PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

PROGETTO DI RIFORMA
DELLE SCUOLE MUSICALI TRENTINE


REG.DELIB. N. 8076
PROT. N. 109/VI-97

OGGETTO:
L.P. 30 luglio 1987, n. 12. "Programmazione e sviluppo delle attività culturali nel Trentino". Attuazione dell'Aggiornamento al Piano provinciale di promozione della cultura per il biennio 1997-1998. [omissis]

Trattato nella seduta della Giunta Provinciale del 25 lug. 1997.

[omissis]
In tale Piano, alla Sezione e) "Attività didattiche delle scuole musicali iscritte al registro provinciale" [...] viene prevista l'opportunità di procedere ad una più elevata omogeneizzazione e qualificazione delle scuole medesime, attraverso la realizzazione di un sistema coordinato e integrato che assuma nuova fisionomia organizzativa e persegua obiettivi didattici che implementino la formazione musicale di base.
A questo proposito è stato costituito un gruppo di lavoro formato da esperti, alcuni di livello internazionale, con il compito di elaborare un progetto di riordino didattico, gestionale e finanziario, finalizzato alla costituzione di un sistema esteso su tutto il territorio provinciale.
Il gruppo di lavoro ha elaborato un progetto di riforma che comprende la stesura dei nuovi orientamenti didattici che dovranno essere adottati dalle singole scuole musicali, introducendo un sistema di supervisione e verifica che ne garantisca la corretta applicazione. A tal fine sarà nominato dall'ente di rappresentanza delle scuole un apposito organo di monitoraggio.
L'ente di rappresentanza delle scuole musicali viene individuato nell'Associazione delle Scuole Musicali Trentine, che per statuto svolge tale ruolo, "...assumendo verso Enti pubblici e privati e attraverso i propri organi sociali e di rappresentanza, qualunque iniziativa ritenuta utile e opportuna".
Strumento fondamentale e imprescindibile per un'efficace adozione degli ordinamenti didattici è da ritenersi l'adeguata formazione e l'aggiornamento del personale delle scuole, il cui rapporto di lavoro e conseguente trattamento economico dovranno essere uniformati secondo un contratto collettivo di lavoro.
L'Associazione delle Scuole Musicali Trentine, oltre a promuovere la formazione e l'aggiornamento permanente del personale docente e non docente e ogni altra azione volta allo sviluppo del sistema delle scuole musicali della provincia, dovrà gestire la contrattazione collettiva come controparte dei rappresentanti del personale.
Per dare concreta attuazione alla realizzazione del nuovo sistema la Provincia Autonoma di Trento si impegna a reperire le risorse finanziarie necessarie per sopperire ai maggiori oneri derivanti dal corso del personale, in concorrenza con l'utenza. I Comuni interessati, a loro volta, dovranno mettere a disposizione adeguate sedi per lo svolgimento dell'attività didattica senza alcun onere a carico del sistema stesso e delle scuole.

[omissis]

Tutto ciò premesso,


LA GIUNTA PROVINCIALE

[...] d e l i b e r a

1) di approvare i criteri didattici e organizzativi come illustrati nel progetto di riforma, allegato al presente provvedimento, costituendone parte sostanziale e integrante;
2) di individuare nell'Associazione delle Scuole Musicali Trentine, con sede in Trento, piazza Garzetti 17, l'ente di rappresentanza delle scuole musicali trentine iscritte al registro provinciale, con i compiti operativi specificati in premessa;
3) di dare atto che il provvedimento non comporta alcun impegno di spesa.

PROGETTO DI RIFORMA
DELLE SCUOLE MUSICALI TRENTINE ISCRITTE A REGISTRO (LP 12/87)

INTRODUZIONE

La realizzazione del Sistema delle scuole musicali trentine previsto dal Conchiuso di Giunta dd. 7.2.97 necessita in prima istanza di un progetto didattico comune, senza con questo trascurare la valorizzazione delle specificità storiche delle singole scuole, soprattutto in riferimento al loro rapporto con le istituzioni pubbliche e private presenti sul territorio.
L'adozione di un sistema di percorsi didattici comuni - da parte delle scuole che accettano di far parte del Sistema, per il quale il finanziamento provinciale interviene sulla base di precisi parametri quantitativi e qualitativi - non limita l'autonomia e l'identità programmatica delle scuole.
L'identità e la specificità della scuola musicale si configura principalmente nella sua capacità di adattamento ai bisogni di cultura e aggregazione sociale della comunità in cui opera, oltre che nella capacità di rispondere ad esigenze didattiche eccezionali e/o sperimentali.
In quest'ottica diventano essenziali i servizi rivolti al territorio e l'attivazione di progetti particolari in collaborazione con:
a) scuole d'infanzia, scuole elementari, scuole medie, scuole superiori, università; conservatorio;
b) istituzioni per l'educazione permanente (università della terza età, biblioteche, ecc.);
c) altre istituzioni di formazione/diffusione musicale;
d) associazioni culturali e del tempo libero;
e) centri sociosanitari (progetti a carattere permanente di sostegno e terapia);
f) istituzioni non solo musicali per opportuni progetti di spettacolarizzazione multiespressiva (con recitazione, danza, mimica...)
La scuola musicale è qui intesa perciò quale soggetto in grado di operare trasversalmente tra scuola d'infanzia, scuola statale, scuola provinciale, soggetti di educazione permanente, associazioni, enti pubblici e privati. In molti casi le scuole hanno già assunto ruoli di perno tra i soggetti citati, ritagliando un'identità polivalente di agenzia attiva tanto nel settore formativo che in quello di promozione musicale.
Per tali progetti particolari sono necessari rapporti di convenzione con i soggetti di riferimento; si prevede un sistema di parziale finanziamento, tramite apposito fondo, sulla base delle valutazioni espresse dall'ente di rappresentanza delle scuole.
Il Sistema prevede che i Comuni si impegnino a mettere a disposizione sedi adeguate con stipula di apposite convenzioni, senza alcun onere per le scuole ed il Sistema stesso.
Si intende portare a regime il sistema entro l'anno 2000, con l'applicazione graduale del modello didattico da parte delle scuole nell'arco dei prossimi tre anni, controllando un eventuale incremento del servizio ed escludendo nella prima fase attuativa l'ingresso di nuove scuole.
La qualità del servizio viene garantita sia da un programma periodico per l'aggiornamento del personale e per la formazione di nuove figure professionali, attraverso l'istituzione di appositi corsi; sia dal varo di un sistema per il monitoraggio della qualità del servizio prestato dalle singole scuole.


1. ORIENTAMENTI DIDATTICI

1.1 PREMESSA

Le profonde trasformazioni, che negli ultimi decenni hanno segnato la realtà musicale e le più generali condizioni culturali e sociali del Paese, assegnano un ruolo rinnovato ed essenziale alle scuole musicali. La presenza diffusa della musica nei mezzi di comunicazione; la consapevolezza, acquisita dagli studi di psicologia e sociologia, delle funzioni culturali della musica nella strutturazione della personalità e nelle dinamiche sociali; l'emergere di nuovi usi della musica e quindi anche di nuovi compiti professionali; la disponibilità di mezzi tecnologici avanzati; i nuovi spazi offerti all'educazione permanente; il maturare di metodologie didattiche articolate e funzionali; lo stesso evolversi del linguaggio musicale sia colto sia popolare: tutti questi fattori spiegano in primo luogo il forte incremento nella domanda di educazione musicale, intervenuto nel Paese e in particolare nella nostra Provincia; in secondo luogo orientano l'azione delle scuole musicali a colmare le ampie lacune lasciate dalle istituzioni statali, fra la prima alfabetizzazione della scuola dell'obbligo e l'indirizzo specialistico del conservatorio; in terzo luogo collocano le scuole musicali quali interlocutori privilegiati degli organismi che, a livello provinciale e nazionale, promuovono attività musicali e dello spettacolo.

1.2 FINALITA' DELLE SCUOLE MUSICALI

Le scuole musicali hanno lo scopo primario di fornire ai cittadini i mezzi e le conoscenze per coltivare le proprie particolari vocazioni, relativamente ai vari aspetti dell'esperienza musicale, in forma sempre più matura e consapevole. Mentre valorizzano lo studio musicale come esperienza formativa dell'individuo, privilegiano le forme di attività musicale orientate alla crescita della collettività.
Le situazioni culturali del territorio a cui la scuola si rivolge, le connesse opportunità di pratiche musicali (bande, cori, musica d'assieme, gruppi d'improvvisazione, gruppi jazz o rock, club d'ascolto e via dicendo), e il complesso tessuto delle associazioni, dei centri sociosanitari, delle varie istituzioni culturali, offrono un concreto quadro di riferimento alla definizione degli obiettivi formativi. In quest'ottica si collocano anche le pratiche produttive e spettacolari della scuola (saggi, concerti, rappresentazioni, prodotti multimediali, ecc.; di gruppi vocali e/o strumentali e/o d'altra natura).
La scuola è aperta a tutte le fasce di età. Collabora con le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, con particolare riferimento alle attività integrative. Contempla anche percorsi idonei a soggetti in condizioni di difficoltà psicofisiche.
Provvede a segnalare al proprio ente di rappresentanza le esigenze di nuove competenze relative a professioni musicali non considerate, o scarsamente considerate, dai curricoli dei conservatori di musica, suggerendo inoltre l'opportunità di formare specifiche figure professionali.

1.3 AMBITI DELL'ESPERIENZA MUSICALE

Le scuole organizzano i propri piani di studio in modo da consentire una formazione integrale e integrata (vedi il paragrafo 1.5 lettera D) in ciascuno dei fondamentali ambiti in cui si realizza l'esperienza musicale:

A. Educazione audiopercettiva: discriminazione, riconoscimento, ordinamento, memorizzazione degli eventi sonori, in ordine a ritmo, melodia, armonia, timbro, dinamica. Queste esperienze sono componente basilare di ognuno degli altri ambiti, qui di seguito specificati.

B. Pratica vocale: usi musicali della voce, individualmente e collettivamente.

C. Pratica strumentale: relativamente agli strumenti della tradizione colta e popolare nonché a quelli delle nuove tecnologie.

D. Ascolto (analisi e interpretazione): conoscenza delle modalità d'organizzazione del linguaggio musicale e dei suoi significati.

E. Invenzione (improvvisazione e composizione): rielaborazione personale delle modalità espressive del linguaggio musicale.

F. Lettura e scrittura: decifrazione e impiego dei codici grafici usati nella pratica musicale.

1.4 CICLI DIDATTICI

La scelta dei contenuti e delle metodologie varia principalmente in funzione dell'età degli allievi. E' possibile così individuare, tre ampi cicli, corrispondenti grosso modo alla fascia della prima scolarità (materna e primo ciclo della elementare); della seconda scolarità (secondo ciclo della elementare e scuola media); dell'adolescenza ed età adulta.

1.41 Primo ciclo
(orientativamente: fino all'età di 7 anni)

Il corso mira a fondare una consapevolezza articolata della realtà sonora e musicale, mediante attività esplorative e produttive, condotte in forma reciprocamente integrata, e inserite in contesti più ampi (sovra- disciplinari), significativi per il bambino: gioco, drammatizzazione, movimento fisico, audiovisivi, multimedialità e via dicendo.
Le attività di sensibilizzazione percettiva hanno per oggetto non solo gli eventi più propriamente musicali, ma ogni possibile stimolo acustico.
Per la fine del ciclo il bambino è messo in grado di cogliere percettivamente le diverse dimensioni parametriche del suono e di orientarsi all'interno di ciascuna in rapporto al loro evolversi spazio-temporale.
Su questo repertorio sonoro (brani musicali di ogni genere e suoni dell'ambiente) il bambino è sollecitato a operazioni di manipolazione (ricerca sulle possibilità sonore di oggetti e strumenti), di interpretazione (riconoscimento della fonte, attribuzione di significati...) e di analisi (consapevolezza degli elementari principi organizzativi: pulsazione, velocità, direzione melodica, variazioni d'intensità, contrasti timbrici, aggregazione simultanea di suoni e così via).
Le scoperte via via maturate offrono al bambino criteri per dare forma alle proprie invenzioni sonore, da solo e in gruppo, con la voce, con strumenti, con oggetti diversi.
Sempre in funzione di attività come quelle accennate, il bambino è educato a un uso via via più ricco della propria voce e del proprio gesto strumentale.
Queste esperienze sono integrate con la pratica vocale e strumentale - per riproduzione - di brani tradizionali, e più in generale di espressioni orali, senza limiti di repertorio,
che non siano quelli imposti dalle possibilità del bambino.
In questo ciclo può altresì iniziare lo studio specificamente orientato a un particolare strumento. La scelta di tale strumento avviene dopo che l'allievo ha avuto l'opportunità di accostare una gamma di strumenti diversi, anche attraverso un minimo di manipolazione.
A sussidio delle proprie attività, il bambino impara ad avvalersi di un sistema pur elementare e intuitivo di trascrizione grafica dei suoni.

1.42 Secondo ciclo
(orientativamente: 8-13 anni)
A. Educazione audiopercettiva

L'esercizio dell'attenzione uditiva ("educazione dell'orecchio,,) mira al progressivo padroneggiamento dei fondamenti costruttivi del linguaggio musicale ("teoria,,).
Più in particolare, l'allievo è guidato a riconoscere all'ascolto, e quindi a concettualizzare, fattori come quelli che qui vengono esemplificati. orientativamente:
Sin ambito ritmico : pulsazione/assenza di pulsazione; velocità e variazioni agogiche; metri principali/assenza di metro; profilo ritmico; gruppi o cellule ritmiche; fraseggio; ecc.
Sin ambito melodico: regione melodica; estensione della melodia; profilo melodico; scala; intervalli; tonalità e modalità ; ecc.
Sin ambito timbrico-dinamico : timbri strumentali; effetti particolari sugli strumenti; giochi d'intensità: variazioni graduali, per contrasto, per addensamento strumentale; ecc.
Sin ambito armonico: contemporaneità e successione di disegni melodici, ritmici e timbrici diversi; composizione dell'accordo/cluster; logica funzionale del rapporto consonanza/dissonanza; omofonia/melodia accompagnata/polifonia; tonalità-modalità; modulazione; ecc.
Sin ambito formale-architettonico : principi costruttivi elementari : ripetizione/contrasto, sviluppo, variazione, imitazione, tema ricorrente, ecc.

B. Ascolto
Questi fattori vengono gradatamente a costituire per l'allievo una griglia analitica a cui ancorare l'ascolto intelligente della musica. Ad essi l'allievo è educato a ricondurre sempre più consapevolmente i significati attribuiti al brano musicale.
Le piste lungo le quali condurre programmi d'ascolto in questo ciclo sono suggerite dallo stesso concreto vissuto musicale dell'allievo. Obiettivi raggiungibili, a titolo d'esempio:

Sapprezzare il contributo che la musica reca ai messaggi multimediali: la musica integra il significato della scena (colonna sonora di film...), del gesto (balletto e simili), della parola (canto)...
Sprendere consapevolezza della varietà di risorse semantiche della musica, dall'onomatopea e dalla motricità all'emotività, all'evocazione, alle varie forme di simbolizzazione,
Sapprezzare gli usi sociali della musica: le sue diverse funzioni nei diversi luoghi, lo spettacolo, la danza, il lavoro, le cerimonie, il culto e così via; nonché il rapporto tra il tipo di luogo-funzione e il tipo di musica.

Il repertorio delle musiche proposte all'ascolto è opportunamente aperto sia sull'asse storico (musiche del presente, musiche del passato), sia su quello etnico (musiche della nostra e di altre civiltà), sia su quello dei generi (musica colta, popolare, d'intrattenimento, da film, ecc.).

C. Attività creative
Le attività di rielaborazione creativa trovano in quelle dell'ascolto e nelle altre un duplice complementare alimento. Il lavoro di ascolto, esecuzione e interpretazione offre all'improvvisazione e alla composizione occasioni pratiche da riattivare in proprio, e quindi motivazioni.
Il lavoro di analisi (scoperta dei fattori costitutivi del discorso musicale) offre la strumentazione teorica necessaria per far progredire le attività creative a livelli via via più maturi, in funzione delle emergenti potenzialità espressive dell'allievo.
La strumentazione pratica (vocale e manuale) è offerta infine dalla parallela attività con la voce e con gli strumenti.
D. Attività vocale

L'attività vocale, individuale e corale, mira a un progressivo autocontrollo delle principali funzioni della vocalità: respirazione, emissione, articolazione, risonanza.
Il repertorio è allargato a musiche di diversi generi, con particolare cura per la polivocalità. L'attività include anche forme di improvvisazione individuale e collettiva. La scuola attiva gruppi vocali scegliendo tra le varie possibilità di organico (voci pari o dispari) e di repertorio.
E. Strumento

In questo ciclo continua la pratica di strumenti elementari per le attività d'insieme (accompagnamenti ai canti, improvvisazioni attività di gioco, ecc.), e inizia, o continua e si struttura, lo studio sistematico di un particolare strumento.
Nel caso che tale studio inizi in questo ciclo, sarà preceduto da un'attività esplorativa di strumenti diversi: conoscenza, a grandi linee, delle possibilità espressive, delle destinazioni d'uso, delle caratteristiche tecniche, anche attraverso forme di manipolazione.
L 'apprendimento dello strumento richiede da parte dell'allievo l'interiorizzazione sempre più articolata di atteggiamenti fondamentali:
Spreventiva intonazione e percezione delle qualità del suono da produrre;
Sconsapevolezza e controllo della fisiologia del proprio gesto strumentale: rilassamento, equilibrio, movimenti necessari e parti del corpo attivate in ogni gesto strumentale, e così via.
Il piano di studi tende perciò primariamente a sollecitare la sensibilità percettiva e corporea, la memoria musicale, la ricerca qualitativa del suono strumentale, attraverso la pratica diretta, anche senza la mediazione della lettura.
La pratica collettiva dello strumento affianca fin dall'inizio la pratica individuale, ed è rivolta a una progettazione comune degli aspetti interpretativi e tecnici.
Il repertorio, aperto, come quello per l'ascolto, in direzione dei generi diversi, è scelto in funzione degli interessi musicali del singolo allievo, delle abilità tecniche progressive, degli usi didattici più generali che il brano può suggerire.
F. Lettura e scrittura

La lettura della notazione tradizionale (pentagramma, figure di durata) è un momento essenziale della pratica sia strumentale sia vocale e si sviluppa in stretto rapporto con questa. Le due abilità complementari, inerenti alla notazione (saper sentire interiormente il suono alla vista del segno; saper scrivere il segno corretto all'ascolto del suono) sono sviluppate gradatamente, in derivazione diretta dalla pratica vocale e strumentale, avvalendosi di tecniche di solfeggio cantato o di altre metodologie.
1.43 Terzo ciclo

(orientativamente: dai 14 anni)

A. Educazione audiopercettiva
L'insegnamento tende a consolidare le conoscenze assegnate al secondo ciclo, esercitandole su materiali musicali di maggiore complessità, nonché a far prendere consapevolezza, riconoscendoli uditivamente, di fattori costitutivi più articolati: a puro titolo d'esempio, impasti strumentali o "melodie di colori" in ambito timbrico; tipi di disegno diastematico in ambito melodico; organizzazioni di frase in ambito ritmico; tipi di accordo, giri armonici, intrecci polifonici in ambito armonico; modelli di imitazione o di progressione in ambito architettonico.
Le acquisizioni maturate attraverso le attività uditive sono man mano sistemate nel quadro di una teoria musicale organica.

B. Ascolto
I fattori costitutivi che sono oggetto della formazione uditiva (melodici, armonici, ritmici, timbrici, dinamici, architettonici) sono qui studiati come processi operanti alla base del pensiero musicale, nel duplice versante:
Ssintattico: conoscere la funzione dei diversi fattori, e la loro reciproca interazione, nella costruzione del brano musicale;
Ssemantico: acquisire schemi interpretativi del brano musicale (psicologici, sociologici, antropologici, ecc.).
Questo studio conduce alla conoscenza degli stili musicali e della loro evoluzione storica, in relazione ai più generali aspetti della storia della civiltà.

C. Attività creative
L'insegnamento mira innanzitutto ad attivare nell'allievo i meccanismi psicologici e operativi che stanno alla base dei processi di espressione sonora, e dei più generali meccanismi della creatività personale. Le risorse ideative dell'allievo sono
via via arricchite attraverso l'adozione dei procedimenti tecnici e delle pratiche anche multilinguistiche conosciuti nelle attività di analisi. A questo scopo è utile esercitare
l'allievo in un lavoro di ricreazione di particolari modelli stilistici del passato e del presente, di codice colto o di codice popolare.
L'interiorizzazione di moduli e procedimenti compositivi contribuisce a sviluppare le abilità di improvvisazione, individuale e collettiva, con la voce e con gli strumenti.

D. Attività vocale
La pratica vocale mira a sollecitare una confidenza operativa con il linguaggio musicale, attraverso l'organo immediato che è la voce. La scuola attiva gruppi vocali scegliendo tra le varie possibilità di organico (voci pari o dispari) e di repertorio (polifonico, popolare, contemporaneo, parlato ecc.). In ognuna delle soluzioni adottate è mantenuto un adeguato spazio all'educazione individuale della voce, con l'obiettivo primario della qualità del suono, indipendentemente dalle risorse, grandi o piccole, dell'allievo.

E. Strumento
Il lavoro iniziato nel secondo ciclo si approfondisce esercitando le abilità acquisite dall'allievo, su materiali musicali di tipo nuovo e sollecitandolo ad affrontare nuovi
problemi esecutivi.
Come per la pratica vocale, anche in quella strumentale la precedenza è assicurata - quali che siano le risorse fisiologiche dell'allievo - alla qualità musicale dell'esecuzione, con particolare riguardo alla capacità di controllo dei movimenti fisici in funzione del suono.
Obiettivo importante del lavoro esecutivo è educare l'allievo a operare scelte personali e consapevoli sulle modalità d'esecuzione del brano, per quanto attiene ai fatti agogici, dinamici, timbrici, fraseologici.
Uno spazio particolare è dedicato alla pratica d'insieme. La scuola cura a questo scopo la formazione di gruppi di varie dimensioni, organici e generi di repertorio.

F. Lettura e scrittura
Le abilità di lettura sono sviluppate in modo da consentire all'allievo una disinvolta pratica di esecuzione a prima vista, sia con la voce sia con lo strumento; e di trascrizione di eventi musicali di varia natura, ascoltati, o memorizzati, o ideati in sede di composizione.

C5. Orientamento professionale

Accanto all'indirizzo amatoriale, le scuole di musica - nell'ambito di una programmazione su scala provinciale - possono porsi anche compiti avanzati: formare alle nuove professioni legate alla musica e non contemplate dai curricoli conservatoriali, che com'è noto furono definiti nei primi decenni del secolo al fine esclusivo di riproporre le pratiche musicali "colte" già a quel tempo fissate (concertismo, alta composizione e così via).
Oggi l'universo delle professioni musicali si è dilatato, sia per le rivoluzioni tecnologiche legate alla musica riprodotta, sia per il connesso "popolarizzarsi" dell'esperienza musicale. Cinema, televisione, radio, disco, computer, cd rom, internet e quant'altro hanno radicalmente rimodellato il paesaggio musicale in cui viviamo. Alla tradizione euroclassica si è affiancato un complesso ventaglio di modelli, di stili e di funzioni, nel quale i generi classici convivono e s'intrecciano con quelli del repertorio pop/rock e col recupero dei generi etnici, anche esotici. Tutto il fervorìo musicale dell'ultimo mezzo secolo ha aperto inedite aree di attività, ed esige quindi nuove competenze professionali, a cominciare dalle pratiche esecutive (strumentali e vocali) le più disparate, richieste sia dai nuovi strumenti musicali (soprattutto elettronici), sia dalle varie integrazioni della musica con gli altri linguaggi.
Ne deriva per le scuole musicali l'opportunità di attivare, per gli allievi dei corsi avanzati, curricoli specificamente orientati a fornire nuove competenze professionali, quelle attualmente riconosciute e quelle via via emergenti in futuro, di cui si fornisce un elenco a titolo puramente esemplificativo:
S responsabile di programmi musicali radiotelevisivi
S compositore/arrangiatore per la pubblicità e per la multimedialità
S compositore/arrangiatore pop/rock
S vocalista/strumentista pop/rock
S disc-jockey
S compositore per la didattica
S assistente al cinema, allo spettacolo, alla multimedialità
S supervisore di programmi ricreativi
S tecnico della registrazione
S tecnico della colonna sonora
S tecnico del suono
S critico musicale
S musicologo
S assistente alla produzione editoriale
S assistente alla produzione multimediale
S imprenditore - esperto di economia della cultura
S responsabile dei beni culturali
S insegnante di istituto musicale
S insegnante d'appoggio nella scuola generale
S insegnante privato
S animatore
S musicoterapista
S direttore/amministratore di scuole/agenzie private
S musicista di chiesa
S consulente di acustica architettonica e ambientale
S operatore informatico
S progettista/costruttore di strumenti
S riparatore e accordatore di strumenti
S commerciante (di strumenti, spartiti ecc.)

1.5 INDICAZIONI CURRICOLARI

Ogni scuola organizza propri curricoli, in funzione delle esigenze locali, liberamente, nel rispetto delle linee affermate in questo documento. In particolare, si ribadiscono alcuni principi essenziali:
A) Autenticità

Le attività offerte sono scelte in funzione dei reali bisogni d'esperienza musicale dell'allievo, al riparo da preconcetti tecnicismi in sede pratica o da preconcetti nozionismi in sede teorica. L'esperienza dell'opera, intesa come entità musicale dotata di senso compiuto, avrà la precedenza, sia nelle attività produttive sia in quelle ricettive, rispetto all'esercizio tecnico.
B) Autosufficienza

Ogni corso, in qualsiasi ciclo e in qualsiasi settore d'attività, trova in se stesso le proprie motivazioni e i propri obiettivi; ossia non si giustifica semplicemente in quanto "propedeutico", a corsi successivi.
C) Ciclicità

I contenuti d'apprendimento non sono offerti una volta per tutte a un dato momento del curricolo, ma vengono riproposti periodicamente, su materiali e in contesti rinnovati. Ciò vale soprattutto nei primi due cicli; mentre nei corsi avanzati consente il recupero di precedenti acquisizioni agli allievi che accedano alla scuola in fase inoltrata.
D) Organicità

Ad ogni livello, la formazione musicale tanto più è matura quanto più è integrale (ossia impegna l'allievo in ognuno dei settori d'esperienza elencati al paragrafo 1), e integrata (ossia mette in relazione le attività di un settore con quelle di tutti gli altri, in un passaggio continuo e reciproco di stimoli).
Ciò esige uno stretto coordinamento fra i diversi operatori della scuola, sia in fase di programmazione sia in fase di insegnamento.
E) Interdisciplinarità

Fin dove possibile, l'allievo è guidato a vivere l'esperienza musicale come una dimensione particolare del più generale universo della comunicazione, entro il quale lo spettacolo e la multimedialità offrono la più ampia e immediata gamma di occasioni.
Per questo è opportuno che il corpo docente sia integrato da esperti delle altre forme di comunicazione (teatro, danza, multimedialità ecc.).
F) Autonomizzazione

Obiettivo superiore dei corsi - indipendentemente dal loro livello e dalla loro durata - è quello di costruire l'autonomia dell'allievo: fornirgli una motivazione sufficiente per fargli continuare in proprio l'esperienza musicale avviata nella scuola, e insegnargli un metodo per poterla continuare.

C1. Presentazione

Vedi testo Oss Noser & C.
(completare)
L'identità della scuola musicale si configura principalmente nella sua capacità di adattamento ai bisogni di cultura e aggregazione sociale della comunità in cui opera. In quest'ottica diventano importantissimi i servizi rivolti al territorio e l'attivazione di progetti in collaborazione con:
a. scuole d'infanzia, scuole elementari, scuole medie, scuole superiori, università;
b. istituzioni per l'educazione permanente (Università della Terza Età, Biblioteche, ...);
c. altre istituzioni di formazione/diffusione musicale;
d. associazioni culturali e del tempo libero;
e. centri sociosanitari (progetti a carattere permanente di sostegno e terapia)
Opportuni progetti riguardanti attività non solo musicali, ma di spettacolarizzazione multiespressiva (con recitazione, danza, mimica, ...). La scuola musicale è qui intesa perciò quale soggetto in grado di operare trasversalmente tra scuola d'infanzia, scuola statale, scuola provinciale, soggetti di educazione permanente, associazioni, enti pubblici e privati. In molti casi le scuole hanno già assunto ruoli di perno tra i soggetti citati, ritagliando un'identità polivalente di agenzia attiva tanto nel settore formativo che in quello di promozione musicale. Le scuole intervengono sia con le proprie figure professionali al fianco degli operatori istituzionali, per delineare e svolgere veri e propri curricoli, sia fornendo occasioni partecipative e fruitive (dal vivo, in riproduzione, o ancora attraverso le nuove tecnologie informatiche) che si attengano alle finalità concordate con i docenti istituzionali responsabili della programmazione.
Per tali progetti sono necessari rapporti di convenzione con i soggetti di riferimento ed è al vaglio un sistema di finanziamento per la copertura percentuale di una parte del budget previsto.

2. ORGANIZZAZIONE CURRICOLARE

Viene di seguito esposto il programma di organizzazione dei corsi che ogni scuola è tenuta ad attuare dall'a.s. 1997/98 per accedere al Sistema Provinciale delle Scuole Musicali e al relativo finanziamento. Nel caso in cui la scuola non sia ancora in grado, in tale anno scolastico, di adempiere alle condizioni previste dai requisiti di finanziamento (numero ore, numero allievi, ecc.), può chiedere una deroga temporanea, che dovrà essere approvata dall'ente di rappresentanza delle scuole.

2.1 Anno scolastico: festività, inizio e termine attività
Le scuole musicali iniziano e terminano l'attività didattica annuale in concomitanza con il calendario scolastico provinciale nel rispetto delle festività riconosciute salvo deroga da richiedere all'ente di rappresentanza delle scuole entro il 1o settembre di ogni anno, garantendo comunque il numero di giornate annuali di attività didattica previste dal calendario scolastico provinciale.

2.2 Applicazione degli Orientamenti didattici
Le scuole musicali debbono attenersi agli Orientamenti didattici elaborati dalla commissione di studio provinciale e approvati dalla Giunta Provinciale il _________ con delibera N. ______ e assicurare una corretta e completa programmazione didattica, attivando un servizio senza alcuna preclusione in merito all'età e al livello degli utenti e in in un'ottica di stretta integrazione con il territorio.
2.3 Indicazioni parametriche per l'ammissione a finanziamento

L'individuazione di indicazioni parametriche medie (tempi di lezione, numero di utenti per gruppo) consente alla scuola ottimali margini di elasticità organizzativa e, nel contempo, permette di adeguare il programma di spesa ai seguenti vincoli di ammissione a finanziamento.
a) I corsi di Musica giocando, Avviamento alla Musica I, Avviamento alla Musica II (Musica elementare), Formazione Musicale e Cultura Musicale prevedono una media minima di no 7 utenti per gruppo. Tale media è da intendere in senso complessivo, fra tutti i corsi citati.
b) I corsi di Educazione Corale prevedono una media minima di no 15 utenti per gruppo.
c) Per i Laboratori la scuola dispone di un monte ore settimanale massimo (ovvero equivalente monte ore annuo) pari a:


4 minuti primi x numero utenti aventi diritto = TOTALE SETTIMANALE (in minuti)
(ovvero: totale settimanale x 32 settimane = TOTALE ANNUO)

d) I corsi di Avviamento alla Musica II contemplano un monte ore annuo massimo, ammesso a finanziamento, di 12 ore per il relativo "Giro degli strumenti", mentre la relativa attività di "Educazione Corale" risulta già finanziata nel capitolo Educazione Corale per il II ciclo.

2.4 Piano degli studi
Il piano degli studi è articolato secondo i cicli primo, secondo e terzo, suggeriti negli Orientamenti didattici, paragrafo 1.


PRIMO CICLO

(orientativamente, fino all'età di 7 anni)
Musica giocando

Destinatari: bambini della scuola materna (3-5 anni).
Durata: un incontro settimanale mediamente di 60 minuti, ovvero un equivalente monte ore annuo.
Numero: di norma da 5 a 10 partecipanti per gruppo.
Obiettivi e contenuti: vedi Orientamenti didattici 1.41

Avviamento alla Musica I


Destinatari: bambini del 1o anno della scuola elementare (6 anni).
Durata: un incontro settimanale mediamente di 60 minuti, ovvero un equivalente monte ore annuo.
Numero: di norma da 5 a 10 partecipanti per gruppo.
Obiettivi e contenuti: vedi Orientamenti didattici 1.41

Avviamento alla Musica II


Destinatari: bambini del 2o anno della scuola elementare (7 anni).
Obiettivi e contenuti: vedi Orientamenti didattici 1.41
Il corso prevede obbligatoriamente:
1. "Musica elementare"
Durata: un incontro settimanale mediamente di 60 minuti, ovvero un equivalente monte ore annuo.
Numero: di norma da 5 a 10 partecipanti per gruppo.
2. "Giro degli strumenti"
3. "Educazione Corale"
Le attività 2 e 3 avranno un monte annuo complessivo di 32 ore, da ripartire, orientativamente, in 12 per l'attività 2, e 20 per l'attività 3.

SECONDO CICLO
(orientativamente: 8-13 anni)

La frequenza ai corsi collettivi può essere limitata anche a uno solo di essi.
Solo la frequenza ai corsi di strumento prevede anche la frequenza obbligatoria del corso di Formazione Musicale e, almeno, del corso di Educazione Corale.

1. Formazione Musicale


Durata: un incontro settimanale mediamente di 60 minuti, ovvero un equivalente monte ore annuo.
Numero: di norma da 5 a 10 partecipanti per gruppo.
Obiettivi e contenuti: vedi Orientamenti didattici 1.42, paragrafi A, B, C, F.

2. Educazione Corale


Durata: un incontro settimanale mediamente di 60 minuti, ovvero un equivalente monte ore annuo.
Numero minimo: 10 partecipanti per gruppo.
Obiettivi e contenuti: vedi Orientamenti didattici 1.42 D

3. Laboratorio


Numero minimo: 4 partecipanti per gruppo.
Obiettivi e contenuti: progetti sperimentali collettivi, aperti ad ogni ambito educativo, sia culturale/speculativo sia tecnico/strumentale.Esempi di laboratori già attivati all'interno delle scuole musicali trentine: Musica d'insieme, Espressione ritmica, Espressione vocale, Orchestra per diletto, Preparazione all'orchestra, Atmosfera musica immagine, ecc.

4. Strumento


Durata: un incontro settimanale mediamente di 45 minuti per utente, ovvero un corrispondente monte ore annuo.
L'insegnamento alterna, allo studio individuale, la pratica collettiva.
Obiettivi e contenuti: vedi Orientamenti didattici 1.42 E.

TERZO CICLO

(orientativamente: dai 14 anni)

La frequenza ai corsi collettivi può essere limitata anche a uno solo di essi.
Solo la frequenza ai corsi di strumento prevede la frequenza obbligatoria del corso di Cultura musicale e di almeno un altro corso collettivo.

1. Cultura Musicale


Durata: un incontro settimanale mediamente di 60 minuti, ovvero un equivalente monte ore annuo.

Numero: di norma da 5 a 10 partecipanti per gruppo.
Obiettivi e contenuti: vedi Orientamenti didattici 1.43 A B C F.

2. Educazione Corale


Durata: un incontro settimanale mediamente di 60 minuti, ovvero un equivalente monte ore annuo.

Numero minimo: 10 partecipanti per gruppo.
Obiettivi e contenuti: vedi Orientamenti didattici 1.43 D.

3. Laboratorio


Numero minimo: 4 partecipanti per gruppo.
Obiettivi e contenuti: progetti sperimentali collettivi, aperti ad ogni ambito educativo, sia culturale/speculativo sia tecnico/strumentale. Esempi di laboratori già attivati all'interno delle scuole musicali trentine: Musica d'insieme, Arrangiamento e software, Tecniche di registrazione audio, Musica elettronica, Musica per la liturgia, Musica da camera, ecc.

4. Strumento

Durata: un incontro settimanale mediamente di 45 minuti per utente, ovvero un equivalente monte ore annuo.
L'insegnamento alterna, allo studio individuale, la pratica collettiva.
Obiettivi e contenuti: vedi Orientamenti didattici 1.43 E.

3. VERIFICA E VALUTAZIONE DELL'OFFERTA DIDATTICA

Una componente nevralgica dell'intero Sistema è costituito dal monitoraggio del servizio fornito dalle singole scuole. La valutazione che ne conseguirà sarà un indicatore significativo da utilizzare nell'individuazione del contributo finanziario che la Provincia assegnerà alla scuola stessa.
La commissione di studio ha identificato i criteri di massima della verifica: i principi ispiratori, gli oggetti, gli strumenti.
3.1 Principi

La verifica della qualità della scuola ha lo scopo primario di consentire alla scuola stessa di mantenere alti, o di migliorare ove sia il caso, i livelli delle proprie prestazioni.
Il monitoraggio avverrà attraverso la verifica di dati quantitativi e qualitativi.
I primi si riferiscono alla consistenza numerica (docenti, allievi, abbandono scolastico, attrezzature ecc.) e saranno elaborati, sulla base dei dati oggettivi di ogni scuola, dall'Organo di Monitoraggio nominato dall'ente di rappresentanza delle scuole. L'insieme di queste verifiche dà luogo alla valutazione sommativa.
I secondi riguardano gli standard delle prestazioni (qualità della programmazione, qualità dell'insegnamento, ecc.), e saranno oggetto, nella prima fase di attuazione del Piano, orientativamente nei primi cinque anni, di una auto-valutazione della scuola stessa. L'insieme di queste verifiche dà luogo alla valutazione formativa. L'Organo di Monitoraggio si limiterà a verificare le modalità e la pertinenza degli strumenti di auto-valutazione adottati dalla scuola stessa.
3.2 Aree

1. Gestione

1.1 Organizzazione interna:
1.11 Grado di impegno del direttore
1.12 Collegialità
1.2 Amministrazione
1.21 Competenze del personale amministrativo
1.3 Logistica (spazi)
1.4 Attrezzature
1.5 Numero di allievi
1.6 Criteri usati per il reclutamento degli insegnanti
1.7 Assunzione di strumenti di verifica:
1.71 dell'operato degli insegnanti
1.72 dei risultati degli allievi
1.8 Attività di aggiornamento degli insegnanti

2. Curricolo
2.1 Pianificazione:
2.11 articolazione (chiarezza nel definire obiettivi, contenuti, metodi, strumenti di verifica)
2.12 duttilità nell'aggiornamento dei programmi
2.13 collegialità
2.14 coinvolgimento di studenti e famiglie...
2.2 Varietà dei corsi
2.3 Varietà dei livelli
2.4 Varietà delle classi d'età degli studenti
2.5 Varietà dei repertori utilizzati
2.6 Organicità
2.7 Interdisciplinarietà (integrazione delle attività musicali con attività
d'altra natura)

3. Didattica
3.1 Risorse degli insegnanti e del direttore:
3.11 musicali
3.12 culturali (pedagogiche ecc.)
3.13 personali (comunicazione, disponibilità, realismo, elasticità...
3.14 (limitatamente al direttore): manageriali....

3.2 Programmazione individuale:
3.21 coerenza con gli Orientamenti didattici e con la programmazione
fissata dalla scuola
3.22 chiarezza nella definizione di obiettivi, ecc.
3.3 Metodologie:
3.31 attivazione, promozione dell'iniziativa dell'allievo
3.32 trasmissione di strumenti per lo studio personale
3.33 integrazione organica dei contenuti d'insegnamento
3.34 individualizzazione (come rispondenza ai bisogni e alle risorse del singolo)
3.35 socializzazione (come integrazione degli apprendimenti nelle attività di gruppo)

3.4 Materiali didattici
3.41 Qualità dei testi scolastici
3.42 Materiali librari a disposizione degli studenti
3.43 Strumenti musicali a disposizione degli studenti
3.44 Impianti audio e video, discoteca, videoteca
3.42 Altri sussidi
3.5 Risultati:
3.51 Risultati assoluti della media degli studenti
3.52 Rapporto tra livello terminale e livelli iniziale dello studente
3.53 Grado di motivazione/soddisfazione dello studente e della famiglia
3.6 Regolarità/discontinuità nella frequenza
3.7 Continuità/abbandono scolastico
4. Interazione con l'esterno

4.1 Capacità promozionale4.01 con la scuola generale
(progettualità, iniziative...)4.02 con altre scuole musicali
4.2 Capacità imprenditoriale4.03 con enti di promozione culturale (reperimento fondi ...)4.04 con enti e associazioni di intervento sociale
4.05 con enti e associazioni musicali

3.3 Strumenti di verifica

1. Dati quantitativi rilevati dalla scuola.

2. Test dello studente:
2.1 Test d'ingresso
2.2 Test di rendimento
2.3 Analisi del tasso di incremento tra i livelli iniziali (esibiti dal test d'ingresso) e quelli finali (esibiti da test di rendimento): del singolo allievo e dell'insieme degli studenti
2.4 Analisi del grado di rispondenza tra gli obiettivi progettati (esibiti dal documento di programmazione) e quelli raggiunti (esibiti dal test di rendimento): del singolo allievo e dell'insieme degli studenti.

3. Scheda di autovalutazione della scuola.
In tale scheda il direttore della scuola raccoglierà i risultati dell'autovalutazione. Fra gli strumenti adottati dalla docimologia per la raccolta dei risultati riguardanti in particolare la qualità dell'insegnamento elenchiamo:
3.1 Osservazione diretta del comportamento didattico
3.2 Impiego di telecamere e conseguente rilettura collegiale dell'informazione
3.3 Intervista all'insegnante

4. Giudizio degli allievi e delle famiglie

5. Documentazione dell'impegno professionale

6. Partecipazione all'aggiornamento.

4. AGGIORNAMENTO DEL PERSONALE DOCENTE E FORMAZIONE DI NUOVE FIGURE PROFESSIONALI

L'Associazione delle Scuole Trentine è l' organismo istituzionale che ha il compito di 'monitorare' l'applicazione del progetto di Riorganizzazione delle Scuole di musica della Provincia di Trento e di tutelarne il costante sviluppo e adeguamento alle trasformazioni sociali. Questi compiti richiedono una strategia pluriennale riguardante, in primo luogo, la crescita culturale dei professionisti della musica che operano all'interno del progetto. L'Associazione collabora direttamente, quindi, allo sviluppo del progetto con:
1) la progettazione e la realizzazione di un'aggiornamento in itinere del personale docente
2) lo studio e la definizione di nuove figure professionali
3) lo studio dei criteri di reclutamento del nuovo personale docente

4. 1 Aggiornamento del personale docente
Il progetto proietta lo sviluppo delle scuole di musica nella direzione di una loro identità originale, originale, distinta da quella tradizionale del conservatorio, in una dimensione di sempre maggior funzionalità e integrazione sul proprio territorio.
Il successo di questa direzione di sviluppo si può raggiungere solo con la collaborazione dei docenti chiamati a rivisitare le loro competenze specifiche, a confrontarle per elaborare curriculi e contenuti consapevolmente equiparati ai migliori standard internazionali.
La formazione pedagogica e didattica dei docenti e il loro aggiornamento in itinere è quindi condizione essenziale per uno sviluppo positivo del progetto.
Per un primo piano di formazione / aggiornamento prevede alcuni aspetti ritenuti nodali per affrontare una metamorfosi culturale delle scuole senza rinunciare ad un buon livello specifico di 'performing art'.

a) Educazione audiopercettiva
L'educazione dell'orecchio è, nei paesi europei e americani, una disciplina autonoma che accompagna sia gli studi musicali inferiori , sia quelli superiori: un allenamento uditivo costante che rende il musicista capace d'intendere e di volere in ogni forma di pratica musicale. Programmare l'educazione dell'orecchio musicale è un modo diretto per affrontare l'insieme dei problemi riguardanti il 'saper fare' in musica (riconoscere, leggere, scrivere, ecc.). La lettura va condotta attraverso una pratica della musica che, mentre sviluppa le abilità necessarie a riconoscere e produrre musica, avvicina sul piano conoscitivo e funzionale gli aspetti che regolano l'organizzazione linguistica dei suoni. L'aggiornamento propone di impostare uno studio sistematico sulla percezione uditiva armonica.

b) Nuove esperienze nel campo dello studio strumentale
La sperimentazione europea e americana nel campo dello studio strumentale è proiettata verso un indirizzo 'sociale'; essa propone la conoscenza di tecniche pedagogiche e didattiche altamente sofisticate indirizzate verso un insegnamento: a) in età prescolare (quattro anni) con l'ausilio di ministrumenti perfettamente funzionanti, b) basato sull'alternanza dello studio individuale e collettivo. La conoscenza di queste esperienze di insegnamento è importante per allargare la fascia degli utenti, per abbassare i costi dell'insegnamento diadico tradizionale e per direzionale la pratica strumentale verso una dimensione meno tecnica e più culturale.

c) Musica d'insieme
Le esperienze di Musica d'Insieme vocale e strumentale , se attuate fin dalle prime lezioni, richiedono all'insegnante una vasta conoscenza di esperienze, tecniche e repertori diversi. L'aggiornamento permette all'insegnante la sperimentazione di: a) raggruppamenti strumentali differenti, b) letteratura di genere diverso, c) letteratura per tipi di difficoltà ( per gruppi omogenei o di livello differente), ecc. Il suonare insieme sollecita, nella definizione delle caratteristiche interpretative della composizione musicale, una progettualità concordata collegialmente e rappresenta una ottima palestra anche per confrontarsi sul piano espressivo ed esecutivo. Questo tipo di attività è pedagogicamente preziosa perché induce una riflessione sul proprio fare e l'ascolto dell'altro, sollecitando naturalmente lo sviluppo di una personale consapevolezza critica. Occorre attrezzare l'insegnante a fare di questa esperienza un momento socialmente 'magico'.

d) Improvvisazione vocale e strumentale individuale e collettiva
L'attività esecutiva, che spesso sollecita più il pensiero riproduttivo di quello creativo, necessita di essere 'vivificata' attraverso un'esperienza improvvisativa. La capacità di improvvisare era storicamente una delle abilità più riconosciute in Europa, mentre nel nostro secolo è stata abbandonata nella pratica della musica colta; solo in questi ultimi anni se ne riscopre l'importanza come mezzo per riequilibrare il pensiero creativo dell'allievo.
L'improvvisazione individuale e collettiva, infatti, offre l'opportunità non solo di fare musica, ma di 'pensare in musica' senza dover ricorrere alla scrittura / lettura.

e) Educazione all'ascolto
Nella formazione di base proposta nella scuola di musica spesso non c'è posto per un percorso organico di ascolto musicale che viene considerato un'attività utile solo nell' educazione musicale di tipo generico.
La didattica presente nelle scuole di musica ha faticosamente accettato le esperienze di produzione sonora degli allievi, ma non ha mai seriamente pensato di metterle in relazione con il pensiero creativo dell'artista come se il confronto non fosse
ricco di possibilità per apprendere, sentire e capire. Un progetto di educazione all'ascolto permette al ragazzo di cogliere i principi creativi, logici e organizzativi dell'opera, ma soprattutto offre l'occasione per ricercare le infinite relazioni esistenti tra il contesto sociale, l'artista , l'opera, i luoghi della musica (tecniche, materiali, abitudini, ecc.). Se nel progetto della scuola di musica è presente la formazione di un amatore che suona e canta, tanto più importante è collegare questo percorso culturale alla crescita di una sua capacità di fruizione critica della musica. La capacità di fruizione e pratica musicale appartengono ad unico percorso formativo che offre gli strumenti cognitivi e culturali per poter avvicinare la profondità dell'oggetto d'arte e per sviluppare un gusto estetico basato sull'acquisizione de 'senso dello stile'.

4.2 Formazione di nuove figure professionali

Premessa
Oggi l'universo delle professioni musicali si è dilatato, sia per le rivoluzioni tecnologiche legate alla musica riprodotta, sia per il connesso 'popolarizzarsi' dell'esperienza musicale. Cinema, televisione, radio, disco, computer, cd rom, internet e quant'altro hanno radicalmente rimodellato il paesaggio musicale in cui viviamo . Alla tradizione euroclassica si è affiancato un complesso ventaglio di modelli, di stili, e di funzioni, nel quale i generi classici convivono e s'interecciano con quelli del repertorio pop/rock e col recupero dei generi etnici , anche esotici.Tutto il fervore musicale dell'ultimo mezzo secolo ha aperto inedite aree di attività ed esige quindi nuove figure professionali, a cominciare dalle pratiche esecutive le più disparate, richeste sia dai nuovi strumenti musicali (soprattutto elettronici), sia dalle varie integrazioni della musica con gli altri linguaggi.

Le nuove figure professionali e e le scuole di musica
La definizione di nuove figure professionali progettata dall'Associazione può introdurre nelle scuole musicali competenze inedite che risultano utili al loro radicamento sul territorio (per avvicinare maggiormente la galassia giovanile, per stabilire migliori rapporti con altre istituzioni, con i mezzi d'informazione, ecc.) e allo sviluppo culturale del territorio (come le professioni alla produzione musicale, ecc.). Questa presenza professionale permetterebbe di elaborare indirizzi formativi del tutto inediti nel nostro paese e di garantire una maggiore incisività delle strutture musicali anche sul piano della programmazione, gestione , produzione e informazione musicale.

La definizione delle professionalità può essere studiata interagendo, quando risulti opportuno, con altre istituzioni (l'Università, il Conservatorio, ecc.) per realizzare un piano curricolare integrato.
Tra le nuove professioni musicali si segnalano, a mero titolo esemplificativo, le seguenti:
S Assistente didattico musicale
S Addetto alla produzione musicale
S Compositore / arrangiatore pop/ rock
S Vocalista / strumentista pop/ rock
S Compositore/ arrangiatore per lo spettacolo multimediale
S Responsabile dei programmi radio- televisivi
S Disc-jokey
S Compositore per la didattica ( opere per bambini, ecc.)
S Assistente al cinema, allo spettacolo, alla multimedialità
S Supervisore dei programmi creativi
S Tecnico della registrazione
S Tecnico della colonna sonora
S Tecnico del suono
S Assistente alla produzione editoriale musicale
S Assitente alla produzione multimediale
S Imprenditore - esperto di economia della cultura
S Animatore musicale
S Musicoterapeuta
S Direttore / amministratore di scuole / agenzie private
S Musicista di chiesa
S Consulente di acustica architettonica e ambientale
S Operatore informatico
S Progettista / costruttore di strumenti
S Riparatore / accordatore di strumenti
S Commerciante (di strumenti, spartiti, ecc.)

Profili professionali identificati
Si è ritenuto importante progettare due prime tipologie professionali utili allo sviluppo del progetto (una definizione più dettagliata sarà fornita al momento dell'attuazione del percorso formativo), di cui la prima, l'Assistente Didattico musicale (esperto di pedagogia musicale), riguarda il mondo della scuola di base ed ha il compito di seguire la formazione e l' aggiornamento musicale degli insegnanti della scuola materna e elementare, e la seconda, l'Addetto alla Produzione, si interessa specificamente del mondo della produzione e ha le competenze per promuovere lo sviluppo di attività produttive delle scuole di musica. Le scuole potranno così progettare un loro ciclo di produzione amatoriale che, ben studiato, può essere realizzato con altre istituzioni culturali e musicali del territorio e interagire, per una maggiore ricaduta culturale, con i circuiti di produzione professionale.

4.21 Assistente Didattico Musicale

1. Compiti
1.1 formazione / aggiornamento degli insegnanti di scuola materna / elementare
1.2 programmazione delle attività scolastiche nella scuola materna / elementare
1.3 assistenza agli insegnanti; è prevista una partecipazione alle attività in classe, non come surroga dei compiti dell'insegnante , ma con compiti di osservazione e di esemplificazione.

2. Competenze da acquisire
2.1 conoscenza dei programmi e degli orientamenti scolastici, con riferimento alle tematiche generali e a quelle dell'educazione musicale in particolare: finalità, obiettivi per i diversi gradi scolastici, contenuti
2.2 conoscenza e capacità d'impiego delle metodologie più funzionali alla fascia d'età interessata; dei materiali didattici; degli strumenti di verifica
2.3 capacità comunicative e educative
2.4 risorse musicali, con particolare riferimento al'uso della voce; alle pratiche strumentali della lettura a prima vista, dell'esecuzione senza spartito, dell'improvvisazione; della concertazione
2.5 conoscenze e capacità relative al ruolo di formatore di quadri.

3. Ruolo professionale
Docente della Scuola musicale, operante all'esterno della Scuola

4. Inizio delle attività presso le scuole materne/elementari: a.s. 2000-2001

5. Corso di formazione
5.1 durata: biennale
5.2 ore di lezione: 100 per ogni anno
5.3 anno di attivazione 1998-99
5.4 sede di svolgimento: Provincia
5.5 requisiti per l'ammissione al corso:
5.5.1 titolo di scuola secondaria superiore
5.5.2 diploma di conservatorio o compimento medio di studi decennali
5.5.3 superamento dell'esame di ammissione
(Le prove di esame accerteranno il possesso della disponibilità educativa e delle risorse musicali)

6. Programma del corso (da articolare)
6.1 analisi degli orientamenti per la scuola materna e dei programmi per la scuola elementare
6.2 acquisizione dei fondamentali concetti psico/pedagogici
6.3 conoscenza delle funzioni dell'esperienza musicale nella vita del bambino
6.4 studio e applicazione delle metodologie didattiche per l'educazione musicale
6.5 integrazione delle lacune musicali
6.6 studio e applicazione delle tecniche di formazione dei quadri

7. Verifiche intermedie ed esame finale
Prove da definire

A conclusione del corso la Provincia rilascia un titolo di Assistente didattico musicale.
L'attività presso le scuole materne / elementari verrà avviata solo in quelle scuole che potranno disporre di un docente formato.

4.22 Addetto alla produzione musicale

1. Compiti
L'Addetto alla produzione può svolgere la propria attività progettuale e organizzativa in una società di concerti (per la realizzazione di un'attività annuale), in una scuola di musica per l'organizzazione delle attività di produzione musicale sul territorio, di un'orchestra, di singoli complessi vocali e strumentali, di complessi di danza, ecc.
Questo profilo comprende competenze organizzative e gestionali, conoscenze musicali specifiche e conoscenze riguardanti il mondo della produzione musicale nazionale e dello spettacolo (sia in campo amatoriale sia in quello professionale), dei media, ecc.
In questi ultimi anni si rende necessario che l'addetto alla produzione debba possedere anche competenze professionali relativi agli aspetti economici e fiscali delle diverse attività (collocamento, previdenza, diritti di autore, ecc.).

2. Competenze richieste

Le competenze richieste sono relative ai seguenti aspetti:
-conoscenza approfondita del repertorio (cameristico, sinfonico, lirico, ecc.) e delle relative esigenze di organico;
- capacità di programmare a breve, medio e lungo periodo;
-capacità di definizione, attraverso la programmazione, di una precisa identità dell' istituzione,
- capacità di definire il cartellone;
-capacità di gestire il budget;
-conoscenza del mercato: caratteristiche della domanda reale e potenziale; caratteristica dell'offerta concorrenziale,
-eventuale intervento di artisti 'esterni': conoscenza delle diverse tipologie di 'prestazione', delle loro caratteristiche, dei loro cachet, cachet, agenzie, segretariati, contratti tipo, ecc.

3. Ruolo professionale
Addetto alla produzione

4. Inizio delle attività di formazione: a.s. 1999-2000

5. Corso di formazione
5.1 durata: biennale
5.2 ore di lezione: da definire
5.3 anno di attivazione 1998-1999
5.4 sede di svolgimento: Provincia
5.5 requisiti per l'ammissione al corso:
5.5.1 titolo di scuola secondaria superiore
5.5.2 diploma di conservatorio o compimento medio di studi decennali
5.5.3 superamento dell'esame di ammissione
(Le prove di esame accerteranno il possesso di capacità organizzativa e di specifiche conoscenze musicali).

6. Programma del corso di formazione (da articolare)
In attesa di una definizione precisa del ruolo professionale richiesto, si riportano indicativamente alcune aree disciplinari fondamentali:
- La promozione di una produzione musicale :-analisi dei modelli organizzativi delle istituzioni musicali attraverso ' i casi' più noti (ad esempio il progetto Maggio Musicale Fiorentino, il progetto costitutivo e produttivo dell'Orchestra Regionale Toscana, il concorso lirico Belli di Spoleto, i solisti Veneti, ecc.); progetti di produzione musicale per la propria istituzione;
- Economia della produzione musicale: aspetti generali e analisi dei 'casi';
- Musica e spettacolo dal vivo e musica riprodotta; analisi dei principali media (radio, disco, TV, ) della loro evoluzione, analisi dei rapporti attuali e potenziali tra TV, informatica, spettacolo (pay per view);
- Economia e organizzazione della programmazione di uno spettacolo espressamente progettato per la propria istituzione (produzione e riproduzione dello spettacolo);
-Legislazione musicale e dello spettacolo: la normativa di sostegno alle attività, la normativa fiscale, sul collocamento sulla previdenza, ecc; la contrattistica individuale e collettiva, ecc.
- promozione di un'attività didattica 'consonante' con la produzione della stessa istituzione
- promozione comune tra settore della produzione e della didattica
- conservazione e gestione dei beni musicali dell'istituzione
- ricerca musicologica e analisi del repertorio: modi di produzione, generi, prassi esecutive, strumenti, tecniche, ecc.(dal melodramma al pop, dal teatro lirico alla discoteca, ecc).
-sociologia e psicologia della musica con particolare attenzione al rapporto attuale tra offerta e domanda;

7. Verifiche intermedie ed esame finale
Prove da definire.

A conclusione del corso la Provincia rilascia un titolo di Addetto alla Produzione Musicale.

N.B. Estensori del Progetto di riforma

Attilio Amitrano, Stefano Fogliardi, Rolando Lucchi, Franco Oss Noser: Introduzione - Organizzazione curricolare (2)

Carlo Delfrati: Orientamenti didattici (1) - Verifica e valutazione dell'offerta didattica (3) - Aggiornamento del personale docente e formazione di nuove figure professionali (4.2, 4.21).

Fiorella Cappelli: Aggiornamento del personale docente e formazione di nuove figure professionali (4.1, 4.22).

Ogni singola parte del Progetto è stata discussa e approvata collegialmente.


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