Carla Lanza Dematteis
Nel 1995, quando in Francia espose la protesta dei sans papiers, cioè degli immigrati clandestini, il vescovo di Evreux, in Normandia, Jaques Villot, scese a Parigi per appoggiare quei diseredati e dare loro il suo conforto morale. La cosa non piacque al Vaticano, che rimosse il vescovo dalla sua diocesi, dichiarandola vacante e lo nominò vescovo della diocesi Partenia.
Il problema consisteva nel fatto che Partenia è una non diocesi; si tratta infatti di una località semidesertica e disabitata dellAlgeria, dove un vescovo non proprio ossequiente ai voleri della curia romana non avrebbe potuto far danni, non avendo nessuno con cui confrontarsi.
Ma Sua eminenza non si scoraggiò è, aiutato da amici informatici, si creò una dicesi virtuale, sul web: www.partenia.org. Oggi la diocesi virtuale ha centinaia di fedeli, con i quali dialoga ad ai quali offre assistenza spirituale (Starrs P., 1997).
Le città virtuali di cui parleremo in questo articolo non sono come Partenia, diocesi che non cè nel territorio materiale, ma che è presente soltanto nel cyberspazio[1].
Parleremo invece di quelle
che vengono definite città digitali o città in rete cioè di spazi
virtuali che si integrano con la città materiale, formando un
tuttuno: la città reale.
Nella moderna società
della globalizzazione, le città digitali, utilizzando le nuove tecnologie per la
trasmissione dellinformazione, assumono valenze diverse: da un lato offrono servizi
ai cittadini, dallaltro possono configurarsi come
mezzi di coesione della società locale e strumenti di una democrazia dal
basso.
Infatti nonostante la diffusione planetaria di Internet e la
possibilità che offre di collegarsi con chiunque e ovunque, la sua dimensione ideale,
nellambito della quale le potenzialità comunicative
della rete delle reti si esprimono al meglio e
portano maggior valore aggiunto, pare essere quella
della community, cioè dellinsieme di attori (cittadini, imprese, centri di
ricerca, pubblica amministrazione
) che, mossi da interessi comuni, interagiscono in
rete, scambiandosi informazione e servizi e effettuando transazioni.
La società locale è una delle community che meglio può
avvantaggiarsi della comunicazione in rete, perché
le persone e le imprese che la compongono hanno come interesse comune
la territorialità. In Italia il fenomeno della messa in rete delle
comunità territoriali è partita dal basso: al
centro dello sviluppo della telematica locale si sono poste infatti le Pubbliche
amministrazioni comunali, provinciali o regionali, che hanno pertanto assunto un ruolo
chiave per la creazione di comunità interagenti
nello spazio virtuale.
1. Che cosè una città digitale
Per città digitali o
reti civiche intendiamo qui tutti i siti Internet,
di iniziativa pubblica (Enti locali, Università,
Camere di Commercio), riferiti a determinate realtà geografiche, come comuni, province,
regioni.
Tali siti si pongono come strumento privilegiato per linnovazione e lammodernamento della pubblica amministrazione, per renderla più efficiente e soprattutto più trasparente, attraverso lofferta di servizi on line e la possibilità di interazione tra lamministrazione stessa e i cittadini.
In particolare essi
possono offrire allutenza, a livello più o meno sviluppato a seconda
dei singoli casi:
- informazioni amministrative o procedurali per cittadini,
organizzazioni, aziende;
- fornitura
della modulistica per cittadini, imprese e commercianti, gestione delle pratiche edilizie, cartografia cittadina
- spazi di comunicazione interattiva per il dialogo
all'interno della comunità,
tra cittadini e
tra cittadini e istituzioni
- informazioni finalizzate alla promozione turistica della
città e al marketing urbano.
2. Le città digitali in Italia
Le pubbliche amministrazioni locali italiane sembrano aver compreso bene limportanza delle reti civiche, che decollate per la maggior parte a metà degli anni novanta, hanno avuto in pochi anni una crescita notevole (vedi figura 1).
Alla fine del 2000 in
Italia il 93% delle città capoluogo e il 46,3% dei centri minori dispongono di un sito web ufficiale, gestito dal comune, Inoltre hanno un sito tutte le regioni e 94 province su 103 [2]. La distribuzione geografica dei siti è nel complesso omogenea. Non esistono squilibri territoriali tra Nord e Sud
del paese, dal punto di vista quantitativo. La regione con il maggior numero di Enti
locali in rete appare lEmilia Romagna, che è stata anche una delle regioni pioniere
in questo campo, seguita dalla Toscana e dalla Lombardia.
Come
risulta dalla tabella
1
per tutte le regioni italiane gli anni 97-98 e 98-99 sono stati decisivi per la crescita
delle città in rete, con una crescita
sullintero territorio italiano di quasi
il 130%; in particolare lanno 1997-98
è stato quello del decollo per la maggior parte delle regioni. Le regioni del Nord-Ovest sono quelle partite prima, quelle cioè che hanno registrato una crescita
maggiore nel primo anno preso in considerazione; le regioni del Nord-Est hanno avuto una crescita più lenta e costante,
mentre quelle del centro, in particolare
lUmbria, pur essendo partite con un certo ritardo hanno in parte ricuperato. Infine,
come risulta anche dal grafico della figura
2, non esiste uno
squilibri rilevante tra il Sud e le Isole e il resto del paese.
Tuttavia
il rapporto degli enti locali con il web, se appare territorialmente equilibrato dal punto
di vista quantitativo, non lo è invece dal
punto di vista qualitativo, cioè per
qualità dei contenuti.
LAssinform-Rur,
che dal 1997 ogni anno pubblica un rapporto sullo stato delle città digitali in Italia,
ha analizzato i contenuti dei siti delle
città digitali, prendendone in esame una
serie di caratteristiche. Nella tabella 2 sono riportate le valutazioni
relative al 2000. Tra le grandi aree metropolitane primeggia Torino, mentre Milano appare
allultimo posto; tra le altre città metropolitane si situa al primo posto Bologna,
città pioniera in questo campo, che è anche al primo posto in assoluto tra le città italiane, seguita da altre città
dellEmilia Romagna e toscane.
In
una graduatoria generale delle città digitali, che non tenga conto cioè della divisone
tra aree metropolitane ed altre città capoluogo compare
al primo posto Bologna. Nella tabella 3 sono riportate le graduatorie
per il 1999 e il 2000. I parametri presi in esame nei
due anni sono in parte differenti (per questo
motivo non devono essere confrontate le votazioni di ciascuna città relative
ai due anni), ma in entrambi gli anni sono considerati linterattività, le
interazioni con altri siti, la trasparenza e
il marketing territoriale. La
situazione pare poco diversa nei due anni presi in esame,
particolarmente per quanto riguarda le
città metropolitane. Ai primo
posti, in entrambi gli anni, si situano
città della Toscana, Emilia Romagna e
Piemonte: solo nel 2000 al settimo posto appare Roma, mentre per trovare una città del
Sud e Isole bisogna scendere al dodicesimo posto nel 1999 (con Cosenza, seguita da Palermo
al quattordicesimo) e al quindicesimo nel
2000 (sempre con Cosenza).
Le differenze tra il Nord e
il Centro da un lato e il Sud e Isole
dallaltro, non si basano sulla qualità
tecnologica[3],
nella quale anzi le città meridionali registrano valori anche molto superiori alla media
(tabella 2 : Napoli 66, media
della sua categoria 32, Cosenza e Siracusa 76, media della categoria 63,7) , ma piuttosto
per la qualità dei servizio offerti e linterazione con altri siti (ad eccezione di Cosenza), il marketing
territoriale (con leccezione di Nuoro), e
soprattutto laccesso e
linterattività (cioè la possibilità degli utenti di dialogare con la Pubblica Amministrazione). Questa situazione
fa pensare che nei centri del Sud e delle Isole la ristrutturazione della Pubblica
amministrazione, che rappresenta uno dei principali obiettivi delle città in rete, sia in
ritardo
.Un ritardo grave, che rischia di penalizzare ulteriormente le
famiglie e le imprese del Sud. Un ritardo grave anche perché, considerando la natura
sostanzialmente informativa dei servizi considerati, è da imputarsi principalmente a
carenze di ordine culturale ed organizzativo piuttosto che di natura strutturale. [4]
Con l approvazione da
parte del governo della legge sulla comunicazione pubblica, secondo la quale la rete
civica diventerà ufficialmente un diritto dovuto al cittadino da parte della Pubblica
amministrazione, si rende necessario un
intervento del potere centrale per riequilibrare queste differenze territoriali; per questo nel
2000 il Governo centrale ha varato un piano nazionale
per il miglioramento della Pubblica
Amministrazione attraverso le nuove tecnologie dellinformazione.
Verrà qui esaminato, come esempio, il caso di Torino.
La città digitale del capoluogo piemontese (www.comune.torino.it) iniziò a funzionare nel 1995; fu promossa dall assessore ai progetti strategici e realizzata dal Comune in collaborazione con il Csi (Consorzio per il Sistema Informativo ) con i seguenti obiettivi:
- innovazione dell'amministrazione;
- servizi ai cittadini e interazione fra il comune e le rappresentanze organizzate dei cittadini;
- costruzione di pagine web per associazioni professionali, per associazioni non profit, scuole, biblioteche;
- lavagna per urlare e comunicazione e.mail con il sindaco e i diversi assessorati.
Uno degli
elementi di valutazione di una città
digitale è linsieme delle relazioni che gli ambienti elettronici instaurano con la
città fisica e le comunità che ci vivono: nella
pagina web presa in esame sono presenti pagine di descrizione del governo cittadino e dei
suoi attori, inoltre un elenco per argomento (territorio, salute, sport, istruzione ecc.)
delle altre pagine disponibili
E in oltre importante che almeno una parte delle
relazioni siano interattive, che permettano cioè comunicazione bidirezionali: nel
caso preso ad esempio sono di questo tipo il
filo diretto con il Sindaco e la lavagna per Urlare, dove i
cittadini possono inserire le loro proteste e richieste allamministrazione e
dibattere argomenti di interesse generale. Particolare importanza riveste lURP
(ufficio relazioni con il pubblico) che permette di ottenere informazioni e dialogare con
i diversi uffici.
Sono presenti anche alcuni servizi in rete (modulistica,
richiesta certificati di stato civile, guida al calcolo ICI, aiuto anziani ecc,).
Sono inoltre indicati i siti (di associazioni, enti,
servizi pubblici ecc,) ospitati nel server del comune e altri siti, collegati da link,
ma esterni al web comunale.
Altro elemento di valutazione di un sito è la sua
apertura verso lesterno, cioè verso una potenziale audience globale. Questa
apertura si realizza soprattutto nelle edizioni in più lingue (nel caso preso ad esempio
le lingue sono 4, oltre litaliano).
Infine è molto importante la presenza di informazioni in tempo reale, che dipendono dalla frequenza degli interventi sul sito. Nel caso preso in esempio sono presenti informazioni in tempo reale sugli arrivi degli aerei, sulla situazione dei parcheggi, sui mezzi pubblici, sulla situazione meteo ecc.
3. La città digitale tra locale e globale
La caratteristica principale delle città digitali è il loro stretto legame
con uno spazio geografico reale. A differenza di altre comunità virtuali
esistenti soltanto nel cyberspazio, esse corrispondono infatti ad
un territorio ben definito e ad una società che condivide tale territorio.
Comè noto esistono scenari secondo i quali
le reti telematiche globali, e in particolare Internet, avrebbero portato alla fine delle
società locali e delle stesse città, sostituite da
nuove comunità senza localizzazione
territoriale e dai servizi offerti rete. Le
posizioni estreme ipotizzano lo spopolamento delle città, sostituite da uno stile di vita rurale,
nel quale il lavoro si svolgerebbe a domicilio e la rete fungerebbe da collegamento con tutto ciò che è necessario per il consumo, lo
svago, i rapporti umani, il tempo libero
Nella realtà si è potuto constatare come i concetti di vicinanza e di appartenenza conservano validità anche allinterno del cyberspazio: negli Stati Uniti, una ricerca di mercato rivolta alle-economy, ha messo in luce come l80% degli acquisti in rete viene effettuato un raggio di 20 miglia dalla residenza dell'acquirente (Borthwick, citato nel Rapporto RUR-Assinform 1997). Questa constatazione sul valore della prossimità ha dato origine allo sviluppo di attività commerciali e di servizio residenti sulla rete globale, ma fondamentalmente mirate verso audience locali; per il medesimo motivo anche i principali motori di ricerca su Internet (Yahoo, Lycos, Infoseek ecc, ,) hanno sviluppato edizioni nazionali e, per gli Stati Uniti, addirittura qualche edizione metropolitana (per esempio per Los Angeles).
Ma la ricerca in rete di informazione
riferite al territorio, non si
limita alle-commerce, ma si estende ad un vasta gamma di argomenti: spettacoli,
avvenimenti, servizi locali ecc
Le
città digitali e le reti civiche si pongono come risposta a questo esigenza di prossimità, offendo un rapporto collaborativo tra
territorio urbano e rete telematica, rivolto prima di tutto alla società locale. In questo senso esse
rappresentano uno strumento partecipativo e progettuale comune, che tende a
rinsaldare il senso di appartenenza ad un luogo ed a una comunità e nello stesso tempo ad aprire tale società al globale, inserendola in rete.
Esse
hanno svolto innanzitutto una importante funzione: quella di far crescere in Italia la società dellinformazione,
attraverso la promozione di Internet e le iniziative di
alfabetizzazione informatica dei cittadini. Ma soprattutto hanno avviato la
sperimentazione di nuove forme di partecipazione alla vita pubblica, soprattutto attraverso le iniziative per la
trasparenza e linterattività. Oggi, pur dovendo continuare a svolgere queste due
funzioni, il loro ruolo si sposta soprattutto sull
e-government, cioè sullofferta
dei servizi del settore pubblico on-line
e la trasparenza sullattività
di governo, e sul marketing urbano, cioè
la promozione dei territori che rappresentano, non soltanto ai fini turistici. In questo senso le città digitali se da un lato
rispondono alla domanda crescente di informazione legata al territorio, dallaltra
procurano al territorio stesso un valore aggiunto, da offrire nel mercato
globale.
4. Le città digitali e laccesso
Uno dei problemi legati alla diffusione di nuove tecnologie è il pericolo di creare nuove forme di esclusione, sia a livello sociale che territoriale.
In campo sociale lesclusione è legata delle difficoltà di accesso di alcune categorie più svantaggiate in termini di età, reddito e istruzione. Per evitare tale discriminazione sono numerose, anche da parte degli Enti pubblici, le iniziative finalizzate a promuovere lalfabetizzazione informatica attraverso lorganizzazione di corsi e di seminari, od anche a permettere laccesso, attraverso terminali pubblici, a chi non dispone di un proprio personal computer.
A livello territoriale le disuguaglianze sono legate soprattutto alla presenza/assenza di infrastrutture. E noto che la possibilità di accedere allinformazione dipende dalla presenza di reti per la trasmissione dellinformazione stessa e di nodi attraverso cui accedere alle reti. In Italia la maggior parte degli utenti accede allinformazione attraverso la rete telefonica, che li connette al server[5] più prossimo: la prima causa di discriminazione rispetto alle nuove tecnologie di trasmissione dellinformazione è pertanto la lontananza dal server, che per lutente si trasforma in aumento di costi telefonici.
Una
ricerca della Provincia di Torino ha messo in luce come le tariffe telefoniche disegnino
una
nuova mappa della marginalità dove ancora una volta sono svantaggiati nel sistema delle
comunicazioni le aree montane, i centri
Per esemplificare nel concreto questo fenomeno, la ricerca ha analizzato i costi
che deve sostenere una scuola per accedere a
Internet, a seconda della sua localizzazione
(tabella 4). Dai dati raccolti emerge che, senza un chiaro intervento
pubblico continueranno ad esistere, ed in tendenza ad aumentare, le differenze tra le aree
ad alta potenzialità di accesso a servizi di comunicazione Internet (l'area metropolitana
e pochi grossi centri) e le aree rurali e montane, destinate a diventare marginali e
svantaggiate anche nell' accesso alla comunicazione immateriale.
Per
quanto riguarda le reti civiche questa marginalizzazione, oltre a creare differenze nella
possibilità di accesso ai servizi offerti on line dallEnte pubblico, può avere come effetto negativo anche di ridurre il senso di appartenenza
alla società locale.
Nel
caso delle provincia che ha realizzato questa ricerca, il progetto per superare le disuguaglianze consiste nel promuovere
linstallazione di server decentrati, anche
ricorrendo ad incentivi da parte dellEnte pubblico e, per i comuni più isolati, dove non è possibile lattivazione
di server dato l'esiguo bacino di utenza, nel concordare con la Telecom l'attivazione di numeri verdi, con la copertura
del differenziale di costo da parte del fornitore della rete e degli Enti Locali .
Quali sono gli effetti che lo una rete civica, fornendo servizi a distanza può produrre sul territorio?
In particolare può contribuire a ridurre il traffico, perenne problema dei centri urbani?
Inoltre quali vantaggi possono ricevere le aziende locali da un efficiente sistema telematico pubblico ad esse dedicato? La presenza di efficienti servizi in rete può favorire la localizzazione di nuove imprese?
Allo stato attuale non esistono valutazioni di questo tipo, che invece sarebbero di sicuro aiuto per la individuazione delle potenzialità della telematica locale. Alla prima domanda pare ovvia la risposta: meno spostamenti ® meno traffico. Tuttavia il problema non può esser impostato con il semplice modello causa ® effetto; infatti non è chiaro luso che i cittadini possono fare del tempo risparmiato grazie ai servizi on line: potrebbero per esempio utilizzarlo per altri spostamenti, vanificando gli effetti positivi sul traffico. Inoltre la trasformazione in senso moderno della pubblica amministrazione potrebbe investire anche gli orari di lavoro dei dipendenti con effetti territoriali ancora da esplorare.
Per quanto riguarda le aziende, la presenza di servizi in rete da parte della Pubblica Amministrazione è un vantaggio competitivo, da valutare nel marketing territoriale. Tuttavia non pare essere un fattore determinante di localizzazione. Molto più importante invece, come fattore di localizzazione, sembra esser lofferta di infrastrutture per la trasmissione delle informazioni efficienti e diffuse (cablatura con fibre ottiche, tecnologia Adsl ecc.). Anche in questo campo, che tuttavia interessa solo marginalmente le città digitali, ancora una volta sono attori privilegiati gli Enti locali, che, almeno nelle grandi città, sono impegnati alla realizzazione di un ambiente telecomunicativo in grado di offrire tutti quei servizi (trasmissioni in banda larga, teleconferenza ecc.) ormai indispensabili per accedere al mercato globale.
Tabella 1.Internet nelle regioni italiane, ottobre 1999
|
1999 |
Va%
98-99 |
Var % 97-98 |
Comuni |
Province |
Regioni |
|
|
|
|
|
|
|
Piemonte |
66 |
4,8 |
65,8 |
25 |
4 |
1 |
Valle
dAosta |
2 |
0 |
0 |
0 |
0 |
1 |
Lombardia |
207 |
15 |
462,5 |
55 |
10 |
1 |
Liguria |
155 |
1,3 |
86,6 |
6 |
2 |
1 |
Nord-Ovest |
430 |
8 |
154,4 |
86 |
16 |
4 |
Trentino-Alto
A. |
30 |
7,1 |
180 |
6 |
2 |
0 |
Veneto |
92 |
0 |
130 |
39 |
3 |
1 |
Friuli-Venzia
G. |
8 |
14,3 |
|
4 |
2 |
0 |
Emilia-R |
239 |
91,2 |
177,8 |
74 |
9 |
1 |
Nord-Est |
369 |
46,4 |
144,7 |
123 |
16 |
2 |
Toscana |
109 |
28,9 |
12 |
55 |
7 |
1 |
Umbria |
12 |
300 |
|
2 |
2 |
1 |
Marche |
50 |
2 |
188,2 |
12 |
4 |
1 |
Lazio |
36 |
33,3 |
35 |
19 |
2 |
1 |
Centro |
207 |
27 |
33,6 |
88 |
15 |
4 |
Abruzzo |
12 |
100 |
|
7 |
1 |
1 |
Molise |
9 |
200 |
50 |
1 |
1 |
0 |
Campania |
55 |
17 |
38,2 |
34 |
3 |
1 |
Puglia |
45 |
32,4 |
30,8 |
25 |
4 |
1 |
Basilicata |
13 |
0 |
18,2 |
7 |
1 |
1 |
Calabria |
115 |
0,9 |
200 |
12 |
3 |
1 |
Sicilia |
81 |
11 |
192 |
32 |
4 |
1 |
Sardegna |
19 |
5,6 |
50 |
4 |
1 |
1 |
Sud e isole |
349 |
13,3 |
96,2 |
122 |
18 |
7 |
Italia |
1355 |
20,9 |
109,1 |
419 |
65 |
17 |
Tabella 2. Rating dei siti dei Comuni capoluogo italiani (scala da 1 a 100) 2000
|
Trasparenza amministrativa |
Qualità dei servizi |
Accesso e interattività |
Interazioni e relazionalità |
Marketing terrritoriale |
Qualità tecnologica |
Indice sintetico |
Grandi aree metropolitane | |||||||
Torino |
73 |
62 |
50 |
35 |
56 |
52 |
55 |
Roma |
83 |
51 |
42 |
32 |
33 |
81 |
54 |
Napoli |
67 |
45 |
30 |
28 |
22 |
66 |
43 |
Milano |
25 |
42 |
41 |
28 |
17 |
73 |
38 |
Media: |
38 |
62 |
50 |
40 |
30 |
32 |
47,5 |
Altre
città metropolitane |
|||||||
Bologna |
100 |
79 |
65 |
38 |
61 |
74 |
70 |
Firenze |
90 |
59 |
70 |
60 |
50 |
55 |
64 |
Palermo |
58 |
25 |
19 |
34 |
28 |
61 |
37 |
Venezia |
83 |
29 |
47 |
31 |
17 |
66 |
45 |
Bari |
55 |
13 |
19 |
17 |
33 |
73 |
35 |
Media: |
77,2 |
41 |
44 |
36 |
37,8 |
65,8 |
50,2 |
Altre
città capoluogo |
|||||||
Siena |
33 |
67 |
50 |
38 |
78 |
52 |
53 |
Modena |
100 |
57 |
52 |
69 |
56 |
69 |
67 |
Prato |
57 |
58 |
49 |
42 |
50 |
55 |
52 |
Pisa |
82 |
42 |
69 |
32 |
44 |
60 |
55 |
Ravenna |
67 |
46 |
68 |
29 |
83 |
78 |
62 |
Livorno |
55 |
50 |
73 |
45 |
44 |
49 |
53 |
Mantova |
58 |
26 |
37 |
34 |
28 |
68 |
42 |
Temi |
42 |
30 |
16 |
29 |
44 |
65 |
38 |
Cosenza |
48 |
37 |
33 |
34 |
33 |
76 |
44 |
Grosseto |
23 |
4 |
15 |
26 |
22 |
52 |
24 |
Pavia |
58 |
46 |
26 |
22 |
33 |
76 |
44 |
Verona |
83 |
37 |
27 |
28 |
11 |
71 |
43 |
Arezzo |
67 |
45 |
25 |
37 |
39 |
59 |
45 |
La Spezia |
50 |
33 |
27 |
34 |
61 |
76 |
47 |
Piacenza |
75 |
55 |
52 |
43 |
44 |
47 |
53 |
Enna |
7 |
18 |
15 |
26 |
17 |
54 |
23 |
Siracusa |
23 |
8 |
20 |
29 |
6 |
76 |
27 |
Rimini |
78 |
29 |
17 |
28 |
11 |
46 |
35 |
Belluno |
70 |
28 |
27 |
18 |
17 |
74 |
39 |
Nuoro |
42 |
13 |
9 |
14 |
39 |
62 |
30 |
Lodi |
20 |
8 |
15 |
15 |
11 |
68 |
23 |
Media: |
54 |
35 |
34,4 |
32 |
36,7 |
63,5 |
42,8 |
Fonte:
elaborazione su dati Assinform-RUR
Tabella 3. Le prime 15 città digitali italiane, in una graduatoria per qualità. 1999 e 2000
|
|
1999 |
|
2000 |
1 |
Bologna |
80 |
Bologna |
70 |
2 |
Siena |
79 |
Modena |
67 |
3 |
Torino |
73 |
Firenze |
64 |
4 |
Firenze |
66 |
Ravenna |
62 |
5 |
Modena |
63 |
Torino |
55 |
6 |
Prato |
62 |
Pisa |
55 |
7 |
Pisa |
60 |
Roma |
54 |
8 |
Ravenna |
58 |
Siena |
53 |
9 |
Livorno |
55 |
Livorno |
53 |
10 |
Roma |
53 |
Piacenza |
53 |
11 |
Mantova |
53 |
Prato |
52 |
12 |
Cosenza |
48 |
La Spezia |
47 |
13 |
Grosseto |
45 |
Venezia |
45 |
14 |
Palermo |
44 |
Arezzo |
45 |
15 |
Arezzo |
44 |
Cosenza |
44 |
Elaborazione
su dati Assinform-RUR
Scuole |
Spesa
annuale presunta |
Moncalieri
tariffa urbana |
1.075.765 |
Chieri
interurbana <
15 km |
4.253.023 |
Carmagnola
interurbana 15- 30 km |
7.620.000 |
Cavour
interurbana 30
- 60 km |
11.798.710 |
Pragelato
interurbana >
60 km |
13.960.305 |
Fonte:
www.provincia.torino.it
Figura 2. Crescita del numero di città digitali in Italia per area geografica
Elaborazione
su dati Assinform-RUR
ASSINFOMR-
RUR- CENSIS, Le
città digitali in Italia, Rapporto 1997, Franco Angeli ed,, Milano1998
ASSINFOMR-
RUR- CENSIS, Le
città digitali in Italia, Rapporto 1998, Franco Angeli ed,, Milano1999
ASSINFOMR-
RUR- CENSIS, Le
città digitali in Italia, Rapporto 1999, Franco Angeli ed,, Milano 2000
ASSINFOMR-
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Sito di riferimento www.rur.it contiene i rapporti RUR Assinform sulle
città digitali italiane; con numerosi link
* parte del testo questo articolo,
con qualche modifica, verrà pubblicato prossimamente sul Bollettino Geografia nelle
scuole
[1] Per cyberspazio si intende lo spazio immateriale della comunicazione elettronica attraverso computer; per una trattazione più approfondita vedi Giorda 2000, pag. 26
[2]
RUR-Assinform,
Le città digitali in Italia, rapporto 2000.
[3] Per valutare la qualità tecnologica vengono considerati il tipo di sistema operativo e il tipo di software
[4] Rapporto Assinform-Rur 2000
[5] Il server è il computer del provider, cioè del fornitore del collegamento a Internet, a cui ci si connette
[6] PROVINCIA DI TORINO, 1998