Dott.ssa Luisa CAPRIO PREDEN

Capo dell'Ispettorato per l'Istruzione Artistica

Iniziative dell'Ispettorato nell'ambito della normativa vigente.

Non credo si possa parlare di iniziative senza raccordarle in un disegno organico altrimenti ci troveremo di fronte a frammenti di attività delle quali non comprenderemo né significato né obiettivi. Oggi non sono ancora in grado di presentare le linee di un programma di lavoro evidenziandone motivazioni, caratteri, condizioni necessarie per la realizzazione oltre, sintende, le concrete indicazioni operative. Delineare un programma significa conoscere bene la realtà nella quale calare poi lattività, e per conoscere bisogna prestare attenzione, come sto prestando ora, ad esigenze ed a bisogni. Bisogna raccogliere e analizzare dati, bisogna avviare collaborazioni, bisogna operare confronti, solo così lazione dellamministrazione potrà avere un minimo di credibilità, un minimo di significato, un minimo di coerenza.
Quindi non abbandonerò il terreno delle concrete iniziative e accennerò soltanto brevemente a quelli che possono essere i criteri guida per il nostro comune lavoro, cioè quei criteri che dovrebbero ispirare la nostra azione quotidiana.
I primi non possono che essere quelli generali, quelli che debbono ispirare ogni attività amministrativa essi sono: il senso dello Stato, la trasparenza, il buon andamento (principio costituzionalmente affermato). Salto a pié pari tutto ciò che potrei dire sul piano anche giuridico, e utilizzo un riferimento per sintetizzare la ricetta del buon amministratore. Riferimento a Senofonte: nelleconomica di Senofonte si racconta che un certo Isomaco chiese a Socrate quali fossero le regole per amministrare i propri beni. Socrate rispose: Chiarezza strategica, operare, attivare programmi concreti, essere coinvolto con i propri collaboratori, dare il buon esempio, dare premi e castighi, incitare ed insegnare, amare il proprio lavoro.
Ho saltato tutta la parte generale e mi avvicino un po di più al mondo dellistruzione artistica, a quello musicale in particolare: vediamo quali possono essere le linee direttrici.
Innanzi tutto debbo fare una considerazione che per voi sarà scontata, ovvia, ma conoscevo la peculiarità, latipicità del settore, il fatto che ci fosse una legislazione datata, ma non avrei mai immaginato che la legge più recente risalisse addirittura agli anni trenta, quando appena cominciava a diffondersi la radio, mentre oggi viviamo in una società complessa. Società recentemente definita dal CENSIS densa perché raggrumata sul presente, una civiltà senza radici, forse senza certezze future, e noi in questo momento, in questa situazione dobbiamo avere le norme, le regole di condotta, ma dobbiamo trarle da una legislazione anacronistica.
Si tratta quindi di superare un divario che é notevolissimo. Come fare? Intanto cè la prospettiva del nuovo ordinamento, si apre la prospettiva dellautonomia che dovrà senzaltro valorizzare, costituirà per noi una sfida, il ruolo dellistituzione musicale, dando loro personalità giuridica, riconoscendo piena autonomia anche statutaria, e valorizzandone proprio le finalità di formazione, di specializzazione professionale, di produzione artistica, di ricerca e di sviluppo delle arti musicali. Per ora dobbiamo gestire questa fase e credo che non ci dobbiamo abbandonare ad unattesa risarcitoria, credo che questa fase vada vissuta con tensione partecipativa e con vivacità, e credo che non ci si debba chiudere nellautoreferenzialità.
Come affrontare questo periodo di transizione: ricette miracolose non ce ne sono, mi riporto alla normativa vigente cioè alla normativa dei primi del secolo.
Quali le possibili linee guida: la prima è quella di utilizzare ciò che la stessa legislazione ci può offrire, utilizzando la chiave ermeneutica, cioè linterpretazione della norma, riuscire a trovare regole di condotta, significati che possano rispondere al mutamento dei bisogni e delle istanze storiche. Quindi occorre una lettura intelligente e critica della norma, non bisogna mai appiattirsi in una applicazione pedissequa. Scusatemi ma questo lo sento realmente! Lapplicazione pedissequa della legge da una parte fa comodo diciamo la verità! Fa comodo perché crea uno scudo, una difesa ed elimina quelle che sono le responsabilità sostanziali, mentre una lettura intelligente, critica, mette in discussione, fa riflettere, fa trovare eventuali altre possibilità di soluzioni e soprattutto consente di assumere decisioni. Allora interpretando la legge con intelligenza, utilizzando i vuoti, i varchi, possiamo trovare gli spazi che ci sono nella legislazione, anche se puntuale, anche se regolamenta passo passo la vita quotidiana. Questi spazi vanno coperti dalla nostra attività, dalle iniziative amministrative. Debbo dire anche che questi varchi vanno utilizzati (e qui penso di potermi impegnare personalmente) nel rispetto pieno della peculiarità del settore evitando inutili appiattimenti quindi rispettando anche nella mera attività gestionale (porto lesempio delle supplenze), evitando di ricorrere alla normativa generale che non risponde a quelle che sono le particolarità, quindi rispettare sempre latipicità del settore.
Altre possibilità: prima accennavo al fatto di vivere da protagonisti questo momento. Quindi cosa possiamo fare, possiamo avviare il rinnovamento sul campo: ci vengono in aiuto la sperimentazione, la ricerca, lideologia del laboratorio.
Apro una parentesi: ho saputo che i diplomati dei Conservatori ammontano al 12% rispetto agli iscritti e questo, penso ci debba far riflettere, cosa avviene questa dispersione come si registra?
Ancora: la sperimentazione nella scuola media ad indirizzo musicale (rifletto ad alta voce) è staccata, vive un po per fatto proprio, non è unificata in un disegno coerente e lIspettorato non riesce a seguirla bene.
Ancora: i licei musicali, ho scoperto con meraviglia che sono soltanto 10 o 11 e chiedo anche una riflessione sui contenuti. Riflettere, consolidare, sviluppare quella che è la sperimentazione in atto, avviarne nuove; le opportunità ci sono quindi, dobbiamo sviluppare creatività e attitudini creative, esplorare nuovi percorsi.
Opportunità che ci vengono offerte: ce ne sono, dobbiamo ricercare tutte le possibili collaborazioni, provo a citare: progetto Leonardo, tutte le opportunità che ci vengono offerte dallUnione Europea, aprirsi alle possibili collaborazioni con gli Enti Locali, le Università (sentiamo gli esempi di altri paesi), con altre amministrazioni, Dipartimento dello Spettacolo, Enti Lirici, con i teatri, quindi aprirsi al mondo del lavoro. Questo presuppone, è chiaro, capacità e volontà di avviare un processo che definirei promozionale, che possa incidere dallinterno e dallesterno. Le capacità sono sicura che ci sono perché nella peculiarità dei Conservatori si registra anche una felice coincidenza cioè voi siete portatori di due valenze: quella formativa e quella artistica, quindi credo che sia più facile per voi che per chicchessia conciliare questi due ambiti, quello della formazione e quello della creatività. Voi agite anche allesterno quindi potete collegarvi col territorio e col mondo della cultura e col mondo del lavoro. Questo significa però non solo riconsiderare tradizioni musicali ma anche usare nuove tecnologie, aprirsi a nuove specializzazioni, sentivo parlare della musicoterapia, ci sono un ventaglio di possibili opzioni e soprattutto premere sulla formazione. E vero che ci sono licenziamenti, non ci sono sbocchi occupazionali nel campo musicale, però stiamo attraversando anche, tutto sommato, una felice contingenza; si registra almeno una grande sensibilità, sul piano politico cè maggiore attenzione per la cultura e per la formazione perché i Conservatori sono stati abbandonati dal legislatore, ma sono stati abbandonati finora anche dal politico. Ci sono stati 60 anni di vuoto mentre lItalia ha vissuto una rivoluzione enorme, e quindi è opportuno cogliere questo momento e agire. In che modo: scusatemi ma sento parlare di licenziamenti, di crisi, però credo che non sia la crisi del produttore, ma la crisi del consumatore, perché in Italia la musica è considerata ancora un lusso, è considerata ancora un linguaggio per iniziati e non è considerata ancora come bene comune, come valore sociale, cosa che dovrebbe essere perché la musica è un linguaggio come gli altri ed è un linguaggio che serve per conoscere, per esprimersi, per capire e per relazionarsi.
Qual è la chiave di volta almeno secondo lottica di chi tratta, sia pure come burocrate di formazione: è produrre cultura musicale, mettere in moto questo volano perché più si diffonde la musica, più si fa cultura, più si eleva la cultura di un paese, più si produce, più si lavora. Il Conservatorio non dovrebbe chiudersi come un santuario ma dovrebbe far diventare la musica, in tutte le sue forme, un valore diffuso, cioè dover fare pulsare il suo cuore pedagogico e artistico.
Concludo portando un esempio: Punta Ala, il progetto relativo alla formazione dei docenti della scuola elementare. Se questa iniziativa prosegue bene come è stata bene avviata, pensiamo agli effetti che ne potranno derivare, gli effetti per lalfabetizzazione musicale precoce e poi anche la ricaduta....bambini, famiglie, fra 10 anni cosa questo potrebbe comportare. Si potrebbe verificare quello che i sociologi che prevedono catastrofi definiscono effetto farfalla, cioè se il classico battito dali di una farfalla in Brasile può provocare un terremoto a Pechino. Però da questo piccolo battito dala, Punta Ala, dallapproccio di due mondi diversi, listruzione di alta cultura e la scuola elementare; alla ricaduta, gli effetti mettono in moto conseguenze che potrebbero soltanto ricadere a beneficio comune, e quindi da questo battito dali ci auguriamo che non nasca la tempesta ma che scaturiscano solo venti felici.

Applausi.

MoANSELMI: Ringraziamo la Dott.ssa Preden che fra laltro ci ha dato un po di ossigeno riguardo certi problemi che ci stanno a cuore...

Dott.ssa PREDEN: Sono stata molto semplice, molto rapida però, credetemi, sincera, perché sono stata una semplice fruitrice del mondo dellarte, mentre oggi amministro e vi assicuro che io credo in ciò che faccio, però ho bisogno del vostro aiuto, del vostro confronto, della vostra collaborazione, delle vostre idee. Metterò sempre in pratica il principio dello scambio perché solo se gli obiettivi diventano comuni e sono condivisi potremmo aver fatto qualcosa di buono, altrimenti caleranno dallalto iniziative ma non troveranno chi le senta e le faccia proprie.


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