Proposte della Commissione Brocca

STUDI E DOCUMENTI
degli Annali della Pubblica Istruzione
ROMA 1991

PIANI DI STUDIO DELLA SCUOLA SECONDARIA SUPERIORE
E PROGRAMMI DEI PRIMI DUE ANNI
Le proposte della Commissione Brocca

CAPITOLO QUARTO
LE FINALITÀ

4.2
FINALITÀ SPECIFICHE DELLE SINGOLE DISCIPLINE

4. 2 .11 MUSICA

L'insegnamento di Musica ha le seguenti finalità:
1. l'acquisizione di strumenti e di criteri di analisi e di comprensione della musica nella varietà delle sue forme;
2. la partecipazione diretta e attiva all'esperienza musicale nel momento sia di ascolto sia di esecuzione;
3. la promozione, mediante la consuetudine con opere musicali e in corrispondenza con altre forme di espressione artistica, dell'esperienza estetica quale importante modalità di conoscenza del reale;
4. la consapevolezza dei rapporti che la musica ha avuto e continua ad avere con altri campi della cultura: arti figurative, contesto geografico, costume, filosofia, letteratura, poesia, religione, scienza, storia, teatro, tecnica, tradizioni;
5. il superamento degli stereotipi della percezione sonora e dell'ascolto musicale.

CAPITOLO QUINTO
GLI OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO E I CONTENUTI

5.2.
OBIETTIVI E CONTENUTI DELLE SINGOLE DISCIPLINE

5.2.11.
MUSICA

Disciplina comune agli indirizzi classico, linguistico, socio-psico-pedagogico, scientifico.

OBIETTIVI Dl APPRENDIMENTO

Lo studente al termine del corso deve dimostrare di essere in grado di:
1) riconoscere strutture e forme della musica attraverso l'ascolto, la lettura e l'analisi;
2) ripercorrere le acquisite esperienze analitiche attraverso le personali capacità di elaborare e di usare semplici tecniche compositive ed esecutive;
3) riconoscere collegamenti tra strutture e forme musicali da un lato, destinazioni e usi dall'altro;
4) analizzare e descrivere i rapporti esistenti tra la produzione musicale e il contesto storico, culturale e sociale di cui essa è documento e al tempo stesso chiave di lettura.

CONTENUTI

1. STRUTTURE E FORME

1.1. Modelli organizzativi del suono: fraseggio, schemi articolazione timbrica, dinamica, agogica.
1.2. Schemi ritmici caratteristici di luoghi e momenti diversi della storia delle civiltà: ritmi collegati alla respirazione, alla metrica e alla prosodia, al linguaggio parlato, agli andamenti gestuali e motori, ai diversi stili.
1.3. Schemi riguardanti l'organizzazione delle altezze in rapporto ai vari stili e modelli costruttivi della melodia e dell'armonia.
1.4. Forme musicali e rapporti con le forme della poesia, della retorica, della danza.

2. DESTINAZlONE ED USI

2.1. La musica nel tempo tramite oralità e scrittura, viste in reciproca interazione.
2.2. I diversi generi della musica in rapporto a funzione, luogo, occasione, destinazione e committenza.
2.3. La produzione e l'interpretazione.
2.4. Modalità di diffusione e di ricezione.

3. RAPPORTI CON I CONTESTI CULTURALI

3.1. Scritti concernenti la musica (trattati, cronache, critiche, commenti ecc. ).
3.2. Rapporti della musica con i testi poetico-letterari e con le arti figurative.
3.3. Rapporti della musica con la storia e con le tradizioni religiose delle varie epoche.
3.4. Rapporti della musica con il pensiero filosofico, umanistico e scientifico.
3.5. Rapporti della musica con la storia sociale e politica e con il contesto geografico.

CAPITOLO SESTO
LE INDICAZIONI DIDATTICHE

6.2.11. MUSICA

Il modo di procedere per il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento e per l'acquisizione dei contenuti deve essere il più possibile induttivo: partendo da una globale esperienza d'ascolto o di produzione si mira all'organizzazione del sapere musicale, con la progressiva assunzione da parte dello studente di un modo ragionato e personale di pensare la musica.
I concetti storici e teorico-grammaticali si innestano nella reale esperienza della musica; in pratica gli apprendimenti relativi scaturiscono dai momenti dell'ascolto e della produzione. Sono da evitare le formulazioni e le elencazioni astratte e decontestualizzate.

L'ascolto è ritenuto momento irrinunciabile da collegare:
alla individuazione delle peculiarità strutturali e delle caratteristiche formali del brano in esame;
alla sollecitazione e/o alla verifica delle esperienze compositive;
alla contestualizzazione storico culturale raggiunta attraverso una rete di collegamenti, rinvii e richiami relativi alle interazioni tra testo e contesto; come l'esame dell'opera musicale illumina, in effetti, aspetti del quadro storico che l'ha prodotta, così la contestualizzazione del brano stesso risulta elemento indispensabile per la comprensione del suo spessore storico-culturale.
La capacità di lettura di un brano musicale è da intendersi nel doppio significato:
di lettura visiva globale da proporre, oltre che con l'ausilio della partitura, anche attraverso grafici, diagrammi, segni analogici di riferimento e di rinforzo cognitivo;
di lettura uditiva globale tale da condurre alla memoria e alla ricostruzione sommaria dell'opera.

L'analisi consiste:
nella individuazione, elencazione e definizione degli elementi costitutivi del brano;
nella ricerca delle funzioni di questi elementi all'interno della struttura stessa;
nello studio delle logiche organizzative che determinano la fisionomia del brano.
Il momento operativo tende alla dimostrazione di raggiunti livelli di comprensione e utilizzazione delle strutture ascoltate, lette e analizzate. Si ritiene utile, pertanto, formulare itinerari di graduale complessità (ad esempio invenzione ed esecuzione di frasi musicali, variazioni ritmiche, melodiche e timbriche, ideazione di elementari intrecci polifonici, elaborazione in piccole forme, accompagnamenti, sonorizzazioni ecc.).
La scelta degli ascolti va condotta con criteri antologici tali da evidenziare le peculiarità delle diverse culture musicali e le loro interazioni e da costituire nel contempo un percorso coerente in un orizzonte storico-culturale significativamente ampio e informato dall'azione convergente di diverse motivazioni problematiche.
E' opportuno inoltre che l'itinerario complessivo sia organizzato al fine di far rilevare il persistere e l'evolversi di forme, stili e funzioni mediante percorsi tematici. Essi possono essere scelti tra i seguenti: tipologie melodiche (melodia libera, strofica, tematica, modale, di timbri ecc.); tipologie armoniche (modale, tonale, politonale, atonale, seriale, aleatoria ecc.); tipologie ritmiche riferite alle varie situazioni storiche e geografiche (principio della battuta, ritmo libero, mensuralismo medievale e rinascimentale, poliritmie ecc.); evoluzione degli strumenti e delle prassi esecutive; trascrizione e strumentazione; musica, gestualità e danza; musica e religione; musica e teatro; musica e poesia; iconografia; luoghi della musica; musica e scienza.

MEMBRI DELLA COMMISSIONE
E DEI GRUPPI DI LAVORO

SECONDA FASE -1990

GRUPPI PER I PIANI DI STUDIO DEGLI INDIRIZZI

MUSICA

ZOTTO Gastone (coord.), direttore del Conservatorio di VICENZA
CALI' Leonardo, Didattica della musica, Conservatorio S Cecilia di ROMA
COLOMBATI Claudia, Storia della musica, Università di MACERATA
DIPALMA Donato, direttore del Conservatorio di LECCE
FERRARI Franca, Educazione musicale. Scuola Media di ANGUILLARA (RM)
GIULIANI Roberto, Didattica della musica, Conservatorio di CAMPOBASSO
SCIMONE Claudio, direttore del Conservatorio di PADOVA
SILLA Silvana, Educazione musicale, Scuola Media Caldarelli di ROMA
ZIINO Agostino, Storia della musica, Università La Sapienza di ROMA


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