Corriere Scuola - IL CASO - Venerdì 16 aprile 1999.
di LUIGI CHIAVARONE
Oltre 36 mila persone, tra insegnanti e allievi dei
57 conservatori e dei 15 istituti musicali pareggiati
italiani, hanno il fiato sospeso per conoscere quale
sarà la loro sorte. Quella che deciderà
la riforma e che disegnerà il nuovo volto dell'istruzione
musicale. In questi giorni alla VII commissione del
Senato sono in discussione gli emendamenti al disegno
di legge 2881 di riforma dei conservatori, accademie,
istituti superiori per le industrie artistiche (Isia)
e istituti musicali pareggiati.
La tappa successiva sarà la votazione, prima
articolo per articolo e poi nel suo insieme del disegno
di legge. Poi passerà in aula o, se otterrà
il procedimento deliberante, direttamente a Montecitorio.
Due opposte concezioni
Insomma un iter difficile, che dura da oltre 15 mesi,
e che ha visto anche uno spietato confronto tra due
opposte concezioni e tra i due relatori alla Camera
e al Senato: l'onorevole Luciana Sbarbati (Gruppo misto)
e il senatore Luigi Lombardi Satriani (Ds). Tutto comincia
quando il ddl 2881, dopo essere passato all'unanimità
alla VII Commissione della Camera, ottenendo la deliberante,
si era arenato a Palazzo Madama. Motivo? Il relatore
Lombardi Satriani aveva presentato in Senato un progetto
totalmente diverso dal precedente.
Sembrava che l'impasse fosse irrisolvibile, almeno fino
a quando, verso la fine di febbraio, la VII Commissione
del Senato ha respinto la proposta di Lombardi Satriani
e ha approvato quella della Sbarbati. Il senatore si
è dimesso da relatore a Palazzo Madama, ma ha
presentato circa venti emendamenti al testo varato
dalla Camera.
Asciutti nuovo relatore
I nuovo relatore, il senatore Franco Asciutti, promette tempi rapidi, ma intanto tra gli addetti ai lavori il malcontento è palpabile, frutto della speranza di una riforma attesa da decenni. L'intento del ddl Sbarbati e della controproposta Lombardi Satriani è quello di adeguare i conservatori e le accademie agli standard europei in modo che rilascino titoli, riconosciuti all'estero, di livello universitario, ma con alcune differenze.
Il testo Sbarbati
Nel testo Sbarbati le accademie di belle arti, l'accademia
nazionale di danza, l'accademia nazionale d'arte drammatica,
gli Isia, i conservatori di musica e gli istituti musicali
pareggiati costituiscono istituti di istruzione superiore
di grado universitario, chiamati Isda (Istituti superiori
delle arti) dei quali è prevista la presenza
di almeno uno per regione.
Dal conservatorio si potrà uscire col diploma
universitario di primo livello, col diploma di laurea
in discipline musicali e con quello di specializzazione.
Alla testa dell'Isda, cui si accede col possesso del
diploma di scuola media superiore, ci sarebbe il Cnda
(Consiglio nazionale delle arti), che definisce gli
indirizzi e le linee generali della ricerca e svolge
funzioni consultive anche per il reclutamento del personale.
Il Cnda è indipendente dal Cun (Consiglio universitario
nazionale) e così gli Isda sarebbero completamente
svincolati dal restante sistema universitario nazionale.
«Per evitare un'appropriazione da parte dell'università -
commenta Sbarbati - anche perché l'arte dev'essere
libera e autonoma, non può essere fagocitata
da un sistema che la trasformi esclusivamente te in
un insieme di discipline teoriche». Inoltre
gli Isda attiverebbero dottorati di ricerca e i diplomi
conseguiti al conservatorio prima dell'entrata in vigore
della legge sarebbero equiparati ai diplomi di laurea.
I punti che hanno suscitato maggiori polemiche sono
gli articoli 8 e 10 del disegno. Il primo stabilisce
che i docenti del conservatorio saranno inquadrati
negli Isda in ruoli a esaurimento. «Quindi automaticamente
passano a essere docenti al livello universitario -
dice Maria Caraci, docente del corso di laurea in musicologia
a Cremona (Univ. di Pavia) -. Insomma le solite promozioni
dall'alto alla faccia di una politica culturale decorosa.
Se vogliono diventare docenti universitari devono fare
i concorsi».
Sull'art. 10 si sono concentrati gli strali degli addetti
ai lavori, perché «la Sbarbati è
assolutamente evasiva su ciò che riguarda i
gradi scolastici precedenti a quello universitario».
Il testo Satriani
I testo proposto dal senatore Lombardi Satriani, invece,
separava i conservatori e le accademie di danza dalle
accademie di belle arti, d'arte drammatica e dagli
Isia pur riconoscendo a entrambi il livello universitario.
Poi venivano eliminati gli Isda. Al posto del Cnda
della Sbarbati ci sarebbe stato il Cnam (Consiglio
nazionale per l'Alta formazione artistica e musicale)
e i docenti sarebbero stati reclutati con contratti
di diritto privato rinnovabili.
Molto criticato il punto che stabiliva che le istituzioni
di livello universitario dovessero costituire dei Politecnici
delle arti, cioè centri di eccellenza, determinati
con decreto ministeriale, perché «si
creavano - dice Giuliano Silveri, direttore del Conservatorio
di Perugia - superconservatori distinti da tutti gli
altri, favorendo solo alcuni istituti».
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