emerse fino a quel momento, ha di fatto reso improbabili sperimentazioni che non avessero tale corso come base di partenza o che comunque non si rapportassero in qualche modo al dibattito generale sulla disciplina, come ribadito anche nella riunione del Coordinamento svoltasi a Firenze nel 1994. Per l'iscrizione a questo quadriennio era previsto il possesso del diploma di scuola media superiore e del compimento del quinquennio di composizione sperimentale, oppure il possesso di un diploma di conservatorio o di un compimento medio di scuola decennale e il superamento di una prova scritta e orale equivalente a quella del compimento del quinquennio di composizione sperimentale; previsti per le materie esami annuali e la discussione finale di una tesi scritta. Insegnamenti programmati: tecniche compositive, applicazioni didattiche della composizione e improvvisazione, pratica strumentale, paleografia e semiografia contemporanea, metodologia dell'analisi musicale, esercitazioni di analisi, elementi di etnomusicologia, elementi di acustica e musica elettronica, didattica della storia musicale, lettura della partitura, esercitazioni e direzione corali, didattica dell'educazione musicale, tirocinio didattico, psicopedagogia della musica, sociologia della musica e dei mass media. A una lettura attenta, pressoché tutti gli argomenti risultano confluiti negli orientamenti didattici contenuti nel D. M. 13.4.92, di cui si tratterà più avanti.

(8) Cfr. Convegno di Rimini: i documenti conclusivi, in "Bequadro", IX, n. 35, luglio-settembre 1989, p. 8: "Il gruppo di lavoro di Didattica della musica [...] ritiene di sottoporre al Comitato [di iniziativa per la riforma degli studi musicali, costituitosi a Rimini], affinché si faccia carico di inoltrare le opportune richieste agli organi politici e amministrativi, alcuni suggerimenti [...] 1. E' essenziale che il Corso di Didattica della musica diventi Corso Ordinario, finalizzato alla formazione professionale degli insegnanti di discipline musicali di ogni ordine e grado. 2. Nella situazione contingente si ritiene intanto opportuno che il corso di Didattica della musica diventi "Corso speciale permanente" mantenendo l'attuale ordinamento. 3. In merito al nuovo ordinamento del Corso Ordinario, il gruppo di lavoro ritiene che si dovranno ampliare i programmi attinenti alle scienze dell'educazione, all'area musicale e musicologica e all'are specificamente metodologica e didattica [...]". Il gruppo era formato da Fiorella Cappelli, Rosalba Deriu, Annamaria Freschi, Paola Ghigo, Roberto Giuliani, Maria Cecilia Jorquera, Franco Mirenzi, Mario Piatti, Francesco Possenti, Marianna Rossi, Johannella Tafuri, Maria Ida Tosto.

(9) Vedi nota 21.

(10) Decreto Legge 249/89, poi D. L. 315/89, D. L. 357/89 e Legge n. 417 del 1989 (Gazzetta Ufficiale del 2.1.90).

(11) A tutt'oggi nulla è stato predisposto per il corso di Didattica e per tutti gli altri recentemente trasformati, mentre per i corsi ordinari sono state previste le procedure concorsuali per titoli ed esami e formulati programmi e prove d'esame (cfr. Supplemento ordinario al Bollettino Ufficiale nn. 17-18 del 27 aprile - 4 maggio 1989), che nella maggior parte dei casi sono state espletate dando luogo alle previste graduatorie nazionali. Sul versante delle supplenze non è certo andata meglio: l'8.4.93 il Ministero P. I. emanava l'O. M. n. 106 Disciplina per il conferimento delle supplenze nei Conservatori di musica al personale docente ed agli accompagnatori al pianoforte, che prevedeva la formulazione di graduatorie nazionali permanenti e aggiornabili ogni triennio (art. 7, c. 4); per la didattica venivano previste cinque commissioni interamente composte da titolari della materia in oggetto, che iniziavano il loro lavoro con sede presso il Conservatorio di Latina; di lì a poco lo stesso Ministero sospendeva "momentaneamente" in tutta Italia le procedure, con il risultato che fino a tutto il 1994/95 sono state ritenute valide le graduatorie compilate nel 1989, con mandato al Direttore del conservatorio, in presenza di graduatorie esaurite (ovviamente ormai la quasi totalità) di nominare discrezionalmente. Analoga procedura è stata inoltre applicata nei corsi nuovamente istituiti a partire dall'anno 1993/94 presso i Conservatori di Foggia, La Spezia, Monopoli, Perugia, Rodi Garganico. Al momento, a seguito del positivo intervento del nuovo Capo dell'Ispettorato I. A., dott.ssa Preden, le procedure per la compilazione delle graduatorie nazionali sono state riattivate e in quella occasione i commissari hanno formalmente richiesto "agli organi competenti l'emanazione di provvedimenti legislativi volti a impedire che i risultati del proprio lavoro siano vanificati dall'applicazione delle norme relative all'indicazione delle tre preferenze imposta ai candidati, che impedisce tra l'altro la corretta designazione sulle cattedre di istituzione successiva alla presentazione della domanda. I sottoscritti commissari richiedono quindi che le nomine di supplenza vengano conferite, prescindendo dalle tre preferenze a suo tempo indicate, sulla totalità delle cattedre disponibili, i base alla posizione assunta nella graduatoria nazionale".

(12) Nell'anno 1989/90 i docenti di ruolo in Didattica erano 23 e 137 i supplenti e gli utilizzati, nei Conservatori ove era attivato il corso: Adria, Alessandria, Avellino, Bari, Benevento, Bologna, Brescia, Cagliari, Campobasso, Castelfranco Veneto, Como, Cuneo, Fermo, Firenze, Genova, Latina, Messina, Milano, Napoli, Novara, Padova, Parma, Pesaro, Pescara, Potenza, Reggio Calabria, Roma, Rovigo, Torino, Udine, Venezia, Vicenza.

(13) Secondo l'obsoleta tabella D del D. M. 5.7.88 l'insegnamento di "didattica della musica" (non meglio specificato) è affine a quello di "teoria, solfeggio e dettato musicale" [sic], e quindi il direttore del conservatorio può dar luogo automaticamente a utilizzazione, senza neanche dover verificare l'esistenza di titoli specifici del docente. Il paradosso, già evidente nel 1988, è aumentato nel momento in cui il corso è stato trasformato in ordinario e vengono stabilizzate le cinque distinte discipline. Di tale situazione è evidentemente cosciente l'Ispettorato I. A. che con prot. 1810 del 28.7.94 comunicava che "per effetto della trasformazione in scuola dell'ex corso speciale di didattica della musica, si ritiene, nel caso specifico, caducata [sic] l'affinità con l'insegnamento di teoria, solfeggio e dettato musicale", salvo poi ritrattare con prot. 30/3 del 10.12.94 nel quale si sostiene che "corrispondenze e affinità risultano a tutt'oggi determinate come nella tabella D" di cui sopra, e che "ad una revisione della predetta tabella si farà luogo allorché si provvederà a ridefinizione tipologica della classi di concorso". La contraddizione potrebbe far sorridere se tale assurda affinità non fosse lucidamente applicata, con danni facilmente immaginabili alla figura del docente e al rendimento dell'allievo. Si citano qui i casi dei Conservatori di Frosinone e Messina dove, nell'anno 1994/95, due titolari di solfeggio sono utilizzati sulla cattedra di Storia della musica per didattica (inutile aggiungere che i relativi ricorsi presentati, in presenza di normativa tanto lampante, hanno dato esito negativo). Estremi a parte, va ricordato che anche in assenza di corrispondenze o affinità il direttore è in grado di disporre l'utilizzazione del soprannumerario interno all'istituto: cfr. O. M. n. 93 del 30.3.1991, integrata dalle OO. MM. n. 93 del 30.3.1992, n. 140 dell'8.5.1992 e n. 152 del 14.5.1993, art. 17 c. 5: "Nell'eventualità che l'utilizzazione del docente non fosse possibile neanche su cattedra di materia affine, il docente medesimo dovrà essere utilizzato, sempre con provvedimento del direttore dell'istituto, per l'insegnamento di altra materia per la quale sia in possesso di titolo di studio o di idoneità attestata dal direttore medesimo che, in tale ultima ipotesi, avrà cura di sentire preventivamente il consiglio di istituto [...]"; analoga procedura si prevede all'art. 18 c. 2 per le richieste di soprannumerari di materie diverse provenienti da altri istituti, utilizzati "previo giudizio di idoneità espresso da una commissione composta dal direttore dell'istituto richiesto e da cinque insegnanti, designati dal collegio dei docenti, di cui uno titolare dell'insegnamento richiesto, ricorrendo, ove necessario, a docenti titolari in altri istituti.".

(14) Nel documento del Coordinamento, organismo inizialmente promosso da Roberto Giuliani, Andrea Lunghi e Franco Mirenzi (organizzatori della 1(o), 2(o), 3(o) e 5(o) Assemblea nazionale del CNDM), veniva sottolineata anche l'urgenza del bando di concorso, la cancellazione delle affinità di cui alla nota 13, la trasformazione del corso con il mantenimento dei cinque insegnamenti già presenti, la nomina di una commissione per la riformulazione della struttura e dei programmi del corso.

(15) Proposta di legge n. 4776 del 20.4.1990, a firma Casati e Portatadino (DC), Istituzione della scuola di Didattica della musica presso i Conservatori di musica; proposta di legge n. 4916 del 21.6.1990, a firma Cordati (PCI) e altri, Istituzione della scuola di Didattica della musica presso i Conservatori di musica e formazione degli insegnanti; le proposte vennero presentate nella giornata di convegno dedicato a Il Conservatorio e la formazione degli insegnanti di Educazione musicale tenutosi a Roma il 20.2.1991 presso la Camera dei Deputati.

(16) O. M. del 27.4.1990 Nomine di supplenza [...] nei Conservatori; D. M. del 18.7.1990 Concorso ordinario, per esami e titoli a cattedre e a posti nei Conservatori di musica.

(17) Parere del 31.5.1990 del comitato tecnico scientifico nominato in base al D. M. 9.2.1990 e formato da sette direttori di Conservatorio: Marcello Abbado (Milano), Enrico Anselmi (Udine), Giorgio Brunello (Verona), Cesare Croci (Frosinone), Giorgio Ferrari (Torino), Irma Ravinale (Roma), Claudio Scimone (Padova).

(18) In base al D. M. 4.8.1990 diverse commissioni vennero nominate e riunite a Mestre per la stesura dei programmi di studio e d'esame dei corsi in via di trasformazione; la commissione per Didattica della musica, formata da Riccardo Allorto, Leonardo Calì e Agostino Ziino, terminò i suoi lavori il 15.9.1990, dopo aver acquisito e preso in considerazione pareri e proposte inviate dai docenti del Coordinamento.

(19) Parere espresso dal CNPI nell'adunanza del 22.11.91.

(21) Cfr. Gazzetta Ufficiale delle Comunità europee del 24.1.89: Direttiva del Consiglio [delle Comunità europee] del 21.12.1988 relativa ad un sistema generale di riconoscimento dei diplomi di istruzione superiore che sanzionano formazioni professionali di una durata minima di tre anni (89/48/CEE) e successiva integrazione nella G. U. del 16.10.89; la direttiva è stata recepita dal Parlamento italiano con Legge n. 428 del 29.12.1990, che delegava il Governo a emanare entro un anno il decreto di attuazione, relativo a quelle professioni per le quali è ritenuta necessaria una formazione successiva al diploma di secondaria superiore.

(20) Non è questa la sede per occuparsi della storia delle proposte di legge in materia; ci limiteremo a segnalare che nella presente legislatura sono ben quattro i progetti depositati in Parlamento: in Senato il disegno di legge n. 1246 del 20.12.94, a firma Serra (gruppo di Forza Italia) e altri, Delega al Governo per la riforma delle Accademie di belle arti, dell'Accademia di danza, dell'Accademia di arte drammatica, degli Istituti superiori per le industrie artistiche e dei Conservatori di musica e il disegno di legge n. 1490, a firma Monteleone e Bevilacqua (An-Msi), Riordinamento degli studi musicali; alla Camera la proposta di legge n. 1111 del 3.8.94, a firma Sgarbi (gruppo di Forza Italia) e altri, con la stessa denominazione del disegno n. 1246 del Senato, la proposta di legge n. 2029 del 14.2.95, a firma Bracci Marinai (gruppo Progressisti) e altri, Istituti superiori per gli studi musicali (I.S.S.M.). Nuovo ordinamento dell'Istruzione musicale e la proposta di legge n. 2223 del 14.3.95, a firma Sbarbati (gruppo misto), Norme per il riordino e la valorizzazione dei Conservatori di musica; delle proposte la Commissione Cultura della Camera ha iniziato a discutere in sede referente dal 13.12.94, per poi continuare i lavori dal marzo '95 in seno al Comitato ristretto espressamente formato per definire la riforma dei Conservatori e delle Accademie. Alla componente didattica fa riferimento esplicito nell'articolato solo la proposta Sbarbati, all'art. 2, c. 1: "Negli istituti superiori di musica i corsi di studio sono preordinati: a) alla preparazione didattica e professionale dei docenti di discipline musicali nelle scuole secondarie [...]"; nella premessa alla proposta Bracci invece, nella parte dedicata alla molteplicità di aree da prevedere negli istituti superiori si legge: "[area] pedagogico-didattica, pertinente ai diversi livelli dell'insegnamento nelle scuole di ogni ordine e grado, ma anche alle molteplici applicazioni nei settori che vanno dall'animazione socioculturale alla musicoterapia".

(22) Legge n. 341 del 19.11.1990, art. 3, c. 2: "Uno specifico corso di laurea, articolato in due indirizzi, è preordinato alla formazione culturale e professionale degli insegnanti, rispettivamente, della scuola materna e della scuola elementare, in relazione alle norme del relativo stato giuridico. Il diploma di laurea costituisce titolo necessario, a seconda dell'indirizzo seguito, ai fini dell'ammissione ai concorsi a posti di insegnamento nella scuola materna e nella scuola elementare [...] I concorsi hanno funzione abilitante [...]"; art. 4, c. 1: "Il diploma di specializzazione si consegue, successivamente alla laurea, al termine di un corso di studi di durata non inferiore a due anni finalizzato alla formazione di specialisti in settori professionali determinati [...]"; art. 4, c. 2: "Con una specifica scuola di specializzazione articolata in indirizzi, cui contribuiscono le facoltà e i dipartimenti interessati, ed in particolare le attuali facoltà di magistero, le università provvedono alla formazione, anche attraverso attività di tirocinio didattico, degli insegnanti delle scuole secondarie, prevista dalle norme del relativo stato giuridico. L'esame finale per il conseguimento del diploma ha valore di esame di Stato ed abilita all'insegnamento per le aree disciplinari cui si riferiscono i relativi diplomi di laurea. I diplomi rilasciati dala scuola di specializzazione costituiscono titolo di ammissione ai corrispondenti concorsi a posti di insegnamento nelle scuole secondarie"; art. 4, c. 3 "[i corsi] devono comprendere discipline finalizzate alla preparazione professionale con riferimento alle scienze dell'educazione e all'approfondimento metodologico e didattico delle aree disciplinari interessate nonché attività di tirocinio didattico obbligatorio [...]".

(23) Cfr. al proposito Franca Ferrari, Ripartire dall'identità musicale, in Pedagogia della musica: un panorama, a cura di Mario Piatti, Bologna, CLUEB 1994, pp. 131-145.

(24) Cfr. Le discipline musicali e l'università, a cura di Teresa M. Gialdroni, con una Premessa di Agostino Ziino, Roma, Società Italiana di Musicologia 1994, pubblicato con il patrocinio del Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica. Eccezioni alla presenza di una sola o di poche discipline musicali sono costituite dai seguenti corsi: laurea in musicologia, diploma in paleografie e filologia musicale e diploma di storia e didattica della musica (in corso di trasformazione in diploma universitario) presso la Scuola di Paleografia e Filologia Musicale di Cremona, che dipende dall'Università di Pavia; laurea in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo, presente presso l'Università di Bologna e recentemente attivato presso l'Università della Calabria con sede a Cosenza; diploma in Musicologia e Pedagogia musicale (nei due indirizzi musicologico e pedagogico, ora in corso di trasformazione in diploma universitario) rilasciato dalla Scuola diretta a fini speciali in Musicologia e Pedagogia musicale di Fermo, che dipende dall'Università di Macerata; diploma universitario in Operatore dei beni culturali - indirizzo musicale, attivato presso l'Università di Udine con sede in Gorizia; laurea in Conservazione dei beni culturali - indirizzo beni musicali, attivata presso le università di Bologna (con sede in Ravenna), Lecce, Parma e Venezia. Tranne i primi due casi citati di Cremona e Bologna, le altre esperienze funzionano quasi esclusivamente con professori a contratto.

(25) Un solo esempio può bastare a legittimare tali perplessità: in Ungheria sin dalla prima classe delle elementari sono previsti canto, scrittura e lettura della musica, ascolto e improvvisazione; cfr. Zoltàn Laczò, L'ascolto della musica nella scuola elementare in Ungheria con speciale riferimento alle classi dalla V alla VII, in Didattica della storia della musica, atti del convegno internazionale (Firenze, 29.11 - 1.12.85) a cura di Sergio Miceli e Mario Sperenzi, Firenze, Olschki 1987 (Quaderni della Rivista Italiana di Musicologia, 17), pp. 65-73.

(26) Nell'elenco delle materie presenti nello statuto del corso figurano tra le altre: elementi di teoria musicale, didattica musicale, elementi di armonia e contrappunto, metodologia d'analisi critica musicale, storia della teoria musicale moderna, acustica, storia delle tecniche orchestrali, oltre alle diverse storie della musica e alle storie degli strumenti musicali e delle loro letterature.

(27) Cfr. Legge n. 339 del 1993, art. 4, c. 1: "Gli istituti e le scuole di ogni ordine e grado nonché le istituzioni di alta cultura di cui all'articolo 33 della Costituzione ed in particolare le Accademie di belle arti, le Accademie nazionali di arte drammatica e di danza e i Conservatori di musica hanno personalità giuridica e sono dotati di autonomia amministrativa, finanziaria, didattica, di ricerca e sviluppo [...]". L'attuazione dell'autonomia in oggetto era stata prevista nel 1994 dal Ministero P. I. nello Schema di decreto legislativo recante norme in materia di "Autonomia delle Accademie e dei Conservatori di musica", e richiamata dall'ex Ministro on. Francesco D'Onofrio anche nel Documento per lo schema dei decreti legislativi sull'autonomia scolastica presentato alla stampa il 30.9.94; al momento l'autonomia delle accademie e dei conservatori, oltre ad essere presente nelle proposte di legge citate a nota 20, è citata in uno specifico articolo dello schema di disegno di legge recante Delega per l'attuazione dell'autonomia scolastica e per il riordinamento dell'amministrazione scolastica, presentato dal Ministro della P. I. Giancarlo Lombardi e approvato dal Consiglio dei Ministri in data 26.5.95, che prevede tra l'altro "l'attribuzione della personalità giuridica e le modalità di attuazione dell'autonomia didattica, scientifica, finanziaria, amministrativa e statutaria, nonché di ricerca e di produzione artistica" e "l'istituzione di un apposito organo collegiale a livello nazionale", al quale si spera siano affidate competenze analoghe a quelle del Consiglio Universitario Nazionale.. Due questioni sono comunque da tenere presenti: la necessità di non creare problemi agli studenti prolungando situazioni di doppia scolarità, e l'inopportunità di concepire dei doppioni formativi fortemente concorrenziali (senza pensare all'avvento del privato nel prossimo futuro italiano), in un campo già penalizzato dal decremento scolastico e dagli scarsi investimenti.

(28) Cfr. a proposito del convegno Il conservatorio e l'università per la formazione musicale. Proposte per un curricolo integrato (Bologna, 4-5 marzo 1994), gli interventi di Rosalba Deriu e Johannella Tafuri in "Musica domani", XXIV, n. 91, giugno 1994, pp. 15-25. Da notare che, all'interno del gruppo di lavoro dedicato alla Didattica durante il convegno, i titolari della disciplina hanno sintetizzato in una mozione le loro perplessità sull'articolazione del progetto, in particolare per la scelta delle discipline di integrazione curricolare, che appariva condizionata più dall'esistenza delle discipline in organico che dalle reali esigenze di un modello formativo integrato. Sul convegno confronta anche il resoconto di Mario Baroni in "Musica/Realtà", XV, n. 44, agosto 1994, pp. 5-11, nel quale, pur auspicandone la collaborazione, vengono di fatto pesantemente attaccati i conservatori; cfr. anche M. Baroni, Didattica della musica e musicologia sistematica, in "Quaderni della SIEM", n. 6, 1994, pp. 64-77.

(29) Il corso di Musicologia si configura come una delle opzioni per gli allievi che abbiano superato il corso medio (quinquennio) del corso di Composizione sperimentale e rilascia al termine di un quadriennio il Diploma di composizione sperimentale a indirizzo musicologico (cfr. DD. MM. 16.11.71 e 31.1.85).

(30) Scuola di specializzazione all'insegnamento secondario, a cura di F. Frabboni, N. Grimellini Tomasini, M. Manini e C. Pellandra, Bologna, CLUEB 1994.

(31) Abilitazioni, si cambia: ora se ne occupa l'università, in "Musica domani", XXIII, n. 93, dicembre 1994, pp. 3-6.

(32) in "Bollettino della SIdM", 1990 - 2, pp. 3-5; al proposito: "L'Assemblea impegna il Consiglio Direttivo della SIdM a continuare l'azione a sostegno di sostanziali riforme dell'ordinamento statale degli studi musicali italiani. In particolare si individuano le seguenti direzioni di intervento: 1) inserimento di discipline musicali nella Scuola Media Superiore non musicale; [...] l'insegnamento delle discipline musicali nel primo biennio della Scuola Media Superiore non dovrà considerarsi come semplice espansione e continuazione dell'insegnamento di Educazione Musicale nella Scuola Media Inferiore; non dovrà però neppure qualificarsi come insegnamento di Storia della musica; dovrà integrarsi, piuttosto, anche metodologicamente, con l'impostazione selettiva tipica, a quel livello, degli altri insegnamenti, finalizzandosi all'acquisizione di conoscenze ed esperienze varie e articolate, fondate criticamente e collegate secondo percorsi tematici e problematici [...] l'insegnamento delle discipline musicali nel triennio della Scuola Media Superiore potrà assumere i connotati di vera e propria Storia della musica, svolta secondo le metodologie più aggiornate, quali quelle sostenute, ad esempio, dalla SIdM nei progetti di sperimentazione per i Conservatori, e secondo le possibili analogie con gli altri insegnamenti storici e storico-artistici [...] la SIdM si impegnerà nel sostenere una qualificazione alta dei futuri docenti della Scuola Media Superiore, con competenze specificamente finalizzate ai tipi di insegnamento sopra tratteggiati".

(33) Cfr. Musica, in Piani di studio della scuola secondaria superiore e programmi dei primi due anni. Le proposte della Commissione Brocca, Roma, Le Monnier 1991 (Studi e documenti degli Annali della Pubblica Istruzione, 56), pp. 113, 191-193, 277-278. La commissione prendeva il nome dall'allora Sottosegretario alla P. I., on. Beniamino Brocca; del gruppo di lavoro sulla materia Musica facevano parte: Gastone Zotto (coordinatore), Leonardo Calì, Claudia Colombati, Donato Di Palma, Franca Ferrari, Roberto Giuliani, Claudio Scimone, Silvana Silla, Agostino Ziino. Cfr. anche Storia della musica, in Piani di studio della scuola secondaria superiore e programmi dei primi due anni. Le proposte della Commissione Brocca, Roma, Le Monnier 1992 (Studi e documenti degli Annali della Pubblica Istruzione, 59/60 */*), pp. 517-524, 1060-1072, del gruppo di lavoro facevano parte: G. Zotto (coord.), L. Calì, C. Colombati, Vittorio Bruno Massaro, A. Ziino. I tempi e i modi con i quali sono state purtroppo costrette a lavorare le commissioni, come spesso succede in ambito ministeriale, non hanno certo permesso una trattazione esaustiva della materia, a differenza di quanto sembra accaduto per arte e italiano, i cui estensori hanno potuto lavorare con più serenità (cfr. Maurizio Della Casa, Continuità orizzontale nei programmi del biennio, in "Musica domani", XXII, n. 84-85, novembre 1992, pp. 3-4). Sta di fatto però che la celerità richiesta non ha impedito l'indicazione di obiettivi aggiornati e la formulazione di contenuti e indicazioni didattiche, in relazione ai quali è auspicabile che i futuri commentatori e operatori forniscano ulteriori chiavi di lettura e modi d'uso, piuttosto che accademiche critiche, favorite solitamente dai lunghi tempi di gestazione dei commentari..

(34) Vedi nota 18.

(35)La questione del profilo, della funzione e del mantenimento dei cinque insegnamenti presenti all'interno del corso è sempre stato un punto delicato del dibattito, anche perché spesso queste materie sono state concepite e affidate con criteri diversi da conservatorio a conservatorio; si cita qui per esempio un caso

verificatosi a Bologna, dove ancora nel 1993 veniva rilasciato un certificato di frequenza, relativo al 1991, nel quale il corso risultava articolato nelle seguenti materie: didattica, armonia complementare, storia della musica, pianoforte complementare, esercitazioni corali [sic].

(36) Legge n. 244 del 6.8.1991 di conversione con modificazioni del D. L. n. 172 del 6.6.91, recante disposizioni urgenti per assicurare l'ordinato svolgimento delle operazioni preordinate all'avvio dell'anno scolastico 1991-1992; art. 1 bis: "Nel caso di istituzione o modifica di classi di concorso o di posti di insegnamento nelle scuole ed istituti di istruzione secondaria di primo e secondo grado e artistica, ivi compresi i conservatori e le accademie, i concorsi per soli titoli per accesso alle relative cattedre e posti di insegnamento, da indire ai sensi dell'art. 2 del decreto-legge 6 novembre 1989, n. 357, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 1989, n. 417, sono banditi prima della scadenza triennale di cui al comma 2 del citato articolo 2 e, comunque, entro novanta giorni dalla predetta istituzione o modifica"; art.2: "Per garantire il regolare avvio dell'anno scolastico 1991-1992, con decreto del Ministro della pubblica istruzione, di concerto con il Ministro del tesoro, sono determinati i posti di insegnamento nei corsi speciali e straordinari delle accademie e dei conservatori, ai fini dell'attivazione, per i predetti posti, delle procedure concorsuali di cui al comma 1, previa ridefinizione didattica dei corsi medesimi, da effettuarsi con decreto del Ministro della pubblica istruzione, sentito il Consiglio nazionale della pubblica istruzione".

(37) D. M. 13.4.92: Ridefinizione didattica corsi straordinari. L'allegato A contiene l'elenco dei corsi oggetto del provvedimento: nuove scuole (Basso tuba, Didattica della musica (articolato nei corsi di Direzione di coro e repertorio corale, Elementi di composizione per la didattica, Pedagogia musicale, Pratica della lettura vocale e pianistica, Storia della musica per la didattica), Fisarmonica, Flauto dolce, Jazz, Liuto, Mandolino, Musica elettronica, Musica vocale da camera, Prepolifonia, Viola da gamba); corsi a carattere temporaneo (Acustica musicale e accordatura, Avviamento al teatro lirico per gli allievi di direzione d'orchestra, Lingua straniera, Lingua italiana per stranieri); corsi soppressi (Analisi della musica).

Nell'allegato B, tra gli altri, sono contenuti, oltre agli orientamenti didattici delle cinque discipline (per un totale di ben 14 pagine), le modalità di funzionamento della scuola di Didattica della musica, di seguito sunteggiate. La durata è stabilita in quattro anni; l'ammissione avviene "per esami (prova pratica e colloquio) con il possesso da parte dei candidati di un diploma di Conservatorio ovvero con l'ammissione al 9(o) anno di una scuola decennale del Conservatorio o il possesso del diploma di maturità artistica ad indirizzo musicale conseguito presso un Conservatorio; la prova d'esame consiste nell'accertamento delle attitudini musicali pianistiche e culturali del candidato"; le materie d'insegnamento delle cinque cattedre del corso sono: "a) "Pedagogia musicale" (Psicologia, pedagogia e didattica generale; Psicologia della musica; Didattica dell'educazione musicale) [...] b) "Elementi di composizione per la didattica" (Composizione; Analisi; Improvvisazione) [...] c) "Direzione di coro e repertorio corale" (Tecnica vocale e didattica del canto; Tecnica della direzione corale; Repertorio corale) [...] d) "Storia della musica per la didattica" (Metodologia di indagine storico-musicale e degli strumenti bibliografici, audiovisivi, semiologici, analitici e critico-interpretativi; Metodi e sistemi di alfabetizzazione lessicale e concettuale; Contenuti storico musicali delle diverse epoche; Studio dei principali metodi di analisi musicale) [...] e) "Pratica della lettura vocale e pianistica" (Lettura del repertorio vocale; Lettura del repertorio strumentale; Pratica dell'improvvisazione; Analisi) [...]"; la "valutazione di conferma [è] espressa annualmente da una commissione presieduta dal direttore e composta dai 5 docenti dell'allievo"; il programma degli esami di diploma è il seguente: "1. Prova scritta su una terna di temi proposti dalla commissione in merito alle principali questioni psico-pedagogiche-didattiche riferite all'insegnamento dell'educazione al suono e dell'educazione musicale nella scuola primaria e secondaria (durata della prova 6 ore). 2. Composizione di un brano polifonico a tre voci con accompagnamento strumentale su un testo poetico scelto tra una terna proposta dalla commissione (durata della prova 8 ore). La composizione deve essere sviluppata in modo compatibile con le caratteristiche vocali e strumentali degli alunni delle scuole di istruzione primaria e secondaria. 3. Prove orali e pratiche: a) discussione sulla I prova scritta; b) discussione sulla II prova scritta; c) esecuzione al pianoforte, concertazione e direzione corale - con coro di bambini in età dell'obbligo scolastico - della composizione oggetto della 2(o) prova scritta; d) verifica delle conoscenze metodologiche e pratiche relative all'uso della voce a fini educativi; e) completamento, sviluppo, intonazione ed accompagnamento pianistico estemporaneo di un frammento melodico scelto dalla commissione; f) impostazione di uno o più metodi di analisi con riferimento alla composizione oggetto della 2(o) prova scritta e con riferimento ad un brano musicale proposto dalla commissione e per il quale il candidato elaborerà una riproduzione sintetica al pianoforte motivandone le scelte nell'ottica dell'utilizzo didattico con inquadramento storico-stilistico, anche alla luce delle modificazioni delle tecniche compositive studiate; g) discussione delle metodologie di indagine storico-musicale, anche in rapporto alle esigenze didattiche della scuola primaria e secondaria.".

(38) Gazzetta Ufficiale IV s. s. del 21.7.92 Concorsi, per soli titoli, di accesso ai ruoli del personale docente degli ex corsi speciali e straordinari dei conservatori di musica, delle accademie di belle arti, dell'accademia nazionale d'arte drammatica e dell'accademia nazionale di danza. A seguito di tale concorso è stata redatta una graduatoria nazionale in base alla valutazione dei titoli di studio e di servizio..

(39) Maurizio Della Casa, Didattica dei conservatori: uno sguardo ai nuovi programmi, "Musica domani", XXIII, n. 86, marzo 1993, pp. 3-4; Insegnare ad insegnare: la scuola di didattica della musica, ivi, XXIII, n. 87, giugno 1993, pp. 33-38, con interventi di Maurizio Spaccazocchi, Francesco Villa, Silvana Chiesa, Davide Zambelli, Franca Ferrarese (a proposito degli orientamenti di storia della musica per didattica si veda una prima risposta in R. Giuliani, Un laboratorio storiografico aperto ai diversi approcci, ivi, XXIII, n. 89, dicembre 1993, p. 37); Carlo Delfrati, Scuole di didattica: una novità nata vecchia, "Musica domani", XXIV, n. 92, settembre 1994, pp. 3-5.

(40) Anna Maria Freschi - Ida Maria Tosto, La scuola di didattica della musica, "Nuova Rivista Musicale Italiana", XXVIII, 1994 - 2, pp. 257-268; tra gli argomenti affrontati la possibilità di "ideare, sperimentare e verificare progetti formativi di ampio respiro a carattere interdisciplinare, all'interno dei quali gli allievi e gli stessi insegnanti trovino stimolanti occasioni di scambio culturale" (p. 259), le attitudini dell'individuo (p. 260), la natura autoreferenziale del corso (p. 261), i nuovi orientamenti didattici (p. 263 e segg.).

(41) Vedi nota 51.

(42) L'incontro era organizzato da Rosalba Deriu, Giovanna Guardabasso, Mario Piatti e Johannella Tafuri, anche con la collaborazione della SIEM e della rivista "Musica domani".

(43) Una banca dati relativa ai programmi di Storia della musica per didattica è già stata attivata nell'ambito del relativo gruppo di studio grazie alla disponibilità di Franco Bezza, e in vista della Giornata di studio dedicata alla materia e aperta a tutti gli studiosi e gli studenti interessati, che si terrà a Roma il 26.10.95 in collaborazione con la Società Italiana di Musicologia. La giornata, alla cui organizzazione è preposto un comitato scientifico formato da F. Bezza, Silvana Chiesa, Luca Della Libera, R. Giuliani ed Elita Maule, è volta a favorire, a tre anni dal nuovo ordinamento del corso, un confronto sulla definizione dei presupposti disciplinari e sulle esperienze svolte; per favorire il maggiore coinvolgimento tutti i docenti della disciplina sono stati invitati a presentare proposte di intervento riguardanti questioni teoriche generali, aspetti parziali o applicazioni pratiche connesse alla Storia della musica per didattica.

(44) Il documento viene immediatamente inviato all'attenzione del Ministro della P.I. (allora on. Rosa Russo Jervolino), al Capo Gabinetto e al Sottosegretario alla P. I. e al Capo Ispettorato I. A. (allora dott. Carlo Catanzaro).

(45) Al proposito il documento recita: "La scuola di Didattica comprende al suo interno [...] le caratteristiche di "Diploma di specializzazione" di cui all'art. 4 della Legge n. 341 del 19.11.90".

(46) Cfr. nota 11.

(47) Cfr. nota 13.

(48) Organizzazione a cura di Maria Antonietta Lamanna.

(49) Hanno relazionato Anna Maria Freschi (per Pedagogia musicale), Roberto Giuliani (per Storia della musica per didattica), Luca Marconi (per Pratica della lettura vocale e pianistica), Franco Mirenzi (per Elementi di composizione), Andrea Lunghi (per Direzione di coro e repertorio corale).

(50) Rinnovate perplessità sono state avanzate nella riunione del gruppo Storia della musica per didattica nei confronti del progetto bolognese di cui alla nota 28.

(51) Vedi nota 27.

(52) Gran parte dei docenti di Didattica, da tempo interessati al rinnovamento dei contenuti, delle modalità, delle strutture dell'istruzione musicale, sono spesso impegnati sul versante della riforma; ultimo caso quello del contributo dato all'attività dei Comitati per la riforma dei Conservatori di musica, avviata a partire dalla Giornata di studio tenutasi a Reggio Emilia il 7.5.94; cfr. Prospettive di riforma dei Conservatori di musica, atti della Giornata di studio, a cura di Andrea Talmelli, Reggio Emilia, Comune di Reggio Emilia 1995..

(53) Nella parte iniziale il D. M. 24.9.94 recita infatti: "attesa la necessità di procedere ad alcune integrazioni e modifiche del predetto provvedimento [D. M. 13.4.92], anche in relazione a diversi problemi interpretativi insorti in sede applicativa del medesimo, per le parti concernenti le scuole di "didattica della musica", "musica elettronica", "jazz", "prepolifonia", "musica vocale da camera" e "flauto dolce" nei conservatori".

(54) Organizzazione a cura di Anna Maria Freschi, Mario Piatti e Marida Tosto.

(55) A proposito delle ampie possibilità di intervento, ferme restando le perplessità sulle reali possibilità di aggiornamento dei docenti non in possesso di competenze musicali, va citata la recente Circolare n. 114, prot. 605 del 1.4.95, emanata dalla Direzione Generale dell'Istruzione Elementare e avente come oggetto l'Educazione al suono e alla musica: progetto di formazione per i docenti elementari; in essa si legge che "nel quadro delle indicazioni programmatiche del Piano Nazionale di Aggiornamento, la Direzione Generale dell'Istruzione Elementare ha promosso una iniziativa nazionale di formazione in servizio che intende sostenere l'innovazione didattica e la professionalità dei docenti elementari nel settore dell'Educazione al suono e alla musica [...] Una corretta alfabetizzazione musicale fin dalla scuola primaria produce effetti culturali a vantaggio dell'intera comunità nazionale e può influire positivamente anche sulla qualità e sulla diffusione della domanda di cultura musicale [...] Il ricorso alle esperienze di più alta qualificazione professionale è stato possibile sulla base di una intesa intercorsa tra la Direzione [...] e l'Ispettorato per l'Istruzione Artistica che ha individuato, nei Conservatori di musica e nelle annesse Scuole di didattica della musica, i soggetti istituzionali con cui attivare una forma di costante e sistematica collaborazione [...] il corso si sviluppa nell'arco di un biennio con un impegno orario complessivo di 200 ore [... comprendente anche] la progettazione didattica assistita [che] si propone l'obiettivo di costruire e mettere a punto percorsi didattici da attuare nelle classi dei maestri corsisti e si realizza nel corso di incontri organizzati con la presenza degli insegnanti elementari e degli allievi degli ultimi due anni della Scuola di didattica della musica, sotto la guida del docente di Didattica della musica preposto a tale insegnamento.".

(56) Testo della mozione: "I docenti dei corsi di Didattica della musica nei Conservatori, riuniti in assemblea nazionale a Firenze nei giorni 28 e 29 ottobre 1994, chiedono immediati interventi volti al riconoscimento giuridico del diploma di Didattica come unico titolo valido per l'insegnamento di discipline musicali nelle scuole di ogni ordine e grado e individuano nella nuova Scuola di Didattica il corso preposto al diploma di specializzazione previsto dall'art. 4 della Legge 341/90; ritengono altresì il diploma di Didattica titolo preferenziale, a parità di punteggio, per l'insegnamento dello strumento nelle scuole medie a indirizzo musicale, nei licei musicali e nei conservatori, ferme restando le necessità di adeguamenti normativi e di modifica dei requisiti d'accesso (possesso di maturità di scuola secondaria superiore)"; i docenti hanno inoltre espresso perplessità in relazione a quelle iniziative volte ad avviare specializzazioni in didattica della musica presso università, sperimentazioni interne al corso di Didattica o corsi privati, senza tener conto dell'attività e del confronto disciplinare presenti nel Coordinamento..

(57) Riordino degli studi musicali. Principi essenziali e proposte per la riforma, p. 1. Il documento, elaborato dal Comitato ristretto per lo studio della riforma dei conservatori di musica e degli studi musicali formatosi presso il Conservatorio "S. Cecilia" di Roma, e successivamente fatto proprio dal collegio dei docenti di questo e di altri conservatori, riguarda la presenza della musica nell'intero percorso di studi..


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