Spezie: storia e proprietà

 

CANNELLA

 
CARDAMOMO
 
CHILI

 

CHIODI DI GAROFANO
 
CUMINO

 

CORIANDOLO

 

CURCUMA

 

CURRY

 

NOCE MOSCATA

 

PEPE

 

SENAPE

 

SESAMO

 

ZENZERO

 

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Breve storia:

Con questo termine si indicano prodotti vegetali [generalmente semi, minuscoli frutti, cortecce, foglie] essiccati e usati, interi o ridotti in polvere, per aromatizzare e, in certi casi, conservare molti cibi.

Per le loro virtù, vere o presunte, anche in campo terapeutico [per secoli il farmacista è stato chiamato <<spezziale>>] le spezie sono state, fino a circa un secolo e mezzo fa, le grandi protagoniste della cucina. Poiché quasi tutte provengono da piante tropicali, la ricerca e il commercio delle spezie originò – dai giorni in cui l’Impero Romano disponeva delle stazioni commerciali e militari in Asia e sul Mar Rosso ai viaggi di esplorazione conclusi nel ‘700 – una corrente di traffico e di attività di scambio lungo un percorso dalla Cima al Medio Oriente, che porta ancora il nome di <<via delle spezie>>. L’Italia fu il centro europeo di commercio delle spezie, prima con Roma e poi con le Repubbliche marinare, specialmente con Venezia. Molti viaggi come quelli di Marco Polo o di Colombo, ebbero fra gli altri scopi anche quello di una presa di contatto con i produttori di spezie: ciò riuscì al portoghese Vasco de Gama che nel 1498 raggiunse per prima le coste indiane; da allora il monopolio delle spezie passò la Lisbona.

La relativa abbondanza di quei prodotti diede inizio al declino dell’uso delle spezie in cucina, sostituite dall’America, o dal rilancio, favorito dal Re Sole, delle verdure fresche.

Oggi l’uso delle spezie è piuttosto limitato; fra i pochi impieghi massicci vi sono le ricette orientali, particolarmente indiane e cinesi, che prescrivono notevole impiego di miscele di spezie, come il curry o le cinque spezie della cucina cinese [pepe, anice, cinnamomo, chiodi di garofano e semi di finocchio essiccati].

Dietetica

Le spezie, pur avendo un valore nutritivo quasi inesistente, hanno importanza nel determinare l’accettabilità del cibo. Alcune di esse possono essere controindicate nei disturbi dell’apparato digerente, nel affezioni epatiche, nelle dispepsie e comunque in tutti i cosi di difficoltà digestive in genere.

Le spezie si conservano a lungo in barattolo di vetro con tappo smerigliato, ma col tempo perdono fragranza e aroma.

 


CANNELLA

È il nome che si dà alla corteccia di due specie di piante analoghe, la più importante delle quali, originarie dello Sri Lanka e dell’India meridionale è coltivata in molti paesi tropicali e a volte anche in alcune zone a clima temperato. È alta una decina di metri, ha foglie coriacee e fiori piccoli riuniti in pannocchie. La  spezia, dal caratteristico colore rossiccio pallido, si ottiene dalla corteccia essiccata dei fusti o dei giovani rami, che assumono l’aspetto di piccole canne. Le cannucce vengono infilate l’una dentro l’altra così da sembrare carta arrotolata. L’aroma caratteristico è dato da un olio essenziale dall’odore penetrante e dal sapore dolciastro.

In commercio si può trovare anche polvere di cannella [detta anche cinnamomo] che ovviamente è più soggetta alle sofisticazioni, ma in certi casi è di uso più comodo. La cannella cinese, analoga a quella indiana ma meno pregiata, ha un sapore più pungente; le cannucce sono più spesse e la corteccia esterna è sugherosa.

 

CARDAMOMO

È una pianta erbacea perenne spontanea lungo le coste del Malabar e dello Sri Lanka dove è coltivata.

Può raggiungere 2 o 3 metri di altezza ed ha foglie alterne lanceolate. Ha infiorescenza di fiori giallastri in grappoli e i frutti sono capsule, con forte odore e sapore aromatico, che contengono un olio essenziale.

Il Cardamomo è uno stimolo aromatico usato spesso come stomachico come carminativo ed assorbente in dispepsie cromiche non infiammatorie. Si associa a cannella, pepe e oppio specialmente nelle diarree

 

CHILI

Varietà messicana del peperoncino. Secondo le ricette originali può essere usato fresco quando è ancora verde, cioè non completamente maturo; oppure essiccato, sia in polvere sia a pezzi interi.

Il chili in polvere si usa appunto come il nostro peperoncino, o la molto più dolce paprika ungherese.

La ricetta messicana più tipica è quella del chili con carne.

Poiché il nome “chili” è ormai conosciuto ovunque, vi è la tendenza a parlare di chili e non di peperoncino, anche nelle ricette indiane o cinesi

Dietetica

Fa parte degli alimenti aromatici e non ha valore dietetico. È però controindicato nei soggetti portatori di lesioni infiammatorie dello stomaco e del duodeno e nelle coliti.

 


CHIODI DI GAROFANO

È una spezia ottenuta da una pianta arborea originaria delle Molucche e delle Filippine e coltivata in molti paesi dell’America, dell’Asia dell’Africa tropicale. Le gemme fiorali, raccolte ancora verdi e fatte essiccare, costituiscono i chiodi di garofano diffusi sul mercato. Si presentano come un peduncolo che si allarga in un calice a 4 sepali appuntiti che racchiude la gemma; essi contengono un olio essenziale costituito principalmente da Eugenolo, impiegato nella tecnica microscopica, in odontoiatria e in profumeria.

I chiodi di garofano si usano geneticamente interi, anche per poterli agevolmente eliminare al termine della coltura, affinché il loro aroma forte non sia troppo avvertibile. I chiodi di garofano sono poi uno degli aromatizzanti del vino caldo, detto Vin brulé e conferiscono il sapore caratteristico a certi rosoli e liquori.

Se ben sigillati si conservano molto a lungo.

 

CUMINO

È una pianta erbacea annua originaria, probabilmente del Murkestan, spontanea anche nelle nostre regioni e spesso coltivata nei Paesi Mediterranei per trarne i frutti aromatici, impiegati come condimento, in liquoreria [per la preparazione del KUMMEL], in medicina e in profumeria. La più pregiata e rilevante produzione attualmente si riscontra in India, Siria, Marocco e Malta.

La pianta è alta 15/20 cm, presenta foglie rade e finemente laminate, con piccoli fiori bianchi o rosei raccolti in ombrelle da cui si formano piccoli achemi oleosi.

Il cumino è un aromatizzante piuttosto <<leggero>>, utilizzato in alcune ricette dei Paesi Occidentali e in quelle del Medio Oriente, che si avvolgono anche delle foglie della pianta.

 

CORIANDOLO

È una pianta erbacea originaria della zona orientale del bacino mediterraneo; ha fusto alto fino a 60 cm; dai fiori disposti in ombrelle maturano piccoli frutti globosi, impropriamente detti semi, impiegati in farmacia e in  farmacia.

Particolarmente nei paesi orientali anche la parte verde trova largo impiego come aromatizzante.

Fra le spezie e forse la più leggera, aromatica e meno aggressiva e per questo meriterebbe di essere maggiormente usata come lo è nella cucina indiana, in cui il coriandolo trova largo impegno sia da solo, sia come componente dei diversi tipi di curry.

Molte verdure cotte in tegame con olio possono essere vivacizzate con piccole quantità di coriandolo.

Dietetica

Le proprietà del coriandolo sono più o meno simili a quelle dell’anice. L’infuso dei frutti.

 

CURCUMA

È una pianta monocotile della famiglia delle Zingiberacee, con 54 specie nell’Asia Tropicale e nell’Australia: è un’erba rizomatosa, aromatica, con foglie ampie, bislunghe e fiori in spiga, viva. Cemente colorati.

La specie più importante è la Curcuma longa dell’India, coltivata nell’Asia Tropicale, che dà il rizoma di Curcuma o radica gialla, contenente amido, olio etereo e un colorante giallo [Curcumina] che entra nelle sofisticazioni dello zafferano nella preparazione della polvere indiana usata in cucina per preparare il curry, visto il costo minore, anche se si differenzia da questo per il suo preciso sapore ben diverso.

 

CURRY

Sono gli Europei a chiamare in questo modo sia le molte miscele di spezie assortite tipiche della gastronomia indiana, sia i piatti a base di tale miscela, preparati nelle cucine di tipo internazionale.

Il nome originale di cari, come lo indicarono i commercianti di Pondycherry in India, mentre nelle diverse cucine indiane è chiamato Garam masala, Sambhar e in altri modi.

Non esiste una ricetta fissa di massima il curry riunisce, pestati nel mortaio e miscelati con cura, chiodi di garofano, noce moscata, macis, semi di comino, pepe, cardamomo, cinnamomo e, colorante in grado di emergere su tutto, lo zafferano, che dà alla polvere un prevalente colore giallo. I piatti chiamati col nome di curry indicano preparazioni simili a risotti o pilaw, oppure a verdure miste in tegame, o pollo, pesce o carne in spezzatino o in stufato, tutti insaporiti con la miscela da cui ricevono il nome.

Dietetica

I componenti del curry sono sostanze nervine, eccitatrici dei succhi gastrici e degli enzimi, sono perciò indicati nelle gastriti achiliche.

 

 

NOCE MOSCATA

È costituita dal seme di una pianta delle Miristicacee, originaria delle Molucche.

Fra le spezie tradizionali, e cioè quelle che rappresentano la cucina Rinascimentale, è una delle più usate ancora oggi, sia pure in piccole dosi.

Si vede intera e grattugiata al momento dell’uso, altrimenti la polvere perde gran parte del suo aroma, e serve per aromatizzare minestre, carni, verdure, salse e, qualche volta, anche dolci.

Una volta la si usava in famiglia per preparare un condimento-medicamento diffusissimo: l’aceto detto “dei 7 ladri”, nel quale si facevano macerare spezie e aromi e che servivano anche per preparare impacchi o come sollievo per gli svenuti, ai quali si bagnavano le tempie con la miscela, facendo poi annusare loro la bottiglia.

Dietetica

L’uso di questa Spezia può essere vantaggiosa nei regimi a clorurati per rendere più appetibili i cibi consumati senza sale.

 

PEPE

È una Spezia ottenuta da un arbusto rampicante alto 7/8 metri, originario dell’India e della Malesia e oggi largamente coltivato nella fascia tropicale. I frutti sono piccole bocche con aspetto di drupa riunite in infiorescenza pendule, il cui colore durante la maturazione passa dal verde al rosso vivo.

Il PEPE NERO è costituito dalle bocche raccolte verdi e fatte essiccare al sole, così da assumere il caratteristico aspetto rugoso e il colore nerastro.

Il PEPE BIANCO è invece ottenuto dalle bocche giunte a completa maturazione, private della buccia e della polpa mediante opportuna fermentazione e successivo lavaggio, ha chicchi biancastri e lisci.

Il pepe contiene due tipi fondamentali di principi attivi: un olio essenziale, molto volatile, al quale è dovuto il caratteristico aroma e una sostanza resinosa, fissa, che dà il sapore piccante.

Per questo il pepe macinato perde rapidamente l’aroma, pur conservando il gusto acre.

 

SENAPE

È il nome di alcune piante della famiglia Brassicacee, propria dell’Eurasia, delle quali si utilizzano i semi.

La senape viene impiegata – a scopo culinario o farmaceutico – direttamente in semi oppure in farina o in pasta.

Fra i vari tipi di preparazione si distinguono soprattutto la senape di Digione – prodotta con farina di senape miscelata con altri ingredienti, fra cui l’aceto, lo zucchero e vari aromi come il dragoncello, lo zenzero, la noce moscata e la pasta d’acciughe – e la senape inglese – ricavata macinando i semi e facendo sciogliere al momento dell’uso la polvere così prodotta in un liquido [brodo, vino, aceto] ottenendo una crema fluida, di sapore molto forte, che si attenua nel tempo.

Nei suoi diversi usi, la senape è un condimento che si adotta ad un gran numero di preparazioni e viene principalmente usata con bolliti ma anche con carne alla griglia o per insaporire burri aromatizzati da spalmare su tortine, panini imbottiti ecc.

 

SESAMO

Il sesamo è una pianta originaria probabilmente dell’Asia tropicale e coltivata dà tempo immemorabile nelle regioni tropicali e subtropicali . è un erba alta fino a un metro, i cui frutti contengono molti piccoli semi ovoli ricchi di olio alimentare.

I semi, leggermente tostati hanno un sapore che ricorda quello della noce.

In casa, i semi di sesamo vanno conservati come le altre spezie, in barattoli di vetro a chiusura ermetica: prima di usarli bisogna controllarli, perché trattandosi di semi oleosi, possono facilmente irrancidire.

È bene quindi comperarli freschi, quando occorrono.

In cucina, i semi di sesamo, minuscoli e molto aromatici [il loro profumo caratterizza gran parte dei piatti della cucina del Medio e Estremo Oriente] vengono, dopo una leggera tritatura, mescolati ad imposti nelle preparazioni di dolci, oppure si sporgono in superficie su pane e focacce.

Un altro prodotto anch’esso tipico della cucina orientale, è la pasta di sesamo, la TAHINA, che si ottiene macinando i semi che, appunto per il ricco contenuto di olio danno al composto l’aspetto di un burro di colore scuro.

 

ZENZERO

È una delle più antiche spezie conosciute.

Proviene da una pianta della famiglia Zingiberacee, originaria dell’Asia e coltivata nelle regioni tropicali per il rizoma di sapore piccante.

Contiene un oleoresina e un olio essenziale formato da molteplici costituenti aromatici; si trova in commercio in due varietà, grigio [detto anche nero o bruno] non decorticato, e bianco, di color grigio chiaro, imbiancato con calce.

Si può impiegare allo stato fresco o essiccato, in polvere, condito in sciroppo di zucchero, conservato in scatola, in alcool, in vino, in aceto.

Entra a far parte di molte specie di curry, di salamoie e di salse.

Nei paesi anglosassoni, con lo zenzero [ginger] si prepara una bevanda leggermente piccante, il GINGERALE, una sorte di birra utilizzata anche per allungare il Wisky americano.

 

Link Utili

 

http://www.cannamela.it/la-via-delle-spezie/introduzione.aspx

 

 

http://www.ilmondodellespezie.com/