Il Piano è stato redatto dal Prof. Carlo Delfrati
su incarico dell'Amministrazione Comunale di Rovereto.
Indice
1. Motivazioni e obiettivi del piano
2. Il punto sull'istruzione musicale
La scuola dell'obbligo3. Rifondazione delle scuole sulla realtà culturale del territorio
Le strutture della formazione musicale specialistica
Le scuole musicali e il Progetto di riforma elaborato dalla Provincia
La Civica Scuola di Musica Riccardo Zandonai
Le altre strutture di formazione musicale presenti nel comprensorio
A. Istituzioni culturali civiche5. Sviluppo del curricolo
B. Istituzioni culturali private
C. Istituzioni religiose
D. Strutture socio-sanitarie
E. Enti turistici
F. Scuole non musicali
G. Istituzioni sovra-comprensoriali
Scambi
1. Motivazioni e obiettivi del piano
L'esperienza della musica, sia come pratica personale sia come ascolto, va occupando uno spazio sempre più esteso nella vita degli individui e delle comunità. Patrimonio storico della nostra civiltà, la musica è oggi una componente immancabile nel sempre più complesso universo dei mezzi di comunicazione e delle nuove tecnologie, che ne fanno una realtà centrale nella vita del bambino e del giovane, privata e di gruppo.
All'abbondanza dell'offerta, raramente corrisponde nel cittadino un'adeguata preparazione alla fruizione critica. Il cittadino resta facilmente esposto al condizionamento da parte dell'esperto della comunicazione musicale, privo com'è di mezzi di orientamento: di filtri cognitivi da una parte (comprensione, analisi, interpretazione del messaggio musicale); di capacità operative dall'altra (produzione personale, con la voce, con gli strumenti). La pratica attiva della musica è un aspetto nevralgico dell'educazione musicale, sia per la ricaduta sul piano cognitivo, sia per il suo agire come veicolo di benessere fisico e psichico, di autoespressione creativa e di aggregazione sociale.
Va aggiunto che, rispetto alla ricchezza e alla variegata
complessità del patrimonio musicale, nella grande
maggioranza dei casi la disponibilità del cittadino
resta circoscritta a una frazione minima di generi
e di forme. Le chiusure e le resistenze si avvertono
soprattutto nei confronti della produzione classica
che precede e che segue quella sette-ottocentesca (col
conseguente paradosso di un distacco del pubblico proprio
dalle forme più originali della contemporaneità);
verso generi particolari (per esempio la produzione
liederistica); verso le opere delle civiltà
extraeuropee: una carenza quest'ultima la cui attenuazione
consentirebbe di facilitare le relazioni interculturali.
La più grande fascia del pubblico limita la propria
disponibilità ai generi della cultura di massa.
Ma anche qui si tratta di una disponibilità
circoscritta ai generi spinti dall'industria della
canzone. La produzione di derivazione jazz, rock, pop
e così via conosce una quantità di forme
meno convenzionali, alle quali il pubblico resta però
sostanzialmente estraneo.
L'importanza e l'estensione dell'esperienza musicale
nella vita contemporanea spiega la necessità
che il cittadino sia adeguatamente educato alla fruizione
attiva e consapevole del linguaggio musicale, nelle
forme più varie del suo vasto e articolato universo,
e spiega la conseguente opportunità, da parte
delle pubbliche amministrazioni, di promuovere e sostenere
le istituzioni che vi sono preposte.
La Provincia Autonoma di Trento si è fatta carico
di tali istanze, incoraggiando la vita delle scuole
musicali trentine sia economicamente, sia scientificamente,
attraverso il lavoro di una Commissione di studio,
e il derivato Progetto di riforma delle scuole musicali
trentine iscritte a registro Provincia Autonoma di
Trento, Progetto di riforma delle scuole musicali
trentine iscritte a registro. Delibera della Giunta
Provinciale n. 8076, 25 luglio 1997.. Gli Orientamenti
didattici (Capo 1 del Progetto) spiegano bene le ragioni
che rendono opportuna e indilazionabile sia una riforma
globale del sistema dell'istruzione musicale nel territorio,
sia la necessità di un piano coordinato di programmazione
e di attuazione.
Rovereto, che conta su un'illustre tradizione di proposte educative e culturali, appare oggi animata, sul fronte dell'istruzione musicale, da un ricco fermento innovativo. La Civica Scuola Riccardo Zandonai, unico istituto provinciale direttamente amministrato da un ente pubblico, si pone al centro di un variegato panorama di offerte didattiche, che vede felicemente impegnate ben tre altre scuole iscritte al registro, una rosa di istituzioni di varia natura.
La forte espansione della domanda e dell'offerta di educazione musicale, in atto da alcuni anni, sollecita negli stessi operatori da una parte l'esigenza di qualificare sempre meglio le proprie iniziative didattiche, e dall'altra di ricercare forme di reciproca differenziazione e cooperazione. E' a questo fine, di valorizzazione e potenziamento dell'opera delle scuole, che l'Amministrazione provinciale ha varato il suo Progetto di riforma. Si tratta ora di calare quello che si offre come documento teorico di programmazione, in un piano operativo calibrato sulla specifica realtà roveretana. Ciascuna delle istituzioni del nostro territorio potrà solo valorizzare al meglio le proprie risorse e peculiarità, e quindi trarre un impulso alla propria crescita, dalla partecipazione a un percorso integrato di attività didattiche musicali: che servirà a incrementare il già notevole riscontro di stima e di adesione raccolto dalle scuole.
Il presente progetto si prefigge di conseguenza tre
obiettivi principali:
1. identificazione dei bisogni di musica della comunità;
2. ridefinizione delle finalità, delle linee
programmatiche, della struttura gestionale, della scuola
pubblica, la Civica Scuola Riccardo Zandonai;
3. conseguente elaborazione di un piano integrato di
attività, fra le diverse scuole musicali, in
interazione con le realtà culturali del territorio;
una pianificazione concertata fra le scuole appare
determinante per l'attuazione del presente progetto.
4. predisposizione di iniziative di sostegno e assistenza
teorico-pratica all'innovazione didattica, in applicazione
degli Orientamenti provinciali.
Perché un piano integrato possa sperare di funzionare,
è opportuno che le scuole non comunali possano
cooperare con la Civica in condizioni di relativa parità
strutturale, a cominciare dalla sistemazione logistica.
L'assunzione di maggiori oneri finanziari da parte
dell'Amministrazione Provinciale (l'onere complessivo
delle spese per il personale, deciso con la delibera
del 25 luglio 1997) dovrebbe facilitare il compito
al Comune, consentendogli di destinare le corrispondenti
risorse a tre tipi di interventi:
1) potenziamento della Scuola Civica;
2) sostegno delle altre istituzioni scolastiche musicali
del territorio, ai fini di un lavoro integrato;
3) varo di iniziative di appoggio al sistema dell'istruzione
musicale roveretana.
2. Il punto sull'istruzione musicale
Le scuole di musica vanno a occupare uno spazio intermedio,
tra la prima alfabetizzazione della scuola dell'obbligo
e l'istruzione specialistica impartita nei conservatori.
E' quindi opportuno, per definire adeguatamente funzioni
e compiti della scuola, analizzare preliminarmente
queste realtà.
La scuola dell'obbligo
L'educazione musicale è qui inevitabilmente limitata
a una sensibilizzazione al linguaggio musicale: più
consistente nella scuola media, dove operano insegnanti-musicisti,
più labile (spesso nulla) nella scuola elementare,
per la mancata preparazione musicale della maggioranza
degli insegnanti.
Sul territorio nazionale sono aperte più di 400
scuole medie a indirizzo musicale, che allargano ulteriormente
la fascia iniziale degli studi specialistici considerati
nel prossimo paragrafo. Esistono progetti ministeriali
(per esempio il Progetto Orfeus) per estendere l'indirizzo
musicale alla scuola primaria. Nessuna di tali scuole
esiste nel comprensorio di Rovereto. Va tenuto presente
che la recente assunzione del servizio scolastico statale
da parte della Provincia Autonoma di Trento (D.L. 19
luglio 1996) è destinata ad aprire un confronto
(già avviato all'interno della Commissione provinciale
di studio), sull'opportunità di attivare anche
nella nostra provincia tali scuole, e di integrarle
nella rete delle scuole musicali.
Le strutture della formazione musicale specialistica
In questi anni i docenti dei conservatori, e con loro
i responsabili della vita scolastica e i politici,
si stanno interrogando sulle funzioni di tale istituzione,
sui suoi scopi e contenuti. Sono oggi in molti a parlare
di "crisi d'identità" del conservatorio,
sotto molteplici aspetti:
1. Il modello didattico ancora oggi dominante è quello che si è venuto definendo intorno alla metà del XIX secolo, e che ha trovato la sua cristallizzazione programmatica nel 1930, con la legge che ne regola tuttora il funzionamento. La finalità prevalente del conservatorio è la formazione del virtuoso dello strumento (e del canto), in vista di una prestazione solistica. Se tale finalizzazione poteva avere un senso quando i conservatori erano tre, o cinque, diventa paradossale oggi che sono passati in Italia a 72 (comprendendo le sezioni staccate). Solo il 5% dei giovani che s'iscrivono in conservatorio giunge al diploma, almeno entro i tempi fissati; largheggiando, si può ipotizzare che un altro 5 % vi giunga "fuori corso". E di questo 10% (di fatto, circa 3000 diplomati all'anno), solo l'1%, a dir tanto, potrà sperare di svolgere la professione di concertista. La situazione nazionale si ripete un po' in tutte le regioni italiane. Ancora oggi, mille giovani vengono accolti nei conservatori italiani per essere orientati a una professione che solo uno di loro potrà praticare. E' opportuno precisare che il conservatorio non accoglie tra le sue finalità la pratica amatoriale della musica.
2. Per converso, si sa che il mondo musicale attuale è profondamente mutato rispetto a quello di 150 anni fa, con l'emergere di nuovi generi e linguaggi, con il vertiginoso incremento tecnologico, con l'affermarsi di funzioni inedite della musica e di inerenti professionalità. Tutti cambiamenti che hanno solo marginalmente lambito la struttura dei conservatori e il loro impianto curricolare. In tale contesto appare tanto più paradossale che il curricolo conservatoriale resti ancora quasi esclusivamente orientato alla formazione del virtuoso solista (anche se questa figura ovviamente continua a ricoprire un ruolo ineludibile).
3. Altrettanto mutati sono, nel corso di questo secolo e mezzo, i presupposti educativi, i valori, gli strumenti, le metodologie didattiche. La cristallizzazione del conservatorio, invece, si ripete anche nella conduzione complessiva degli studi. Basti pensare che gran parte della manualistica ancor oggi in uso è di stesura ottocentesca. In particolare, la formazione impartita dal conservatorio resta fortemente settoriale: l'opzione specialistica incoraggia curricoli non comunicanti, per le diverse specializzazioni. Mentre il musicista-tipo fino a Ottocento inoltrato era un musicista "intero", capace cioè di suonare diversi strumenti, di cantare, di improvvisare, di comporre, dalla metà del secolo ognuna di queste "specialità" fa capo a figure professionali, e a corsi di studio, ben differenziati (con netta prevalenza, come si diceva, per il virtuoso strumentista o cantante).
Non occorre aggiungere che la "crisi d'identità" riguarda il conservatorio come struttura e organizzazione centralizzata; non esclude l'esistenza e l'impegno di una quantità di docenti disponibili all'innovazione: a cominciare da quegli stessi che in questi anni hanno lanciato i campanelli di allarme, contribuendo a individuare le ragioni del malessere.
L'orientamento politico decisamente prevalente è oggi quello di circoscrivere l'orientamento professionale alla fascia superiore degli studi, da destinare a poche istituzioni nazionali: come si può ricavare dai diversi progetti di legge discussi nelle commissioni parlamentari dal 1995 a oggi.
Le scuole musicali e il Progetto di riforma elaborato dalla Provincia
Nel comprensorio di Rovereto sono aperte quattro scuole
musicali iscritte nel Registro della Provincia: nel
capoluogo la Civica Zandonai e il Centro Didattico
Musicale (C.D.M.); a Villalagarina la Scuola Jan Novak;
ad Ala la Scuola Operaprima.
Sono inoltre attive istituzioni che operano per l'educazione
musicale, non iscritte a registro. Fra queste, la Scuola
musicale Pederzini di Avio, la Scuola di fisarmonica
"Il Rovere", il Gruppo Artemusica, il Gruppo
vocale strumentale Freedom, l'Associazione Europea
Musica Giovani.
La natura delle scuole iscritte a registro è
chiaramente definita nel testo del Progetto di riforma,
che in ciò non ha fatto che recepire le istanze
più avvedute maturate all'interno delle scuole
musicali stesse negli ultimi anni. La finalità
primaria risulta essere la "qualità della
vita": consentire al cittadino di coltivare l'esperienza
della musica sia per la gratificazione personale sia
per l'interazione sociale. In via sperimentale, gli
Orientamenti suggeriscono la possibilità di
allestire curricoli professionalizzanti, nelle direzioni
sollecitate dalle pratiche musicali attuali, direzioni
non contemplate dai conservatori di musica. Gli Orientamenti
non escludono una terza finalità, quella di
preparare candidati agli esami di conservatorio; però
non la menzionano esplicitamente, e non la contemplano
fra i corsi che essa finanzia. Le ragioni sono palesi:
l'inopportunità, se non in casi eccezionali
riguardanti possibili particolari talenti, di aggravare
ulteriormente la situazione già descritta nel
paragrafo sui conservatori.
Il profilo dell'allievo-tipo disegnato dagli Orientamenti
è quello di una persona (di qualunque età
e condizione socio-culturale) attivata a coltivare
la propria sensibilità musicale integrale, in
un piano di studi che educa la percezione uditiva,
la voce, la motricità necessaria a produrre
il suono strumentale, l'intelligenza degli eventi musicali,
la creatività, la cultura musicale - in una
rete integrata di passaggi continui. Questo modello
si differenzia da quello settoriale ottocentesco, per
avvicinarsi a quello della più antica tradizione,
ovviamente rivisto alla luce delle attuali consapevolezze.
Ciò non solo non esclude possibili sbocchi professionali
allo studio musicale, ma anzi assicura quella versatilità
di competenze che è oggi sempre più necessaria
al giovane per poter affrontare le imprevedibili rapide
trasformazioni del mondo del lavoro, anche di quello
culturale. Proprio per consentire un'osmosi tra l'esperienza
musicale del singolo e il suo ambiente socioculturale,
gli Orientamenti aspirano a collocare lo studio individuale
nel concreto contesto offerto dalle realtà culturali
del territorio, musicali e non: "le connesse opportunità
di pratiche musicali e il complesso tessuto delle associazioni,
dei centri sociosanitari, delle varie istituzioni culturali,
offrono un concreto quadro di riferimento alla definizione
degli obiettivi formativi".
E' opportuno ribadire che questo modello non comporta
concessioni alla "qualità" degli studi:
che aspira a rimanere alta quale che sia il grado di
complessità dell'esperienza musicale contemplata.
La Civica Scuola di Musica Riccardo Zandonai
La nascita della Scuola e il suo cammino ripetono quello
delle altre maggiori scuole musicali italiane. Viene
fondata con lo scopo primario di preparare musicisti
per le attività musicali del territorio (la
musica cittadina, gli spettacoli teatrali, le accademie
concertistiche...). Come avviene nelle altre scuole,
a questa finalità si sostituisce gradatamente,
fin dai primi anni di vita, la formazione all'obiettivo
del concertismo. Momento nevralgico diventa la preparazione
a sostenere gli esami presso i conservatori. L'Ordinamento
didattico del Regolamento di gestione redatto nel 1986
ricalca integralmente il piano conservatoriale degli
studi (scuole, corsi complementari, programmi, durate...).
L'offerta è integrata da corsi con funzione
propedeutica (corsi per l'infanzia) e da altri amatoriali
(il "corso di cultura musicale generale destinato
agli allievi che non intendono seguire i corsi professionali").
L'apertura al Progetto di riforma comporta l'allestimento
di un piano di studi rinnovato, capace di conciliare
la vocazione accademica della Scuola, che ha portato
a significativi risultati "alti" nel corso
della sua storia, con il bisogno di soddisfare la multiforme
e specifica domanda di istruzione musicale della collettività.
Come corollario, gli adempimenti previsti dalla normativa
provinciale esigono un ripensamento della gestione
amministrativa della Scuola: basti ricordare ancora
che mentre la Provincia lascia libera ogni scuola iscritta
a registro di attivare corsi non contemplati nel piano
di studi del Progetto di riforma, e tra questi quelli
preparatori agli esami di conservatorio, non si impegna
a concorrere al loro finanziamento. Spetta quindi alla
Scuola stessa decidere quanti e quali settori della
propria attività assimilare a quelli contemplati
dal Progetto di riforma, e quali eventualmente gestire
in via autonoma: in questo caso conservando il relativo
contributo comunale.
Le altre strutture comprensoriali di formazione musicale
Come si diceva, sono attive nel nostro comprensorio
altre tre scuole iscritte nel Registro della Provincia:
il C.D.M. di Rovereto; la Scuola Jan Novak di Villa
Lagarina, la Scuola Operaprima di Ala.
Sono frequentate da un numero di allievi che è
andato fortemente incrementandosi negli ultimi anni,
grazie anche al fatto di soddisfare le più diverse
e sentite esigenze di istruzione musicale da parte
della popolazione. Il C.D.M. si differenzia in modo
piuttosto netto dalla Civica sia per l'apertura di
corsi "speciali", non contemplati dalla Civica;
sia per la qualità del repertorio musicale (quasi
esclusivamente orientato ai generi classici nella Civica,
prevalentemente orientato ai generi popular nel C.D.M.);
sia per l'allargamento delle attività, esclusiva
del C.D.M., ad ambiti come la danza e il teatro. Se
questo insieme di peculiarità didattiche porrà
al C.D.M. problemi di adeguamento al Progetto di riforma,
proprio la loro diversità dovrebbe favorire
una chiara distinzione di compiti rispetto alla Civica,
e incoraggiare forme di collaborazione.
Le altre due scuole sono quelle che sembrano incontrare
minori problemi di adeguamento, essendo impostate su
linee che già le avvicinano al modello previsto
dagli Orientamenti provinciali.
Anche la Musica Cittadina ha una sua gloriosa tradizione,
che merita di essere rivalutata, in un progetto comunitario.
Per consuetudine, la banda attiva una propria scuola
di musica: va definita l'opportunità di coordinare
gli insegnamenti con quelli delle altre scuole, in
particolare della Civica. Problema serio e ben noto
della Musica Cittadina, come peraltro del C.D.M., è
quello della sede: che dovrebbe trovare una soluzione,
necessariamente preliminare allo sviluppo della collaborazione
con le altre realtà.
Altre istituzioni, che operano sul territorio per la
formazione musicale, andrebbero coinvolte nel piano
integrato: a cominciare dall'A.Gi.Mus. (Associazione
Giovanile Musicale), che attiva un proprio corso di
violino e organizza periodici seminari di approfondimento
didattico; per continuare con quelle già elencate.
3. Rifondazione delle scuole sulla realtà culturale del territorio
Gli Orientamenti provinciali pongono decisamente l'accento
sull'importanza di una destinazione "sociale"
delle attività musicali delle scuole. Occorre
chiedersi in cosa tale richiesta possa distinguersi
dalla pratica che già appartiene alla tradizione
di ogni scuola di musica (come pure di ogni insegnante
privato), e di cui la Civica e le altre scuole offrono
notevoli esempi: ossia la pratica di offrire pubblicamente
"saggi" dei risultati conseguiti dagli allievi
- saggi organizzati in proprio, per lo più per
un pubblico di congiunti e amici; oppure, nei casi
più ambiziosi, proposti alla cittadinanza o
a istituzioni (per esempio il saggio proposto ufficialmente
dalla scuola all'interno del cartellone di un ente
concertistico).
Di fatto la produzione musicale è la ragione
stessa di ogni studio musicale, anche se non si dimentica
l'importanza del "suonare per se stessi".
L'esibizione pubblica è dunque un momento fondamentale
di ogni curricolo musicale. L'allievo si abitua a prendere
confidenza con l'ascoltatore: a rinforzare la padronanza
dei propri mezzi, a vincere la timidezza. A questo
fine viene giustamente incoraggiata ogni forma di prestazione
alla presenza di altre persone, fin dai primi momenti
dello studio.
Il Progetto di riforma fa trasparire come questo momento
essenziale possa essere radicalmente rivisitato nella
sua ragion d'essere, fino a suggerire a ritroso una
sostanziale revisione dell'intero percorso didattico.
La prestazione può assumere il compito di "dare
un senso" all'insieme dello studio musicale: un
senso valido per l'allievo in quanto valido per il
suo ascoltatore, la sua comunità di appartenenza.
E' la distinzione da porre nettamente tra prestazione
(performance, produzione) e saggio. L'obiettivo tradizionale
del saggio, si diceva, è di mostrare il livello
di abilità raggiunto dall'allievo. Questo obiettivo
- qui sta la piccola rivoluzione copernicana suggerita
dal Progetto di riforma - può essere opportunamente
integrato e superato da un obiettivo culturale: un
obiettivo dettato dalla domanda musicale della collettività,
dai suoi bisogni (dove "bisogno" è
inteso nel senso di richiesta "profonda",
non necessariamente consapevole, nè legata a
interessi immediati, la cui soddisfazione permette
la maturazione, intellettuale, affettiva, psicomotoria,
della persona).
L'esecuzione in pubblico (non più semplicemente
saggio, ma evento culturale) acquista un significato
radicalmente nuovo per la vita della scuola ove sia
posta al centro della struttura curricolare della scuola
stessa. Invece di una scuola "introflessa",
ossia finalizzata al perseguimento di obiettivi prestabiliti
in vitro (per esempio dai programmi conservatoriali
del 1930) e utilizzante l'esterno come bacino di risonanza
e di dimostrazione del proprio operato, una scuola
"estroflessa", finalizzata ai bisogni musicali
della comunità, che modella di conseguenza le
proprie condotte e l'intero impianto curricolare.
Possiamo individuare tre forme di prestazione, il concerto,
la performance-lezione e la performance-spettacolo.
Concerto
E' la forma classica di prestazione musicale: che continua
ad avere, anche in una scuola rifondata, la propria
importante funzione di promozione culturale della comunità.
Coinvolge gli allievi dei corsi avanzati in complessi
cameristici di vario organico, come pure in prestazioni
solistiche. Traguardo più ambizioso, l'allestimento
di un'orchestra (inter-scolastica, nell'ipotesi più
realistica) di allievi e docenti. Il concerto risponde
tanto meglio al suo compito di promozione culturale,
quanto meglio il repertorio è mirato in direzioni
distinte da quelle della routine concertistica: con
la quale una scuola non ha alcuna ragione di mettersi
a confronto, o addirittura in competizione. A titolo
d'esempio, la scelta può essere orientata in
due sensi:
a) sulle opere del passato trascurate dai cartelloni;
l'allestimento può mettere in moto iniziative
di ricerca, di trascrizione, di revisione critica da
parte dei docenti e degli allievi motivati al lavoro
musicologico;
b) sulle opere dei compositori contemporanei: assolvendo
in questo caso anche alla funzione di incoraggiare
la creatività dei giovani compositori, a cominciare
da quelli del territorio, e di familiarizzare il pubblico
con il suo presente, anche musicale.
Con tali obiettivi caratterizzanti, il concerto della
scuola può arrivare a proporsi all'interno delle
stagioni concertistiche organizzate da altri enti,
roveretani e non.
Performance-lezione
La performance-lezione si propone come uno strumento
esplicito di acculturazione del pubblico. L'incontro
alterna i momenti dell'esecuzione musicale con momenti
(verbali, audiovisivi, eccetera) di interazione con
il pubblico (spiegazioni, esemplificazioni, sollecitazione
di quesiti e risposte...). Alcuni possibili esempi:
. guide all'ascolto per principianti;
. percorsi storici;
. percorsi tematici;
. educazione all'analisi del linguaggio musicale;
. relazioni fra la musica e altre forme d'arte;
. contestualizzazioni sonore di ambienti (per esempio
musei).
Questo genere di prestazione richiede che nel corso
dei suoi studi l'allievo venga preparato sia negli
ambiti storico e teorico sia in quello dell'animazione
culturale: esperienze che, incluse nel piano di studi
dell'esecutore, allargherebbero la sua versatilità
e quindi la sua possibilità di usare anche professionalmente
le proprie competenze musicali.
Performance-spettacolo
La musica è parte integrante di uno spettacolo
nel quale intervengono altre forme espressive: recitazione,
gestualità, mezzi visivi. La musica si propone
come un decisivo "apporto significante" al
messaggio di:
. melologhi (musica che accompagna la recitazione di
testi): melologhi esistenti nel repertorio storico;
melologhi progettati e costruiti dagli allievi stessi;
. pantomime, balletti...;
. spettacoli teatrali (musiche di scena...);
. teatro musicale cantato;
. happenings (con coinvolgimento del pubblico);
. audiovisivi: accompagnamento dal vivo di proiezioni
(diapositive, lavagna luminosa, son et lumiére
ecc.: fino al film): costruite dagli allievi, su tema;
. informatica: accompagnamento anche dal vivo di materiali
multimediali.
Questo genere di prestazione richiede che nel corso
dei suoi studi l'allievo venga sensibilizzato e adeguatamente
informato sui nodi essenziali della spettacolarità,
teatrale e non. Altrettanto importante, proprio per
questi obiettivi, diventa la collaborazione instaurabile
con le istituzioni territoriali preposte allo spettacolo
(teatro, danza, multimedialità).
4. Relazioni col territorio
Aprirsi al sociale vuol dire costruire i propri progetti
d'istituto basandoli sulle opportunità verificate
e concordate con le istituzioni del territorio.
Le attività qui di seguito ipotizzate sono solo
un inventario delle possibilità, che ogni scuola
farà sue in base alla vocazione, alla disponibilità,
agli interessi, alla praticabilità. Alcune fanno
già parte del corredo programmatico delle scuole.
Altre ancora se ne potranno individuare via via, grazie
soprattutto alle esperienze maturate dagli operatori.
In ogni caso, la ricerca e il varo di tali collaborazioni
sarà un processo graduale, che può partire
il primo anno da semplici assaggi sperimentali.
Le collaborazioni possono essere identificate in un
duplice senso:
. in entrata: gli apporti che le istituzioni possono
recare alla vita della scuola;
. in uscita: i contributi che la scuola può recare
alla vita dell'istituzione.
Segue una mappa delle istituzioni con le quali è possibile intravvedere collaborazioni. Le attività indicate sono semplici esempi.
A. Istituzioni culturali civiche
Le scuole collaborano in primo luogo con gli enti e
le iniziative gestiti dal Servizio Attività
Sociali e dal Servizio Cultura del Comune, all'interno
dell'annuale Piano della Cultura.
Progetto Giovani - Centri di aggregazione giovanile
- Spazio ascolto giovani - Informagiovani
In entrata:
.Documentazione sulle attività.
.Intervento di esperti nell'aggiornamento e nella programmazione.
.Assistenza nei rapporti con gli allievi.
In uscita:
.Assistenza nella realizzazione di audiovisivi.
.Allestimento di performance.
.Promozione di iniziative di coinvolgimento dei giovani.
.Fornitura di informazioni per "Informagiovani".
Teatro Zandonai - Rovereto Estate - Oriente Occidente
- Festival Internazionale Mozart - Stagione concertistica
dell'Accademia Filarmonica
In uscita
In entrata:
.Documentazione sui programmi in cantiere.
.Partecipazione guidata degli allievi alle prove.
In uscita:
.Offerta di concerti e performance.
.Preparazione degli allievi delle scuole agli spettacoli.
.Preparazione del pubblico agli spettacoli.
Museo Civico
In entrata:
.Assistenza di esperti nell'aggiornamento e nella programmazione.
.Intervento didattico di esperti nella scuola.
In uscita:
.Allestimento di performance legate alle tematiche del
Museo, in particolare alla sezione oggetti d'arte e
folklore.
.Sonorizzare il Museo: assistenza nella creazione di
ambientazione sonora per il Museo e per l'Osservatorio
Astronomico.
.Assistenza nella realizzazione di sussidi audio-visivi
del Museo.
.Partecipazione alle attività museali di animazione
culturale organizzata sul territorio.
Biblioteca Civica
In entrata:
.Assistenza di esperti nell'aggiornamento: preparazione
e guida alla ricerca bibliografica e documentaria.
.Intervento didattico di esperti nella scuola.
In uscita:
.Allestimento di performance legate al patrimonio della
Biblioteca stessa (spartiti musicali, codici, documenti
d'archivio, stampe; audiovisivi).
.Offerta di contributi di studio.
Museo d'Arte Moderna e Contemporanea
In entrata:
.Assistenza di esperti nell'aggiornamento e nella programmazione.
.Intervento didattico di esperti nella scuola.
In uscita:
.Allestimento di performance utilizzanti il repertorio
musicale del Novecento.
.Sonorizzare il Museo: assistenza nella creazione di
un ambiente sonoro per il Museo.
.Assistenza nella realizzazione di sussidi audio-visivi
del Museo.
.Partecipazione alle attività museali di animazione
culturale organizzata sul territorio.
Museo Storico Italiano della Guerra
In entrata:
.Assistenza di esperti nell'aggiornamento e nella programmazione.
.Intervento didattico di esperti nella scuola.
.Allestimento di performance utilizzanti il repertorio
musicale della guerra.
.Sonorizzare il Museo: assistenza nella creazione di
un ambiente sonoro per il Museo.
.Assistenza nella realizzazione di sussidi audio-visivi
del Museo.
.Partecipazione alle attività museali di animazione
culturale organizzata sul territorio.
.Offerta di contributi di studio.
Opera Campana dei caduti - Università internazionale
delle istituzioni dei popoli per la pace - Centro di
educazione permanente alla pace - Forum trentino per
la pace
In entrata:
.Intervento didattico di esperti nella scuola.
In uscita:
.Allestimento di performance sui temi della pace.
.Assistenza nella realizzazione di sussidi audio-visivi
dell'Opera.
.Partecipazione alle attività di animazione culturale
organizzata sul territorio.
Progetto Teatro Ragazzi
In entrata:
.Documentazione sui programmi in cantiere.
.Assistenza di esperti nell'aggiornamento e nella programmazione.
In uscita:
.Offerta di performance per il pubblico giovanile.
.Preparazione degli studenti delle scuole agli spettacoli.
Sipario d'oro (Concorso del teatro amatoriale)
In entrata:
.Documentazione sui programmi in cantiere.
.Assistenza di esperti nell'aggiornamento e nella programmazione.
In uscita:
.Preparazione degli studenti delle scuole agli spettacoli.
Rassegna Internazionale del Cinema archeologico
In entrata:
.Documentazione sui programmi in cantiere: offerta di
materiali di studio (con particolare riferimento alle
colonne sonore).
In uscita:
.Preparazione degli studenti delle scuole alle manifestazioni.
B. Istituzioni culturali private
In uscita
Filodrammatiche
In entrata:
.Assistenza di esperti nell'aggiornamento e nella programmazione.
.Allestimento in comune di spettacoli.
.Assistenza musicale nell'allestimento di spettacoli
teatrali.
.Assistenza didattica nei corsi di formazione teatrale.
Associazioni musicali
Sul territorio opera una serie di associazioni di natura
eterogenea, che ribadiscono la vivacità della
vita musicale roveretano: l'Accademia Roveretana di
Musica Antica, l'A.Gi.Mus., il Comitato Concerti Spirituali,
il Giardino Lirico R.Zandonai, la Formazione Gruppi
Rock, la Street Music, la Federazione Gruppi Rock Trentino;
altre ancora.
In entrata:
.Utilizzo di repertori specifici.
.Assistenza di esperti nell'aggiornamento e nella programmazione.
In uscita:
.Allestimento di performance utilizzanti lo specifico
repertorio.
.Preparazione degli allievi delle scuole agli spettacoli.
.Preparazione del pubblico agli spettacoli.
Musica Cittadina
In entrata:
.Partecipazione della banda in performance della scuola.
In uscita:
.Performance strumentali-bandistiche.
.Assistenza didattica alla vita della banda (repertorio,
metodologie...).
Società corali
In entrata:
.Partecipazione dei cori in performance della scuola.
In uscita:
.Performance strumentali-corali.
.Assistenza didattica alla vita dei cori (repertorio,
metodologie...).
Associazioni non musicali
Tra le numerose associazioni roveretano con le quali
sembra opportuno avviare contatti esplorativi in vista
di possibili cooperazioni con le scuole di musica,
basti elencare: Associazione Rudolf Steiner per la
Pedagogia, AIMC, UCIIM, Accademia Roveretana degli
Agiati, Centro A.Rosmini, Incontri Internazionali di
Rovereto, Gruppo Roveretano Arti Figurative, Rotary
Club, i due Lions Club, Circolo ARCI-UISP, Circolo
ACLI, Associazione Suono Parola Immagine, Centro di
educazione e cultura popolare P.Mazzolari, Centro di
cultura popolare Lizzanella, Comitato carnevale dei
bambini.
In entrata:
.Documentazione sulla natura e sui compiti dell'associazione,
e sui suoi possibili "bisogni musicali".
.Assistenza di esperti nell'aggiornamento e nella programmazione.
In uscita:
.Allestimento di performance per i soci, espressamente
finalizzate alla natura dell'associazione.
.Fornitura di collaborazioni musicali per le attività
dell'associazione.
C. Istituzioni religiose
In entrata:
.Documentazione sulla vita dell'istituzione e sui suoi
bisogni musicali.
.Assistenza nell'aggiornamento e nella programmazione.
In uscita:
.Allestimento di performance per gli aderenti, espressamente
finalizzate alle occasioni della vita religiosa.
.Fornitura di collaborazioni musicali per le attività
dell'istituzione.
D. Strutture socio-sanitarie e rieducative
In entrata
Casa di soggiorno per anziani - Centro Socio-educativo
Il Ponte - Ospedali (in particolare i servizi di salute
mentale) - Carcere.
.Assistenza socio-sanitaria.
.Assistenza psicologica (già in sede di programmazione).
In uscita:
.Allestimento di performance per i soggetti assistiti.
.Fornitura di collaborazioni musicali per le attività
dell'istituzione.
E. Enti turistici
In entrata:
.Documentazione sulla vita dell'istituzione e sui suoi
bisogni musicali.
In uscita:
.Attività di animazione musicale dei bambini
e ragazzi delle colonie.
.Allestimento di performance per bambini e ragazzi delle
colonie.
.Allestimento di performance per il pubblico.
F. Scuole non musicali
Un referente privilegiato della scuola musicale è
costituito dalla scuola generale, dal grado dell'infanzia
ai gradi dell'istruzione superiore. La struttura formativa
italiana sta attraversando una fase progettuale di
forti cambiamenti istituzionali, in particolare con
il riordino delle fasce scolastiche; e la derivata
riprogettazione degli studi. Per di più nel
Trentino l'organizzazione scolastica è stata
affidata, come si diceva, alla gestione diretta della
Provincia Autonoma. La scuola musicale non può
che seguire attentamente questa evoluzione, per adeguarvi
le proprie offerte di collaborazione.
Due progetti sono già stati individuati dal Progetto
di riforma:
1. Assunzione delle scuole a indirizzo musicale da parte
del sistema delle scuole musicali trentine
2. Preparazione della figura dell'Assistente didattico
musicale.
Scuole materne ed elementari
In entrata:
.Documentazione sulla realtà della scuola materna
ed elementare.
In uscita:
.Allestimento di spettacoli musicali per l'infanzia.
.Assistenza alla programmazione.
.Aggiornamento delle educatrici.
Scuole secondarie
In entrata:
.Documentazione sulla realtà della scuola media
e superiore, con particolare riguardo ai piani di studio
predisposti dagli insegnanti di educazione musicale.
.Individuazione di allievi disponibili allo studio musicale
avanzato.
.Partecipazione di allievi alle performance programmate
dalle scuole musicali.
In uscita:
.Allestimento di performance per i ragazzi.
.Allestimento di performance in comune.
.Assistenza alla programmazione.
Altre scuole
Università della Terza Età
In entrata:
.Documentazione sulle iniziative programmate.
In uscita:
.Allestimento di performance per gli aderenti.
.Fornitura di collaborazioni musicali per le attività
dell'istituzione.
Scuola per operatori socio-assistenziali
In entrata:
.Documentazione sulle iniziative programmate.
In uscita:
.Assistenza alla programmazione.
.Aggiornamento degli operatori.
G. Istituzioni sovra-comprensoriali
Altre collaborazioni sono ipotizzabili con strutture
territoriali più ampie: provinciali, regionali,
nazionali. A solo titolo d'esempio:
Archivio Provinciale della Tradizione Orale
(Progetto del servizio Attività Culturali del
Dipartimento Cultura dell'Assessorato Istruzione e
Cultura)
In entrata:
.Utilizzo di repertori popolari.
.Assistenza di esperti nell'aggiornamento e nella programmazione.
In uscita:
.Allestimento di performance utilizzanti il repertorio
di tradizione orale:
* spettacoli
* giochi infantili: attività di formazione delle
insegnanti dell'infanzia.
Università
In entrata:
.Assistenza di esperti nell'aggiornamento e nella programmazione.
In uscita:
.Allestimento di performance.
.Assistenza nella realizzazione di performance degli
studenti.
.Offerta di contributi di studio.
Scambi
Lo scambio tra il patrimonio culturale delle scuole
è un efficace strumento di crescita delle scuole
stesse. La documentazione offerta dalle altre scuole
può diventare materiale prezioso nella predisposizione
del Progetto d'Istituto.
Lo scambio può riguardare:
1.la documentazione sul Progetto d'Istituto;
2.le modalità e i processi della programmazione;
3.le prestazioni "esemplari" della scuola
(performance, concerti...). Quest'ultima possibilità
va riconsiderata secondo la logica complessiva sopra
definita: accanto all'obiettivo di mostrare la qualità
e il livello raggiunto dall'allievo (secondo la logica
del saggio), va prevista sia la domanda/offerta di
informazione sui criteri che hanno portato a scegliere
i particolari contenuti della performance, sia la preparazione
dei propri allievi alla performance proposta dalla
scuola invitata.
L'operazione va incoraggiata a due livelli:
.livello comprensoriale, fra le scuole che collaborano
nella realizzazione del presente progetto;
.livello extra-comprensoriale, fra le scuole del comprensorio
e quelle esterne, regionali, nazionali, estere.
5. Sviluppo del curricolo
Una rifondazione sul sociale, secondo le linee profilate nel paragrafo 3, comporta come s'è visto la necessità di riprogrammare il corso degli studi, in funzione dei progetti messi in cantiere dalla scuola. Si possono intravvedere una serie di nodi, di opzioni metodologiche:
1. "Prima la musica poi l'esercizio": da una
logica bifase a una monofase.
Questa prospettiva si distingue dal modello più
convenzionale, articolato su due fasi: una fase preventiva,
"propedeutica" allo studio successivo, basata
soprattutto sull'esercizio tecnico; e una fase realizzativa,
di perseguimento di risultati musicali, attivata solo
dopo l'appropriazione di un adeguato bagaglio tecnico.
In tale logica bifase, l'allievo non sperimenta risultati
per lui gratificanti se non dopo un periodo più
o meno lungo di addestramento. E' qui che vanno cercate
le ragioni di molti abbandoni precoci dello studio
musicale. Nella logica monofase che qui le si oppone,
è soppresso il concetto stesso di "propedeuticità".
L'allievo sperimenta da subito, e in ogni momento del
suo percorso, un sia pur minimo risultato musicale,
anche attraverso interventi creativi: il lavoro tecnico
ne consegue come necessità di acquisire abilità
sempre più avanzate, ai fini di una sempre più
avanzata gratificazione personale.
2. Centralità del repertorio d'insieme.
La difficoltà, che incontra facilmente il diplomato
dei nostri conservatori, a praticare la musica d'insieme,
deriva da un paradosso, implicito nella struttura curricolare
dei conservatori stessi. I curricoli generati dalla
legge del 1930 si basano esclusivamente su un repertorio
solistico: nella convinzione, in sé ineccepibile,
che se l'allievo sa padroneggiare tale repertorio,
che è il più avanzato, potrà a
maggior ragione affrontare il repertorio d'insieme,
generalmente più facile. Ma l'educazione alla
musica d'insieme (dal duo all'orchestra) ha caratteristiche
specifiche, che non coincidono in toto con quelle della
formazione solistica; mentre possono risultare superflui
certi livelli virtuosistici (basti pensare ai complessi
che si dedicano alla musica barocca), sono necessarie
competenze avanzate in compiti trascurati dai corsi
abituali: abilità di lettura a prima vista,
capacità di adattare il proprio suono al risultato
dell'insieme (quindi capacità di ascolto degli
altri), estensione del repertorio conosciuto, pratica
di diverse diteggiature, capacità di adattarsi
prontamente ai cambiamenti richiesti dal direttore
(cambiamenti di fraseggio, di articolazione, di dinamica,
di agogica...), possesso di tecniche differenziate
(per esempio varie forme di vibrato per l'esecutore
di strumento ad arco); e così via.
Il presente progetto prevede una ricomposizione del
repertorio da porre alla base degli studi: dove, a
una congrua selezione di pagine solistiche, sia affiancato,
come momento centrale e caratterizzante la vita della
scuola, il repertorio scelto per le performance d'insieme.
Un modello utile può essere offerto dall'educazione
teatrale: l'allievo deve imparare e perfezionare tecniche
squisitamente individuali: dizione, respirazione, gestualità,
movimento e così via. Ma tutte queste tecniche
maturano tanto meglio quanto più l'allievo attore
interagisce con gli altri. La loro acquisizione avrebbe
scarso significato se non servisse alle pratiche di
gruppo.
3. Integrazione stretta tra il corso strumentale e gli
altri corsi.
Ancora il modello conservatoriale prescrive quella netta
separazione di compiti che si traduce in conduzione
separata e incomunicabile tra i vari corsi. Ciò
comporta prevedibili sprechi di energie, sia da parte
dell'allievo, sia da parte dei docenti. Gli Orientamenti
suggeriscono invece un modello integrato, nel quale
il repertorio scelto fa da catalizzatore dei diversi
apprendimenti: pratica strumentale, pratica vocale,
educazione percettiva, ascolto (analisi, interpretazione,
storicizzazione), creatività: "Ad ogni
livello, la formazione musicale tanto più è
matura quanto più è [...] integrata (ossia
mette in relazione le attività di un settore
con quelle di tutti gli altri, in un passaggio continuo
e reciproco di stimoli). Ciò esige uno stretto
coordinamento fra i diversi operatori della scuola,
sia in fase di programmazione sia in fase di insegnamento".
In particolare, va studiata la possibile partecipazione
del corso di strumento alle altre acquisizioni: per
esempio attraverso la pratica di varianti del proprio
repertorio: agogiche, dinamiche, ritmiche, melodiche,
formali..., o attraverso attività di analisi
dei pezzi praticati
4. Rivalutazione del corso di Formazione musicale.
Questo corso, che a livelli diversi prende il nome di
Avviamento alla musica, o di Cultura musicale, dovrebbe
essere riscattato dal suo ruolo elementare di insegnamento
della notazione musicale, per assurgere a corso nel
quale le attività di lettura e scrittura, invece
di precedere le attività con la musica e sulla
musica (prestazioni strumentali, canto, ascolto, creatività),
ne derivano come strumento facilitante. E' semmai da
riesaminare il ruolo che nell'addestramento delle abilità
di lettura potrebbe più utilmente competere
all'insegnante di strumento: recuperando così
il modello della secolare tradizione didattica interrotta
dall'imposizione della monocoltura ottocentesca.
5. Inserimento di altre competenze.
Altre risorse diventano funzionali all'utilizzo "esterno"
(amatoriale, o potenzialmente professionale) delle
competenze musicali maturate dall'allievo. A titolo
d'esempio: abilità di animazione e coinvolgimento
dell'ascoltatore; conoscenza dei modi d'integrazione
della musica con altre forme espressive (parola, gesto,
immagine...); capacità di orientarsi autonomamente
nella ricerca bibliografica, documentaria, multimediale;
e così via.
In particolare, può essere avviata un'esperienza
già collaudata in altri paesi e, in Italia,
negli studi superiori: la partecipazione alla vita
della scuola, sotto forma di lezioni, conferenze, prestazioni
varie, da parte di insegnanti e professionisti attivi
in altre istituzioni.
6. Programmazione
L'allestimento di un piano di studi che tenga conto dei requisiti precedenti esige una programmazione accurata, alla quale dovrebbe concorrere collegialmente, riservandovi una parte dell'impegno professionale, l'insieme del corpo docente. La programmazione si snoda in due tempi fondamentali:
1. elaborazione a grandi linee, nel corso dell'anno
scolastico, di un progetto d'istituto da attuare nell'anno
seguente; in seconda battuta, si possono prevedere
progetti attuabili negli anni successivi (per i quali
per esempio siano necessari tempi più lunghi
di allestimento). Tutto ciò presuppone una serie
di operazioni:
. analisi della situazione interna:
a. numero e distribuzione degli allievi fra i vari corsi;
b. verifica delle competenze possedute dagli allievi
in entrata;
. analisi della situazione esterna:
a. disponibilità di collaborazioni esterne:
* istituzioni culturali
* altre scuole musicali
* scuole non musicali
b. richieste dal territorio e dalle famiglie, ecc.;
. sulla scorta dei dati precedenti, definizione delle
performance e del relativo repertorio;
. interventi promozionali, volti a sensibilizzare e
orientare al progetto allievi e famiglie; e a promuovere
il progetto d'istituto nell'ambiente.
2. definizione dei piani di studio, nel periodo precedente
l'inizio dell'anno scolastico:
. previsione dei traguardi finali;
. definizione degli obiettivi, per ciascuna delle aree
di apprendimento:
a. abilità strumentali:
* grado di complessità
* lettura a prima vista
* memorizzazione
* pratica all'impronto (imitazione)
b. abilità vocali
c. abilità percettive
d. creatività
e. risorse analitiche, interpretative, storiche;
. distribuzione articolata dei compiti fra i docenti;
. messa in comune degli itinerari parziali e delle relative
metodologie;
. formazione delle classi;
. verifiche periodiche e conseguenti aggiustamenti
7. Aggiornamento
L'attuazione anche parziale del presente progetto richiede
che siano messe preventivamente in cantiere adeguate
iniziative di aggiornamento degli operatori. Il capitolo
4 del Progetto di riforma provinciale è dedicato
espressamente a tale compito. Nella programmazione
dell'aggiornamento ritorna particolarmente utile la
collaborazione con le istituzioni sopra considerate:
innanzitutto l'IPRASE (Istituto provinciale di ricerca,
aggiornamento, sperimentazione educativi; l'Università,
e in particolare gli istituendi Corso di laurea in
scienze della formazione primaria e Scuola di specializzazione
per gli insegnanti delle scuole secondarie; infine,
per i propri specifici ambiti di competenza, le istituzioni
che accettano di collaborare alla vita della scuola.
E' da prevedere anche l'opportunità che i seminari
di aggiornamento siano aperti agli studenti dei corsi
superiori.
Come primo orientamento, l'aggiornamento può
essere impostato su tre fasi:
1. definire collegialmente, per ciascun settore didattico,
il piano di ampiamento delle competenze ritenute necessarie
al corpo docente (piano di debiti formativi); a titolo
d'esempio:
. repertorio
. metodologie didattiche innovative
. tecniche alternative
. competenze nuove.
2. definire un conseguente piano di aggiornamento:
. criteri di programmazione
. obiettivi e contenuti
. metodologie da utilizzare; in particolare:
* didattica strumentale integrata
* insegnamento collettivo
. forme di verifica dei risultati, e di autovalutazione
del lavoro didattico
. esperti/conduttori
. tempi di attuazione.
3. attuazione graduale.
Altri seminari di aggiornamento, su tematiche più generali, vanno realizzati attraverso interventi su scala provinciale.
8. Centro studi e documentazione
Le attività di aggiornamento degli operatori possono inserirsi in un più ampio progetto di studi e di ricerche, configurabile in un Centro studi e documentazione per l'educazione musicale, al quale affidare una serie di compiti:
.Raccolta di materiali documentari, bibliografici, mediali,
informatici: sia locali, sia nazionali, sia esteri.
.Assistenza agli operatori.
.Attività di aggiornamento.
.Pubblicazioni: anche sotto forma di un periodico, contenente:
* informazioni sulla vita delle scuole musicali, con
particolare riferimento ai rapporti instaurati con
la realtà culturale del territorio;
* contributi di ricerca e sperimentazione didattica;
* contributi di ricerca musicologica;
* informazioni sugli autori del repertorio praticato
nelle scuole (in particolare contemporanei);
* informazioni su significativi eventi riguardanti la
didattica musicale oltre il territorio.
Il Centro può incoraggiare la promozione di contributi
da destinare alle pubblicazioni prodotte dagli altri
enti culturali del territorio.
.Altre iniziative. Per esempio, l'indizione di un concorso
per lavori musicali utilizzabili come repertorio delle
scuole di musica.
Il Centro studi e documentazione può essere istituito in collaborazione con la Biblioteca Civica e con altri enti territoriali.
9. Ruolo della Civica Scuola Zandonai
Per la funzione nevralgica che la Civica Scuola Zandonai
ricopre nel sistema roveretano dell'istruzione musicale,
la sua partecipazione al progetto è condizione
imprescindibile perché il progetto stesso possa
decollare. Le trasformazioni che la Scuola saprà
adottare per potersi porre come protagonista del presente
progetto, e in attuazione degli Orientamenti provinciali,
non hanno altro obiettivo se non quello di potenziare
la scuola stessa, dandole nuovo impulso, radicandola
ancora meglio nella realtà sociale del territorio,
raccogliendo intorno ad essa adesioni sempre più
motivate, ponendola come uno dei fulcri della cultura
musicale roveretana.
L'anno scolastico 1997/98 può essere utilizzato
come anno di studio e definizione di un primo Progetto
d'Istituto, da avviare nell'anno successivo. Ciò
comporta una serie di operazioni:
1.attivazione di un osservatorio inter-scolastico, nel
quale definire le possibilità di differenziazione
e di collaborazione con le altre scuole musicali; tale
osservatorio dovrebbe affiancare stabilmente le operazioni
descritte nelle fasi seguenti;
2.esplorazione delle opportunità di collaborazione
con le istituzioni del territorio;
3.predisposizione sperimentale di un Progetto d'Istituto;
4.individuazione di possibili corsi nuovi da attivare
nella Scuola;
5.articolata programmazione curricolare (ridefinizione
di obiettivi parziali, di metodologie, di contenuti,
di strumenti di verifica...);
6.predisposizione di strumenti di auto-valutazione del
servizio offerto;
7.elaborazione e avvio di un conseguente piano d'aggiornamento
degli operatori.
Parallelamente, gli operatori collaboreranno all'eventuale ridefinizione della struttura organizzativa della Scuola, con particolare riferimento alle assunzioni di responsabilità, e al ruolo del Collegio docenti e del Direttore.
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