Le malattie principali che possono essere provocate dall'asbesto sono:
Asbestosi
È una malattia respiratoria cronica legata alle proprietà delle fibre di asbesto di
provocare una cicatrizzazione (fibrosi) del tessuto polmonare; ne conseguono irrigidimento e perdita della capacità
funzionale. Le fibre di asbesto penetrano con l'aria attraverso la bocca ed il naso, procedendo poi
lungo la faringe, la laringe, la trachea e i bronchi fino ad arrivare agli alveoli polmonari. Qui
l'aria giunge a stretto contatto con il sangue e, attraverso una sottilissima membrana, cede ossigeno e assorbe
anidride carbonica. La superficie totale di scambio è molto estesa e può essere alterata dall'inalazione
di polveri non inerti, fra cui la silice e l'asbesto.
Le vie respiratorie possono ostacolare la penetrazione di particelle che abbiano un diametro maggiore
di cinque millesimi di millimetro, in quanto sono dotate di ciglia sottilissime e capaci di una continua produzione di muco:
le particelle vengono così bloccate e poi, con movimenti regolari o con colpi di tosse, espulse.
Molti studi hanno dimostrato che la pericolosità delle fibre di asbesto è legata al diametro molto piccolo e
a una lunghezza superiore a cinque millesimi di millimetro. È stato dimostrato che una parte dell'asbesto che viene
respirato non riesce ad essere espulsa e resta negli alveoli dove provoca una irritazione (alveolite): sembra che questo sia il
primo passo per l'instaurarsi di lesioni cicatriziali e quindi di una vera e propria asbestosi.
La quantità di asbesto che resta intrappolata nei polmoni è legata alla quantità
totale di asbesto inalato, e dunque all'intensità e alla durata dell'esposizione: l'asbestosi
è pertanto una malattia in cui esiste una stretta relazione fra "dose" di asbesto inalata e
"risposta" dell'organismo, quindi tipica di una esposizione professionale.
La crocidolite ha una pericolosità maggiore degli altri tipi di asbesto, forse per la maggiore
rigidità delle sue fibre e dunque per motivi aerodinamici, o forse per le sue caratteristiche
ultramicroscopiche, essendo ogni fibra costituita da un elevatissimo numero di microfibrille.
I sintomi dell'asbestosi sono simili a quelli delle altre malattie respiratorie croniche: l'affanno,
prima da sforzo e poi anche a riposo, la tosse, che spesso è di tipo secco, la debolezza dovuta alla
riduzione della quantità di ossigeno che dagli alveoli passa al sangue.
La diagnosi si basa innanzitutto sui sintomi riferiti dal lavoratore, sull'auscultazione del torace, che può mettere in evidenza rumori patologici alle basi polmonari, sugli accertamenti radiografici, che possono mostrare la presenza di opacità irregolari, e sulle prove di funzionalità respiratoria, con cui si rileva un deficit di tipo restrittivo.
La malattia insorge dopo un periodo di latenza di molti anni e inizia in modo graduale. Il decorso della malattia è molto variabile e, in tempi più o meno lunghi, porta ad un aggravamento dei disturbi respiratori, accompagnato da un ingrandimento e da una maggiore diffusione delle opacità radiologiche, e da un progressivo aumento del deficit funzionale. Nel corso degli anni si può giungere a quadri di insufficienza respiratoria gravissimmi e infine mortali. La malattia può inoltre essere complicata da infezioni, da germi comuni o tubercolari; inoltre in polmoni asbestotici, è più facile l'insorgenza anche di tumori polmonari e mesoteliomi pleurici.
Non esiste una terapia specifica per l'asbestosi e non è possibile pertanto una guarigione delle lesioni polmonari: la terapia è essenzialmente mirata a ostacolare le complicanze infettive e a migliorare, nei limiti del possibile, le capacità respiratorie.
Mesotelioma
È un tumore maligno che può colpire le membrane sierose di rivestimento dei polmoni
(pleura) e degli organi addominali (peritoneo).
I mesoteliomi sono quasi inesistenti nella popolazione non esposta ad asbesto, ma rappresentano il 15%
dei tumori che colpiscono persone affette da asbestosi: l'individuazione di mesoteliomi deve pertanto
sempre far sospettare un'esposizione ad asbesto.
Sono stati descritti casi di mesotelioma in persone residenti intorno a miniere di asbesto o nelle
città sede di insediamenti industriali con lavorazioni dell'amianto, in familiari venuti in
contatto con le polveri accumulatesi sulle tute di lavoratori direttamente esposti.
L'esistenza di mesoteliomi nei residenti e nei familiari mostra che possono essere pericolose anche
esposizioni a basse concentrazioni di asbesto. In genere il tempo di latenza (ovvero il tempo che
intercorre tra l'esposizione ad amianto e la comparsa della malattia) è dell'ordine di decenni
e può anche superare i 40 anni dall'inizio dell'esposizione.
I sintomi del mesotelioma sono legati ad una compressione dei visceri che sono a contatto con
la massa tumorale; per lo più il primo segno nelle forme toraciche è costituito da un
versamento pleurico, spesso emorragico, con rapide recidive, con affanno, tosse stizzosa e comparsa
insistente di alcune linee di febbre.
La diagnosi si basa essenzialmente sulla presenza dei sintomi e esami radiografici. In tutti i casi
sospetti l'indagine viene approfondita con altri esami strumentali, fra cui la T.A.C. e con esami
istologici al microscopio di prelievi bioptici (pleuroscopia). In ogni caso la diagnosi differenziale
fra tumore polmonare diffuso alla pleura e mesotelioma è spesso difficoltosa.
Il decorso dei mesoteliomi è quasi sempre molto rapido, accompagnato da un progressivo
deterioramento delle condizioni generali. Sono possibili diffusioni del tumore ad altre sedi (metastasi)
per il passaggio delle cellule tumorali nel circolo ematico o linfatico.
La sopravvivenza è in genere inferiore a un anno dalla scopera del tumore, e specialmente in
soggetti giovani può limitarsi a soli sei mesi. A oggi non sono state individuate terapie efficaci.
Carcinoma polmonare
Il carcinoma polmonare è in generale il ttumore maligno più frequente.
Come per l'asbestosi anche per i carcinomi polmonari è stata riscontrata una stretta relazione
con la quantità totale di asbesto inalata e con l'abitudine al fumo di tabacco.
Il rischio di contrarre questo tumore nei non fumatori non esposti ad asbesto è risultato
di 11 su 100.000 persone l'anno; nei non fumatori esposti ad asbesto è risultato circa 5 volte
superiore; nei fumatori che non sono esposti ad asbesto è circa 10 volte superiore, ed è
addirittura oltre 50 volte superiore nei fumatori che sono anche esposti ad asbesto. L'eliminazione almeno
del fumo è quindi in grado di contribuire a ridurre la probabilità di contrarre tumori
polmonari anche in lavoratori che sono stati esposti ad asbesto.
I sintomi possono essere molto diversi e per lo più, tosse con catarro, affanno, dimagrimento,
compromissione grave delle condizioni generali.
La diagnosi è principalmente radiografica e può essere completata dall'esame microscopico
dell'espettorato e da altri accertamenti strumentali.
Il decorso è caratterizzato da un progressivo deterioramento delle condizioni di salute e
della possibilità di ulteriori disturbi legati a localizzazioni metastatiche in altri organi.
Per alcuni tumori più piccoli e in fase iniziale si può tentare un'asportazione chirurgica
radicale, ma i risultati sono spesso insoddisfacenti. Anche l'efficacia di trattamenti farmacoloogici
e radianti è purtroppo, a tutt'oggi, molto relativa.
Tumori del tratto gastro-intestinale, della laringe e di altre sedi
Numerosi studi hanno mostrato che la mortalità per tumori in genere è più alta
neii lavoratori esposti a polveri libere di asbesto che nella popolazione generale, e in particolare
sembrano più frequenti i tumori del tratto gastro-intestinale e della laringe.
L'aumento della frequenza per queste malattie è comunque molto inferiore rispetto a quello
descritto per i tumori polmonari ed è a tutt'oggi oggetto di studi per una migliore comprensione
dei meccanismi che lo determinano.
Anche per questi tumori i disturbi sono rappresentati da compromissione dello stato generale di salute, da disturbi della funzione stessa degli organi colpiti e da segni di compressione degli organi adiacenti. Altri disturbi possono dipendere da localizzazioni metastatiche.
Il decorso è progressivo: molte forme iniziali possono essere aggredite chirurgicamente ed eventualmente si possono praticare terapie radianti o farmacologiche.