ASSOCIAZIONE DEI MUSICISTI ITALIANI
(A. M. I.)

PROPOSTA PER UNA RIFORMA DELL'ISTRUZIONE MUSICALE GENERALE
E DEGLI STUDI MUSICALI PROFESSIONALI

Premessa

L'intenso dibattito sulla riforma dei Conservatori e dell'istruzione musicale ha portato fino ad ora, in particolare, alla puntualizzazione di alcuni aspetti generalmente condivisi e comunque incontestabili:

Proposta

Si prospettano, quindi, le seguenti soluzioni:

Parte prima: l'istruzione musicale generale

1) devono essere dovunque attivate le previste presenze di operatori musicali all'interno della scuola primaria;

2) viene istituita una scuola media a indirizzo musicale in ciascun distretto scolastico;

3) viene introdotto in ciascun indirizzo della scuola media superiore il corso di Storia della Musica.

Parte seconda: gli studi musicali professionali

1) L'ordinamento generale degli studi musicali professionali deve prevedere due tipi di Istituti: il CONSERVATORIO NORMALE e il CONSERVATORIO SUPERIORE.

2) E' previsto un Conservatorio Normale in ciascuna Provincia.
Il Conservatorio Normale abbraccia la fascia intermedia degli studi musicali e rilascia i diplomi, che vengono equiparati a tutti gli effetti alla maturità. Dopo il conseguimento del diploma, lo studente può sospendere gli studi musicali professionali oppure può accedere o al Conservatorio Superiore o, con eventuali esami integrativi, a qualunque altra Facoltà universitaria.

3) La struttura didattico-amministrativa dei Conservatori attualmente funzionanti viene modificata, sulla base della nuova impostazione dell'iter degli studi musicali professionali, sia con un adeguato ridimensionamento dei programmi di insegnamento di tutte le discipline musicali sia con l'inserimento di tutte quelle materie culturali che non possono non essere considerate parte integrante anche della formazione professionale specifica e che, d'altra parte, determinano la piena equipollenza fra diploma e maturità.

4) Vengono istituiti i Conservatori Superiori, almeno uno in ciascuna Regione con un massimo di tre in rapporto alla popolazione scolastica. Il piano didattico generale dei Conservatori Superiori, con l'inclusione delle Scuole di specializzazione, viene determinato nella legge istitutiva.

5) I Conservatori Normali dipendono dal Ministero della Pubblica Istruzione; i Conservatori Superiori dipendono dal Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica: ciascuna Istituzione, quindi, funziona sulla base delle norme previste ed emanate dai rispettivi Ministeri di appartenenza.
I Direttori dei Conservatori Normali vengono nominati per concorso; i Direttori dei Conservatori Superiori vengono eletti dal Senato Accademico.

6) Nessun mutamento giuridico o economico è previsto per i docenti in servizio negli attuali Conservatori e nei Conservatori Normali.
I docenti dei Conservatori Superiori sono a tutti gli effetti docenti universitari.

7) Ciascun Istituto è dotato di piena autonomia didattica, artistica e amministrativa ed è sede primaria della ricerca e della produzione in tutti i settori di pertinenza.

8) L'eventuale passaggio dei docenti in servizio negli attuali Conservatori e/o dei docenti dei Conservatori Normali alla docenza universitaria, nonché la preparazione di nuovi docenti per i Conservatori Superiori, avverranno, fatte salve le norme concorsuali che saranno emanate, a seguito della frequenza di appositi corsi effettuati all'interno di un ISTITUTO SUPERIORE DI STUDI MUSICALI, adeguatamente articolato, a seguito di convenzioni con le Università interessate, su tutto il territorio nazionale.

Conclusione

La presente proposta intende soltanto prospettare una soluzione globale, che ci sembra logica, dei problemi dell'intero settore, tenendo presenti le diverse necessità e le realtà esistenti. Trattandosi, appunto, di una proposta, basata comunque sulle convergenze ormai acquisite e su conseguenti impostazioni che risultano sostanzialmente obbligate, dovrà essere discussa, approfondita, precisata e integrata, per arrivare sollecitamente alla definizione di un dettagliato capitolato in un organico disegno di legge.

Pesaro, 24 marzo 1995.

Il Presidente
(Franco Piva)