Finanza Etica e Banca Etica: quale rapporto?

…Vorrei ricordare l'esperienza delle finanziarie in Italia, delle Mag, i Mutui Autogestione, che fin dalla metà degli anni settanta hanno sostenuto la finanza etica alternativa.

Forse in Italia c'è stato un periodo di gestazione un po' troppo lungo, solo all'inizio degli anni '90 ci si è posti il problema di un progetto di banca etica alternativa vera e propria...

Anche dal punto di vista sociale credo che il nostro progetto sia unico, come tutti gli altri, forse. La realtà associativa e sociale su cui possiamo contare ha permesso di catalizzare intorno a questo progetto di Banca Etica molte associazioni e cooperative...

Il contesto in cui si inserisce la banca etica è globale, uno scenario dove c'è associazionismo, cooperazione e solidarietà. Prima di delineare più precisamente i contenuti e le modalità di questo progetto, credo sia importante sottolineare il contesto in cui esso si inserisce. Speso diciamo che la nostra iniziativa è portatrice di senso, poiché non è che ad un certo punto alcune persone si sono riunite ed hanno detto "che bello, facciamo un progetto di banca etica", no. Ha un senso perché secondo noi, in un'ottica di globalizzazione di mercati, e l'attività finanziaria è l'attività principe della globalizzazione, ogni giorno migliaia di miliardi vengono scambiati da una parte all'altra del mondo alla ricerca di profitto ed interessi.. Ha un senso perché ancora oggi più di due miliardi di persone su questa terra vivono con meno di due dollari al giorno. La differenza di reddito tra le nazioni ricche e povere aumenta sempre più, 30 a 1 nel 1960, 60 a 1 nel 1990.. Molti indicatori mostrano che la concentrazione di ricchezze è sempre più nelle mani di pochi. Se poi proiettiamo questi dati, che sono reali, concreti, nei prossimi dieci, venti anni, otterremo delle risposte che neppure i ricercatori e gli economisti della Banca Mondiale, del Fondo monetario Internazionale, della stessa Forbes ci sanno dare. Quale futuro, quindi, aspetta questi otto miliardi di persone che vivranno nei prossimi dieci, venti anni?

Fin d'ora, i governi dovranno ridisegnare il loro rapporto col cittadino, offrendo servizi necessari a salvaguardare le fasce deboli ed emarginate della nostra società.

Se possiamo disegnare questo mondo, lo possiamo suddividere in tre, come un trifoglio. Il primo settore è rappresentato dalle élites economiche e politiche. Il secondo è composto dalla classe media, i lavoratori, organizzati, che percepiscono redditi sicuri e lavori soddisfacenti. Il terzo è composto dagli emarginati, dagli esclusi. Questi due miliardi di persone considerati soggetti non "bancabili" nel sistema finanziario.

Mentre il primo settore resta stabile, ed il secondo si sta assottigliando, il terzo è in rapida e continua espansione; quella che viene definita da Galbraith la maggioranza soddisfatta è in pericolo. Cui si chiede per quanto tempo i soddisfatti resteranno la maggioranza. Attenzione, questo è il passaggio importante che stiamo vivendo.

Qualcosa di nuovo sta accadendo nel settore dei cosiddetti gruppi emergenti, a livello mondiale, tra gli uomini e le donne del primo, del secondo e del terzo mondo. Rifiutano di restare passivi e stanno creando grandi reti di interdipendenza e auto-sostegno che hanno portata sociale, economica e politica.

Quello che è certo è che l'assetto politico ed economico nei prossimi decenni sarà diverso da quello attuale e noi stiamo lavorando per dare protagonismo e visibilità alle nostre realtà emergenti che rappresentano la maggioranza della popolazione mondiale. Non molti riescono ancora a cogliere questa novità, che è grossa, di questa fine millennio. Questi due miliardi di persone si stanno organizzando.

La globalizzazione ha portato ad effetti di unità tra primo, secondo e terzo mondo. Quale potrebbe essere il ruolo corretto - che è il tema anche di oggi - del welfare? Il concetto su cui si basa è la solidarietà, il riconoscimento dell'importanza dell'esistenza dell'altro. Questa è la base di ogni società, di ogni cultura e deve essere l'obiettivo futuro della società nei prossimi anni. Il raggiungimento del bene comune.

Non c'è dubbio, soprattutto per i realisti, gli scettici, che sarà molto difficile fare questo passaggio da una società fondata sulla competitività ad una società fondata sulla solidarietà. Ma, guardate, non abbiamo alternative. Se vogliamo dare futuro e senso a questi otto miliardi di persone, pari opportunità, dobbiamo dare gradatamente con un processo educativo, economico e sociale.. iniziare questo percorso.

Fin d'ora questo è il nostro grande punto di forza. Come Banca Etica, come Commercio Equo e Solidale, usiamo questi strumenti per iniziare il cambiamento.

Un rapporto privilegiato con gli enti pubblici, Regioni, Province, Comuni e con Banca Etica è un momento fondamentale per ridisegnare un rapporto nuovo ed originale tra erogatori di servizi ed esigenze del cittadino. La finanza etica rappresenta uno strumento importante per la realizzazione di una società basata sulla solidarietà.

Che ruolo potrà avere questa finanza etica? Intesa come gestione di risorse finanziarie messe a disposizione dei risparmiatori che chiedono espressamente anche garanzie etiche sull'uso del proprio risparmio, si propone di sostenere attività socio-economiche finalizzate alla massimizzazione dell'utile sociale. L'obiettivo è garantire a tutti gli individui il soddisfacimento dei bisogni fondamentali nel pieno rispetto dei patrimoni ambientali e sociali e culturali.

La finanza etica non è una forma di beneficienza ma un'attività creditizia vera e propria quando attraverso gli strumenti della raccolta del risparmio e del finanziamento mira a stimolare l'autonomia, la responsabilità e le capacità imprenditoriali di chi riceve il finanziamento mettendolo nelle condizioni di realizzare il progetto di vita.

Queste sono alcune brevi considerazioni per capire il contesto in cui 22 associazioni, nel giugno 1995, si sono incontrate per fondare la cooperativa "Verso la Banca Etica". …Come funzionerà la banca? Sarà mono-sportello. Si convenzionerà per la distribuzione di due prodotti, inizialmente, certificati di deposito e obbligazioni con l'ente Poste, che ha più di 14.000 sportelli sul territorio nazionale e 4 banche che distribuiranno i prodotti. Fin dall'inizio avremo una piccola rete di promotori finanziari etici. L'obiettivo per entrare a regime - ci possono essere anche dieci, venti anni per farlo… per essere considerati banca solida - è avere uno sportello in ogni provincia d'Italia. Già adesso disponiamo di più di 70 gruppi di intervento territoriale, detti GIT, presenti in tutte le città, che forniscono informazioni e sono la nostra ossatura.

Progressivamente, offriremo anche gli altri prodotti, il conto corrente, la carta di credito, Bancomat, eccetera. Già al momento della sottoscrizione dei titoli, che richiederanno un sacrificio minimo, un mezzo punto, al massimo un punto, rispetto ai tassi di mercato, anche se essi stanno scendendo.. un certificato di deposito da 5 milioni avrà un sacrificio annuale di 50.000 lire. Una remunerazione un po' più bassa rispetto alla media del mercato che permetterà di impiegare ad un tasso un po' più basso del prime rate che è all'8 e due.. potremo impiegare al 7,5, al massimo 8%.. Già al momento della sottoscrizione il risparmiatore potrà dichiarare il settore di intervento, solidarietà sociale, ambiente, cooperazione internazionale, associazionismo, volontariato, cultura, spettacolo.. La difesa delle fasce deboli: qui c'è l'associazione Finanza Etica che sta predisponendo dei criteri.

La raccolta. Anche qui gli obiettivi sono ambiziosi. Pensiamo di poter raccogliere nel primo anno 70 miliardi, nel secondo 140 miliardi, nel terzo superare i 200.

Sarà una banca per lo sviluppo, cioè ci offriremo anche come consulenti. Nel primo anno dovremmo effettuare circa mille finanziamenti.

Una banca molto leggera, con attenzione assoluta ai costi: si partirà con 15 persone dipendenti, in out-sourcing per il servizio di elaborazione dati poiché ci sono due società a livello nazionale ed internazionale che si stanno offrendo. Pensiamo di restare con una forbice intorno al 3%.

…Vorrei …invitarvi alla riflessione sulla necessità e importanza che abbiamo anche in Italia di costituire una banca etica alternativa che sappia dialogare in modo contagioso con il sistema finanziario. Questo è importante perché il 2%, 1,8% del PIL, il fatturato complessivo del settore no-profit ben difficilmente potrà essere raggiunto da Banca Etica però già abbiamo visto che alcune banche stanno cercando di capire ed inserire elementi di eticità al loro interno. Questo è da valutare come elemento positivo, il fatto che ala presentazione del progetto Banca Etica quasi tutto il sistema finanziario abbia reagito, è significativo dell'esigenza che una fascia consistente della popolazione, 5 milioni di persone, abbia una coscienza, vogliono sapere come debba essere utilizzato il proprio risparmio.

Cosa significa Banca Etica? Occupazione, lavoro. Sapete anche in Italia, soprattutto al sud, che cosa significhi una percentuale di disoccupazione al 12%. Per creare un posto di lavoro nel terzo settore è necessario un investimento dai 50 ai 70 milioni, e si crea. Mentre nell'industria, ammesso che ancora si possano creare posti di lavoro, dai 150 ai 300 milioni.

Banca Etica è anche difesa dell'ambiente. Ha anche un progetto educativo che educa il risparmiatore ad un uso consapevole del proprio risparmio. Quindi è un'opportunità…

Tratto dall'interveno di Fabio Salviato al CONVEGNO EUROPEO WELFARE E FINANZA ETICA del 30.01.98