GIOVANNNI UMBERTO BATTEL
Direttore del Conservatorio di Venezia

LETTERA SULLA RIFORMA


On. Luigi Berlinguer
Ministro della Pubblica Istruzione

Dott. Giancarlo Cerreto
Capo Ispettorato Istruzione Artistica

On. Giovanni Castellani
Presidente Commissione Cultura
Camera dei Deputati

Sen. Adriano Ossicini
Presidente Commissioni Istruzione
Senato della Repubblica

Prof. Dora Liguori
Segretario Generale UNAMS

Avendo preso visione in questi giorni del testo di Riforma per Accademie e Conservatori, approvato dalla Camera, desidero esprimere particolare approvazione per i contenuti qualificanti del testo medesimo.
Ho assunto l'incarico di Direzione, con nomina elettiva, il 10 novembre 1997, con un preciso programma di rinascita del Conservatorio di Venezia. Tale programma difficilmente sarebbe realizzabile senza la riforma.
Anche se intendo continuare la mia attività concertistica, elemento tra l'altro determinante nell'elezione, come Direttore ho iniziato la lettura di un numero quasi infinito di leggi, decreti, circolari, che vanno dal 1912 ad oggi, e tuttora governano le nostre maggiori istituzioni musicali statali. In nessuna struttura didattica si opera in condizioni di così grande confusione normativa; solo questo fatto renderebbe di per sé urgentissimo, dopo quasi un secolo, un impegno preciso del legislatore per l'istruzione artistica.
In ogni modo questa lettura può essere interessante, oltre che per uno studioso di diritto, anche per un musicista, infatti mi ha condotto ad una serie di riflessioni che desidero esporre: dopo aver letto la legge del 1918 ed i successivi decreti fino agli anni '50, ho pensato: quanto poco sappiamo sul Conservatorio e su quello che poteva diventare! L'essere oggi invischiati fra incoerenti e inapplicabili normative della secondaria sembra, agli occhi di molti colleghi, normale, sembra la giusta collocazione di una classe insegnante poco capace e di una struttura di livello secondario, preparatoria alle varie accademie private. Personalmente ho sempre contrastato questa idea, anche per ragioni familiari: mio padre Camillo, pianista e compositore, 1927/1991, che oggi senz'altro gioisce per la mia nomina, ha studiato e poi insegnato al "B. Marcello" e mi ha descritto più volte cos'era il Conservatorio. Ma mi rendo conto che basterebbe leggere la storia "legislativa" di queste istituzioni per capire che esse, in origine, non avevano nulla a che fare con la scuola secondaria e che la loro collocazione naturale, dopo un possibile decentramento delle prime fasi dello studio, sarebbe stata universitaria, come avviene all'estero, e questo già 50 anni fa. Solo un esempio: il Consiglio superiore delle antichità e delle arti, descritto nella legge del 1947, diviso in 5 sezioni, vedeva docenti universitari e docenti di accademie e conservatori lavorare gomito a gomito. Conoscono questo particolare coloro che considerano la riforma solo come una rivendicazione corporativa per raggiungere privilegi economici universitari, quando l'istruzione musicale era nata già nel 1918 con una configurazione per lo meno quasi universitaria? Leggere leggi e decreti dal 1912 al 1980 è come leggere una storia al contrario, un'involuzione, un degrado progressivo, è come vedere un oggetto prezioso che perde poco a poco, norma dopo norma, le proprie caratteristiche migliori, senza per altro essere sostituito, cosicchè l'unico risultato finale è quello di perdere qualcosa. Non riesco proprio a capire come oggi sia possibile che la riforma abbia ancora tanti avversari o, per lo meno, è poco decoroso che li abbia tra i professori di Conservatorio.
Per queste e per tante altre ragioni auguro una sollecita e definitiva approvazione della legge che, dopo tanti anni, recupera grado e dignità alle nostre gloriose istituzioni. Spero così di poter dare il mio contributo, nella sede di Venezia, affinché il passaggio dalla vecchia alla nuova normativa avvenga nel migliore dei modi.

Il Direttore del Conservatorio di Venezia
Giovanni Umberto Battel

(Testo ricevuto per la pubblicazione il 4 gennaio 1998).