Ottenute le normative di divieto (la legge italiana 374/97 "Norme per la messa al bando delle mine antipersona" ed il Trattato di Ottawa per la messa al bando internazionale) ed il prestigioso riconoscimento del Premio Nobel per la Pace, incomincia il compito più duro e forse meno visibile sulla ribalta dei media: esigere il rispetto delle regole.

Gli indiscutibili risultati raggiunti rafforzano la consapevolezza che l’impegno nella lotta contro questi orribili ordigni di distruzione di massa debba essere rafforzato in futuro perché mettere al bando le mine significa eliminarle fisicamente dalla superficie del nostro pianeta e ridare la possibilità di una vita dignitosa alle popolazioni vittime.

E’ compito della Campagna, ora, chiedere che gli Stati firmatari del Trattato di Ottawa lo ratifichino immediatamente e continuare ad esercitare pressione affinché aderiscano quei governi che si sono chiamati fuori (in primis USA, Cina e Russia).

Ricordiamo che, affinché il Trattato entri in vigore, occorre la ratifica di almeno 40 stati e che, ad oggi, questo passo è stato compiuto solamente da Canada, Irlanda, Mauritius, Svizzera, Turkmenistan, Ungheria, Vaticano.

La Campagna dovrà in seguito monitorare l’effettivo rispetto del Trattato, in particolare per quanto riguarda lo sminamento e la riabilitazione delle vittime. Tali interventi devono basarsi sui bisogni reali delle popolazioni ("sminamento umanitario") e non sulla logica del profitto; il rischio è concreto perché le risorse finanziarie mobilitate sono cospicue e lo sminamento rischia di trasformarsi in un business ancora più lucroso del commercio degli ordigni stessi.

La sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul tema delle mine antipersona finalizzata alla cultura costruzione di una della pace continua ad essere un obiettivo prioritario.

La Campagna Italiana intende continuare l’azione di lobby politica per indurre il Parlamento ad una immediata ratifica del Trattato e per monitorare l’effettiva e trasparente applicazione della legge nazionale, soprattutto per quanto attiene allo smantellamento e distruzione dell’arsenale italiano di mine terrestri.

Ci poniamo l’obiettivo di rafforzare l’attenzione delle istituzioni nazionali sull’impegno specificamente umanitario dell’Italia. In altre parole, vogliamo assicurare il coinvolgimento tecnico e finanziario del nostro paese mirato alla bonifica dei milioni di mine seminate sul terreno e vincolare l’Italia ad un ruolo significativo per lo sminamento nel mondo.