Desidero segnalare l'attuale situazione degli Istituti
Pareggiati in Italia. Nati come "Conservatori
comunali", e cioè equiparati ai Conservatori
statali (stessa legislatura, stesso orario, svolgimento
degli esami in sede, stesso trattamento economico ecc.),
con l'unica differenza che il datore di lavoro è
il Comune e non lo Stato (ne deriva l'impossibilità
del trasferimento), dette istituzioni (circa una dozzina
in Italia contro una sessantina di Conservatori) si
stanno gradualmente trasformando.
Ciò è in conseguenza di un progressivo
disinteresse del Ministero. Gradualmente è iniziato
a scomparire il termine "Istituti Pareggiati"
nelle circolari legislative, che risultano così
solo indirizzate ai Conservatori (ma i Pareggiati le
devono seguire?); la "sanatoria" che permetteva
l'entrata in ruolo di insegnanti con almeno 365 giorni
di servizio nei Conservatori, non contemplava il servizio
prestato in Istituti Pareggiati (nemmeno se prestato
in seguito a vincita di concorso per titoli ed esami,
svolto con programma e commissione ministeriale).
Detti concorsi, praticamente il doppione di quelli svolti
successivamente nei Conservatori, non sono stati riconosciuti
in nessun modo neanche nel più recente concorso
per titoli ed esami dei Conservatori.
Ma il vero problema della situazione attuale è
che il pareggiamento, che doveva essere una situazione
transitoria, una specie di anticamera per la statizzazione,
pare essere diventato una realtà immobile: i
Comuni si vedono costretti ad una spesa ingente per
far funzionare una scuola prestigiosa ma anche molto
costosa, senza aiuti ministeriali e, ultimamente, anche
senza indicazioni legislative.
Si assiste dunque anche a un fuggi fuggi di insegnanti,
i quali, appena possibile, cercano di trasferirsi in
un Conservatorio, che offre maggiori garanzie di continuità,
non è legato ai cambiamenti politici di una
giunta comunale e che, soprattutto, garantisce le condizioni
di lavoro che, pur essendo chiaramente espresse nello
statuto dei Pareggiati, spesso vengono disattese.
E facile intuire come una situazione di incertezza generale
penalizzi pesantemente anche gli alunni che, oltre
a pagare una retta ben superiore alla tassa d'iscrizione
dei Conservatori oltre a non poter usufruire di tutti
i corsi d'insegnamento dei conservatori (qualunque
apertura di nuove cattedre ha un costo che molti Comuni
non possono permettersi), rischiano di essere abbandonati
da tutti quegli insegnanti che riescono a trasferirsi
nei Conservatori.
Non è difficile trovare una via d'uscita per
questa situazione: occorre statizzare i Pareggiati
(o almeno tutti quelli che ne facciano richiesta).
In quest'ottica si pronuncia anche l'ultimo disegno
di legge. Speriamo che non sia la solita bolla di sapone.
Gallarate, 24 marzo 1997.
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