PROF. ANTONIO CALOSCI
DELEGATO U.N.A.M.S. PER LE MARCHE

CRITICHE A MARCO FERRARI


Talvolta si resta davvero allibiti di fronte alla superficialità umana.

Leggo con molto stupore ed un po’ di tristezza il documento di Marco Ferrari, documento che mi auguro sia solo il pensiero di una scheggia che ha perso la bussola e non il manifesto del movimento A.N.I.Mus.

In questo scritto si plaude al trattamento separato tra Accademie e Conservatori ma si tace del fatto che la cosa è solo formale. Attualmente le specificità sono, pur all’interno di un percorso burocraticamente simile, assai diverse ma non per questo separabili. Tra l’altro anche all’interno dei Conservatori esistono specificità grandemente differenziate e volendo non assimilabili: non mi si venga a dire che Composizione è simile a Violino o che Nuova Didattica è simile a Contrabbasso. Forse che nelle Università la Facoltà di Agraria è assimilabile (didatticamente) a quella di Lettere Classiche? Boh!

Che facciamo separiamo tutto? Assegniamo un Titolo (di legge) per ogni insegnamento? Se separazione deve essere che sia totale! Nuova Didattica non ha corsi di base, neppure Clavicembalo! SEPARIAMO! SEPARIAMO! (anche l’On. Bossi lo sosteneva per la Padania).

Ricordo che quando parlavo di atipicità dell’istruzione artistica, all’interno del comitato per la riforma, operativo all’interno del Conservatorio di Pesaro, un collega (vicino alle vostre posizioni) inorridiva di fronte a questa parola. Noi dell’U.N.A.M.S. abbiamo sempre sostenuto la atipicità dell’istruzione artistica. La proposta di legge 2881 (Sbarbati), rispettando le atipicità, non inglobava gli Istituti di Alta Cultura all’interno delle Università, bensì con la creazione degli ISIA e del CNA li poneva su un piano giuridico assolutamente pari. Quindi mi si spieghi, e soprattutto si dimostri senza arrampicarsi sugli specchi, cosa introduce di nuovo la proposta Satriani su questo argomento.

Quello che mi lascia sgomento è l’affermare che il mondo della musica e della cultura mostri un grande consenso nel lasciare i corsi di base ai Conservatori. Per quello che ne so io all’interno dei Conservatori e delle Accademie, con sporadiche eccezioni, questa impostazione del Senatore Satriani ha destato molta preoccupazione. Parlando con moltissimi docenti ordinari dell’Università di Urbino, di Camerino, di Ancona e di Roma hanno immediatamente chiesto come sia possibile concentrare in una sola persona le caratteristiche necessarie per insegnare sia ai bambini sia ai laureandi. In fondo in tutte le scuole normali per ogni fascia di età esiste un docente specifico (maestro, di asilo e di elementare — Professore, di Scuola Media e di Scuola superiore); anche all’estero ed anche per la musica il percorso è proprio questo.

Non si può pensare di voler coniugare la diffusione della musica con la concentrazione della stessa in soli 57 Conservatori. Occorrono scuole ad indirizzo musicale (medie e superiori) ben distribuite sul territorio.

La proposta Sbarbati, senza citare le parole ordinamento universitario speciale, trasferiva tutte le attuali Accademie di Belle Arti e tutti gli attuali Conservatori di Musica, con tutto il personale, al Ministero dell’Università e della Ricerca scientifica.

Al contrario la proposta Satriani prevede l’universitarizzazione solo di alcune Istituzioni, dando delega in bianco al Ministro della Pubblica Istruzione che provvederà a stabilire i criteri. Le Istituzioni non rientrate in tali criteri riceveranno l’abbraccio mortale dell’articolo 21 della legge Nº 59 (Bassanini), ovvero la secondarizzazione. Questo è contenuto e mostrato chiaramente nell’art. 10 della proposta Satriani. Basta leggerla, anche distrattamente, per restare terrorizzati.

La proposta Satriani non specifica in nessun punto il tipo di titolo di studio che le poche Istituzioni riformate in senso universitario potranno rilasciare. Anzi specifica, all’art. 3, comma 4, che sarà proprio una maturità. La proposta Sbarbati parlava esplicitamente di laurea.

Poi per il personale appartenente alle pochissime Istituzioni riformate in senso universitario sono previsti contratti a termine. La differenza tra ruolo e contratto a tempo indeterminato è sottile ma tra indeterminato e determinato le differenze sono abissali. Se si è cechi ci si può anche passare sopra. È un vero passo avanti… ma verso il baratro.

La proposta Sbarbati prevedeva sia per il personale sia per le Istituzioni la riforma in senso universitario.

L’organico sarebbe stato almeno pari a quello attuale.

L’organizzazione didattica, al pari delle Università, sarebbe stata decisa dai docenti stessi. Non dimentichiamoci che assegnava agli Istituti di Alta Cultura la stessa legge quadro delle Università.

Per concludere:

fare audizioni va bene, ma esagerare no.

È corretto acquisire i pareri degli addetti ai lavori. Ma i docenti delle Scuole Medie Annesse ai Conservatori di Musica e dei pochi Licei annessi cosa c’entrano? Da quando sono anch’essi addetti ai lavori? Fanno parte delle nostre Istituzioni?

NON MI RISULTA!

Gli esami di ammissione si svolgono presso i Conservatori con docenti dei Conservatori!

COSA C’ENTRANO i non addetti ai lavori.

QUALE è il mondo della cultura (citato in modo così generico)!

Quindi propongo al Senatore Satriani di fare altre audizioni ascoltando, come facenti parte della categoria dei musicisti, anche:

Perché? Ma è chiaro! quando lavorano spesso e volentieri… cantano

Proporrei anche i mafiosi (pentiti e non)… talvolta cantano anche loro!

(Il Delegato regionale U.N.A.M.S. per le Marche)

Prof. Antonio Calosci

Ancona, sabato, 24 ottobre 1998.