TEATRO DELL’ANGOLO

PINOCCHIO CIRCUS

Uno spettacolo di Nino D’Introna

Interpreti: Pasquale Buonarota, Barbara Cinquatti, Alessandro Pisci

Musiche: Giorgio Li Calzi

Scenografia: Elisabetta Ajanì

Consulenza tecnica: Milo Morachioli

Costumi: Elena Gaudio, Roberta Vacchetta

Creazione luci: Andrea Abbatangelo

Fonica: Roberto Antonello

Luci:Agostino Nardella

SCHEDA DIDATTICA

Titolo dello spettacolo: Pinocchio Circus

Genere: comico, poetico, fantastico

Trama: Nello spettacolo si presenta la storia di Pinocchio ambientata all’interno di un circo. Geppetto e Mastro Ciliegia sono due clowns; Il Gatto e la Volpe sono un illusionista e il suo assistente; il Grillo è un cantante rock-blues; la Fata è una trapezista, il padrone di Melampo è un domatore di polli… e così via.

Pinocchio, partner volontario o casuale di ogni "numero", attraversando le proprie avventure cresce simbolicamente in tre tappe: bambino, ragazzo, adolescente.

Lo spettacolo ha una struttura ciclica. Giunto nella pancia del pescecane e ritrovato suo padre Geppetto, Pinocchio, grazie ad un ribaltamento scenico, si ritroverà nel circo iniziale. Nello spettacolo il burattino non diventa bambino in carne ed ossa, in quanto è inscindibile dal suo personaggio, legato al mondo del circo, dello spettacolo, della finzione. Il teatro, luogo della finzione, del "fare finta", mette quindi in scena un circo che è anche pancia del pescecane, luogo dal quale non si può uscire che con l’immaginazione, metafora della realtà della vita.

Temi prevalenti: Verità, finzione, realtà, immaginario.

"Pinocchio" è il racconto di un’iniziazione alla vita. E’ dunque un percorso "a incontri" (come gran parte delle strutture tradizionali delle fiabe) dove il simbolo di un bambino (cioè un burattino) attraverso la sua curiosità e la sua incoscienza affronta numerose peripezie, che costituiscono un bagaglio di esperienze per una crescita fisica, intellettuale e morale.

Riferimenti all’esperienza del bambino e/o adolescente: "Pinocchio" è un romanzo che tutti conoscono. E’ un mito moderno.

L’impostazione dello spettacolo divide le tappe di crescita di Pinocchio in tre segmenti:

  1. Fino all’impiccagione (finale originario della prima versione voluta da Collodi), le situazioni che Pinocchio affronta sono presentate come esperienze di un bambino.
  2. Dall’apparizione della Fata fino a quella di Lucignolo, le situazioni che Pinocchio affronta sono presentate come le esperienze di un ragazzo.
  3. L’ultima parte dello spettacolo vede Pinocchio come un adolescente.

I comportamenti del personaggio rispecchiano pertanto l’età che sta vivendo in quella particolare fase dello spettacolo.

Questo meccanismo consente una graduale immedesimazione del pubblico delle varie fasce d’età nel protagonista e permette un gradevole gioco di staffetta per i tre attori che a turno interpretano Pinocchio nelle suddette fasi di crescita.

Caratteristiche teatrali: Tre attori, in una vorticosa girandola di costumi, luci e musiche originali, interpretano 22 personaggi comici, poetici, fantastici, grotteschi.

La scenografia evoca lo spazio di un circo all’interno del quale viene sviluppata tutta la storia. Lo spettacolo risulta non soltanto ricco dal punto di vista visivo ed emozionale, ma pieno di sorprese che tengono costantemente alto il ritmo del gioco scenico. Tutte le scelte estetiche relative a scenografia, costumi, luci, musiche e recitazione sono ispirate allo spettacolo circense, e così anche l’interazione con la sala e i numerosi interventi degli attori tra il pubblico.

Metodo di lavoro usato dalla compagnia nella creazione dello spettacolo: L’allestimento di "Pinocchio Circus" inaugura un progetto di spettacoli che hanno per tema i classici per l’infanzia e la gioventù (ma non solo!) della letteratura italiana.

La scena del Teatro di Mangiafuoco e quella del circo degli asini sono i nodi che hanno ispirato l’ambientazione generale dello spettacolo: i "luoghi della finzione".

E’ stata operata una riduzione del testo originale selezionando gli episodi che potevano permettere uno sviluppo drammaturgico fluido e coerente. Tutte le parole utilizzate nello spettacolo ricalcano fedelmente quelle scritte da Collodi. Lo stile narrativo è stato invece modificato attraverso un lavoro di improvvisazione attoriale e di riscrittura scenica che ha condotto ad un risultato fortemente originale.

Linguaggi teatrali utilizzati: Come è tradizione del Teatro dell'Angolo, il linguaggio prevalente è quello dell’attore, che attraverso l’utilizzo di differenti registri interpretativi, fisici e vocali rappresenta (in questo spettacolo come in "Kuore" e in molti altri del nostro repertorio) diversi personaggi. Il lavoro dell’attore sulla scena, inteso come fatica fisica, ma anche come grande divertimento, risulta qui particolarmente evidente. Altrettanto importanti in quanto complementari dell’azione drammatica sono gli altri elementi che, fondendosi tra di loro, concorrono a creare un’unicità narrativa e stilistica: la musica, le luci, la scenografia, l’uso dello spazio. Anche in questo spettacolo la citazione di altri generi diventa un contrappunto ironico inserito nella narrazione.

Bibliografia