XII LEGISLATURA

RELAZIONE ALLA PROPOSTA Dl LEGGE N. 2223
d'iniziativa del Deputato SBARBATI

Norme per il riordino e la valorizzazione dei Conservatori di musica.

Presentata il 14 marzo 1995


Lo stesso testo è stato ripresentato nella legislatura seguente con titolo lievemente mutato.


XIII LEGISLATURA

RELAZIONE ALLA PROPOSTA Dl LEGGE N. 688
d'iniziativa del Deputato SBARBATI

Norme per il riordinamento degli studi musicali.

Presentata il 10 maggio 1996


ONOREVOLI COLLEGHI! - Il nostro Paese ha una antica e illustre tradizione in materia di studi musicali. In determinate epoche storiche le arti musicali hanno raggiunto vette altissime, primeggiando in Europa e nel mondo intero. Tutti i generi sono stati diffusi e praticati. L'oratorio, l'opera in musica, il melodramma, la concertistica, eccetera, hanno occupato a lungo la scena musicale in Italia, determinando il fiorire di lunghe e consolidate tradizioni. Sono sorte e prosperate, pertanto, istituzioni che hanno mantenuto vivo l'interesse in materia. Ancor oggi la richiesta di cultura musicale è altissima, sicché ne risulta insufficiente l'offerta che il servizio pubblico è tenuto ad offrire. Prosperano di conseguenza istituzioni private che, se in taluni casi toccano livelli di eccellenza, in altri casi sviliscono la portata della nobilissima arte, riducendosi al livello - talora - di pura speculazione.

Occorre dunque ristrutturare tutto il settore dell'istruzione musicale, per adeguare l'offerta alla sempre crescente domanda, tenendo nel contempo altissimo il livello delle prestazioni.

Il momento sembra il più adeguato, poiché e in corso di avanzato riordinamento tutto il settore della scuola secondaria superiore, che nella passata legislatura è arrivata a un soffio dalla definitiva approvazione. Alla riforma del predetto settore strettamente connessa è la questione del prolungamento dell'obbligo e dell'istituzione quindi del biennio obbligatorio. In parallelo, viaggia a ritmi accelerati la prospettiva dell'autonomia delle scuole e, come interfaccia, la profonda riforma degli apparati centrali e periferici della pubblica istruzione. E questo dunque il momento idoneo per la presentazione di un provvedimento ad hoc per l'istruzione musicale, strettamente coordinato con gli altri provvedimenti di cui avanti si è fatto cenno. In occasione della ripresa del dibattito parlamentare, che si sta estendendo - come si è visto - a tutto campo, ci sembra opportuna la presenza di un autonomo e parallelo corpo di norme che dettino una disciplina specifica del settore di cui trattasi.

Abbiamo predisposto pertanto una apposita proposta di legge che provveda al riordinamento degli studi musicali. Essi si articoleranno in tre fasce:

1) nella scuola media, con funzione orientativa e propedeutica;

2) nella scuola secondaria superiore di durata quinquennale;

3) negli istituti superiori di musica, di durata quinquennale, che si sostituiranno agli attuali Conservatori di musica.

Questi ultimi meritano una particolare attenzione. Già la questione del nome può suscitare polemiche non del tutto peregrine. Certamente, anche noi siamo stati tentati dal mantenere la vecchia denominazione, quale fattore di continuità e di tutela della tradizione. Peraltro, a fronte di tali pur rispettabili esigenze, abbiamo ritenuto maggiormente meritevole di considerazione l'esigenza di rimarcare un netto rinnovamento, che trova esatta corrispondenza perfino nel mutamento della denominazione. Risolta tale questione (ripetesi: apparentemente di breve momento) restava da definirne i contenuti. Questi consistono essenzialmente nella preparazione professionale dei docenti della scuola secondaria, nonché dei professionisti che troveranno sbocchi nelle strutture orchestrali. Per assicurare tale risultato, conformemente a quanto è stabilito per le scuole secondarie da apposito provvedimento a parte, gli istituti superiori di musica saranno dotati della più ampia autonomia, con la possibilità di avvalersi di agili strumenti, tipo convenzioni e accordi, per intessere 1e opportune relazioni con il mondo che gravita intorno al settore musicale. La massima flessibilità è prevista anche per lo svolgimento di attività collaterali, aperte ad ogni utile collaborazione con le regioni e gli enti pubblici e privati.

Viene liberalizzato anche lo svolgimento delle attività artistiche dei docenti, con ciò ponendosi fine ad una lunga e annosa questione, gestita nel passato non sempre con la necessaria lungimiranza. Norme particolari riguardano infine, l'edilizia, il patrimonio, le istituzioni non statali. In conclusione, ci sembra maturo il tempo in cui si provvede a riordinare un settore che tanta parte è della cultura nazionale. Meritevole di ogni attenzione, il settore in parola potrà inserirsi perfettamente nell'ambito del dibattito aperto sui più generali provvedimenti di riforma, in esso trovando la sua giusta collocazione, con un inserimento a incastro che è perfettamente combaciante con le più ampie linee dei provvedimenti di riforma generale.

L'urgenza di disporre in materia con apposito provvedimento legislativo proviene non solo dalle istanze che sempre più numerose e pressanti provengono da una utenza che non riesce ad essere soddisfatta nelle sue molteplici esigenze, ma anche dalle giuste esigenze del corpo docente e non docente, che da tempo chiedono una revisione delle strutture preposte all'espletamento del servizio.

Un sollecito adeguamento delle suddette strutture ricollocherà il nostro Paese in Europa al giusto posto che gli compete, conformemente alle altissime tradizioni che esso è tenuto ad onorare. Il provvedimento che vi proponiamo, pertanto, costituisce un fattore di ammodernamento che contribuirà alla crescita civile e culturale del Paese stesso, determinando di conseguenza anche quello sviluppo economico che è la logica conseguenza della predetta crescita.

Il provvedimento medesimo non comporta spese aggiuntive, in quanto agli oneri conseguenti si farà fronte con gli stanziamenti previsti per la riforma della scuola secondaria.

Ne raccomandiamo l'esame urgente, per i motivi ampiamente svolti, certi che la sua definitiva approvazione costituirà una spinta non indifferente per il riordino globale del sistema dell'istruzione in Italia.


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