DIRITTI INDIVISIBILI

I diritti umani sono indivisibili. E' necessario avere un approccio integrato nella loro difesa e promozione, fondato sullo sviluppo umano quale garanzia principale per il rispetto della dignità di tutte le persone umane.

Di Sakiko Fukuda Parr, direttrice del Rapporto sullo Sviluppo Umano dell'UNDP. L'articolo è stato curato da Marina Ponti.

Articolo del mensile Mani Tese dell'ottobre 1998

 

I DIRITTI CIVILI E POLITICI SONO INDISSOLUBILI DA QUELLI ECONOMICI, SOCIALI E CULTURALI

DICHIARAZIONE UNIVERSALE SUI DIRITTI UMANI

DIVISIONI NELLE MODALITA' DI PROMOZIONE DEI DIRITTI UMANI E INTERESSI IDEOLOGICO-POLITICI

DIRITTO ALLO SVILUPPO

I DIRITTI ALLO SVILUPPO E LE LIBERTÀ POLITICHE E CIVILI SONO COMPLEMENTARI

MODELLI DI SVILUPPO CENTRATI SULLE PERSONE

LEGAMI TRA LE LIBERTÀ POLITICHE E CIVILI E LO SVILUPPO CULTURALE, SOCIALE ED ECONOMICO

 

Il movimento internazionale per la difesa e la tutela dei diritti umani è cresciuto notevolmente negli ultimi decenni. Purtroppo tale movimento affronta i diritti umani in maniera selettiva, prediligendone alcuni e trascurandone altri. Dopo la fine della Guerra Fredda, una sempre maggiore attenzione è stata rivolta ai diritti umani, intesi però solo nella loro accezione di diritti civili e politici, sempre più considerati oggi come presupposti etici e morali della comunità globale. Questa tendenza fa sì che nel mondo i governi, le organizzazioni internazionali e le organizzazioni non governative non si adoperino con la stessa forza e convinzione per tutelare "l'altra metà" dei diritti, ovvero i diritti economici, sociali e culturali. Viene spesso dimenticato anche che esiste un vero e proprio "diritto allo sviluppo" su cui si deve lavorare.

I DIRITTI CIVILI E POLITICI SONO INDISSOLUBILI DA QUELLI ECONOMICI, SOCIALI E CULTURALI

Insomma, quello di cui oggi c'è urgente bisogno è un approccio integrato che riconosca la stessa importanza a tutti i diritti umani come definiti dai due protocolli, quello sui diritti civili e politici e quello sui diritti economici, sociali e culturali. Non c'è differenza tra essi, né nessuna priorizzazione è possibile. Un modello di sviluppo che promuova i diritti umani non è il modello socialista, quanto un modello centrato sulla persona, che garantisca la partecipazione e che assicuri uno sviluppo equo e sostenibile, che crei un legame fortissimo tra sviluppo e diritti umani, due obiettivi che si rafforzano a vicenda.

DICHIARAZIONE UNIVERSALE SUI DIRITTI UMANI

La Dichiarazione Universale sui Diritti Umani del 1948 identifica cinque gruppi di diritti umani e di libertà fondamentali (diritti civili, politici, economici, sociali e culturali). Tale dichiarazione definisce i diritti umani come indivisibili e interdipendenti. La negazione di un solo diritto porta alla violazione della dignità umana: qualcosa di inaccettabile. Allo stesso modo, la Dichiarazione sul Diritto allo Sviluppo del 1986 afferma che non esistono gerarchie tra i diritti. Ma, al di là dei buoni propositi, a cinquant'anni dalla Dichiarazione Universale ci si rende conto che il dibattito sui diritti umani si è mosso purtroppo nella direzione opposta. Innanzitutto sono stati istituiti due diversi sistemi di tutela legale: il Patto per i Diritti Civili e Politici e il Patto per i diritti sociali, economici e culturali. L'esistenza di due Patti diversi ha contribuito alla separazione ideale delle categorie di diritti. Negli anni, inoltre, esperti giuristi si sono soffermati a lungo su tali differenze.

DIVISIONI NELLE MODALITA' DI PROMOZIONE DEI DIRITTI UMANI E INTERESSI IDEOLOGICO-POLITICI

Attualmente, c'è in atto un dibattito molto acceso su quali diritti siano i più importanti. Alcuni paesi nell'Europa dell'est e nel sud del mondo affermano che senza miglioramenti nello sviluppo e nel raggiungimento dei diritti economici, sociali e culturali, non esistono le condizioni per poter garantire il godimento dei diritti civili e politici. In linea con questo pensiero vi sono quei paesi che sostengono che i diritti politici sono di secondaria importanza rispetto a quelli socio-economici. Questa posizione si contrappone a quella dei governi occidentali che considerano i diritti sociali, economici e culturali secondari, non imponibili e senza protezione giuridica. Naturalmente dietro a queste due scuole di pensiero volte a promuovere un approccio selettivo sui diritti umani ci sono forti interessi ideologici e politici. Invece, dal punto di vista della dignità umana, la tutela dei diritti politici e civili insieme al raggiungimento dei diritti sociali, economici e culturali dovrebbe essere di per sé un fine. Non bisogna considerare alcuni diritti come condizioni o come mezzi per raggiungerne altri. In prigione una persona può essere ben nutrita, in piena saluta, istruita e anche con un lavoro, ma resta sempre in prigione. Diversamente, una persona può essere libera da restrizioni politiche o civili, ma può vivere senza accesso a un sistema sanitario e scolastico e senza un lavoro. In entrambi i casi i diritti umani vengono negati.

DIRITTO ALLO SVILUPPO

Il diritto allo sviluppo è probabilmente ben noto agli attivisti e agli esperti in materia, anche se raramente ha ottenuto spazio nel dibattito sulle politiche di sviluppo socio-economico. Ci sono delle eccezioni: l'eguaglianza di genere come diritto umano è riuscita a modificare le politiche di sviluppo in tale materia. Inoltre i diritti umani hanno giocato un importante ruolo anche nella promozione dei diritti sullo sviluppo dei bambini. Nonostante ciò, gli economisti continuano a rifiutare il diritto allo sviluppo. Una delle ragioni è che il diritto allo sviluppo è un insieme di principi inseriti in un quadro giuridico. A questo quadro di riferimento non corrisponde ancora un modello di sviluppo, con determinati obiettivi, parametri di verifica e politiche definite. Il diritto allo sviluppo viene difeso e sostenuto, ma i suoi contenuti restano tuttora vaghi. Un secondo motivo alla base di ciò può essere ricondotto all'errata associazione tra diritto allo sviluppo e modello socialista. Troppo spesso per diritto allo sviluppo si intende che lo stato deve garantire a tutti i cittadini un adeguato tenore di vita . Per esempio, diritto ad un riparo significa che lo stato deve offrire case statali ad ognuno? E significa anche stato dirigistico con un modello di sviluppo economico pianificato in cui è il governo a possedere tutte le azioni? Il diritto allo sviluppo dà l'impressione di uno stato sociale alla massima potenza, in cui lo stato si occupa di ogni aspetto della vita dei cittadini, senza dare loro alcuna libera iniziativa. Invece non è così. Ma l'impressione rimane e viene rinforzata quando alcuni stati socialisti cercano di legittimare i loro modelli economici sulla base del diritto allo sviluppo. Tutto ciò rafforza l'errata opinione che ci sia un'opzione tra i diritti allo sviluppo e le libertà politiche e civili.

I DIRITTI ALLO SVILUPPO E LE LIBERTÀ POLITICHE E CIVILI SONO COMPLEMENTARI

Questa interpretazione ignora tre importanti dimensioni dei diritti economici, sociali e culturali. Prima di tutto, i diritti economici, culturali e sociali non sono "diritti" che possono essere garantiti oggi, in quanto possono solo essere "progressivamente" garantiti. E' attraverso lo sviluppo che possono essere realizzati, naturalmente in un processo equo e sostenibile. Secondo, il diritto allo sviluppo deve essere promosso, non solo protetto. Bisogna mobilitare risorse per promuovere lo sviluppo, non solo per monitorare eventuali violazioni. Questo aspetto differisce dalla consuetudine dell'operato dei grandi movimenti per i diritti umani che si occupano di prevenire e denunciare le violazioni. Terzo, il diritto allo sviluppo, come tutti i diritti, fa riferimento al concetto di dignità umana. Il processo di sviluppo deve promuovere e proteggere la dignità delle persone riconoscendo i seguenti principi: le persone sono l'obiettivo principale dello sviluppo; deve esserci uguaglianza tra tutte le persone nei loro diritti e nelle loro libertà; tutte le persone devono poter partecipare al processo di sviluppo, avendo accesso ad opportunità che amplino le loro potenzialità, come l'istruzione e la formazione professionale.

MODELLI DI SVILUPPO CENTRATI SULLE PERSONE

Il diritto allo sviluppo non cerca solo di garantire un adeguato livello di vita, ma cerca di assicurare a tutte le persone e a tutti i Paesi un certo processo di sviluppo. E' essenzialmente un modello di sviluppo centrato sulle persone, che garantisce la partecipazione, equo e sostenibile. Nell'esempio del diritto all'alloggio, questo diritto cerca di dar vita ad un insieme di politiche che permettano alle persone di soddisfare i loro bisogni essenziali, attraverso processi democratici. Non si chiede allo stato di offrire case, ma di creare un sistema in cui ottenere una casa sia più semplice. Ad esempio, una serie di misure urbanistiche volte a favorire la costruzione di case residenziali, rispetto ad industrie ed uffici; misure che diano alle persone uno spazio democratico in cui sia possibile partecipare ai processi decisionali in tema di sviluppo urbano, di infrastrutture, di servizi e così via.

LEGAMI TRA LE LIBERTÀ POLITICHE E CIVILI E LO SVILUPPO CULTURALE, SOCIALE ED ECONOMICO

Anche se ogni diritto merita di essere perseguito in se stesso, ci sono importanti sinergie tra le libertà politiche e civili da una parte e lo sviluppo culturale, sociale ed economico dall'altra. Questi legami devono essere rafforzati come parti di un approccio integrato ai diritti umani e allo sviluppo. Da una parte, le libertà politiche sono essenziali per un modello di sviluppo fondato sulla partecipazione. La partecipazione non è solo in termine di appartenenza alla forza lavoro, ma significa partecipazione al processo decisionale di un paese. Significa libertà e autonomia nelle decisioni fondamentali della vita di una persona, come l'occupazione e l'educazione; così come partecipazione nelle decisioni della comunità. Mentre alcuni sostenevano che lo sviluppo economico e sociale era una condizione per i diritti politici e civili, oggi si riconosce sempre più che le persone devono ottenere sia le libertà politiche che lo sviluppo economico e sociale. Le persone che vivono in povertà sono oggi le più emarginate, perché non hanno voce nel dibattito sullo sviluppo. Non possono dire che lo sviluppo, invece di essere a favore dei più ricchi e potenti, dovrebbe promuovere gli interessi dei più deboli. La partecipazione di tutte le fasce sociali è necessaria in un sistema democratico per assicurare che lo sviluppo sia veramente centrato attorno agli interessi di tutte le persone.