ROSY MOFFA

RISPOSTA A SANDRO CAPPELLETTO


Rosy Moffa
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Egr. Dott. Sandro CAPPELLETTO
LA STAMPA
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Egr. Dott. Carlo ROSSELLA
Direttore Responsabile de
LA STAMPA
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10126 Torino

Torino, 25 gennaio 1997.

Egr. Dott. Cappelletto,
mi permetta alcune osservazioni personali e alcune precisazioni in merito all'articolo Conservatorio, scuola dell'eterna vacanza comparso su La Stampa di ieri.

1) Non so nel chiuso di quale sala professori Lei abbia assistito all'"accesa discussione" che riporta in apertura dell'articolo. So solo che al Conservatorio di Torino, in cui insegno Storia della Musica, Le vacanze di Natale sono iniziate il 23 dicembre e sono finite il 6 gennaio compreso, quelle di Pasqua andranno dal 27 marzo al 2 aprile: come gli anni passati e come, mi risulta, le altre scuole. Di "settimane bianche" non se n'è mai parlato: nelle scuole secondarie sì che se ne parla, ma da noi, no.

Il nuovo Contratto Nazionale prevede, in effetti, un calendario flessibile, che ogni istituto può gestire. A parte il fatto che le scadenze fisse, quali sessioni d'esame e chiusura dei quadrimestri, e le consuetudini stesse lasciano ben poco da gestire, mi risulta che i giorni a disposizione al di fuori dello svolgimento dell'attività didattica propriamente detta non sono destinati a "vacanze" bensì ad attività diverse; seminari, corsi di aggiornamento e simili. Che poi, senza soldi, con strutture inadeguate e con poco personale, docente e non, l'organizzazione di alcunché sia un po' difficile, è un altro discorso.


Al Conservatorio di Roma hanno chiuso "un mese" per Natale, come sostiene la Signora Ravinale? E perché l'hanno fatto? O era una figura retorica?


2) "Da adesso l'impegno di lavoro ... sarà di 26 settimane l'anno...". Da adesso??? L'attività didattica (le lezioni, per intenderci) coprono da lustri questo arco di tempo, che va, per l'appunto dall'inizio di novembre a metà giugno, vacanze previste escluse! L'attività didattica, per l'appunto: non l'impegno dei docenti, che comprende, invece, anche le due sessioni d'esame e l'attività di programmazione. Ha provato a chiedere ad un insegnante di solfeggio o di pianoforte quanti giorni d'esame fa? O ad uno di composizione?

3) "uno stipendio medio di £ 2.800.000": io ho ventun anni di anzianità e il mio ultimo stipendio era di £ 2.469.758. Parlava forse del lordo? In ogni caso, Le assicuro che non è lo stipendio medio. Provi a chiedere ad un supplente quanto riceve: ad un supplente che, come perlopiù accade, non è nemmeno pagato d'estate e magari si fa centinaia di chilometri per andare a insegnare. E poi, sinceramente, ma Le sembra davvero uno stipendio così alto per arrivare alla fine del mese?

4) "per nove ore a settimana, raggruppate in due giorni": per amor di precisione Le ricordo che gli orari variano, 12 ore per molti insegnamenti, 9 per altri. Orari, tanto per la cronaca, superiori a quelli di un docente universitario: che guadagna più del doppio! Il mio orario è di 9 ore, è vero: però non ho mai capito com'è che, tra andare in biblioteca, preparare i materiali, correggere compiti, studiare ecc. ho sempre da lavorare di più delle mie amiche che insegnano alle medie.

La cosa più buffa (per dir così) è che dal suo articolo pare che in Conservatorio le lezioni si svolgano in uno o due giorni la settimana: per il resto, tutti a casa. Peccato che il piano di studi di un allievo preveda la frequenza di almeno quattro, cinque insegnamenti alla volta: due volte alla settimana ognuno. Peccato che quando si cerca un'aula libera per qualsiasi motivo non si trovi nemmeno un buco, perché ovunque c'è una lezione in corso.

Un allievo, secondo la Signora Ravinale, "vede il suo professore venti volte all'anno". I miei allievi mi vedono ben più del doppio, e questo vale per qualsiasi insegnante "normale". Se invece parliamo di "quelli che non ci sono mai" è un altro discorso. E purtroppo ce ne sono. Purtroppo, inoltre, è ben difficile colpirli con le attuali leggi, le connivenze di certi direttori e l'ignavia del Ministero. Ma generalizzare non è un po' come dire "i genovesi sono avari, gli orientali sono infidi" ecc. ecc.?

Quanto poi al "monte ore" chiamato in causa dalla Signora Ravinale, esso dà la possibilità di organizzare gli insegnamenti anche per semestri. Compatibilmente con le necessità didattiche, però. Per certe materie complementari sarebbe una buona cosa: permetterebbe agli allievi di organizzare meglio l'anno scolastico. Oppure potrebbe essere ottimo per concentrare le prove dei saggi collettivi. E' ovvio che per le materie principali sarebbe assurdo. Questi, almeno, sono stati i commenti torinesi. A Roma diventa un escamotage per stare in Conservatorio il meno possibile? Ma è la Ravinale la direttrice: sta a lei non permetterlo.

5) I professori sono "stravolti" perché da Milano vengono sbattuti a Matera ecc. Dal tono e dal contesto sembra che anche di questo siano colpevoli gli insegnanti stessi che, per sottile perfidia o masochismo, si divertono da morire ad andare su e giù per l'Italia. Infatti, si divertono come pazzi i supplenti di cui sopra, che per meno di due milioni al mese si fanno, a spese proprie, viaggi che durano l'intera nottata; che vengono nominati a gennaio e scadono a giugno, senza più vedere un soldo fino alla nomina successiva; che non riescono a "costruirsi" una classe, perché tanto l'anno dopo chissà dove sono. Sai che divertimento! D'altra parte, se i posti sono soprattutto al sud (guarda caso) e il maggior numero di diplomati è del nord (guarda caso di nuovo) cosa dovrebbero fare? Magari hanno trent'anni, stanno cercando di rendersi autonomi e di metter su famiglia e, coi tempi che corrono, accettano e se ne vanno a Matera: o no? Che il risultato sia che i Conservatori del sud, e quelli più scomodi anche del centro e del nord, vadano sempre peggio è certo: ma la colpa è forse dei docenti? Non è piuttosto dell'Ispettorato all'Istruzione Artistica, che non riesce mai a nominare gli insegnanti per l'inizio dell'anno, che si affida a graduatorie discutibili e le fa uscire a fine dicembre, che non affronta mai la realtà della pianificazione sul territorio nazionale? E se invece che prendercela sempre con l'ultimo anello della catena (gli insegnanti) ce la prendessimo anche un po' con il primo (il Ministero)?

6) Gli insegnanti di Conservatorio sono garantiti con meccanismi tipici della scuola secondaria? Veramente a noi chiedono, come agli universitari, di svolgere un'attività artistica personale per avere l'idoneità all'insegnamento: agli insegnanti di liceo no. Un'attività artistica personale che non sarebbe certo facile svolgere insegnando cinque giorni la settimana. (Tanto per polemizzare, la Signora Ravinale, compositrice, quando insegnava composizione quante ore faceva? e in quanti giorni? e alla fine del mese lo stipendio le pareva eccessivo o mal guadagnato?)

Vogliono farmi scegliere fra il part-time e il full-time? Benissimo, scelgo il full-time. Però mi diano anche ciò che i docenti hanno all'estero: biblioteche fornitissime e aperte fino a sera, fonoteche con impianti efficienti, locali in cui lavorare e studiare, magari con gli studenti, anche solo un armadietto in cui tenere i miei libri ...

E poi, gli universitari non entrano forse in ruolo anche loro?

7) Accardo dice "preferisco tacere", quindi parla. E dalle sue parole non viene mai qualcosa di propositivo, solo il "chiodo fisso": chiudiamo i Conservatori. Spianiamoli e spargiamo del sale sulle macerie. Se in qualcuna delle innumerevoli interviste concesse negli ultimi tempi la sua voce si è levata per proporre qualcosa, mi farebbe molto piacere saperlo: se è successo, mi dispiace ma mi è sfuggito. Si lamenta che i diplomati che si presentano per i suoi corsi di perfezionamento sono impreparati. Sarà senza dubbio vero, però da qualche parte devono pur studiare, prima di arrivare da lui: il Mo Accardo, ovviamente, non ha certo mai avuto voglia di mettersi ad insegnare ad un ragazzino di dieci anni: note lunghe, prima posizione, tieni giù il gomito ecc.

Certo che una riforma dei Conservatori è indispensabile! Solo un incosciente potrebbe negarlo. Magari qualche suggerimento costruttivo da Accardo (o anche da Berio) potrebbe essere utile, oltre che avere un bel peso politico.

Una riforma è indispensabile, dicevo, e fra le mille pastoie italiane si sta persino cercando di farla. Articoli come il suo, me lo lasci dire, non fanno niente di buono in questo senso: sono denigrazioni e basta, non atteggiamenti costruttivi. Sono solo l'ennesima manche nel nuovo gioco alla moda, Sparate al Conservatorio!, giocato con poca obiettività e un bel po' di disinformazione.

La riforma, ripeto ancora una volta, è indispensabile. Ci vorrebbe, però, una riforma non semplicemente dei Conservatori, ma dell'istruzione musicale in toto: dall'Ispettorato all'Istruzione Artistica alle scuole medie ad indirizzo musicale, passando ovviamente per i Conservatori e, perché no, per i vari corsi, corsetti, seminari e via dicendo che d'estate pullulano in tutta Italia. E magari anche per i corsi di perfezionamento, alto, altissimo, eccelso. Non è che poi, se i Conservatori funzionassero meglio, alcune persone non potrebbero più fare i primi della classe?

Grazie per l'attenzione e distinti saluti. Non mi scuso neppure per la lunghezza della mia lettera: ci sarebbero tante altre cose da dire ...

Rosy Moffa
docente di Storia della Musica presso il Conservatorio di Torino


Original file name: Risposta a Cappelletto 25/1/97 - converted on Saturday, 22 February 1997, 22:27

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