Le
Regole standard delle Nazioni Unite per l'eguaglianza di opportunità delle
persone handicappate
(20.12.1993)
I
CONDIZIONI PRELIMINARI PER UN'EGUALE PERTECIPAZIONE
Norma 1 - Accrescimento della consapevolezza
II
AREE DI INTERVENTO PER LA REALIZZAZIONE DELLE PARI OPPORTUNITA'
Norma 8 - Assistenza economica e previdenza sociale
Norma 9 - Vita
familiare e integrità della persona
Norma 11 - Attività ricreative e sport
III
MISURE DI ATTUAZIONE
Norma 13 -
Informazione e ricerca
Norma 14 - Politica
decisionale e Pianificazione
Norma 16 - Politiche
economiche
Norma 17 -
Coordinamento dei lavori
Norma 18 - Le
organizzazioni di persone con disabilità
Norma 19 - Formazione
del personale
Norma 21 -
Cooperazione tecnica ed economica
Norma 22 -
Cooperazione internazionale
----------------------------------------------------------------------------------------------------
--------------------------------------------------------
Si stima che circa il 10 per cento della
popolazione mondiale -più di 500 milioni di persone- siano disabili, il che li
rende più inclini a soffrire di svantaggi economici.
Nei paesi in via di sviluppo, l'80 per cento dei
disabili vive in aree rurali isolate. Sovente essi sono fra i più poveri della
comunità, con un accesso minimo, quando non addirittura inesistente, alle cure
mediche, agli ospedali, ai servizi di riabilitazione o di sostegno. Quelli che
hanno delle infermità fisiche sono a volte difesi dalla povertà dalla
disponibilità di congegni quali sostegni, grucce od arti artificiali, che
perlomeno consentono loro di muoversi.
Gli studi rivelano che, persino nei paesi
industrializzati, esiste una proporzione più elevata di persone disabili negli
strati più poveri della società. Nelle famiglie povere, peraltro, la presenza
di un familiare disabile crea problemi ed incrementa la pressione esercitata
dal bisogno su delle risorse che sono già limitate.
L'Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO)
riferisce inoltre che la disoccupazione fra le persone disabili è da due a tre
volte più elevata che fra le altre persone, ed è ancora più alta nei paesi in
via di sviluppo. Quando hanno un lavoro, le persone disabili si trovano spesso
confinate alle posizioni di livello più basso, a causa di una mancanza di
istruzione ed addestramento, di una ridotta mobilità o di discriminazione.
Particolarmente vulnerabili sono le donne disabili, i lavoratori immigrati ed i
rifugiati -"una minoranza silenziosa priva di efficaci strumenti e gruppi
di pressione", secondo quanto riportato dall'ILO.
Sebbene la maggior parte delle persone sia
destinata ad incontrare un qualche grado di disparità nel corso della propria
vita, di sicuro gli anziani sono particolarmente inclini alle disparità dal
punto di vista uditivo, della visione e della mobilità.
Dal momento che la
disabilità cresce di pari passo con l'età, la vulnerabilità di questo gruppo
alle avversità economiche ed alla povertà è destinata anch'essa ad aumentare.
Precedenti e bisogni attuali 1. Ci sono persone con disabilità in ogni parte del mondo
e a tutti i livelli in ogni società. Il numero di persone con disabilità nel
mondo è grande e sta aumentando.
2. Sia le cause che le conseguenze della disabilità variano nel mondo. Queste
variazioni sono il risultato di variazioni socioeconomiche differenti e dei
diversi provvedimenti che gli Stati prendono per il benessere dei cittadini .
3. L'attuale politica sulla disabilità è il risultato degli sviluppi degli
ultimi 200 anni. In molti modi riflette le condizioni generali di vita e le
politiche economiche e sociali dei vari periodi. Nel campo della disabilità,
tuttavia, ci sono anche delle circostanze specifiche che hanno influenzato le
condizioni di vita delle persone con disabilità.
L'ignoranza, la negligenza, la superstizione e la paura sono fattori sociali
che attraverso tutta la storia della disabilità hanno isolato le persone con
disabilità e ritardato la loro evoluzione.
4. Nel corso degli anni, la politica di sostegno alla disabilità ha ampliato il
suo raggio di intervento da un interesse limitato verso le istituzioni
all'educazione dei bambini con disabilità e alla riabilitazione per persone che
sono divenute disabili in età adulta.
Attraverso l'educazione e la riabilitazione, le persone con disabilità sono
diventate non solo più attive ma anche motori portanti per ulteriori sviluppi
nella politica a sostegno della disabilità.
Sono state create organizzazioni formate da persone con disabilità, dalle loro
famiglie e da avvocati, che hanno reclamato condizioni di vita migliori per i
disabili Dopo la Seconda Guerra Mondiale sono stati introdotti concetti di
integrazione e normalizzazione che riflettevano una cresciuta consapevolezza
delle capacità delle persone con disabilità.
5. Verso la fine degli anni Sessanta, le organizzazioni di persone con
disabilità, cominciarono a formulare in alcuni Paesi un nuovo concetto di
disabilità.
Quel nuovo concetto sottolineava la stretta connessione tra le limitazioni
sperimentate dagli individui con disabilità, il disegno e la struttura dei loro
ambienti e l'atteggiamento della gente comune. Allo stesso tempo vennero sempre
più portati alla luce i problemi della disabilità nei Paesi in via di sviluppo.
In alcuni di questi Paesi la percentuale di popolazione con disabilità venne
stimata essere molto elevata e, nella maggior parte dei casi, le persone con
disabilità erano estremamente povere.
Precedenti azioni internazionali
6. I diritti delle persone con disabilità sono state oggetto di molta
attenzione da parte delle Nazioni Unite e di altre organizzazioni
internazionali per un lungo periodo di tempo.
Il più importante risultato dell'Anno Internazionale delle Persone Disabili,
nel 1981, è stato il "World Programme of Action concerning Disabled
Person" (Programma di azione mondiale riguardante le Persone Disabili),
adottato con la risoluzione 37152 del 3/1211982 dall'Assemblea generale.
L'anno e il World Programme of Action, hanno dato un grande impulso per i
progressi in questo campo. Entrambi hanno sottolineato il diritto delle persone
con disabilità a godere delle stese opportunità degli altri cittadini, e ad
un'eguale partecipazione a miglioramento della qualità della vita risultante
dallo sviluppo economico e sociale. In quella stessa occasione l'handicap, per
la prima volta, fu definito come il risultato della relazione tra le persone
con disabilità e il loro ambiente.
7. Il Global Meeting degli esperti per revisionare l'attuazione del World
Programme of Action, alla metà dei lavori della United Nations Decade of
Disabled Person (Decennio delle persone disabili delle Nazioni Unite) fu tenuto
a Stoccolma nel 1987.
Fu suggerito al Meeting di sviluppare una filosofia portante che aiutasse
nell'indicare le priorità per le azioni da svolgere negli anni avvenire. La
base di questa filosofia sarebbe dovuta essere il riconoscimento dei diritti
delle persone con disabilità.
8. Di conseguenza il Meeting raccomandò che l'Assemblea generale indicasse una
conferenza straordinaria per abbozzare una convenzione internazionale sulla
eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le persone con
disabilità, che sarebbe dovuta essere ratificata dagli Stati entro la fine del
decennio.
9. Un abbozzo della convenzione fu preparato dall'Italia e presentato
all'Assemblea generale alla sua quarantaduesima sessione. Altre presentazioni
di abbozzi di convenzione vennero preparate dalla Svezia alla sessione
successiva dell'assemblea. Tuttavia un entrambe le occasioni, non fu possibile
raggiungere un accordo sulla fattibilità di tale convenzione.
Secondo molti rappresentanti, i documenti sui diritti umani già esistenti
sembravano garantire alle persone con disabilità gli stessi diritti delle altre
persone.
Verso le Norme standard
10. Guidato dalla deliberazioni dell'Assemblea generale, l'Economic and Social
Council (Consiglio per gli affari economici e sociali) durante la sua prima
sessione regolare del 1990, alla fine decise di concentrarsi sull'elaborazione
di uno strumento internazionale di diverso tipo.
Attraverso la risoluzione del 1990/26 del Maggio 1990, il Consiglio autorizzò
la Commissione per lo Sviluppo sociale a considerare nel corso della sua
trentaduesima sessione, la creazione di un gruppo di lavoro ad hoc, permanente,
formato da esperti di governo, finanziato con contributi volontari per
elaborare delle norme standard per la realizzazione delle pari opportunità per
bambini, giovani e adulti disabili, in stretta collaborazione con le
organizzazioni specializzate, e altri gruppi governativi e organizzazioni non
governative e specialmente organizzazioni di persone disabili.
Il Consiglio richiese anche alla Commissione di approvare il testo di queste
norme in vista del 1993 e per sottoporle all'Assemblea generale alla sua
quarantottesima sessione.
11. La discussione che seguì durante la 45esima sessione del Terzo Comitato
dell'Assemblea Generale, mostrò che c'era ampio consenso per la nuova
iniziativa riguardante l'elaborazione di norme standard per la realizzazione
delle pari opportunità per le persone con disabilità.
12. Alla 32esima sessione della Commissione per lo Sviluppo Sociale per
l'iniziativa riguardante le norme standard ricevette l'appoggio di un gran
numero di rappresentanti e la discussione portò all'adozione della risoluzione
32/2 del 20/2/91, nella quale la commissione decise di stabilire un gruppo di
lavoro ad hoc permanente, in accordo con la risoluzione 1990/26 dell'Economic
and Social Council.
Scopo e contenuto delle Norme Standard per il raggiungimento delle pari
opportunità delle persone con disabilità.
13. Le Norme Standard per il raggiungimento delle pari opportunità delle
persone con disabilità sono state sviluppate sulla base dell'esperienza
accumulata durante il Decennio delle Persone Disabili delle Nazioni Unite
(1983-1992).
La Legge internazionale sui Diritti Umani, l'accordo Internazionale sui Diritti
Economici Sociali e Culturali, l'accordo internazionale sui Diritti Civili e
Politici la Convenzione sui Diritti dei Bambini e la Convenzione
sull'Eliminazione di ogni Forma di Discriminazione contro le Donne così come il
Programma di Azione Mondiale riguardante le Persone Disabili il Programma di
Azione Mondiale riguardante le Persone Disabili, costituiscono il fondamento
politico e morale per le Norme.
14. Sebbene le Norme non siano obbligatorie, possono divenire delle norme
consuetudinarie internazionali quando siano obbligate da un gran numero di
Stati con l'intenzione di rispettare una regola di diritto internazionale.
Esse implicano un forte impegno morale e politico nei confronti degli Stati per
intraprendere Azioni per il raggiungimento delle pari opportunità delle penne
con disabilità.
Vi sono indicati degli importanti principi riguardanti la responsabilità,
l'azione e la cooperazione. Sono inoltre evidenziate delle aree di decisiva
importanza della qualità della vita per il raggiungimento di una piena partecipazione
ed eguaglianza.
Le Norme forniscono uno strumento per prendere decisioni e intraprendere azioni
alle persone con disabilità e alle loro organizzazioni.
Esse forniscono una base per una cooperazione tecnica ed economica tra gli
Stati le Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali.
15. Lo scopo delle Norme è di assicurare che ragazze, ragazzi donne e uomini
con disabilità, come parti delle loro società, possano esercitare i propri
diritti e doveri come gli altri. In tutte le società del mondo ci sono ancora
ostacoli che impediscono alle persone con disabilità di esercitare i loro
diritti e le loro libertà e che rendono loro difficile la piena partecipazione
alle attività della società in cui vivono. È compito dello Stato quello
di intraprendere delle azioni adeguate per muovere un tale ostacolo.
Le persone con disabilità e le loro organizzazioni devono giocare un ruolo
attivo come partners di questo processo.
Il raggiungimento delle pari opportunità delle persone con disabilità è un
contributo essenziale nello sforzo generale che si attua nel mondo per
mobilitare le risorse umane.
Può essere necessario rivolgere una particolare attenzione a gruppi di persone
come le donne, i bambini gli anziani, i poveri, i lavoratori emigrati persone
con due o più disabilità, le popolazioni autoctone e le minoranze etniche.
Inoltre vi sono un grande numero di rifugiati con disabilità che hanno dei
bisogni speciali che necessitano di attenzione.
Concetti fondamentali nella politica sulla
disabilità
16. I concetti esposti sopra appaiono nell'intero testo delle Norme. Queste
sono costruite essenzialmente sui concetti espressi nel Programma di Azione
Mondiale riguardante le Persone Disabili In qualche caso riflettono lo
sviluppo, che si è manifestato durante il Decennio delle Persone Disabili delle
Nazioni Unite.
Disabilità e Handicap
17. Il termine "disabilità riassume un gran numero di limitazioni fisiche
di diverso tipo che esistono in ogni popolazione in tutti i paesi del mondo.
La gente può essere disabile per impedimenti fisici intellettuali o sensoriali,
per malattie o per infermità mentale. Tali impedimenti condizioni o malattie,
possono essere permanenti o transitorie.
18. Il termine "handicap'' significa la perdita o la limitazione delle
opportunità di prendere parte alla vita della comunità ad un livello eguale a
quello degli altri. Descrive l'incontro tra la persona con disabilità e
l'ambiente.
Il fine di questo termine è di focalizzare l'attenzione sulle deficienze
nell'ambiente e in molte attività organizzate della società, per esempio
l'informazione, la comunicazione e l'educazione che impediscono alle persone
con disabilità di partecipare ad esse in eguale misura.
19. L'utilizzazione dei due termini "disabilità"' e
"handicap", secondo la definizione dei paragrafi 17 e 18, deve essere
considerato alla luce della storia moderna della disabilità.
Durante il 1970 ci fu una grande reazione da parte dei rappresentanti delle
organizzazioni delle persone con disabilità e dei professionisti del settore
della disabilità contro la terminologia in uso in quel tempo.
I termini Disabilità ed handicap venivano spesso utilizzati in un modo non
chiaro e che creava confusione, fornendo scarse indicazioni per la politica
decisionale e per l'azione politica La terminologia rifletteva un approccio
clinico e diagnostico, che ignorava le imperfezioni e le deficienze della
società circostante.
20. Nel 1980 l'OMS adottò una classificazione internazionale dei danni,
disabilità ed handicap che suggeriva un approccio più preciso e al tempo stesso
più relativistico.
La Classificazione Internazionale dei Danni, disabilità e Handicap (manuale
edito dall'OMS) fa una chiara distinzione tra danno",
"disabilità" e "handicap".
Questa è stata usata diffusamente in aree come la riabilitazione, l'educazione,
la statistica la politica, la legislazione, la demografia, la sociologia
l'economia e l'antropologia.
Alcuni degli utilizzatori hanno espresso la preoccupazione che la
Classificazione, nella sua definizione del termine handicap, può essere ancora
considerata troppo clinica e troppo concentrata sull'individuo e può non
chiarire l'interazione tra le condizioni o le aspettative della società e le
capacità dell'individuo.
Questa ed altre preoccupazioni espresse dagli utilizzatori durante questi
dodici anni dalla sua pubblicazione, si tradurranno in imminenti revisioni
della Classificazione.
21. Il risultato dell'esperienza accumulata nell'attuazione del Programma di
Azione Mondiale e nella discussione generale svoltasi durante il Decennio delle
Persone Disabili delle Nazioni Unite, è stato un approfondimento della
conoscenza e un estendersi della comprensione nei riguardi delle questioni
relative alla disabilità e della terminologia adoperata.
La terminologia attuale riconosce la necessità di rivolgersi tanto ai bisogni
individuali (come la riabilitazione e gli ausili tecnici) quanto alle
deficienze della società (i vari ostacoli a una piena partecipazione a una vita
nella società).
Prevenzione
22. Il termine "prevenzione" significa un'azione indirizzata a
prevenire il manifestarsi di danni fisici, intellettuali, psichici o sensoriali
(prevenzione primaria) o a prevenire che i danni causino una limitazione fisica
permanente o disabilità (prevenzione secondaria).
La prevenzione può includere molti diversi tipi di azione come ad esempio
l'assistenza medica l'assistenza prenatale e postillate, l'educazione
alimentare, campagne per l'immunizzazione contro malattie contagiose, misure
per controllare le malattie endemiche, regolamenti di sicurezza, programmi per
la prevenzione di incidenti in differenti ambienti, compresi una strutturazione
degli ambienti di lavoro che prevenga il conseguimento di disabilità o
malattie, e la prevenzione delle disabilità dovute all'inquinamento dell'ambiente
e ai conflitti armati.
Riabilitazione
23. Il termine "riabilitazione" si riferisce ad un processo
attraverso il quale si vuole mettere le persone con disabilità in grado di
raggiungere e mantenere il loro livello funzionale ottimale sia fisico che sensoriale,
che intellettuale, psichiatrico e/o sociale, fornendo loro gli strumenti per
cambiare le proprie vite attraverso un maggior grado di indipendenza. La
riabilitazione può includere misure per creare o ristabilire delle funzioni per
compensare la perdita o l'assenza di una funzione o una limitazione funzionale.
Il processo di riabilitazione non implica delle cure mediche iniziali.
Comprende un'ampia gamma di provvedimenti e attività, dalla riabilitazione più
generale e di base, ad attività indirizzare al raggiungimento di risultati
specifici, per esempio la riabilitazione vocale.
Realizzazione delle pari opportunità
24. Realizzare le "pari opportunità, significa rendere possibile un
processo attraverso il quale le differenti società e i diversi ambienti, così
come i servizi, le attività, l'informazione e la documentazione, siano resi
accessibili a tutti, specialmente alle persone con disabilità.
25. Il principio dell'uguaglianza dei diritti implica che i bisogni di ognuno e
di tutti gli individui sono di eguale importanza, che quei bisogni devono
diventare il fondamento per la pianificazione delle società e che tutte le
risorse vanno impiegate in modo tale da assicurare che ogni individuo abbia le
stesse opportunità per partecipare.
26. Le persone con disabilità sono membri della società e hanno il diritto di
rimanere all'interno delle loro comunità.
Esse dovrebbero ricevere il sostegno di cui hanno bisogno all'interno delle
ordinarie strutture per l'educazione, la salute l'impiego e i sevizi sociali. 27.
Quando le persone con disabilità acquisiscono uguali diritti dovrebbero anche
avere uguali doveri.
Quando questi diritti saranno acquisiti, le società dovranno accrescere le loro
aspettative verso le persone con disabilità.
Come parte del processo delle pari opportunità, bisognerebbe provvedere
affinchè le persone con disabilità assumano la loro piena responsabilità come
membri della società.
Gli Stati, Memori dell'impegno preso nella Carta
delle Nazioni Unite di intraprendere azioni in associazione o singolarmente in
cooperazione con l'organizzazione, per promuovere più alti standard di vita, la
piena occupazione e condizioni di progresso e sviluppo economico e sociale,
Riaffermando l'impegno per i valori umani e le libertà fondamentali, la giustizia
sociale e le dignità e l'importanza della persona umana proclamati nella Carta,
Ricordando in particolare le norme internazionali sui diritti umani, che sono
state scritte nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, nelle
Convenzioni Internazionali sui Diritti Economici, Sociali e Culturali e la
Convenzione Internazionale sui Diritti Civili e Politici
Sottolineando che questi documenti proclamano che i diritti i dovrebbero essere
assicurati egualmente a tutti gli individui discriminazione,
Ricordando la Convenzione sui Diritti del Bambino, che proibisce la
discriminazione a causa di disabilità e richiede delle misure speciali per
assicurare i diritti dei bambini con disabilità', e 1a Convenzione sulla
Protezione dei Diritti di tutti i Lavoratori Emigranti e dei Membri delle loro
Famiglie, che prevede delle misure protettive contro la disabilità,
Ricordando anche le clausole nella Convenzione per l'eliminazione di tutte le
forme di Discriminazione contro le Donne con le quali si tutelano i diritti
delle ragazze e delle donne con disabilità,
Con riguardo alla Dichiarazione dei Diritti delle Persone Disabili, la
Dichiarazione dei Diritti delle Persone Mentalmente Ritardate, la Dichiarazione
sul Progresso Sociale e lo Sviluppo, i Principi per la Protezione delle Persone
con Malattie Mentali e per il Miglioramento dell'Assistenza per la Salute
Mentale e altri rilevanti documenti adottati dall'Assemblea Generale,
Con riguardo anche alle rilevanti convenzioni e raccomandazioni adottate
dall'Organizzazione Nazionale del Lavoro, con particolare riferimento alla
partecipazione al lavoro senza discriminazione per le persone con disabilità,
Memori delle rilevanti raccomandazioni e del lavoro dell'Organizzazione per
l'Educazione, la Società e la Cultura delle Nazioni Unite, in particolare la
Dichiarazione Mondiale sull'educazione per Tutti, l'OMS, il fondo delle Nazioni
Unite per i Bambini e altre organizzazioni interessate,
Con riguardo all'impegno preso dagli Stati riguardo alla protezione
dell'ambiente,
Memori della devastazione causate dai conflitti armati e deplorano l'utilizzo
di risorse rare per la produzione di armi,
Riconoscendo che il Programma Mondiale di Azione riguardante le Persone
Disabili e la dichiarazione di "pari opportunità in esso contenuta,
rappresentano dei seri impegni da parte della comunità internazionale a dare un
significato pratico e concreto a questi svariati documenti e raccomandazioni
internazionali,
Riconoscendo che l'obiettivo del Decennio delle Persone Disabili delle Nazioni
Unite (198;-1992) di adempiere al programma di Azione Mondiale è ancora valido
e richiede un'azione urgente e continuativa,
Ricordando che il Piano di Azione Mondiale è basato su concetti che sono
egualmente validi nei Paesi in via di sviluppo e nei Paesi industrializzati,
Convinti che sono necessari degli sforzi più intensi da parte delle persone
disabili per raggiungere un pieno ed eguale godimento dei diritti umani e
l'inserimento nelle società,
Sottolineando ancora che le persone con disabilità e i loro genitori, tutori,
avvocati e le loro organizzazioni, devono essere dei partner attivi nei
confronti degli Stati nella pianificazione e nell'adempimento di tutti i
provvedimenti che influenzano il godimento dei loro diritti civili, politici,
economici, sociali e culturali,
Nel perseguimento della Risoluzione del Consiglio Economico e Sociale 1990/26 e
basandosi sui provvedimenti specifici richiesti perchŽ le persone con
disabilità ottengano l'uguaglianza rispetto agli altri, enumerati
dettagliatamene nel Programma Mondiale d'Azione,
Hanno adottato le norme Standard per la Realizzazione delle Pari Opportunità
per le Persone con disabilità sotto elencate, per:
(a) Sottolineare che ogni azione nel campo della
disabilità presuppone una conoscenza adeguata e un'esperienza delle condizioni
e dei bisogni particolari delle persone con disabilità;
(b) Porre in rilievo che il processo attraverso il quale ogni aspetto
dell'organizzazione delle società è reso accessibile a tutti è un obiettivo di
base che miri allo sviluppo socio economico;
(c) Delineare gli aspetti cruciali delle politiche sociali nel campo delle
disabilità, includendo poichŽ appropriato l'incoraggiamento attivo della
cooperazione tecnica ed economica,
(d) Fornire dei modelli per la strategia di politica decisionale da
intraprendere per il raggiungimento delle pari opportunità, tenendo in mente la
grande diversità dei livelli tecnici ed economici, il fatto che la strategia
deve riflettere un'acuta comprensione del contesto culturale all'interno del
quale la strategia viene attuata, e il ruolo cruciale che svolgono in essa le
persone con disabilità;
(e) Individuare dei meccanismi nazionali per attivare una. stretta
collaborazione tra gli Stati, gli organi del sistema delle Nazioni Unite, e
altri gruppi intergovernativi e organizzazioni di persone con disabilità;
(f) Proporre anche un meccanismo effettivo per il controllo del processo
attraverso il quale gli Stati cercano di ottenere le pari opportunità per le
persone con disabilità.
I
CONDIZIONI PRELIMINARI PER UN'EGUALE PERTECIPAZIONE
Norma 1 - Accrescimento
della consapevolezza
Gli Stati dovrebbero intraprendere
un'azione per accrescere nella società la consapevolezza riguardo alle persone
con disabilità, i loro diritti, i loro bisogni, il loro potenziale e il loro
contributo.
1. Gli Stati dovrebbero garantire che
le autorità responsabili distribuiscano informazioni aggiornate sui programmi e
i servizi a disposizione per le persone disabili, le loro famiglie, i
professionisti del campo e il pubblico generico. Le informazioni alle persone
disabili andrebbero fornite in forma accessibile.
2. Gli Stati dovrebbero lanciare e
sostenere campagne di informazione riguardanti le persone con disabilità e le
problematiche relative alla disabilità, trasmettendo il messaggio che le
persone con disabilità sono cittadini con gli stessi diritti e doveri degli
altri, giustificando in tal modo i provvedimenti necessari per rimuovere tutti
gli ostacoli alla piena partecipazione.
3. Gli Stati dovrebbero incoraggiare
i mass media a dare un'immagine positiva alle persone con disabilità; le
organizzazioni di persone con disabilità dovrebbero essere consultate su questo
argomento.
4. Gli Stati dovrebbero garantire che
i programmi per l'istruzione pubblica riflettano in ogni loro aspetto il
principio della piena partecipazione e dell'uguaglianza.
5. Gli Stati dovrebbero invitare le
persone con disabilità e le loro famiglie e organizzazioni a partecipare alla
stesura dei programmi per l'istruzione pubblica riguardo alle questioni sulla
disabilità.
6. Gli Stati dovrebbero incoraggiare
le imprese private a includere le problernatiche connesse alla disabilità in
tutti gli aspetti della loro attività.
7. Gli Stati dovrebbero lanciare e
promuovere programmi per innalzare il livello di consapevolezza delle persone
con disabilità per quanto riguarda i loro diritti e il loro potenziale.
Un'accresciuta fiducia in se stessi e
un aumento di capacità di azione aiuterà le persone con disabilità a usufruire
delle opportunità a loro disposizione.
8. L'accrescimento della
consapevolezza dovrebbe essere una parte importante dell'educazione dei bambini
con disabilità e dei programmi di riabilitazione. Le persone con disabilità
potrebbero anche sostenersi a vicenda nell'accrescimento della consapevolezza
attraverso attività delle proprie organizzazioni.
9. L'accrescimento della
consapevolezza dovrebbe essere una parte dell'educazione di tutti i bambini e
dovrebbe essere una materia dei corsi di formazione per insegnanti e dei corsi
di tutti i professionisti.
Gli stati dovrebbero provvedere ad
assicurare un'assistenza medica effettiva alle persone con disabilità.
1. Gli stati dovrebbero lavorare
all'effettuazione di pro- grammi condotti da gruppi rnultidisciplinari di
professionisti per la diagnosi precoce, la diagnosi e il trattamento dei danni.
Ciò potrebbe prevenire, ridurre o eliminare gli effetti della disabilità.
Questi programmi dovrebbero garantire la piena partecipazione delle persone con
disabilità e delle loro famiglie a livello individuale, e delle organizzazioni
di persone con disabilità a livello della pianificazione e della analisi.
2. 1 lavoratori delle comunità locali
dovrebbero essere formati per poter dare il contributo in aree come la diagnosi
precoce dei danni, il provvedimento dell'assistenza primaria e il ricorso ai
servizi competenti.
3. Gli stati dovrebbero garantire che
le persone con disabilità, specialmente i neonati e i bambini, siano seguiti da
un'eguale livello di assistenza medica e all'interno dello stesso sistema
sanitario degli altri membri della società.
4. Gli stati dovrebbero garantire che
tutto il personale medico e paramedico sia adeguatamente formato ed
equipaggiato per fornire assistenza medica alle persone con disabilità, e che
esso abbia anche accesso a metodi di cura di un'importanza particolare e alle
tecnologie.
5. Gli stati dovrebbero garantire che
il personale medico, paramedico e i collaboratori dello stesso settore siano
adeguatamente formati così da non fornire un servizio inadeguato ai genitori
diminuendo così le opportunità per i loro bambini.
La formazione dovrebbe essere un
processo continuo e dovrebbe essere basato sulle ultime informazioni
disponibili.
6. Gli stati devono garantire che le
persone con disabilità ricevano ogni cura regolare e medicina di cui possono
aver bisogno per mantenere stabile o migliorare la loro funzionalità.
Gli stati devono garantire
l'esistenza di servizi di riabilitazione alle persone con disabilità perché
possano raggiunge- re e mantenere il loro livello ottimale di indipendenza e
funzionalità.
1. Gli stati dovrebbero sviluppare
dei programmi nazionali di riabilitazione per tutti i gruppi di persone con
disabilità Tali programmi dovrebbero essere fondati sui reali bisogni
individuali delle persone con disabilità e sul principio della piena
partecipazione e di eguaglianza.
2. Tali programmi dovrebbero
includere un'ampia gamma di attività, come ad esempio una formazione per
acquisire le abilità fondamentali per migliorare o compensare una funzione
compromessa, riunioni delle persone con disabilità e delle loro famiglie, lo
sviluppo della fiducia in se stessi, e un servizio occasionale di analisi e
consulenza.
3. Tutte le persone con disabilità,
comprese le persone con disabilità gravi e/o multiple, che hanno bisogno della
riabilitazione dovrebbero avervi accesso.
4. Le persone con disabilità e le
loro famiglie dovrebbero poter partecipare nell'ideazione e nella
organizzazione dei servizi di riabilitazione che li riguardano.
5. Tutti i servizi di riabilitazione
dovrebbero essere disponi- bili nella comunità del luogo dove vive la persona
con disabilità. Tuttavia, in alcuni casi, dove richiesto, per raggiungere dei
particolari obiettivi formativi, potrebbero essere organizzati degli speciali
corsi di riabilitazione a tempo determinato nelle abitazioni di residenza.
6. Le persone con disabilità e le
loro famiglie dovrebbero essere incoraggiate a partecipare alla riabilitazione,
per esempio come insegnanti, istruttori, o consulenti.
7. Gli stati dovrebbero attingere
dall'esperienza delle organizzazioni di persone con disabilità quando ideano o
valutano dei programmi di riabilitazione.
Gli stati dovrebbero garantire alle
persone con disabilità lo sviluppo e il mantenimento di servizi di sostegno,
compresi gli ausili, per assisterle nello sviluppo del loro livello di
indipendenza nella loro vita quotidiana e nell'esercizio dei loro diritti.
1. Gli stati dovrebbero assicurare la
messa a disposizione di ausili e attrezzature per l'assistenza, l'assistenza
personale e servizi di interpretariato, a seconda delle necessità delle persone
con disabilità, come dei mezzi importanti per raggiungere le pari opportunità.
2. Gli stati dovrebbero appoggiare lo
sviluppo, la produzione, la distribuzione e la messa a disposizione di ausili e
attrezzature di assistenza e la diffusione della conoscenza su questi.
3. Per ottenere ciò, dovrebbe essere
utilizzato un bagaglio di conoscenze tecniche generalmente disponibile. Negli
stati dove è presente un'industria di alta tecnologia, bisognerebbe che fosse
utilizzata pienamente per migliorare gli standard e l'efficacia degli ausili e
delle attrezzature per l'assistenza. E' importante stimolare lo sviluppo e la
produzione di strumenti semplici ed economici, utilizzando quando possibile i
materiali locali e gli impianti dell'industria locale. Le persone con
disabilità potrebbero essere esse stesse a partecipare alla produzione di
questi ausili.
4. Gli stati dovrebbero riconoscere
che tutte le persone con disabilità che hanno bisogno di ausili dovrebbero
avervi accesso in modo appropriato, e si fa qui riferimento anche
all'accessibilità economica. Questo potrebbe significare che gli ausili vengano
forniti gratuitamente o a un prezzo talmente basso che le persone con
disabilità o le loro famiglie possano permettersi di acquistarli.
S. Nei programmi di riabilitazione,
per la messa a disposizione di ausili e attrezzature, gli stati dovrebbero
tener conto delle speciali necessità delle ragazze e dei ragazzi con disabilità
per quanto riguarda il disegno, la durata e l'adeguatezza all'età degli ausili
e attrezzature stessi.
6. Gli stati dovrebbero incoraggiare
lo sviluppo e la messa a disposizione di programmi di assistenza personale e di
servizi di interpretariato, specialmente per le persone con disabilità gravi
e/o multiple. Questi programmi accrescerebbero il livello di partecipazione
delle persone con disabilità alla vita di ogni giorno a casa, al lavoro, a
scuola e durante le attività del tempo libero.
7. 1 programmi di assistenza
personale dovrebbero essere strutturati in modo tale che le persone con disabilità
che seguono il programma abbiano un influenza decisiva sul modo in cui i
programmi sono condotti.
II
AREE DI INTERVENTO PER LA REALIZZAZIONE DELLE PARI OPPORTUNITA'
Gli stati dovrebbero riconoscere
l'importanza centrale dell'accessibilità nel processo di realizzazione delle
pari opportunità in ogni sfera della vita sociale. Per le persone con
disabilità di ogni tipo, gli stati dovrebbero
a) introdurre programmi di azione per
rendere accessibili gli ambienti fisici;
b) trovare gli strumenti per rendere
accessibili l'informazione e la comunicazione.
a) Accesso agli ambienti fisici
1. Gli stati dovrebbero introdurre
delle misure per rimuovere gli ostacoli ad una partecipazione agli ambienti
fisici. Queste misure dovrebbero consistere nello sviluppo di standard e linee
guida e nel prendere atto della legislazione vigente per assicurare
l'accessibilità alle varie aree della società come gli alloggi, gli edifici, i
trasporti pubblici, e altri mezzi di trasporto, le strade e altri ambienti
esterni.
2. Gli stati dovrebbero provvedere
affinché gli architetti, gli ingegneri edili, e le altre persone coinvolte
professionalmente nel disegno e nella costruzione dell'ambiente fisico abbiano
accesso ad informazioni adeguate sulle politiche riguardanti la disabilità e le
misure necessarie per realizzare l'accessibilità.
3. Le misure necessarie alla
realizzazione dell'accessibilità dovrebbero essere incluse nel disegno e nella
costruzione degli ambienti fisici sin dall'inizio del processo di ideazione.
4. Le organizzazioni di persone con
disabilità dovrebbero essere consultate quando si sviluppano gli standard e le
norme per l'accessibilità. Dovrebbero anche essere coinvolte a livello locale
fino dai primi passi del progetto quando vengono disegnati gli edifici
pubblici, essendo in grado in tal modo di assicurare la massima accessibilità.
b) Accesso all'informazione e alla
comunicazione
5. Le persone con disabilità e, dove
opportuno, le loro famiglie, e i loro avvocati dovrebbero avere un pieno
accesso alle informazioni sulle diagnosi, i diritti e i servizi e progetti
messi a disposizione, a tutti i livelli. Tali informazioni dovrebbero essere
presentate in forma accessibile alle persone con disabilità.
6. Gli stati dovrebbero sviluppare
delle strategie per rendere i servizi di informazione e la documentazione
accessibile ai diversi gruppi di persone con disabilità. Il Braille, i servizi
di messa a disposizione di audiocassette, la stampa a caratteri larghi e altre
tecnologie di tipo appropriato dovrebbero essere utilizzate per permettere
l'accesso alle informazioni scritte alle persone con danni all'apparato
uditorio o difficoltà di comprensione.
7. Bisognerebbe accordare attenzione
all'uso del linguaggio dei segni nell'educazione dei bambini sordi, nelle loro
famiglie e comunità. Dei servizi di interpretazione del linguaggio dei segni
dovrebbero anche essere messi a disposizione per facilitare la comunicazione
tra le persone non udenti e gli altri.
8. Bisognerebbe anche prendere in considerazione
le necessità delle persone con disabilità di tipo diverso nella comunicazione.
9. Gli stati dovrebbero incoraggiare
i mass media, specialmente la televisione, la radio e i giornali, a rendere
accessibili i loro servizi.
10. Gli stati dovrebbero garantire
che le nuove informazioni fornite con mezzi informatici e i sistemi di servizi
offerti al pubblico siano o resi accessibili fin dall'inizio o siano adattati
per divenire accessibili alle persone con disabilità.
1 I. Le organizzazioni di persone con
disabilità dovrebbero essere consultate quando si stanno elaborando delle
misure per rendere accessibili i servizi di informazione.
Gli stati dovrebbero riconoscere il
principio che l'istruzione primaria, secondaria, e terziaria per i bambini, i
giovani e gli adulti con disabilità deve essere ugualmente accessibile.
Dovrebbero garantire che l'istruzione di persone con disabilità faccia parte
integrante del sistema di istruzione.
I. Le autorità competenti per
l'istruzione sono responsabili affinché l'istruzione delle persone disabili
avvenga in ambienti integrati. L'istruzione per le persone con disabilità
dovrebbe essere parte integrante del programma nazionale per l'istruzione, lo
sviluppo del curriculum, e l'organizzazione scolastica.
2. L'educazione nelle scuole normali
presuppone la messa a disposizione di un servizio di interpretariato e altri
servizi di sostegno adeguati. Dovrebbero essere messi a disposizione adeguati
servizi di accessibilità e sostegno ideati per venire incontro ai bisogni delle
persone con disabilità di diverso tipo.
3. 1 gruppi di genitori e le
organizzazioni di persone con disabilità dovrebbero essere coinvolti nella
pianificazione dell'istruzione a tutti i livelli.
4. Negli stati in cui l'istruzione è
obbligatoria, questa dovrebbe essere garantita a tutte le ragazze e i ragazzi
con ogni tipo e livello di disabilità, comprese quelle più gravi.
5. Bisognerebbe porre un'attenzione
particolare nelle seguenti aree:
a) bambini molto piccoli con
disabilità;
b) bambini in età prescolare con
disabilità;
c) adulti con disabilità,
specialmente le donne.
6. Per fornire gli strumenti per
l'istruzione necessari alle persone con disabilità nella società, gli stati
dovrebbero:
a) possedere un programma chiaramente
definito, compreso e accettato a livello scolastico e da una più estesa
comunità;
b) consentire una flessibilità del
curriculum, con possibilità di aggiunte e adattamenti;
e) mettere a disposizione materiali
di qualità, una formazione permanente degli insegnanti e insegnanti di
sostegno.
7. L'educazione integrata e i
programmi basati sulle comunità dovrebbero essere considerati come approcci
complementari per fornire un'istruzione conveniente da un punto di vista
economico e corsi di formazione per persone con disabilità. I programmi
nazionali a livello locale dovrebbero incoraggiare le comunità ad usare e
sviluppare le proprie risorse per fornire l'istruzione alle persone con
disabilità a livello locale.
8. In situazioni in cui il comune
sistema scolastico non corrisponde ancora ai bisogni delle persone con
disabilità, può essere preso in considerazione un sistema di istruzioni di tipo
particolare. Questo dovrebbe avere come scopo quello di preparare gli studenti
all'inserimento nel comune sistema scolastico. La qualità di una tale
istruzione dovrebbe raggiungere gli stessi standard e le stesse ambizioni
dell'istruzione comune e dovrebbe esservi strettamente collegata. Come minimo,
gli studenti con disabilità dovrebbero avere a disposizione la stessa porzione
di risorse per l'istruzione degli studenti senza disabilità. Gli stati
dovrebbero mirare alla graduale integrazione dei sistemi di istruzione di tipo
particolare nella istruzione di tipo comune. Si conviene che in alcuni casi
l'istruzione di tipo particolare può essere attualmente considerata, per alcuni
studenti con disabilità, la più appropriata forma di istruzione.
9. A causa delle necessità
particolari delle persone non udenti o non udenti e cieche, la loro istruzione
potrà essere più convenientemente fornita in scuole per questo tipo di persone,
o in classi speciali nelle scuole di tipo corrente. Allo stadio iniziale, in
particolare, bisogna focalizzare l'attenzione su un'istruzione incentrata su
problematiche culturali delicate che si tradurrà in reali capacità comunicative
e in una indipendenza massima per le persone che sono non udenti o non udenti e
cieche.
Gli stati devono riconoscere il
principio che le persone disabili devono essere messe in grado di esercitare i
loro diritti umani, specialmente nel campo del lavoro. Tanto nelle aree rurali
che in quelle cittadine devono avere le stesse opportunità di svolgere un
impiego produttivo e rimunerativo nel mercato del lavoro.
I. Le leggi e i regolamenti sul
lavoro non devono discriminare le persone con disabilità, e non devono creare
ostacoli alla loro ricerca del lavoro.
2. Gli stati devono sostenere
attivamente l'integrazione delle persone con disabilità nel libero mercato del
lavoro. Questo sostegno attivo può essere dato attraverso una varietà di
strumenti, come corsi di formazione professionale progetti a tappe miranti alla
creazione della motivazione nel lavoro, impieghi riservati o assegnati,
prestiti o borse di studio per piccoli affari, contratti esclusivi o diritti di
precedenza nella produzione, concessioni sulle tasse, condiscendenza
contrattuale o altri tipi di assistenza tecnica o finanziaria per imprese che
impiegano lavoratori con disabilità. Gli stati dovrebbero anche incoraggiare i
datori di lavoro a fornire delle agevolazioni ragionevoli per favorire le
persone con disabilità.
3. I piani di azione degli stati
dovrebbero comprendere:
(a) misure per progettare e adattare
gli ambienti e gli edifici di lavoro in modo tale che divengano accessibili a
persone con diverse disabilità;
(b) sostegno per l'uso di nuove
tecnologie e lo sviluppo e la produzione di ausili, strumenti, attrezzature e
mezzi per facilitare l'accesso a tali ausili da parte delle persone con
disabilità, per metterli in grado di trovare e mantenere un impiego;
(e) messa a disposizione di un
training adeguato e di un posto di lavoro e di costanti aiuti quali
l'assistenza personale e servizi di interpretariato.
4. Gli stati dovrebbero iniziare ad
appoggiare delle campagne di sensibilizzazione dell'opinione pubblica col fine
di superare attitudini negative e pregiudizi riguardo i lavoratori con
disabilità.
5. Nella loro qualità di datori di
lavoro, gli stati dovrebbero creare delle condizioni favorevoli per l'impiego
di persone con disabilità nel settore pubblico.
6. Gli stati, le organizzazioni dei
lavoratori e i datori di lavoro dovrebbero collaborare per garantire un
reclutamento della forza lavoro e delle pratiche di promozione equi, e anche le
condizioni di lavoro, gli stipendi e delle misure per la riabilitazione di
impiegati che abbiano subito danni sul lavoro.
7. Lo scopo dovrebbe sempre essere di
fare ottenere un impiego alle persone con disabilità nel libero mercato del
lavoro. Per le persone con disabilità, i cui bisogni non sono conciliabili con
quelli del libero impiego, potrebbero fornire un'alternativa delle piccole
unità di lavoro protetto o sostenuto. E' importante che la qualità di tali
programmi sia valutata in base alla loro capacità di fornire opportunità alle
persone con disabilità di trovare impiego nel mercato del lavoro.
8. Bisognerebbe prendere delle misure
per includere le persone con disabilità in programmi di formazione e di lavoro
nel settore privato e non ufficiale.
9. Gli stati, le organizzazioni dei
lavoratori e gli impiegati dovrebbero cooperare con le organizzazioni delle
persone con disabilità per trovare i mezzi per creare opportunità di formazione
e di lavoro, compresi gli orari flessibili, il lavoro part-time, la divisione
del lavoro, il lavoro in proprio e l'assistenza per le persone con disabilità.
Norma 8 - Assistenza
economica e previdenza sociale
Gli stati sono tenuti a mettere a
disposizione delle persone disabili la previdenza sociale e l'assistenza
economica.
1. Gli stati dovrebbero garantire la
messa a disposizione di un'adeguata assistenza economica per le persone con
disabilità, che a causa della disabilità o di fattori legati alla disabilità,
abbiano temporaneamente perso il loro stipendio o subito una riduzione di
questo o si siano visti negate delle opportunità di occupazione. Gli stati
dovrebbero garantire che la messa a disposizione di questa assistenza tenga
conto delle spese cui molto spesso vanno incontro le persone con disabilità e
le loro famiglie a seguito della disabilità.
2. Nei paesi dove già esistono o si
stanno sviluppando la previdenza sociale, l'assicurazione sociale o altri
sistemi di assistenza sociale per gli strati comuni della popolazione gli stati
dovrebbero garantire che tali sistemi non escludano o discriminino le persone
con disabilità.
3. Gli stati dovrebbero anche
garantire la messa a disposizione di aiuti economici e della previdenza sociale
per gli individui che sono impegnati nell'assistenza di una persona con
disabilità.
4. 1 sistemi di previdenza sociale
comprendono degli incentivi per far recuperare alle persone con disabilità la
capacità di lavorare e guadagnarsi lo stipendio. Questi sistemi dovrebbero
garantire o contribuire ad organizzare lo sviluppo e il finanziamento di corsi
di formazione professionali. Dovrebbero anche fornire un'assistenza attraverso
uffici di collocamento.
5. I programmi di previdenza sociale
dovrebbero anche fornire alle persone con disabilità degli incentivi per
cercare impiego così da fornire o fare loro recuperare la capacità di lavorare
e guadagnare.
6. L'assistenza economica dovrebbe
essere mantenuta tanto a lungo quanto le condizioni che causano la disabilità
restino tali da scoraggiare le persone con disabilità dal cercare impiego.
Dovrebbe essere ridotta o tolta solo quando le persone con disabilità abbiano
raggiunto una fonte di guadagno adeguata e sicura.
7. Gli stati, nei paesi in cui la
previdenza sociale è per la maggior parte fornita dal settore privato
dovrebbero incoraggiare le comunità dei luogo, le organizzazioni assistenziali
e le famiglie a sviluppare delle misure per autosostenersi e degli incentivi
per trovare impiego o attività connesse all'impiego per le persone con
disabilità.
Norma 9 - Vita
familiare e integrità della persona
Gli stati dovrebbero promuovere la
piena partecipazione delle persone con disabilità nella vita familiare.
Dovrebbero promuovere il loro diritto all'integrità della propria persona, e
garantire che le leggi non facciano discriminazioni nei confronti delle persone
con disabilità per quel che riguarda le relazioni sessuali, il matrimonio, la
paternità e la maternità.
1. Le persone con disabilità
dovrebbero essere messe in grado di vivere con le loro famiglie. Gli stati
dovrebbero incoraggiare l'inclusione nei servizi di consulenza familiare di
appropriati moduli riguardo la disabilità e suoi effetti sulla vita familiare.
Il servizio di assistenza e di accompagnamento dovrebbero essere sempre
disponibili per le famiglie con persone con disabilità. Gli stati dovrebbero
rimuovere gli ostacoli alle persone che vogliono prendere sotto la propria
tutela o adottare un bambino o un adulto con disabilità.
2. Le persone con disabilità non
dovrebbero essere private della possibilità di vivere la propria sessualità,
avere rapporti sessuali sperimentare la paternità o la maternità. Tenendo conto
del fatto che le persone con disabilità potrebbero avere delle difficoltà nello
sposarsi e nel mettere su famiglia, gli stati dovrebbero incoraggiare la messa
a disposizione dei un servizio di consulenza adeguato. Le persone con
disabilità devono avere le stesse possibilità di accesso degli altri ai metodi
della pianificazione familiare, ed anche a delle informazioni in forma
accessibile sul funzionamento sessuale dei loro corpi.
3. Gli stati dovrebbero promuovere
delle misure per cambiare gli atteggiamenti negativi verso il matrimonio, la
sessualità, la maternità e la paternità delle persone con disabilità,
specialmente nei confronti delle ragazze e delle donne con disabilità, che
ancora sono prevalenti nelle società. I mass media dovrebbero essere
incoraggiati a svolgere un ruolo importante nel rimuovere atteggiamenti così
negativi.
4. Le persone con disabilità e le
loro famiglie hanno bisogno di essere pienamente informata riguardo al fatto di
prendere delle precauzioni contro gli abusi sessuali e di altra natura. Le
persone con disabilità sono particolarmente vulnerabili agli abusi in famiglia,
nella comunità, o nelle istituzioni e hanno bisogno di essere educati ad
evitare di subire abusi, saper riconoscere quando ne hanno subito uno e
denunciare l'accaduto.
Gli stati provvederanno affinché le
persone con disabilità siano integrate e possano partecipare in attività
culturali su basi paritarie.
1. Gli stati dovrebbero garantire che
le persone con disabilità abbiano l'opportunità di utilizzare il loro
potenziale creativo, artistico ed intellettuale, non solo a proprio beneficio,
ma anche per portare un arricchimento alla loro comunità, sia che vivano in
aree urbane che in aree rurali. Esempi di tali attività sono la danza, la
musica, la letteratura, il teatro, le arti plastiche, la pittura e la scultura.
Specialmente nei paesi in via di sviluppo, bisognerebbe porre l'attenzione
sulle forme d'arte tradizionali e contemporanee, come le marionette, la
recitazione e il racconto di storie.
2. Gli stati dovrebbero promuovere
l'accessibilità e la disponibilità di spazi per manifestazioni e servizi
culturali, come il teatro, i musei, i cinema e le biblioteche per le persone
disabili.
3. Gli stati dovrebbero stimolare lo
sviluppo e l'utilizzo di tecniche speciali per rendere la letteratura, i film e
il teatro accessibile alle persone con disabilità.
Norma 11 - Attività
ricreative e sport
Gli stati prenderanno delle misure
per garantire che le persone con disabilità abbiano pari opportunità per le
attività ricreative e lo sport.
1. Gli stati dovrebbero prendere
delle misure per rendere accessibili alle persone con disabilità i posti per le
attività ricreative e sport, gli hotel, le spiagge, gli stadi, le palestre.
Tali misure dovrebbero comprendere degli aiuti al personale nei programmi per
le attività ricreative e lo sport, compresi dei progetti per sviluppare metodi
per accessibilità e la partecipazione, dei materiale informativo, e programmi
di formazione.
2. Le autorità addette al turismo, le
agenzie di viaggio, gli hotel, le associazioni di volontariato e altri che si
occupino di organizzare attività ricreative o opportunità di viaggio,
dovrebbero offrire i loro servizi a tutti, tenendo conto delle particolari
necessità delle persone con disabilità. Bisognerebbe mettere a disposizione dei
corsi di formazione per aiutare questo processo.
3. Le organizzazioni sportive
dovrebbero essere incoraggiate a sviluppare delle opportunità di partecipazione
alle attività sportive anche da parte delle persone disabili. In alcuni casi,
l'accessibilità potrebbe essere sufficiente per aprire delle opportunità di
partecipazione. In altri casi potrebbero essere necessari degli accorgimenti o
dei giochi speciali. Gli stati dovrebbero favorire la partecipazione ad eventi
nazionali ed internazionali delle persone con disabilità.
4. Le persone con disabilità che
partecipano ad attività sportive dovrebbero aver la possibilità di accedere ad
istruzioni e a corsi di formazione della stessa qualità di quella degli altri
partecipanti.
S. Gli organizzatori di sport e
attività sportive dovrebbero consultarsi con le organizzazioni di persone con
disabilità quando realizzano dei servizi che sono rivolti a persone con
disabilità.
Gli stati incoraggeranno delle misure
per un'eguale partecipazione delle persone con disabilità alla vita religiosa
delle loro comunità.
I. Gli stati dovrebbero incoraggiare
la distribuzione di informazioni sulle problematiche riguardanti la disabilità
presso le istituzioni e le organizzazioni religiose. Gli stati dovrebbero
incoraggiare le autorità religiose ad includere nella formazione alle
professioni religiose una preparazione sulle politiche riguardanti la
disabilità.
2. Gli Stati devono promuovere
l'adozione di metodi per la partecipazione delle persone con disabilità nella
vita religiosa dei cittadini della propria comunità su un piano di eguaglianza.
3. Essi dovrebbero anche incoraggiare
l'accessibilità alla letteratura religiosa alle persone che hanno dei danni
sensoriali.
4. Gli stati ero le organizzazioni
religiose dovrebbero consultarsi con le organizzazioni di persone con
disabilità quando stanno ideando delle misure per consentire un'eguale
partecipazione alle attività religiose.
III
MISURE DI ATTUAZIONE
Norma 13 -
Informazione e ricerca
Gli stati si assumono la
responsabilità finale per la raccolta e la diffusione delle informazioni
riguardanti le condizioni di vita delle persone con disabilità e per promuovere
una ricerca complessiva sull'argomento, inclusi gli ostacoli che influenzano la
vita delle persone con disabilità.
1. Gli stati dovrebbero raccogliere,
ad intervalli regolari, delle statistiche riguardanti le problematiche sessuali
ed altre informazioni riguardanti le condizioni di vita delle persone con
disabilità. Tale raccolta di dati potrebbe essere effettuata in concomitanza
con i censimenti nazionali e i sondaggi sulle famiglie, e potrebbero essere
intraprese in stretta collaborazione, inter alia, con le università, gli
istituti di ricerca e le organizzazioni di persone con disabilità. La raccolta
dei dati dovrebbe includere delle domande sui programmi e i servizi e il loro
utilizzo.
2. Gli stati dovrebbero considerare
l'opportunità di creare una banca dati sulla disabilità, che potrebbe includere
statistiche sui servizi e i programmi disponibili così come sui diversi gruppi
di persone con disabilità. Essi dovrebbero tenere in considerazione la
necessità di proteggere la privacy individuale e integrità personale.
3. Gli stati dovrebbero iniziare a
sostenere dei programmi di ricerca sulle problematiche sociali, economiche e di
partecipazione che influenzano la vita delle persone con disabilità e delle
loro famiglie.
4. Gli stati dovrebbero sviluppare ed
adottare una terminologia e dei criteri per la conduzione dei servizi
nazionali, in collaborazione con le organizzazioni di persone con disabilità.
5. Gli stati dovrebbero facilitare la
partecipazione delle persone con disabilità alla raccolta dei dati e ai
programmi di ricerca. Per intraprendere tali programmi gli stati dovrebbero
incoraggiare specialmente la utilizzazione di persone qualificate tra le
persone con disabilità.
6. Gli stati dovrebbero incoraggiare
lo scambio dei risultati e delle esperienze di ricerca.
7. Gli stati dovrebbero prendere
delle misure per distribuire informazioni e conoscenze riguardanti la
disabilità a tutti i livelli delle istituzioni politiche ed economiche, in
ambito nazionale, regionale e locale.
Norma 14 - Politica
decisionale e Pianificazione
Gli stati assicureranno che le
problernatiche attinenti la disabilità siano inserite in tutte le decisioni
rilevanti e i programmi a livello nazionale.
1. Gli stati dovrebbero iniziare e
pianificare delle strategie adeguate per le persone con disabilità, a livello
nazionale, e stimolare e aiutare le azioni a livello regionale e locale.
2. Gli stati dovrebbero coinvolgere
le organizzazioni di persone con disabilità in tutte le decisioni relative a
strategie e programmi riguardanti le persone con disabilità o che influenzino
il loro status economico e sociale.
3. I bisogni e le questioni
riguardanti le persone con disabilità dovrebbero essere incorporati all'interno
di piani generali di sviluppo e non andrebbero trattati separatamente.
4. Il fatto che agli stati spetta la
responsabilità finale delle condizioni di vita delle persone con disabilità non
sottrae gli altri alle loro responsabilità. Chiunque gestisca servizi,
attività, o la distribuzione di informazioni nella società, dovrebbe essere
incoraggiato a farsi carico di rendere questi programmi accessibili alle persone
con disabilità.
5. Gli stati dovrebbero facilitare lo
sviluppo da parte delle comunità locali di programmi e misure di aiuto per le
persone con disabilità. Un mezzo per fare ciò potrebbe essere quello di creare
dei rnanuali o liste di controllo e fornire dei corsi di formazione per lo
staff locale.
Gli stati hanno la responsabilità di
creare le basi legali per stabilire le misure per raggiungere l'obiettivo della
piena partecipazione ed eguaglianza per le persone con disabilità.
1. La legislazione nazionale,
rappresentando i diritti e i doveri dei cittadini dovrebbe includere i diritti
e i doveri delle persone con disabilità. Gli stati hanno l'obbligo di mettere
le persone con disabilità in grado di esercitare i loro diritti, inclusi i loro
diritti umani, civili e politici, su basi eguali a quelle degli altri
cittadini. Gli stati dovrebbero assicurare che le organizzazioni di persone con
disabilità siano coinvolte nello sviluppo della legislazione nazionale
riguardante i diritti delle persone con disabilità, così come nella valutazione
costante di quella legislazione.
2. Un'azione legislativa potrebbe
essere necessaria per rimuovere delle condizioni che possano influenzare
negativamente le vite delle persone con disabilità, inclusi le provocazioni e
le molestie. Qualunque provvedimento discriminatorio contro persone con
disabilità deve essere eliminato. La legislazione nazionale dovrebbe provvedere
a sanzioni appropriata nel caso di violazione dei principi della
non-discriminazione.
3. La legislazione nazionale
riguardante le persone con disabilità può apparire in due forme differenti. I
diritti e i doveri possono essere incorporati nella legislazione generale o
contenuti in una legislazione speciale. La legislazione speciale per le persone
con disabilità può essere stabilita in diversi modi:
(a) promulgando una legislazione
separata, che tratti esclusivamente di questioni riguardanti la disabilità;
(b) includendo le questioni
riguardanti la disabilità all'interno della legislazione su argomenti
particolari;
(e) menzionando specificamente le
persone con disabilità nei testi che servono a interpretare la legislazione
esistente.
Potrebbe essere desiderabile una
combinazione di questi differenti approcci. Potrebbero anche essere prese in
considerazione delle misure di azione affermativa.
4. Gli stati potrebbero prendere in
considerazione dei meccanismi formali di protesta, statutari, per proteggere
gli interessi delle persone con disabilità.
Norma 16 - Politiche
economiche
Gli stati hanno la responsabilità
finanziaria sui programmi e le misure di intervento nazionali rivolte a creare
le pari opportunità per le persone con disabilità.
I. Gli stati dovrebbero includere le
questioni riguardanti la disabilità nel budget abituale di tutte le istituzioni
nazionali, regionali e locali.
2. Gli stati, le organizzazioni non
governative e altri gruppi interessati dovrebbero interagire per determinare i
metodi più efficaci per sostenere progetti e misure di intervento relative alle
persone con disabilità.
3. Gli stati dovrebbero prendere in
considerazione l'uso di mezzi economici (prestiti, esenzione dalle tasse, borse
di studio apposite, fondi speciali, e così via) per stimolare e sostenere una
eguale partecipazione delle persone con disabilità alla vita nella società.
4. In molti stati potrebbe essere
consigliabile creare un fondo per lo sviluppo delle problematiche connesse alla
disabilità, che potrebbe dare supporto a vari progetti-pilota e programmi per
l'autosufficienza a livello iniziale.
Norma 17 -
Coordinamento dei lavori
Gli stati sono responsabili per la
creazione e il rafforzamento di comitati di coordinamento, o organismi simili,
che servano come punto di riferimento nazionale sulle questioni attinenti la
disabilità.
1. Il comitato di coordinamento
nazionale o organismi simili dovrebbero essere permanenti e fondati su una
regolamentazione legale e amministrativa appropriata.
2. Una combinazione di rappresentanti
delle organizzazioni private e pubbliche è più facile che ottenga
un'organizzazione del lavoro intersettoriale e multidisciplinare. I
rappresentanti potrebbero essere scelti dai ministeri interessati, le
organizzazioni di persone con disabilità e le organizzazioni non governative.
3. Le organizzazioni di persone con disabilità
dovrebbero avere notevole influenza nel comitato di coordinamento nazionale per
garantire una risposta adeguata ai propri interessi.
4. Il comitato di coordinamento
nazionale dovrebbe avere autonomia e risorse sufficienti per adempiere alle sue
responsabile... in relazione alle sue capacità decisionali. Dovrebbe rendere
conto dei suo operato agli organi più alti dei governi.
Norma 18 - Le
organizzazioni di persone con disabilità
Gli stati dovrebbero riconoscere alle
organizzazioni di persone con disabilità il diritto di rappresentare le persone
con disabilità a livello nazionale, regionale e locale.
Gli stati dovrebbero anche
riconoscere alle organizzazioni di persone con disabilità la loro funzione
consultiva per le decisioni su questioni riguardanti la disabilità.
1. Gli stati dovrebbero incoraggiare
e sostenere economicamente ed in altre maniere il formarsi e il rafforzarsi di
organizzazioni di persone con disabilità, dei membri delle famiglie e/o degli
avvocati. Gli stati dovrebbero riconoscere che queste organizzazioni hanno un
ruolo da svolgere nello sviluppo della strategia riguardante la disabilità.
2. Gli stati dovrebbero stabilire una
comunicazione continuativa con le organizzazioni di persone con disabilità ed
assicurare la loro partecipazione nello sviluppo delle politiche di intervento
del governo.
3. Il ruolo delle organizzazioni
delle persone con disabilità potrebbe essere quello di identificare i bisogni e
le priorità, di partecipare alla pianificazione, alla attuazione e alla valutazione
dei servizi e delle misure riguardanti la vita delle persone con disabilità, e
di contribuire alla sensibilizzazione pubblica e ad impegnarsi per il
cambiamento.
4. In quanto strumenti per
l'autosufficienza, le organizzazioni di persone con disabilità creano e
promuovono opportunità per lo sviluppo di abilità in vari campi, il reciproco
aiuto tra i membri e lo scambio di informazioni.
5. Le organizzazioni di persone con
disabilità possono svolgere la loro funzione consultiva in molti modi diversi
come ad esempio avendo una rappresentanza permanente nelle associazioni
finanziate dal governo, lavorando su commissione pubblica e contribuendo con la
loro preparazione a vari progetti.
6. La funzione consultiva delle
organizzazioni di persone con disabilità dovrebbe essere permanente per
consentire di sviluppare ed approfondire lo scambio di vedute e di informazioni
tra lo stato e le organizzazioni.
7. Le organizzazioni dovrebbero essere
permanentemente rappresentate nel comitato di coordinamento nazionale o
organismi simili.
8. Il ruolo svolto dalle
organizzazioni locali di persone con disabilità dovrebbe essere ampliato e
rafforzato per garantire la loro influenza sulle questioni trattate a livello
locale.
Norma 19 - Formazione
del personale
Gli stati sono responsabili perché
venga fornita una preparazione adeguata al personale coinvolto a tutti i
livelli nella pianificazione e nella messa a disposizione di programmi e
servizi riguardanti le persone con disabilità.
1. Gli stati dovrebbero garantire che
tutte le autorità che forniscono servizi nel settore della disabilità
provvedano ad un'adeguata formazione del loro personale.
2. Nella formazione dei
professionisti nel settore della disabilità così come nella messa a
disposizione di informazioni sulla disabilità nei comuni programmi di
formazione, dovrebbe essere messo in luce in maniera appropriata il principio
della piena partecipazione ed eguaglianza.
3. Gli stati dovrebbero sviluppare i
programmi di formazione consultandosi con le organizzazioni delle persone con
disabilità, e le persone con disabilità dovrebbero partecipare come insegnanti,
istruttori o consulenti nei programmi di formazione del personale.
4. La formazione dei lavoratori dei
quartieri è di grande importanza strategica, specialmente nei paesi in via di
sviluppo. Essa dovrebbe coinvolgere le persone con disabilità e comprendere lo
sviluppo di valori, competenze e tecnologie appropriata, così come di abilità
che possano essere messe in pratica delle persone con disabilità, i loro
genitori, le famiglie e i membri della comunità di quartiere.
Gli stati sono responsabili del
controllo continuo e della valutazione della fase di attuazione dei programmi e
dei servizi nazionali riguardanti la realizzazione delle pari opportunità per
le persone con disabilità.
1. Gli stati dovrebbero periodicamente
e sistematicamente valutare i programmi nazionali sulla disabilità e diffondere
sia i fondamenti che i risultati delle valutazioni.
2. Gli stati dovrebbero sviluppare ed
adottare una terminologia e dei criteri per la valutazione dei programmi e dei
servizi relativi alla disabilità.
3. Tali criteri e terminologia
dovrebbero essere sviluppati in stretta collaborazione con le organizzazioni di
persone con disabilità sin dai primi passi dell'ideazione e della
programmazione.
4. Gli stati dovrebbero partecipare
ad un'azione di cooperazione internazionale al fine di sviluppare degli
standard comuni per la valutazione a livello nazionale delle questioni
riguardanti la disabilità. Gli stati dovrebbero incoraggiare a partecipare in
una tale cooperazione anche i comitati di coordinamento nazionale.
5. La valutazione dei vari programmi
nel campo della disabilità dovrebbe essere organizzata fin dal momento della
ideazione degli stessi, così che possa essere valutata la loro efficacia nel
realizzare gli obiettivi che tali programmi volevano realizzare.
Norma 21 -
Cooperazione tecnica ed economica
Gli stati, sia industrializzati che
in via di sviluppo, hanno la responsabilità di cooperare insieme e prendere dei
provvedimenti per migliorare le condizioni di vita delle persone con disabilità
nei paesi in via di sviluppo.
1. I provvedimenti per ottenere le
pari opportunità per le persone con disabilità, inclusi i rifugiati con
disabilità, dovrebbero essere compresi all'interno di piani generali di
sviluppo.
2. Tali provvedimenti dovrebbero
essere integrati con ogni forma di cooperazione tecnica ed economica,
bilaterale e rnultilaterale, governativa e non governativa. Gli stati
dovrebbero discutere le tematiche relative alla disabilità con le loro
controparti in tale opera di cooperazione.
3. Pianificando e revisionando
programmi di cooperazione tecnica ed economica, dovrebbe essere data una
speciale attenzione agli effetti di tali programmi sulla situazione delle
persone con disabilità. E' della massima importanza che le persone con
disabilità e le loro organizzazioni vengano consultate riguardo ogni progetto
di sviluppo ideato per le persone con disabilità. Esse dovrebbero essere
coinvolte in maniera diretta nello sviluppo, l'attuazione e la valutazione di
tali progetti.
4. Le aree prioritarie per la
cooperazione tecnica ed economica dovrebbero comprendere:
(a) lo sviluppo delle risorse umane
attraverso lo sviluppo di capacità, abilità e potenzialità delle persone con
disabilità e il lancio di attività finalizzate alla creazione di occupazione
per persone con disabilità;
(b) lo sviluppo e la diffusione di
tecnologie e competenze appropriata relative alla disabilità;
5. Gli stati sono anche incoraggiati
a sostenere la formazione e il rafforzamento delle organizzazioni di persone
con disabilità.
6. Gli stati dovrebbero prendere
delle misure per migliorare la conoscenza delle problematiche relative alla
disabilità da parte dello staff coinvolto a tutti i livelli
nell'amministrazione dei programmi di cooperazione tecnici ed economici.
Norma 22 -
Cooperazione internazionale
Gli stati parteciperanno attivamente
alla cooperazione internazionale riguardante le politiche per il raggiungimento
delle pari opportunità per le persone con disabilità.
1. All'interno delle Nazioni Unite,
le organizzazioni specializzate e altre organizzazioni intergovernative
interessate e gli stati dovrebbero partecipare allo sviluppo delle strategie
riguardanti la disabilità.
2. Quando appropriato, gli stati
dovrebbero introdurre gli aspetti relativi alla disabilità nelle discussioni di
carattere generale riguardanti gli standards, lo scambio di informazioni,
programmi di sviluppo, etc.
3. Gli stati dovrebbero incoraggiare
e sostenere lo scambio di conoscenze e informazioni tra:
a) le organizzazioni non governativa
che si interessano del- le problematiche della disabilità;
b) gli istituti di ricerca e i
singoli ricercatori interessati alle problernatiche della disabilità;
c) i rappresentanti di programmi
specifici e di gruppi di professionisti del settore della disabilità;
d) le organizzazioni di persone con
disabilità;
e) i comitati nazionali di
coordinamento.
4. Gli stati dovrebbero garantire che
le Nazioni Unite e le organizzazioni specializzate, così come tutti i gruppi
intergovernativi e interparlamentari, a livello globale e regionale, facciano
partecipare al proprio lavoro le organizzazioni globali e regionali di persone
con disabilità.
1. Lo scopo del meccanismo di
controllo è di favorire l'effettiva attuazione delle Norme. Esso aiuterà ogni
stato a misurare il proprio livello di attuazione delle Norme e a valutare i
propri progressi. L'opera di controllo dovrebbe identificare gli ostacoli e suggerire
delle misure adatte che contribuiscano ad attuare con successo le Norme. Il
meccanismo di controllo individuerà le caratteristiche economiche, sociali e
culturali esistenti in ogni stato. Un elemento importante dovrebbe anche essere
la messa a disposizione di servizi di consulenza e lo scambio di esperienze e
informazioni tra gli stati.
2. Le Nonne dovrebbero essere
controllate all'interno della rete delle sessioni della Commissione per lo
Sviluppo Sociale. Dovrebbe essere eletto un Relatore Speciale con una rilevante
ed estesa esperienza nelle questioni della disabilità e nelle organizzazioni
internazionali, stipendiato se necessario attraverso risorse extra-budget, che
per tre anni vigili sull'attuazione delle Norme.
3. Le organizzazioni internazionali
di persone con disabilità possedendo un ruolo consultivo verso il Consiglio per
gli affari Economici e Sociali e le organizzazioni che rappresentano le persone
con disabilità che non abbiano ancora formato le loro proprie organizzazioni,
dovrebbero essere invitate a creare un gruppo di esperti, la maggioranza dei
quali dovranno essere persone con disabilità e di una distribuzione dei
rappresentanti anche in base ad una ripartizione egualitaria delle aree
geografiche. Tale gruppo dovrebbe essere consultato dal Relatore Speciale e
quando opportuno dalla Segreteria.
4. Il gruppo di esperti dovrebbe
essere incoraggiato dal Relatore Speciale a revisionare, fornire consulenze e
garantire il feedback e dei suggerimenti sulla promozione, l'attuazione e il controllo
delle norme.
5. Il Relatore Speciale dovrebbe
spedire un questionario agli stati, agli enti giuridici all'interno del sistema
delle Nazioni Unite, e alle organizzazioni intergovernative e non governative,
incluse le organizzazioni di persone con disabilità. Il questionario dovrebbe
riguardare i piani di attuazione delle Norme all'interno degli stati. Le
domande dovrebbero essere selezionate e coprire un numero limitato di norme per
ottenere così una valutazione approfondita, nel preparare le domande il
Relatore Speciale dovrebbe consultarsi con il gruppo di esperti e la
Segreteria.
6. Il Relatore Speciale dovrebbe
cercare di stabilire un dialogo diretto non solo con gli stati ma anche con le
organizzazioni non governative locali, indagando il loro punto di vista e i
loro pareri su ogni informazione che dovrà essere inclusa nella relazione. Il
Relatore Speciale dovrebbe provvedere a dei servizi di consulenza sulla
attuazione e il controllo delle Norme e di aiuto per la preparazione di nuovi
questionari.
7. Il Dipartimento per il
Coordinamento Strategico e lo Sviluppo sostenibile della Segreteria, così come
il Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite, punto di riferimento delle
Nazioni Unite per le problernatiche riguardanti la disabilità, così come le
commissioni regionali e le organizzazioni specializzate e i meeting che si
tengono tra le varie organizzazioni, dovrebbero cooperare con il Relatore
Speciale per l'attuazione e il controllo delle Norme a livello nazionale.
8. Il Relatore Speciale, assistito
dalla Segreteria, dovrebbe preparare delle relazioni da sottoporre alla
Commissione per lo Sviluppo Sociale alla sua trentaquattresima e
trentacinquesima sessione. Nella preparazione di queste relazioni, il Relatore
dovrebbe consultarsi con il gruppo di esperti.
9. Gli stati dovrebbero incoraggiare
i comitati di coordinamento nazionale e gruppi simili a partecipare nella fase
di attuazione e di controllo. In quanto punti di riferimento per le questioni
riguardanti la disabilità a livello nazionale, dovrebbero essere incoraggiati a
stabilire delle procedure per coordinare il controllo sulle Norme. Le
organizzazioni di persone con disabilità dovrebbero essere incoraggiate a
partecipare attivamente al controllo del processo a tutti i livelli.
10. Le risorse extra-budget
dovrebbero essere identificate, e dovrebbero essere nominati uno o più
consiglieri regionali che si interessino delle Norme e provvedano a fornire dei
servizi diretti agli stati, compresi:
a) l'organizzazione di seminari di
formazione regionali sul contenuto delle Norme;
b) lo sviluppo di linee guida che
aiutino all'attuazione di strategie per l'attuazione delle Norme;
c) la diffusione di informazioni
sulle pratiche migliori per l'attuazione delle Norme.
11. Alla sua trentaquattresima
sessione, la Commissione per lo Sviluppo Sociale dovrebbe creare un gruppo di
lavoro permanente per esaminare la relazione del Relatore Speciale e fornire
delle raccomandazioni sul modo di migliorare l'applicazione delle Norme.
Nell'esame della relazione del Relatore Speciale, la Commissione, attraverso il
gruppo di lavoro permanente dovrebbe consultare le organizzazioni
internazionali delle persone con disabilità e le organizzazioni specializzate,
in accordo con le norme 71 e 76 delle norme di procedura delle commissioni
funzionale del Consiglio per gli affari economici e sociali.
12. Alla sessione che seguirà la fine
del mandato del Relatore Speciale, la Commissione dovrebbe esaminare la
possibilità o di rinnovare il mandato, nominando un nuovo Relatore Speciale o
prendendo in considerazione un'altro meccanismo di controllo, e dovrebbe fare
delle raccomandazioni appropriata al Consiglio per gli affari economici e
sociali.
13. Gli stati dovrebbero essere
incoraggiati a contribuire al Fondo Volontario per la Disabilità delle Nazioni
Unite per favorire l'attuazione delle Norme.
Standard rules.- Traduzione di
Salvatore D'Angelo