COMUNE DI ROVERETO

PIANO INTEGRATO
PER L'ISTRUZIONE MUSICALE ROVERETANA

Il Piano è stato redatto dal Prof. Carlo Delfrati
su incarico dell'Amministrazione Comunale di Rovereto.


Indice

1. Motivazioni e obiettivi del piano
2. Il punto sull'istruzione musicale

La scuola dell'obbligo
Le strutture della formazione musicale specialistica
Le scuole musicali e il Progetto di riforma elaborato dalla Provincia
La Civica Scuola di Musica Riccardo Zandonai
Le altre strutture di formazione musicale presenti nel comprensorio
3. Rifondazione delle scuole sulla realtà culturale del territorio
4. Relazioni col territorio
A. Istituzioni culturali civiche
B. Istituzioni culturali private
C. Istituzioni religiose
D. Strutture socio-sanitarie
E. Enti turistici
F. Scuole non musicali
G. Istituzioni sovra-comprensoriali
Scambi
5. Sviluppo del curricolo
6. Programmazione
7. Aggiornamento degli operatori
8. Centro studi e documentazione
9. Ruolo della Civica Scuola Zandonai

1. Motivazioni e obiettivi del piano

L'esperienza della musica, sia come pratica personale sia come ascolto, va occupando uno spazio sempre più esteso nella vita degli individui e delle comunità. Patrimonio storico della nostra civiltà, la musica è oggi una componente immancabile nel sempre più complesso universo dei mezzi di comunicazione e delle nuove tecnologie, che ne fanno una realtà centrale nella vita del bambino e del giovane, privata e di gruppo.

All'abbondanza dell'offerta, raramente corrisponde nel cittadino un'adeguata preparazione alla fruizione critica. Il cittadino resta facilmente esposto al condizionamento da parte dell'esperto della comunicazione musicale, privo com'è di mezzi di orientamento: di filtri cognitivi da una parte (comprensione, analisi, interpretazione del messaggio musicale); di capacità operative dall'altra (produzione personale, con la voce, con gli strumenti). La pratica attiva della musica è un aspetto nevralgico dell'educazione musicale, sia per la ricaduta sul piano cognitivo, sia per il suo agire come veicolo di benessere fisico e psichico, di autoespressione creativa e di aggregazione sociale.

Va aggiunto che, rispetto alla ricchezza e alla variegata complessità del patrimonio musicale, nella grande maggioranza dei casi la disponibilità del cittadino resta circoscritta a una frazione minima di generi e di forme. Le chiusure e le resistenze si avvertono soprattutto nei confronti della produzione classica che precede e che segue quella sette-ottocentesca (col conseguente paradosso di un distacco del pubblico proprio dalle forme più originali della contemporaneità); verso generi particolari (per esempio la produzione liederistica); verso le opere delle civiltà extraeuropee: una carenza quest'ultima la cui attenuazione consentirebbe di facilitare le relazioni interculturali.
La più grande fascia del pubblico limita la propria disponibilità ai generi della cultura di massa. Ma anche qui si tratta di una disponibilità circoscritta ai generi spinti dall'industria della canzone. La produzione di derivazione jazz, rock, pop e così via conosce una quantità di forme meno convenzionali, alle quali il pubblico resta però sostanzialmente estraneo.

L'importanza e l'estensione dell'esperienza musicale nella vita contemporanea spiega la necessità che il cittadino sia adeguatamente educato alla fruizione attiva e consapevole del linguaggio musicale, nelle forme più varie del suo vasto e articolato universo, e spiega la conseguente opportunità, da parte delle pubbliche amministrazioni, di promuovere e sostenere le istituzioni che vi sono preposte.
La Provincia Autonoma di Trento si è fatta carico di tali istanze, incoraggiando la vita delle scuole musicali trentine sia economicamente, sia scientificamente, attraverso il lavoro di una Commissione di studio, e il derivato Progetto di riforma delle scuole musicali trentine iscritte a registro Provincia Autonoma di Trento, Progetto di riforma delle scuole musicali trentine iscritte a registro. Delibera della Giunta Provinciale n. 8076, 25 luglio 1997.. Gli Orientamenti didattici (Capo 1 del Progetto) spiegano bene le ragioni che rendono opportuna e indilazionabile sia una riforma globale del sistema dell'istruzione musicale nel territorio, sia la necessità di un piano coordinato di programmazione e di attuazione.

Rovereto, che conta su un'illustre tradizione di proposte educative e culturali, appare oggi animata, sul fronte dell'istruzione musicale, da un ricco fermento innovativo. La Civica Scuola Riccardo Zandonai, unico istituto provinciale direttamente amministrato da un ente pubblico, si pone al centro di un variegato panorama di offerte didattiche, che vede felicemente impegnate ben tre altre scuole iscritte al registro, una rosa di istituzioni di varia natura.

La forte espansione della domanda e dell'offerta di educazione musicale, in atto da alcuni anni, sollecita negli stessi operatori da una parte l'esigenza di qualificare sempre meglio le proprie iniziative didattiche, e dall'altra di ricercare forme di reciproca differenziazione e cooperazione. E' a questo fine, di valorizzazione e potenziamento dell'opera delle scuole, che l'Amministrazione provinciale ha varato il suo Progetto di riforma. Si tratta ora di calare quello che si offre come documento teorico di programmazione, in un piano operativo calibrato sulla specifica realtà roveretana. Ciascuna delle istituzioni del nostro territorio potrà solo valorizzare al meglio le proprie risorse e peculiarità, e quindi trarre un impulso alla propria crescita, dalla partecipazione a un percorso integrato di attività didattiche musicali: che servirà a incrementare il già notevole riscontro di stima e di adesione raccolto dalle scuole.

Il presente progetto si prefigge di conseguenza tre obiettivi principali:
1. identificazione dei bisogni di musica della comunità;
2. ridefinizione delle finalità, delle linee programmatiche, della struttura gestionale, della scuola pubblica, la Civica Scuola Riccardo Zandonai;
3. conseguente elaborazione di un piano integrato di attività, fra le diverse scuole musicali, in interazione con le realtà culturali del territorio; una pianificazione concertata fra le scuole appare determinante per l'attuazione del presente progetto.
4. predisposizione di iniziative di sostegno e assistenza teorico-pratica all'innovazione didattica, in applicazione degli Orientamenti provinciali.

Perché un piano integrato possa sperare di funzionare, è opportuno che le scuole non comunali possano cooperare con la Civica in condizioni di relativa parità strutturale, a cominciare dalla sistemazione logistica. L'assunzione di maggiori oneri finanziari da parte dell'Amministrazione Provinciale (l'onere complessivo delle spese per il personale, deciso con la delibera del 25 luglio 1997) dovrebbe facilitare il compito al Comune, consentendogli di destinare le corrispondenti risorse a tre tipi di interventi:
1) potenziamento della Scuola Civica;
2) sostegno delle altre istituzioni scolastiche musicali del territorio, ai fini di un lavoro integrato;
3) varo di iniziative di appoggio al sistema dell'istruzione musicale roveretana.

2. Il punto sull'istruzione musicale

Le scuole di musica vanno a occupare uno spazio intermedio, tra la prima alfabetizzazione della scuola dell'obbligo e l'istruzione specialistica impartita nei conservatori.
E' quindi opportuno, per definire adeguatamente funzioni e compiti della scuola, analizzare preliminarmente queste realtà.

La scuola dell'obbligo
L'educazione musicale è qui inevitabilmente limitata a una sensibilizzazione al linguaggio musicale: più consistente nella scuola media, dove operano insegnanti-musicisti, più labile (spesso nulla) nella scuola elementare, per la mancata preparazione musicale della maggioranza degli insegnanti.
Sul territorio nazionale sono aperte più di 400 scuole medie a indirizzo musicale, che allargano ulteriormente la fascia iniziale degli studi specialistici considerati nel prossimo paragrafo. Esistono progetti ministeriali (per esempio il Progetto Orfeus) per estendere l'indirizzo musicale alla scuola primaria. Nessuna di tali scuole esiste nel comprensorio di Rovereto. Va tenuto presente che la recente assunzione del servizio scolastico statale da parte della Provincia Autonoma di Trento (D.L. 19 luglio 1996) è destinata ad aprire un confronto (già avviato all'interno della Commissione provinciale di studio), sull'opportunità di attivare anche nella nostra provincia tali scuole, e di integrarle nella rete delle scuole musicali.

Le strutture della formazione musicale specialistica
In questi anni i docenti dei conservatori, e con loro i responsabili della vita scolastica e i politici, si stanno interrogando sulle funzioni di tale istituzione, sui suoi scopi e contenuti. Sono oggi in molti a parlare di "crisi d'identità" del conservatorio, sotto molteplici aspetti:

1. Il modello didattico ancora oggi dominante è quello che si è venuto definendo intorno alla metà del XIX secolo, e che ha trovato la sua cristallizzazione programmatica nel 1930, con la legge che ne regola tuttora il funzionamento. La finalità prevalente del conservatorio è la formazione del virtuoso dello strumento (e del canto), in vista di una prestazione solistica. Se tale finalizzazione poteva avere un senso quando i conservatori erano tre, o cinque, diventa paradossale oggi che sono passati in Italia a 72 (comprendendo le sezioni staccate). Solo il 5% dei giovani che s'iscrivono in conservatorio giunge al diploma, almeno entro i tempi fissati; largheggiando, si può ipotizzare che un altro 5 % vi giunga "fuori corso". E di questo 10% (di fatto, circa 3000 diplomati all'anno), solo l'1%, a dir tanto, potrà sperare di svolgere la professione di concertista. La situazione nazionale si ripete un po' in tutte le regioni italiane. Ancora oggi, mille giovani vengono accolti nei conservatori italiani per essere orientati a una professione che solo uno di loro potrà praticare. E' opportuno precisare che il conservatorio non accoglie tra le sue finalità la pratica amatoriale della musica.

2. Per converso, si sa che il mondo musicale attuale è profondamente mutato rispetto a quello di 150 anni fa, con l'emergere di nuovi generi e linguaggi, con il vertiginoso incremento tecnologico, con l'affermarsi di funzioni inedite della musica e di inerenti professionalità. Tutti cambiamenti che hanno solo marginalmente lambito la struttura dei conservatori e il loro impianto curricolare. In tale contesto appare tanto più paradossale che il curricolo conservatoriale resti ancora quasi esclusivamente orientato alla formazione del virtuoso solista (anche se questa figura ovviamente continua a ricoprire un ruolo ineludibile).

3. Altrettanto mutati sono, nel corso di questo secolo e mezzo, i presupposti educativi, i valori, gli strumenti, le metodologie didattiche. La cristallizzazione del conservatorio, invece, si ripete anche nella conduzione complessiva degli studi. Basti pensare che gran parte della manualistica ancor oggi in uso è di stesura ottocentesca. In particolare, la formazione impartita dal conservatorio resta fortemente settoriale: l'opzione specialistica incoraggia curricoli non comunicanti, per le diverse specializzazioni. Mentre il musicista-tipo fino a Ottocento inoltrato era un musicista "intero", capace cioè di suonare diversi strumenti, di cantare, di improvvisare, di comporre, dalla metà del secolo ognuna di queste "specialità" fa capo a figure professionali, e a corsi di studio, ben differenziati (con netta prevalenza, come si diceva, per il virtuoso strumentista o cantante).

Non occorre aggiungere che la "crisi d'identità" riguarda il conservatorio come struttura e organizzazione centralizzata; non esclude l'esistenza e l'impegno di una quantità di docenti disponibili all'innovazione: a cominciare da quegli stessi che in questi anni hanno lanciato i campanelli di allarme, contribuendo a individuare le ragioni del malessere.

L'orientamento politico decisamente prevalente è oggi quello di circoscrivere l'orientamento professionale alla fascia superiore degli studi, da destinare a poche istituzioni nazionali: come si può ricavare dai diversi progetti di legge discussi nelle commissioni parlamentari dal 1995 a oggi.

Le scuole musicali e il Progetto di riforma elaborato dalla Provincia

Nel comprensorio di Rovereto sono aperte quattro scuole musicali iscritte nel Registro della Provincia: nel capoluogo la Civica Zandonai e il Centro Didattico Musicale (C.D.M.); a Villalagarina la Scuola Jan Novak; ad Ala la Scuola Operaprima.
Sono inoltre attive istituzioni che operano per l'educazione musicale, non iscritte a registro. Fra queste, la Scuola musicale Pederzini di Avio, la Scuola di fisarmonica "Il Rovere", il Gruppo Artemusica, il Gruppo vocale strumentale Freedom, l'Associazione Europea Musica Giovani.
La natura delle scuole iscritte a registro è chiaramente definita nel testo del Progetto di riforma, che in ciò non ha fatto che recepire le istanze più avvedute maturate all'interno delle scuole musicali stesse negli ultimi anni. La finalità primaria risulta essere la "qualità della vita": consentire al cittadino di coltivare l'esperienza della musica sia per la gratificazione personale sia per l'interazione sociale. In via sperimentale, gli Orientamenti suggeriscono la possibilità di allestire curricoli professionalizzanti, nelle direzioni sollecitate dalle pratiche musicali attuali, direzioni non contemplate dai conservatori di musica. Gli Orientamenti non escludono una terza finalità, quella di preparare candidati agli esami di conservatorio; però non la menzionano esplicitamente, e non la contemplano fra i corsi che essa finanzia. Le ragioni sono palesi: l'inopportunità, se non in casi eccezionali riguardanti possibili particolari talenti, di aggravare ulteriormente la situazione già descritta nel paragrafo sui conservatori.
Il profilo dell'allievo-tipo disegnato dagli Orientamenti è quello di una persona (di qualunque età e condizione socio-culturale) attivata a coltivare la propria sensibilità musicale integrale, in un piano di studi che educa la percezione uditiva, la voce, la motricità necessaria a produrre il suono strumentale, l'intelligenza degli eventi musicali, la creatività, la cultura musicale - in una rete integrata di passaggi continui. Questo modello si differenzia da quello settoriale ottocentesco, per avvicinarsi a quello della più antica tradizione, ovviamente rivisto alla luce delle attuali consapevolezze.
Ciò non solo non esclude possibili sbocchi professionali allo studio musicale, ma anzi assicura quella versatilità di competenze che è oggi sempre più necessaria al giovane per poter affrontare le imprevedibili rapide trasformazioni del mondo del lavoro, anche di quello culturale. Proprio per consentire un'osmosi tra l'esperienza musicale del singolo e il suo ambiente socioculturale, gli Orientamenti aspirano a collocare lo studio individuale nel concreto contesto offerto dalle realtà culturali del territorio, musicali e non: "le connesse opportunità di pratiche musicali e il complesso tessuto delle associazioni, dei centri sociosanitari, delle varie istituzioni culturali, offrono un concreto quadro di riferimento alla definizione degli obiettivi formativi".
E' opportuno ribadire che questo modello non comporta concessioni alla "qualità" degli studi: che aspira a rimanere alta quale che sia il grado di complessità dell'esperienza musicale contemplata.

La Civica Scuola di Musica Riccardo Zandonai

La nascita della Scuola e il suo cammino ripetono quello delle altre maggiori scuole musicali italiane. Viene fondata con lo scopo primario di preparare musicisti per le attività musicali del territorio (la musica cittadina, gli spettacoli teatrali, le accademie concertistiche...). Come avviene nelle altre scuole, a questa finalità si sostituisce gradatamente, fin dai primi anni di vita, la formazione all'obiettivo del concertismo. Momento nevralgico diventa la preparazione a sostenere gli esami presso i conservatori. L'Ordinamento didattico del Regolamento di gestione redatto nel 1986 ricalca integralmente il piano conservatoriale degli studi (scuole, corsi complementari, programmi, durate...). L'offerta è integrata da corsi con funzione propedeutica (corsi per l'infanzia) e da altri amatoriali (il "corso di cultura musicale generale destinato agli allievi che non intendono seguire i corsi professionali").
L'apertura al Progetto di riforma comporta l'allestimento di un piano di studi rinnovato, capace di conciliare la vocazione accademica della Scuola, che ha portato a significativi risultati "alti" nel corso della sua storia, con il bisogno di soddisfare la multiforme e specifica domanda di istruzione musicale della collettività. Come corollario, gli adempimenti previsti dalla normativa provinciale esigono un ripensamento della gestione amministrativa della Scuola: basti ricordare ancora che mentre la Provincia lascia libera ogni scuola iscritta a registro di attivare corsi non contemplati nel piano di studi del Progetto di riforma, e tra questi quelli preparatori agli esami di conservatorio, non si impegna a concorrere al loro finanziamento. Spetta quindi alla Scuola stessa decidere quanti e quali settori della propria attività assimilare a quelli contemplati dal Progetto di riforma, e quali eventualmente gestire in via autonoma: in questo caso conservando il relativo contributo comunale.

Le altre strutture comprensoriali di formazione musicale

Come si diceva, sono attive nel nostro comprensorio altre tre scuole iscritte nel Registro della Provincia: il C.D.M. di Rovereto; la Scuola Jan Novak di Villa Lagarina, la Scuola Operaprima di Ala.
Sono frequentate da un numero di allievi che è andato fortemente incrementandosi negli ultimi anni, grazie anche al fatto di soddisfare le più diverse e sentite esigenze di istruzione musicale da parte della popolazione. Il C.D.M. si differenzia in modo piuttosto netto dalla Civica sia per l'apertura di corsi "speciali", non contemplati dalla Civica; sia per la qualità del repertorio musicale (quasi esclusivamente orientato ai generi classici nella Civica, prevalentemente orientato ai generi popular nel C.D.M.); sia per l'allargamento delle attività, esclusiva del C.D.M., ad ambiti come la danza e il teatro. Se questo insieme di peculiarità didattiche porrà al C.D.M. problemi di adeguamento al Progetto di riforma, proprio la loro diversità dovrebbe favorire una chiara distinzione di compiti rispetto alla Civica, e incoraggiare forme di collaborazione.
Le altre due scuole sono quelle che sembrano incontrare minori problemi di adeguamento, essendo impostate su linee che già le avvicinano al modello previsto dagli Orientamenti provinciali.
Anche la Musica Cittadina ha una sua gloriosa tradizione, che merita di essere rivalutata, in un progetto comunitario. Per consuetudine, la banda attiva una propria scuola di musica: va definita l'opportunità di coordinare gli insegnamenti con quelli delle altre scuole, in particolare della Civica. Problema serio e ben noto della Musica Cittadina, come peraltro del C.D.M., è quello della sede: che dovrebbe trovare una soluzione, necessariamente preliminare allo sviluppo della collaborazione con le altre realtà.
Altre istituzioni, che operano sul territorio per la formazione musicale, andrebbero coinvolte nel piano integrato: a cominciare dall'A.Gi.Mus. (Associazione Giovanile Musicale), che attiva un proprio corso di violino e organizza periodici seminari di approfondimento didattico; per continuare con quelle già elencate.

3. Rifondazione delle scuole sulla realtà culturale del territorio

Gli Orientamenti provinciali pongono decisamente l'accento sull'importanza di una destinazione "sociale" delle attività musicali delle scuole. Occorre chiedersi in cosa tale richiesta possa distinguersi dalla pratica che già appartiene alla tradizione di ogni scuola di musica (come pure di ogni insegnante privato), e di cui la Civica e le altre scuole offrono notevoli esempi: ossia la pratica di offrire pubblicamente "saggi" dei risultati conseguiti dagli allievi - saggi organizzati in proprio, per lo più per un pubblico di congiunti e amici; oppure, nei casi più ambiziosi, proposti alla cittadinanza o a istituzioni (per esempio il saggio proposto ufficialmente dalla scuola all'interno del cartellone di un ente concertistico).
Di fatto la produzione musicale è la ragione stessa di ogni studio musicale, anche se non si dimentica l'importanza del "suonare per se stessi". L'esibizione pubblica è dunque un momento fondamentale di ogni curricolo musicale. L'allievo si abitua a prendere confidenza con l'ascoltatore: a rinforzare la padronanza dei propri mezzi, a vincere la timidezza. A questo fine viene giustamente incoraggiata ogni forma di prestazione alla presenza di altre persone, fin dai primi momenti dello studio.
Il Progetto di riforma fa trasparire come questo momento essenziale possa essere radicalmente rivisitato nella sua ragion d'essere, fino a suggerire a ritroso una sostanziale revisione dell'intero percorso didattico. La prestazione può assumere il compito di "dare un senso" all'insieme dello studio musicale: un senso valido per l'allievo in quanto valido per il suo ascoltatore, la sua comunità di appartenenza. E' la distinzione da porre nettamente tra prestazione (performance, produzione) e saggio. L'obiettivo tradizionale del saggio, si diceva, è di mostrare il livello di abilità raggiunto dall'allievo. Questo obiettivo - qui sta la piccola rivoluzione copernicana suggerita dal Progetto di riforma - può essere opportunamente integrato e superato da un obiettivo culturale: un obiettivo dettato dalla domanda musicale della collettività, dai suoi bisogni (dove "bisogno" è inteso nel senso di richiesta "profonda", non necessariamente consapevole, nè legata a interessi immediati, la cui soddisfazione permette la maturazione, intellettuale, affettiva, psicomotoria, della persona).
L'esecuzione in pubblico (non più semplicemente saggio, ma evento culturale) acquista un significato radicalmente nuovo per la vita della scuola ove sia posta al centro della struttura curricolare della scuola stessa. Invece di una scuola "introflessa", ossia finalizzata al perseguimento di obiettivi prestabiliti in vitro (per esempio dai programmi conservatoriali del 1930) e utilizzante l'esterno come bacino di risonanza e di dimostrazione del proprio operato, una scuola "estroflessa", finalizzata ai bisogni musicali della comunità, che modella di conseguenza le proprie condotte e l'intero impianto curricolare.
Possiamo individuare tre forme di prestazione, il concerto, la performance-lezione e la performance-spettacolo.
Concerto

E' la forma classica di prestazione musicale: che continua ad avere, anche in una scuola rifondata, la propria importante funzione di promozione culturale della comunità. Coinvolge gli allievi dei corsi avanzati in complessi cameristici di vario organico, come pure in prestazioni solistiche. Traguardo più ambizioso, l'allestimento di un'orchestra (inter-scolastica, nell'ipotesi più realistica) di allievi e docenti. Il concerto risponde tanto meglio al suo compito di promozione culturale, quanto meglio il repertorio è mirato in direzioni distinte da quelle della routine concertistica: con la quale una scuola non ha alcuna ragione di mettersi a confronto, o addirittura in competizione. A titolo d'esempio, la scelta può essere orientata in due sensi:
a) sulle opere del passato trascurate dai cartelloni; l'allestimento può mettere in moto iniziative di ricerca, di trascrizione, di revisione critica da parte dei docenti e degli allievi motivati al lavoro musicologico;
b) sulle opere dei compositori contemporanei: assolvendo in questo caso anche alla funzione di incoraggiare la creatività dei giovani compositori, a cominciare da quelli del territorio, e di familiarizzare il pubblico con il suo presente, anche musicale.
Con tali obiettivi caratterizzanti, il concerto della scuola può arrivare a proporsi all'interno delle stagioni concertistiche organizzate da altri enti, roveretani e non.
Performance-lezione

La performance-lezione si propone come uno strumento esplicito di acculturazione del pubblico. L'incontro alterna i momenti dell'esecuzione musicale con momenti (verbali, audiovisivi, eccetera) di interazione con il pubblico (spiegazioni, esemplificazioni, sollecitazione di quesiti e risposte...). Alcuni possibili esempi:
. guide all'ascolto per principianti;
. percorsi storici;
. percorsi tematici;
. educazione all'analisi del linguaggio musicale;
. relazioni fra la musica e altre forme d'arte;
. contestualizzazioni sonore di ambienti (per esempio musei).
Questo genere di prestazione richiede che nel corso dei suoi studi l'allievo venga preparato sia negli ambiti storico e teorico sia in quello dell'animazione culturale: esperienze che, incluse nel piano di studi dell'esecutore, allargherebbero la sua versatilità e quindi la sua possibilità di usare anche professionalmente le proprie competenze musicali.
Performance-spettacolo

La musica è parte integrante di uno spettacolo nel quale intervengono altre forme espressive: recitazione, gestualità, mezzi visivi. La musica si propone come un decisivo "apporto significante" al messaggio di:
. melologhi (musica che accompagna la recitazione di testi): melologhi esistenti nel repertorio storico; melologhi progettati e costruiti dagli allievi stessi;
. pantomime, balletti...;
. spettacoli teatrali (musiche di scena...);
. teatro musicale cantato;
. happenings (con coinvolgimento del pubblico);
. audiovisivi: accompagnamento dal vivo di proiezioni (diapositive, lavagna luminosa, son et lumiére ecc.: fino al film): costruite dagli allievi, su tema;
. informatica: accompagnamento anche dal vivo di materiali multimediali.
Questo genere di prestazione richiede che nel corso dei suoi studi l'allievo venga sensibilizzato e adeguatamente informato sui nodi essenziali della spettacolarità, teatrale e non. Altrettanto importante, proprio per questi obiettivi, diventa la collaborazione instaurabile con le istituzioni territoriali preposte allo spettacolo (teatro, danza, multimedialità).
4. Relazioni col territorio

Aprirsi al sociale vuol dire costruire i propri progetti d'istituto basandoli sulle opportunità verificate e concordate con le istituzioni del territorio.
Le attività qui di seguito ipotizzate sono solo un inventario delle possibilità, che ogni scuola farà sue in base alla vocazione, alla disponibilità, agli interessi, alla praticabilità. Alcune fanno già parte del corredo programmatico delle scuole. Altre ancora se ne potranno individuare via via, grazie soprattutto alle esperienze maturate dagli operatori. In ogni caso, la ricerca e il varo di tali collaborazioni sarà un processo graduale, che può partire il primo anno da semplici assaggi sperimentali.
Le collaborazioni possono essere identificate in un duplice senso:
. in entrata: gli apporti che le istituzioni possono recare alla vita della scuola;
. in uscita: i contributi che la scuola può recare alla vita dell'istituzione.

Segue una mappa delle istituzioni con le quali è possibile intravvedere collaborazioni. Le attività indicate sono semplici esempi.

A. Istituzioni culturali civiche

Le scuole collaborano in primo luogo con gli enti e le iniziative gestiti dal Servizio Attività Sociali e dal Servizio Cultura del Comune, all'interno dell'annuale Piano della Cultura.
Progetto Giovani - Centri di aggregazione giovanile - Spazio ascolto giovani - Informagiovani

In entrata
:
.Documentazione sulle attività.
.Intervento di esperti nell'aggiornamento e nella programmazione.
.Assistenza nei rapporti con gli allievi.
In uscita
:
.Assistenza nella realizzazione di audiovisivi.
.Allestimento di performance.
.Promozione di iniziative di coinvolgimento dei giovani.
.Fornitura di informazioni per "Informagiovani".

Teatro Zandonai - Rovereto Estate - Oriente Occidente - Festival Internazionale Mozart - Stagione concertistica dell'Accademia Filarmonica
In entrata
:
.Documentazione sui programmi in cantiere.
.Partecipazione guidata degli allievi alle prove.
In uscita
:
.Offerta di concerti e performance.
.Preparazione degli allievi delle scuole agli spettacoli.
.Preparazione del pubblico agli spettacoli.
Museo Civico

In entrata
:
.Assistenza di esperti nell'aggiornamento e nella programmazione.
.Intervento didattico di esperti nella scuola.
In uscita
:
.Allestimento di performance legate alle tematiche del Museo, in particolare alla sezione oggetti d'arte e folklore.
.Sonorizzare il Museo: assistenza nella creazione di ambientazione sonora per il Museo e per l'Osservatorio Astronomico.
.Assistenza nella realizzazione di sussidi audio-visivi del Museo.
.Partecipazione alle attività museali di animazione culturale organizzata sul territorio.
Biblioteca Civica

In entrata
:
.Assistenza di esperti nell'aggiornamento: preparazione e guida alla ricerca bibliografica e documentaria.
.Intervento didattico di esperti nella scuola.
In uscita
:
.Allestimento di performance legate al patrimonio della Biblioteca stessa (spartiti musicali, codici, documenti d'archivio, stampe; audiovisivi).
.Offerta di contributi di studio.
Museo d'Arte Moderna e Contemporanea

In entrata
:
.Assistenza di esperti nell'aggiornamento e nella programmazione.
.Intervento didattico di esperti nella scuola.
In uscita
:
.Allestimento di performance utilizzanti il repertorio musicale del Novecento.
.Sonorizzare il Museo: assistenza nella creazione di un ambiente sonoro per il Museo.
.Assistenza nella realizzazione di sussidi audio-visivi del Museo.
.Partecipazione alle attività museali di animazione culturale organizzata sul territorio.
Museo Storico Italiano della Guerra

In entrata
:
.Assistenza di esperti nell'aggiornamento e nella programmazione.
.Intervento didattico di esperti nella scuola.

In uscita:
.Allestimento di performance utilizzanti il repertorio musicale della guerra.
.Sonorizzare il Museo: assistenza nella creazione di un ambiente sonoro per il Museo.
.Assistenza nella realizzazione di sussidi audio-visivi del Museo.
.Partecipazione alle attività museali di animazione culturale organizzata sul territorio.
.Offerta di contributi di studio.
Opera Campana dei caduti - Università internazionale delle istituzioni dei popoli per la pace - Centro di educazione permanente alla pace - Forum trentino per la pace

In entrata
:
.Intervento didattico di esperti nella scuola.
In uscita
:
.Allestimento di performance sui temi della pace.
.Assistenza nella realizzazione di sussidi audio-visivi dell'Opera.
.Partecipazione alle attività di animazione culturale organizzata sul territorio.
Progetto Teatro Ragazzi

In entrata
:
.Documentazione sui programmi in cantiere.
.Assistenza di esperti nell'aggiornamento e nella programmazione.
In uscita
:
.Offerta di performance per il pubblico giovanile.
.Preparazione degli studenti delle scuole agli spettacoli.
Sipario d'oro (Concorso del teatro amatoriale)

In entrata
:
.Documentazione sui programmi in cantiere.
.Assistenza di esperti nell'aggiornamento e nella programmazione.
In uscita
:
.Preparazione degli studenti delle scuole agli spettacoli.
Rassegna Internazionale del Cinema archeologico

In entrata
:
.Documentazione sui programmi in cantiere: offerta di materiali di studio (con particolare riferimento alle colonne sonore).
In uscita
:
.Preparazione degli studenti delle scuole alle manifestazioni.

B. Istituzioni culturali private
Filodrammatiche

In entrata
:
.Assistenza di esperti nell'aggiornamento e nella programmazione.

In uscita:
.Allestimento in comune di spettacoli.
.Assistenza musicale nell'allestimento di spettacoli teatrali.
.Assistenza didattica nei corsi di formazione teatrale.

Associazioni musicali
Sul territorio opera una serie di associazioni di natura eterogenea, che ribadiscono la vivacità della vita musicale roveretano: l'Accademia Roveretana di Musica Antica, l'A.Gi.Mus., il Comitato Concerti Spirituali, il Giardino Lirico R.Zandonai, la Formazione Gruppi Rock, la Street Music, la Federazione Gruppi Rock Trentino; altre ancora.
In entrata
:
.Utilizzo di repertori specifici.
.Assistenza di esperti nell'aggiornamento e nella programmazione.
In uscita
:
.Allestimento di performance utilizzanti lo specifico repertorio.
.Preparazione degli allievi delle scuole agli spettacoli.
.Preparazione del pubblico agli spettacoli.

Musica Cittadina
In entrata
:
.Partecipazione della banda in performance della scuola.
In uscita
:
.Performance strumentali-bandistiche.
.Assistenza didattica alla vita della banda (repertorio, metodologie...).

Società corali
In entrata
:
.Partecipazione dei cori in performance della scuola.
In uscita
:
.Performance strumentali-corali.
.Assistenza didattica alla vita dei cori (repertorio, metodologie...).

Associazioni non musicali
Tra le numerose associazioni roveretano con le quali sembra opportuno avviare contatti esplorativi in vista di possibili cooperazioni con le scuole di musica, basti elencare: Associazione Rudolf Steiner per la Pedagogia, AIMC, UCIIM, Accademia Roveretana degli Agiati, Centro A.Rosmini, Incontri Internazionali di Rovereto, Gruppo Roveretano Arti Figurative, Rotary Club, i due Lions Club, Circolo ARCI-UISP, Circolo ACLI, Associazione Suono Parola Immagine, Centro di educazione e cultura popolare P.Mazzolari, Centro di cultura popolare Lizzanella, Comitato carnevale dei bambini.
In entrata
:
.Documentazione sulla natura e sui compiti dell'associazione, e sui suoi possibili "bisogni musicali".
.Assistenza di esperti nell'aggiornamento e nella programmazione.
In uscita
:
.Allestimento di performance per i soci, espressamente finalizzate alla natura dell'associazione.
.Fornitura di collaborazioni musicali per le attività dell'associazione.

C. Istituzioni religiose
In entrata
:
.Documentazione sulla vita dell'istituzione e sui suoi bisogni musicali.
.Assistenza nell'aggiornamento e nella programmazione.
In uscita
:
.Allestimento di performance per gli aderenti, espressamente finalizzate alle occasioni della vita religiosa.
.Fornitura di collaborazioni musicali per le attività dell'istituzione.

D. Strutture socio-sanitarie e rieducative
Casa di soggiorno per anziani - Centro Socio-educativo Il Ponte - Ospedali (in particolare i servizi di salute mentale) - Carcere.

In entrata:
.Assistenza socio-sanitaria.
.Assistenza psicologica (già in sede di programmazione).
In uscita
:
.Allestimento di performance per i soggetti assistiti.
.Fornitura di collaborazioni musicali per le attività dell'istituzione.

E. Enti turistici
In entrata
:
.Documentazione sulla vita dell'istituzione e sui suoi bisogni musicali.
In uscita
:
.Attività di animazione musicale dei bambini e ragazzi delle colonie.
.Allestimento di performance per bambini e ragazzi delle colonie.
.Allestimento di performance per il pubblico.

F. Scuole non musicali

Un referente privilegiato della scuola musicale è costituito dalla scuola generale, dal grado dell'infanzia ai gradi dell'istruzione superiore. La struttura formativa italiana sta attraversando una fase progettuale di forti cambiamenti istituzionali, in particolare con il riordino delle fasce scolastiche; e la derivata riprogettazione degli studi. Per di più nel Trentino l'organizzazione scolastica è stata affidata, come si diceva, alla gestione diretta della Provincia Autonoma. La scuola musicale non può che seguire attentamente questa evoluzione, per adeguarvi le proprie offerte di collaborazione.
Due progetti sono già stati individuati dal Progetto di riforma:
1. Assunzione delle scuole a indirizzo musicale da parte del sistema delle scuole musicali trentine
2. Preparazione della figura dell'Assistente didattico musicale.
Scuole materne ed elementari

In entrata
:
.Documentazione sulla realtà della scuola materna ed elementare.
In uscita
:
.Allestimento di spettacoli musicali per l'infanzia.
.Assistenza alla programmazione.
.Aggiornamento delle educatrici.
Scuole secondarie

In entrata
:
.Documentazione sulla realtà della scuola media e superiore, con particolare riguardo ai piani di studio predisposti dagli insegnanti di educazione musicale.
.Individuazione di allievi disponibili allo studio musicale avanzato.
.Partecipazione di allievi alle performance programmate dalle scuole musicali.
In uscita
:
.Allestimento di performance per i ragazzi.
.Allestimento di performance in comune.
.Assistenza alla programmazione.
Altre scuole

Università della Terza Età

In entrata
:
.Documentazione sulle iniziative programmate.
In uscita
:
.Allestimento di performance per gli aderenti.
.Fornitura di collaborazioni musicali per le attività dell'istituzione.
Scuola per operatori socio-assistenziali

In entrata
:
.Documentazione sulle iniziative programmate.
In uscita
:
.Assistenza alla programmazione.
.Aggiornamento degli operatori.
G. Istituzioni sovra-comprensoriali

Altre collaborazioni sono ipotizzabili con strutture territoriali più ampie: provinciali, regionali, nazionali. A solo titolo d'esempio:
Archivio Provinciale della Tradizione Orale

(Progetto del servizio Attività Culturali del Dipartimento Cultura dell'Assessorato Istruzione e Cultura)
In entrata
:
.Utilizzo di repertori popolari.
.Assistenza di esperti nell'aggiornamento e nella programmazione.
In uscita
:
.Allestimento di performance utilizzanti il repertorio di tradizione orale:
* spettacoli
* giochi infantili: attività di formazione delle insegnanti dell'infanzia.
Università

In entrata
:
.Assistenza di esperti nell'aggiornamento e nella programmazione.
In uscita
:
.Allestimento di performance.
.Assistenza nella realizzazione di performance degli studenti.
.Offerta di contributi di studio.

Scambi
Lo scambio tra il patrimonio culturale delle scuole è un efficace strumento di crescita delle scuole stesse. La documentazione offerta dalle altre scuole può diventare materiale prezioso nella predisposizione del Progetto d'Istituto.
Lo scambio può riguardare:
1.la documentazione sul Progetto d'Istituto;
2.le modalità e i processi della programmazione;
3.le prestazioni "esemplari" della scuola (performance, concerti...). Quest'ultima possibilità va riconsiderata secondo la logica complessiva sopra definita: accanto all'obiettivo di mostrare la qualità e il livello raggiunto dall'allievo (secondo la logica del saggio), va prevista sia la domanda/offerta di informazione sui criteri che hanno portato a scegliere i particolari contenuti della performance, sia la preparazione dei propri allievi alla performance proposta dalla scuola invitata.
L'operazione va incoraggiata a due livelli:
.livello comprensoriale, fra le scuole che collaborano nella realizzazione del presente progetto;
.livello extra-comprensoriale, fra le scuole del comprensorio e quelle esterne, regionali, nazionali, estere.

5. Sviluppo del curricolo

Una rifondazione sul sociale, secondo le linee profilate nel paragrafo 3, comporta come s'è visto la necessità di riprogrammare il corso degli studi, in funzione dei progetti messi in cantiere dalla scuola. Si possono intravvedere una serie di nodi, di opzioni metodologiche:

1. "Prima la musica poi l'esercizio": da una logica bifase a una monofase.
Questa prospettiva si distingue dal modello più convenzionale, articolato su due fasi: una fase preventiva, "propedeutica" allo studio successivo, basata soprattutto sull'esercizio tecnico; e una fase realizzativa, di perseguimento di risultati musicali, attivata solo dopo l'appropriazione di un adeguato bagaglio tecnico. In tale logica bifase, l'allievo non sperimenta risultati per lui gratificanti se non dopo un periodo più o meno lungo di addestramento. E' qui che vanno cercate le ragioni di molti abbandoni precoci dello studio musicale. Nella logica monofase che qui le si oppone, è soppresso il concetto stesso di "propedeuticità". L'allievo sperimenta da subito, e in ogni momento del suo percorso, un sia pur minimo risultato musicale, anche attraverso interventi creativi: il lavoro tecnico ne consegue come necessità di acquisire abilità sempre più avanzate, ai fini di una sempre più avanzata gratificazione personale.

2. Centralità del repertorio d'insieme.
La difficoltà, che incontra facilmente il diplomato dei nostri conservatori, a praticare la musica d'insieme, deriva da un paradosso, implicito nella struttura curricolare dei conservatori stessi. I curricoli generati dalla legge del 1930 si basano esclusivamente su un repertorio solistico: nella convinzione, in sé ineccepibile, che se l'allievo sa padroneggiare tale repertorio, che è il più avanzato, potrà a maggior ragione affrontare il repertorio d'insieme, generalmente più facile. Ma l'educazione alla musica d'insieme (dal duo all'orchestra) ha caratteristiche specifiche, che non coincidono in toto con quelle della formazione solistica; mentre possono risultare superflui certi livelli virtuosistici (basti pensare ai complessi che si dedicano alla musica barocca), sono necessarie competenze avanzate in compiti trascurati dai corsi abituali: abilità di lettura a prima vista, capacità di adattare il proprio suono al risultato dell'insieme (quindi capacità di ascolto degli altri), estensione del repertorio conosciuto, pratica di diverse diteggiature, capacità di adattarsi prontamente ai cambiamenti richiesti dal direttore (cambiamenti di fraseggio, di articolazione, di dinamica, di agogica...), possesso di tecniche differenziate (per esempio varie forme di vibrato per l'esecutore di strumento ad arco); e così via.
Il presente progetto prevede una ricomposizione del repertorio da porre alla base degli studi: dove, a una congrua selezione di pagine solistiche, sia affiancato, come momento centrale e caratterizzante la vita della scuola, il repertorio scelto per le performance d'insieme.
Un modello utile può essere offerto dall'educazione teatrale: l'allievo deve imparare e perfezionare tecniche squisitamente individuali: dizione, respirazione, gestualità, movimento e così via. Ma tutte queste tecniche maturano tanto meglio quanto più l'allievo attore interagisce con gli altri. La loro acquisizione avrebbe scarso significato se non servisse alle pratiche di gruppo.
3.
Integrazione stretta tra il corso strumentale e gli altri corsi.
Ancora il modello conservatoriale prescrive quella netta separazione di compiti che si traduce in conduzione separata e incomunicabile tra i vari corsi. Ciò comporta prevedibili sprechi di energie, sia da parte dell'allievo, sia da parte dei docenti. Gli Orientamenti suggeriscono invece un modello integrato, nel quale il repertorio scelto fa da catalizzatore dei diversi apprendimenti: pratica strumentale, pratica vocale, educazione percettiva, ascolto (analisi, interpretazione, storicizzazione), creatività: "Ad ogni livello, la formazione musicale tanto più è matura quanto più è [...] integrata (ossia mette in relazione le attività di un settore con quelle di tutti gli altri, in un passaggio continuo e reciproco di stimoli). Ciò esige uno stretto coordinamento fra i diversi operatori della scuola, sia in fase di programmazione sia in fase di insegnamento". In particolare, va studiata la possibile partecipazione del corso di strumento alle altre acquisizioni: per esempio attraverso la pratica di varianti del proprio repertorio: agogiche, dinamiche, ritmiche, melodiche, formali..., o attraverso attività di analisi dei pezzi praticati

4. Rivalutazione del corso di Formazione musicale.
Questo corso, che a livelli diversi prende il nome di Avviamento alla musica, o di Cultura musicale, dovrebbe essere riscattato dal suo ruolo elementare di insegnamento della notazione musicale, per assurgere a corso nel quale le attività di lettura e scrittura, invece di precedere le attività con la musica e sulla musica (prestazioni strumentali, canto, ascolto, creatività), ne derivano come strumento facilitante. E' semmai da riesaminare il ruolo che nell'addestramento delle abilità di lettura potrebbe più utilmente competere all'insegnante di strumento: recuperando così il modello della secolare tradizione didattica interrotta dall'imposizione della monocoltura ottocentesca.

5. Inserimento di altre competenze.
Altre risorse diventano funzionali all'utilizzo "esterno" (amatoriale, o potenzialmente professionale) delle competenze musicali maturate dall'allievo. A titolo d'esempio: abilità di animazione e coinvolgimento dell'ascoltatore; conoscenza dei modi d'integrazione della musica con altre forme espressive (parola, gesto, immagine...); capacità di orientarsi autonomamente nella ricerca bibliografica, documentaria, multimediale; e così via.
In particolare, può essere avviata un'esperienza già collaudata in altri paesi e, in Italia, negli studi superiori: la partecipazione alla vita della scuola, sotto forma di lezioni, conferenze, prestazioni varie, da parte di insegnanti e professionisti attivi in altre istituzioni.

6. Programmazione

L'allestimento di un piano di studi che tenga conto dei requisiti precedenti esige una programmazione accurata, alla quale dovrebbe concorrere collegialmente, riservandovi una parte dell'impegno professionale, l'insieme del corpo docente. La programmazione si snoda in due tempi fondamentali:

1. elaborazione a grandi linee, nel corso dell'anno scolastico, di un progetto d'istituto da attuare nell'anno seguente; in seconda battuta, si possono prevedere progetti attuabili negli anni successivi (per i quali per esempio siano necessari tempi più lunghi di allestimento). Tutto ciò presuppone una serie di operazioni:
. analisi della situazione interna:
a. numero e distribuzione degli allievi fra i vari corsi;
b. verifica delle competenze possedute dagli allievi in entrata;
. analisi della situazione esterna:
a. disponibilità di collaborazioni esterne:
* istituzioni culturali
* altre scuole musicali
* scuole non musicali
b. richieste dal territorio e dalle famiglie, ecc.;
. sulla scorta dei dati precedenti, definizione delle performance e del relativo repertorio;
. interventi promozionali, volti a sensibilizzare e orientare al progetto allievi e famiglie; e a promuovere il progetto d'istituto nell'ambiente.

2. definizione dei piani di studio, nel periodo precedente l'inizio dell'anno scolastico:
. previsione dei traguardi finali;
. definizione degli obiettivi, per ciascuna delle aree di apprendimento:
a. abilità strumentali:
* grado di complessità
* lettura a prima vista
* memorizzazione
* pratica all'impronto (imitazione)
b. abilità vocali
c. abilità percettive
d. creatività
e. risorse analitiche, interpretative, storiche;
. distribuzione articolata dei compiti fra i docenti;
. messa in comune degli itinerari parziali e delle relative metodologie;
. formazione delle classi;
. verifiche periodiche e conseguenti aggiustamenti

7. Aggiornamento

L'attuazione anche parziale del presente progetto richiede che siano messe preventivamente in cantiere adeguate iniziative di aggiornamento degli operatori. Il capitolo 4 del Progetto di riforma provinciale è dedicato espressamente a tale compito. Nella programmazione dell'aggiornamento ritorna particolarmente utile la collaborazione con le istituzioni sopra considerate: innanzitutto l'IPRASE (Istituto provinciale di ricerca, aggiornamento, sperimentazione educativi; l'Università, e in particolare gli istituendi Corso di laurea in scienze della formazione primaria e Scuola di specializzazione per gli insegnanti delle scuole secondarie; infine, per i propri specifici ambiti di competenza, le istituzioni che accettano di collaborare alla vita della scuola.
E' da prevedere anche l'opportunità che i seminari di aggiornamento siano aperti agli studenti dei corsi superiori.
Come primo orientamento, l'aggiornamento può essere impostato su tre fasi:

1. definire collegialmente, per ciascun settore didattico, il piano di ampiamento delle competenze ritenute necessarie al corpo docente (piano di debiti formativi); a titolo d'esempio:
. repertorio
. metodologie didattiche innovative
. tecniche alternative
. competenze nuove.

2. definire un conseguente piano di aggiornamento:
. criteri di programmazione
. obiettivi e contenuti
. metodologie da utilizzare; in particolare:
* didattica strumentale integrata
* insegnamento collettivo
. forme di verifica dei risultati, e di autovalutazione del lavoro didattico
. esperti/conduttori
. tempi di attuazione.

3. attuazione graduale.

Altri seminari di aggiornamento, su tematiche più generali, vanno realizzati attraverso interventi su scala provinciale.

8. Centro studi e documentazione

Le attività di aggiornamento degli operatori possono inserirsi in un più ampio progetto di studi e di ricerche, configurabile in un Centro studi e documentazione per l'educazione musicale, al quale affidare una serie di compiti:

.Raccolta di materiali documentari, bibliografici, mediali, informatici: sia locali, sia nazionali, sia esteri.
.Assistenza agli operatori.
.Attività di aggiornamento.
.Pubblicazioni: anche sotto forma di un periodico, contenente:
* informazioni sulla vita delle scuole musicali, con particolare riferimento ai rapporti instaurati con la realtà culturale del territorio;
* contributi di ricerca e sperimentazione didattica;
* contributi di ricerca musicologica;
* informazioni sugli autori del repertorio praticato nelle scuole (in particolare contemporanei);
* informazioni su significativi eventi riguardanti la didattica musicale oltre il territorio.
Il Centro può incoraggiare la promozione di contributi da destinare alle pubblicazioni prodotte dagli altri enti culturali del territorio.
.Altre iniziative. Per esempio, l'indizione di un concorso per lavori musicali utilizzabili come repertorio delle scuole di musica.

Il Centro studi e documentazione può essere istituito in collaborazione con la Biblioteca Civica e con altri enti territoriali.

9. Ruolo della Civica Scuola Zandonai

Per la funzione nevralgica che la Civica Scuola Zandonai ricopre nel sistema roveretano dell'istruzione musicale, la sua partecipazione al progetto è condizione imprescindibile perché il progetto stesso possa decollare. Le trasformazioni che la Scuola saprà adottare per potersi porre come protagonista del presente progetto, e in attuazione degli Orientamenti provinciali, non hanno altro obiettivo se non quello di potenziare la scuola stessa, dandole nuovo impulso, radicandola ancora meglio nella realtà sociale del territorio, raccogliendo intorno ad essa adesioni sempre più motivate, ponendola come uno dei fulcri della cultura musicale roveretana.
L'anno scolastico 1997/98 può essere utilizzato come anno di studio e definizione di un primo Progetto d'Istituto, da avviare nell'anno successivo. Ciò comporta una serie di operazioni:
1.attivazione di un osservatorio inter-scolastico, nel quale definire le possibilità di differenziazione e di collaborazione con le altre scuole musicali; tale osservatorio dovrebbe affiancare stabilmente le operazioni descritte nelle fasi seguenti;
2.esplorazione delle opportunità di collaborazione con le istituzioni del territorio;
3.predisposizione sperimentale di un Progetto d'Istituto;
4.individuazione di possibili corsi nuovi da attivare nella Scuola;
5.articolata programmazione curricolare (ridefinizione di obiettivi parziali, di metodologie, di contenuti, di strumenti di verifica...);
6.predisposizione di strumenti di auto-valutazione del servizio offerto;
7.elaborazione e avvio di un conseguente piano d'aggiornamento degli operatori.

Parallelamente, gli operatori collaboreranno all'eventuale ridefinizione della struttura organizzativa della Scuola, con particolare riferimento alle assunzioni di responsabilità, e al ruolo del Collegio docenti e del Direttore.


Original file name: Piano integrato Rovereto - converted on Sunday, 26 July 1998, 23:24

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