TEATRO DELL’ANGOLO

KUORE

Liberamente ispirato a "Cuore" di Edmondo De Amicis

Uno spettacolo di Nino D’Introna

Scheda didattica dello spettacolo

Collaborazione drammaturgica e interpretazione:

Pasquale Buonarota, Alessandro Pisci

Con la complicità di:

Agostino Nardella

Voce Fuori Campo:

Mario Brusa

Scenografia: Assistente: Consulenza Tecnica:

Elisabetta Ajanì Elena Imberti Milo Morachioli

Costumi: Assistente:

Elena Gaudio, Roberta Vacchetta Roberta Di Martino

Creazione Luci: Responsabile Tecnico, Fonico e Luci:

Andrea Abbatangelo Roberto Antonello

Titolo dello spettacolo: Kuore

Genere: comico – grottesco

Trama: Il libro "Cuore" di Edmondo de Amicis racconta un anno scolastico del 1886, visto attraverso gli occhi di uno studente di scuola elementare. Si tratta di un racconto corale, del quale sono protagonisti tutti i componenti la classe, i loro genitori e i loro insegnanti. Ogni mese dell’anno scolastico viene ritmato da un "racconto mensile" dal tono commovente e con finalità edificanti. Nello spettacolo vengono utilizzati alcuni episodi salienti del romanzo e quattro racconti mensili: "La piccola vedetta lombarda", "L’infermiere di Tata", "Naufragio" e "Dagli Appennini alle Ande".

Poiché l’allestimento dello spettacolo nasce dal domandarsi come è cambiata l’Italia negli anni che ci separano dalla sua costituzione come Stato unitario e come sono cambiati i valori proposti dal libro "Cuore" (o perlomeno come è cambiato il modo di proporli), ogni scena dello spettacolo viene ambientata in un’epoca diversa, che dalla fine dell’Ottocento ci conduce fino a oggi attraverso la storia d’Italia.

Scena I: Fine ‘800, scuola elementare "Baretti" di Torino: all’inizio dell’anno scolastico un maestro sabaudo presenta un nuovo allievo del Sud Italia.

Scena II: Inizio ‘900: Tema: I miei compagni. Vengono presentati i vari componenti della classe.

Scena III: 1910 – 1920. Il primo incidente dell’anno. Giochi con la prima neve. Gli anni del cinema muto. La Prima Guerra Mondiale.

Scena IV: 1920 – 1940. Saggio scolastico: la poesia, la scenetta de "La piccola vedetta lombarda", la canzone militare.

Scena V: 1945. E’ successa un’altra disgrazia. L’interrogatorio.

Scena VI: 1950. E’ morta la mamma di Garrone. Dettato: Perché amo l’Italia.

Scena VII: Anni ’50. Il racconto mensile "L’infermiere di Tata" presentato come una sceneggiata napoletana.

Scena VIII: Anni ‘50/’60. Il maestro tiene una lezione di storia con l’ausilio delle diapositive; la sua fatica viene vanificata e irrisa da uno scherzo di Franti.

Scena IX: Anni ’60. Il quiz radiofonico su Garibaldi e sugli Inni nazionali. La musica americana. La festa in classe. Visita alla "maestrina dalla penna rossa".

Scena X: Anni ’80. L’ultimo giorno di scuola di due alunni che litigano a causa di Franti.

Scena XI: Oggi. In uno studio televisivo si svolge la trasmissione "I Racconti del Cuore"; interviene Marco, protagonista del racconto mensile "Dagli Appennini alle Ande". Nel suo racconto viene integrato anche "Naufragio".

Temi prevalenti: La ragion d’essere del romanzo si può individuare nel momento storico in cui è stato scritto, e consiste nel dichiarato intento di edificare i giovani figli di una fragile Italia post - unitaria.

Una lettura contemporanea del libro "Cuore", al di là del ridondante patetismo e paternalismo del testo originale, propone dei temi tuttora attuali: il razzismo, l’emigrazione, l’amor di Patria, le differenze sociali. A questi temi lo spettacolo sovrappone una riflessione sull’attualità e l’utilizzo distorto dei sentimenti, piegati alle necessità di audience delle trasmissioni televisive.

Riferimenti all’esperienza del bambino e/o adolescente: "Cuore" racconta la storia di un anno scolastico: è pertanto immediato il riferimento al vissuto quotidiano del pubblico degli studenti. La classe scolastica protagonista del romanzo è tuttavia molto diversa da una classe di oggi, ma ciò non impedisce la presenza di tipi e personaggi presenti in ogni epoca.

Lo spettacolo non consiste nella mera trasposizione scenica del romanzo di de Amicis, nè in una sua forzata attualizzazione, ma piuttosto in un incontro –scontro tra la realtà di oggi e il passato.

Caratteristiche teatrali: La scenografia è semplice, evocativa di uno spazio scolastico: i personaggi entrano ed escono da una grande lavagna/schermo. Luci, musiche e costumi sono particolarmente curati affinchè siano chiari per lo spettatore i riferimenti a stili, generi ed epoche storiche rappresentati. Il filo conduttore è rappresentato da un personaggio silenzioso, evidentemente un giovane d’oggi, che ascolta perennemente in cuffia musica techno (la cui base ritmica richiama il battito cardiaco), e che si rivelerà essere un tecnico dello studio televisivo nel quale si svolge la scena finale dello spettacolo. Questo personaggio sta leggendo un libro: le varie scene dello spettacolo non sono altro che proiezioni della sua lettura, ovvero anche interpretazione contemporanea di un modo e uno stile narrativo che a noi risulta lontano e a volte eccessivamente patetico. Questo giustifica la chiave comico – grottesca di molte scene e il continuo contrasto estetico, fatti salvi i valori che il romanzo propone.

Metodo di lavoro usato dalla compagnia nella creazione dello spettacolo: La creazione di "Kuore" è strettamente legata a quella di "Pinocchio Circus" in un progetto che ha per tema i classici per l’infanzia e la gioventù (ma non solo!) della letteratura italiana.

Il libro "Cuore" è suddiviso in 87 capitoli. Ne sono stati selezionati alcuni che potevano permettere uno sviluppo drammaturgico coerente. Tutto il testo presente nello spettacolo ricalca fedelmente le parole scritte da E. de Amicis. Tutto lo stile narrativo è stato modificato attraverso un lavoro di improvvisazione attoriale e di riscrittura scenica, che ha condotto ad un risultato fortemente originale.

Linguaggi teatrali utilizzati: Come è tradizione del Teatro dell’Angolo il linguaggio prevalente è quello dell’attore, che attraverso l’utilizzo di differenti registri interpretativi, fisici e vocali rappresenta (in questo spettacolo come in "Pinocchio Circus" e molti altri del nostro repertorio) diversi personaggi.

In undici scene presentate vi è sempre un cambio di costume, una modificazione dello spazio scenico, sostenuti da musiche registrate e da cambi di illuminazione. Molte sono le citazioni di altri linguaggi dello spettacolo: dal cinema muto alla sceneggiata napoletana, dal teatro naturalista al cabaret, fino ad arrivare alla televisione e alla continuità narrativa sempre interrotta dagli spot pubblicitari.

Bibliografia

  • Edmondo de Amicis, Cuore, introduzione di Marcello D’Orta, Biblioteca Economica Newton Compton, 1999
  • Edmondo de Amicis, Cuore, introduzione di Davide Sala, Demetra, 1994
  • Umberto Eco, "Elogio di Franti" in Diario minimo, Bompiani
  • Franco Cambi, Collodi – De Amicis – Rodari: tre immagini d’infanzia, Dedalo, 1985
  • Vittorio Spinazzola, Pinocchio & C., Il Saggiatore, 1997
  • Giobbe Covatta, Pancreas, Salani, 1993