Sottosegretario alla Pubblica Istruzione
Ricognizione delle proposte di riforma dei Conservatori presentate in Parlamento
Il compito che mi è stato affidato è di
sviluppare una ricognizione delle proposte di legge
attualmente all esame della Commissione Istruzione
e Cultura della Camera dei Deputati. Dirò rapidamente
che la Commissione ha già fatto una discussione
generale sullinsieme delle proposte, ha già
costituito un comitato ristretto che sta lavorando
per avvicinare le diverse proposte, per costituire
un testo unitario, ovviamente aperto a tutta una serie
di riflessioni e considerazioni.
Quali le caratteristiche delle proposte presentate:
la prima, comune a tutte, è che si prevede,
e questo credo che sia un dato da sottolineare con
la dovuta energia, il passaggio delle Accademie di
Belle Arti, di Danza, di Arte Drammatica e dei Conservatori
alle competenze del Ministero della Ricerca Scientifica
e Tecnologica. Questo è un dato comune a tutte
le proposte cioè lipotesi di trasferire la competenza
dal Ministero della Pubblica Istruzione, che ha tradizionalmente
esercitato questa competenza al Ministero dellUniversità.
La seconda: si tratta in tutti i casi di leggi di delega
che entrano piuttosto poco nei particolari, che affidano
al governo il compito di definire esattamente tutti
gli aspetti che conseguono dal passaggio delle competenze
sia per quanto riguarda gli assetti ordinamentali,
sia per quanto riguarda lassetto del personale. I lavori
della Commissione non sono ancora arrivati al punto
dellassetto del personale, anzi neanche degli assetti
ordinamentali, per ora si sta lavorando sulla collocazione
istituzionale e quindi la definizione di questo passaggio.
E comprensibile, se voi avvicinate le diverse proposte
di legge, che sia abbastanza facile per i legislatori,
definire un assetto di tipo universitario delle Accademie
di Belle Arti, il che non si riscontra invece quando
si parla di Accademia dArte Drammatica, di Accademia
Nazionale di Danza dei Conservatori. Perché?
Per questi casi ci troviamo di fronte a percorsi che
al proprio interno non sono così chiaramente
articolati e su cui esistono i nodi problematici. I
nodi problematici sono essenzialmente qui anche perché,
facendo riferimento al settore delle arti visive esiste
un precedente illustre, famoso e consolidato: la facoltà
di Architettura che è nata circa settanta anni
fa dalla allora Accademia di Belle Arti, e quindi in
qualche modo esiste un precedente storico a cui fare
riferimento anche se, sia ben chiaro, le Accademie
di Belle Arti hanno anchesse bisogno di essere profondamente
ripensate dal punto di vista degli ordinamenti e degli
obiettivi.
Il Parlamento non è ancora entrato nel merito
dellassetto del personale, ci sono stati solo alcuni
accenni. Credo che dal punto di vista dellassetto del
personale, il problema sarà uguale per tutti
anche per quelli che hanno una tradizione più
consolidata come le Accademie, perché un elemento
che può essere riscontrato soprattutto, a mio
modesto avviso nellultimo decennio o quindicennio,
è che la gestione del personale nelle istituzione
artistiche è andata progressivamente avvicinandosi
sempre più alla gestione del personale della
scuola, forse questo è uno dei motivi che ha
determinato alcune reazioni sia per quanto riguarda
il reclutamento, sia per quanto riguarda, in linea
generale le gestioni, i trasferimenti ecc. Questo è
certamente legato anche allincremento del numero delle
istituzioni, allincremento del numero degli addetti,
però è certo che una legge, come per
esempio la 417 dell89, venti o trentanni fa sarebbe
stata impensabile, cioè voglio dire che certe
forme di reclutamento hanno sicuramente mutuato le
caratteristiche più della scuola secondaria
superiore che non da una considerazione delle istituzioni
di alta cultura. Quindi immagino che ci saranno dei
problemi per quanto riguarda il personale chiamato
a dirigere le Accademie da un lato, i Conservatori
dallaltro, perché le istituzioni hanno storie
diverse nel senso che nelle Accademie la figura del
direttore ha certe caratteristiche, nel Conservatorio
ha caratteristiche diverse. Quindi é probabile
che la transizione sia problematica per entrambi.
Venendo adesso al merito specifico dellistruzione e
formazione musicale: in tutte le proposte di legge
in realtà senza entrare molto nel merito, si
fa riferimento alla questione delle scuola media di
1o grado dove attualmente noi abbiamo due ipotesi:
una è lipotesi della scuola media annessa prevista
tuttora dalla legge ancorché molto discussa
per motivi anche fondati; laltra è la sperimentazione
degli indirizzi musicali, direi che in tutte le proposte
di legge, non con soluzioni convergenti, però
si richiama lesigenza in sede di riforma, di entrare
nel merito della scuola media e della scelta del modello
della scuola media annessa, del modello indirizzo e
formazione musicale.
Un secondo punto in tutti richiamato è quello
della soluzione del problema dellarco della formazione
musicale (io uso questa terminologia perché
non riesco a trovarne unaltra adeguata), che coincide
con larco della scuola secondaria superiore, nel senso
che così comè la struttura del Conservatorio
non é sovrapponibile esattamente allordinamento
della restante scuola, e io non mi sentirei di dire
la parte secondaria superiore così comè
attualmente perché non la vedo esattamente;
va definita la parte di formazione secondaria superiore
che ottemperi allesigenza di dare ai giovani una formazione
complessiva. Il ritardo più grave, che veniva
segnalato prima dall Dott.ssa Preden, è che
noi siamo fermi ad un Conservatorio che per lintera
formazione musicale, da dieci anni di età in
su in realtà, non avverte lesigenza di una forte
preparazione per quelli che saranno i futuri musicisti
in tutto quellinsieme di espressioni culturali che
fanno il cittadino colto del mondo contemporaneo. Questo
è in realtà un problema che dobbiamo
risolvere (perché nelle proposte di legge non
ho ancora visto soluzioni convincenti) trovando una
misura di equilibrio tra componenti della cultura,
della scienza e del sapere contemporaneo che fanno
oggi di un individuo, un uomo o una donna colta, e
poi quelle componenti che costituiscono il percorso
per giungere ad una cultura musicale, a una competenza
professionale nel campo della musica, ad una spendibilità
dei titoli di studio, pure nella straordinaria attenzione
molto viva alle note non consolanti che venivano sulle
prospettive di sviluppo nel mercato di lavoro. Tuttavia
difficoltà ce ne sono in tutti i campi eppure
si lavora per trovare delle soluzioni.
Il nodo problematico più grosso è questo,
con un problema sottostante di cui tutti voi siete
avvertiti è quale collocazione istituzionale
avrà larco degli studi musicali che coincidono
con la secondaria superiore: una ipotesi è che
questa parte si stacchi totalmente dal corpo del Conservatorio,
resti nella amministrazione della Pubblica Istruzione,
laltra parte, quella alta che adduce alla laurea, passi
alle competenze del Ministero dellUniversità
e della Ricerca Scientifica; dallaltra parte cè
la possibilità inventando modelli istituzionali
diversi, e sperimentandoli in fasi di transizione che
possono essere anche lunghe, verificare come possiamo
mantenere viva e salda una certa unità di impostazione
nella formazione musicale, rispettando tuttavia lesigenza
dei giovani di avere una cultura complessiva e solida.
Direi che è gia importante essere consapevoli
di quali sono i problemi e di quali sono i terreni
di confronto per superarli.
Un ultima considerazione: io credo che loccasione della
riforma debba essere utilizzata anche (è già
stato detto ma io lo riprendo con molta decisione)
per rivedere la collocazione della cultura musicale
nella formazione di tutti. Richiamava la Dott.ssa Preden
la questione della scuola elementare, ed è molto
importante. E importante nella media perché
nella media limpostazione dell educazione musicale
non è sempre stata mirabile,.... io ricordo
molto bene quando nel 77 furono raddoppiate le ore
di educazione musicale, il che voleva dire raddoppiare
lorganico, come si risolse il problema dellattribuzione!
Ma cè anche un problema di scuola secondaria
superiore, io accenno semplicemente il fatto che nella
scuola secondaria superiore la musica è marginalmente
presente nellIstituto Magistrale, di contro nei Licei
si studia la storia dellarte, allora credo che dobbiamo
chiedercelo tutti noi, perché una persona che
non conosce Raffaello è ritenuta incolta, ma
si può accettare che non conosca Vivaldi!
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