183a Seduta (pomeridiana)
(24 marzo 1998)

Presidenza del Presidente
OSSICINI

Intervengono i sottosegretari di Stato per la pubblica istruzione Masini e per l'università e la ricerca scientifica e tecnologica Guerzoni.

La seduta inizia alle ore 15,45.

IN SEDE REFERENTE
(2881) Riforma delle Accademie di belle arti, dell'Accademia nazionale di danza, dell'Accademia nazionale di arte drammatica, degli Istituti superiori per le ndustrie artistiche, dei Conservatori di musica e degli Istituti musicali pareggiati, approvato dalla Camera dei deputati in un testo risultante dall'unificazione dei disegni di legge d'iniziativa dei deputati Sbarbati; Sbarbati ed altri; Rodeghiero ed altri; Burani Procaccini; Napoli
(132) MANIERI ed altri: Delega al Governo per la riforma delle Accademie di belle arti
(179) MARCHETTI ed altri: Delega al Governo per la riforma delle Accademie di belle arti e la loro trasformazione in Istituti superiori delle arti visive
(1116) COSTA ed altri: Riforma delle accademie di belle arti e degli altri istituti artistici superiori
(1437) NAPOLI Bruno: Nuove norme riguardanti la disciplina dell'insegnamento di educazione musicale nelle scuole di ogni ordine e grado
(2265) SERVELLO ed altri: Riforma dei conservatori di musica e riordino degli studi musicali
(2315) SERENA: Delega al Governo per la riforma delle Accademie di belle arti, dell'Accademia di danza, dell'Accademia di arte drammatica, degli Istituti superiori per le industrie artistiche e dei Conservatori di musica
- e della petizione n. 129 ad essi attinente
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)

Riprende l'esame congiunto, sospeso nella seduta pomeridiana del 17 marzo scorso, nella quale era iniziata la discussione generale.

Interviene il senatore MARRI, rilevando in primo luogo come il testo di questa riforma, attesa da anni, rappresenti un caso anomalo, poichè non è ascrivibile nè al Governo nè alla Sinistra, bensì all'intesa fra tutti i Gruppi politici della Camera dei deputati, da Alleanza Nazionale a Rifondazione Comunista. Per tale ragione la sua parte politica auspica un iter sollecito ed una rapida approvazione. Passando al merito, esprime una valutazione positiva circa l'articolazione dei titoli di studio previsti, che rimedia ad una anomalia dell'ordinamento vigente, pur osservando che il disegno di legge n. 2265, presentato dai senatori del Gruppo Alleanza Nazionale, reca una articolazione più chiara dei cicli di studio e degli indirizzi. Giudica poi molto preoccupante il rinvio, contenuto nel testo, della riforma degli studi musicali non universitari alla riforma dei cicli scolastici (attualmente all'esame della Camera dei deputati) e criticabile la norma sul riconoscimento - invero limitato - del valore dei diplomi rilasciati dai conservatori ai sensi dell'ordinamento vigente finora. Quanto poi alla normativa sui docenti, essa non sembra recare sufficienti garanzie per la qualità dell'insegnamento, con il rischio di trasferire nei nuovi istituti le vecchie lacune.
Il testo approvato dalla Camera dei deputati - prosegue l'oratore - appare inoltre caratterizzato da genericità e troppo ampi rinvii alla decretazione ministeriale, con un eccessivo ampliamento dei poteri conferiti al Ministro e agli apparati burocratici. Sarebbe stata senz'altro preferibile una normativa più dettagliata, con una diretta assunzione di responsabilità da parte del Parlamento; la piaga delle circolari, vero strumento di governo della scuola italiana, sembra ancor oggi invincibile. Segnalate poi le lacune del testo in materia di programmi di studio e curricula, rileva l'esigenza di introdurre norme chiare sugli organi di governo del settore e, in conclusione, preannuncia la presentazione di alcuni emendamenti, ma ribadisce la volontà - frutto anche delle istanze dei lavoratori del settore - di giungere al più presto all'approvazione.

Il senatore PASSIGLI esprime numerose, recise riserve sull'ispirazione stessa del progetto di riforma all'esame della Commissione. Appare indubbio infatti che il problema dell'istruzione professionale e dell'alta formazione non sia solubile se prima non si affronti quello della formazione del pubblico e di un proficuo incontro, già nell'esperienza scolastica, con le discipline artistiche e musicali. Fondamentale è la creazione delle condizioni di una radicata e vivace domanda di spettacolo, che a sua volta rinvia alla formazione generale. Se l'obiettivo è dare più ampio sviluppo alle arti visive e musicali, gli investimenti vanno preliminarmente indirizzati nel campo scolastico, non già in quello professionale ove si spende molto e male, con una strozzatura, assente negli altri Paesi europei, tra le risorse impiegate per il sostegno dello spettacolo e quelle, di molto superiori, indirizzate all'istruzione professionale, soprattutto nei conservatori. Prendendo tali ultime istituzioni formative quali esemplificative di una più complessiva condizione, non può non rilevarsi come esse formino persone disabituate a suonare insieme e presentino, per quanto riguarda il corpo docente, una improvvida distinzione e separatezza, legislativamente imposta, tra chi insegna e chi suona in orchestra. Questi ed altri problemi dovrebbe affrontare un disegno di legge di riforma, che di contro si configura, nel testo approvato dalla VII Commissione della Camera dei deputati, come reticente ed esclusivamente incentrato sul problema dello status giuridico di chi lavora presso gli istituti di istruzione artistica e musicale. Certamente è necessaria un'alta formazione professionale (dubbio è semmai se gli istituti superiori delle arti da creare in ogni regione siano gli strumenti adatti), tuttavia pare questo l'aspetto terminale di un processo riformatore, che deve assumere come elemento fondante il diverso profilo dell'inserimento della musica e delle arti nel normale curriculum di studi della scuola inferiore e media. Le proposte all'esame invece si limitano a prevedere i cosiddetti ISDA e una serie di equipollenze con l'ordinamento universitario senza alcuna attinenza con i problemi sopra accennati, limitandosi a soddisfare richieste fortemente corporative e obliando il dato ineludibile e non occultabile costituito dal numero eccessivo dei conservatori, tali da configurarsi come un sistema autoreferenziale, che licenzia migliaia di diplomati privi di sbocchi professionali. Questo è il vero problema, in nessun modo risolto dal consolidamento della situazione professionale di chi insegni presso quegli istituti.
Conclude ribadendo radicali riserve di fondo verso un provvedimento che nasce in un'ottica di sistemazione dell'esistente, con impiego di molte risorse, quando già si spende nella formazione professionale, soprattutto musicale, più di quanto il mercato chieda. Ben più opportuna, anzi doverosa, sarebbe di contro una incisiva azione sulle condizioni che assicurano l'esistenza di un mercato siffatto. Tale prospettiva è pienamente elusa dal disegno di legge che giunge dalla Camera dei deputati, il quale pertanto non pare in nessun modo degno di approvazione.

Il PRESIDENTE, nel rilevare il divario tra il numero di iscritti a parlare, assai elevato, e il numero dei presenti, più contenuto, esorta i colleghi a una assidua frequenza e partecipazione ai lavori della Commissione.

Il senatore TONIOLLI sottolinea come sull'argomento in corso di discussione si registri una rilevante latitanza e una ingiustizia storica relative agli effetti giuridici dei titoli di studio rilasciati dalle istituzioni di istruzione artistica e musicale, oltremodo penalizzante se collocato nello scenario europeo del riconoscimento dei titoli. Riguardo ad altra osservazione, testè enunciata, circa la necessità di creare una domanda di spettacolo perchè vi sia una offerta di livello adeguato, ricorda che i conservatori sono frequentati da figure di discenti peculiari, che già in precoce età manifestano attitudini spiccate e che debbono pertanto essere attentamente coltivati. L'ulteriore obiezione relativa agli sbocchi professionali può essere formulata anche per molte altre discipline, così come può ritenersi fondata l'osservazione, in senso contrario, che maggiori sbocchi si aprirebbero ove i diplomati potessero fruire di un adeguato riconoscimento a livello europeo degli studi intrapresi. Se dunque il testo approvato dalla Camera dei deputati è suscettibile di emendamenti e miglioramenti, pure esso non è da gettar via. Auspica pertanto che la Commissione giunga, pur con tutte le necessarie modifiche ed integrazioni, a una tempestiva approvazione.

Il seguito dell'esame congiunto è quindi rinviato.

La seduta termina alle ore 16,15.